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Autore: Meramadia94    20/01/2014    3 recensioni
E se oltre ai personaggi che gia conosciamo, ci fosse un'altra persona a sapere la verità su Aramis?
E' un piccolo esperimento dove ho riscritto alcuni pezzi di qualche episodio per me significativo con un'aggiunta: Lunette, cameriera di Aramis e sua fidata amica.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aramis, Athos, D'Artagnan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL CORAGGIO DI UNA SERVA

La paura dello scampato pericolo del giorno prima si faceva ancora sentire, sia per Lunette che per Aramis.

La prima sfogava il nervosismo accumulato e non ancora del tutto scaricato sfregando nervosamente i mobili e spazzando freneticamente, mentre la seconda era seduta in poltrona in una posa tutt'altro che rilassata e leggeva per modo di dire.

Per modo di dire, nel senso che era da almeno mezz'ora che fissava una pagina, l'aveva letta almeno dieci volte ma se qualcuno le avesse chiesto di dire cosa c'era scritto non avrebbe saputo rispondere.

Erano ancora abbastanza sconvolte per la brutta avventura vissuta.

In quel momento Lunette si affacciò alla finestra per pulire il davanzale e vide passare D'artagnan ed il piccolo Jean.

''Ciao Lunette!!!''- la salutò il bambino con la sua voce pimpante ed allegra.

Lunette sorrise alla vista dei due ragazzi.

''Ciao Jean, Ciao D'Artagnan..... sempre al lavoro, vedo.''- sorrise appoggiandosi al balcone.

Jean annuì.

''Gia, fino a quando D'Artagnan non diventa moschettiere, sembra che questo sia l'unico lavoro che può farci guadagnare qualcosa.''- rispose il bambino.

Aramis ripose il libro e chiamò la sua serva.

''Lunette, digli di venire su... ho bisogno di fare un bagno per calmarmi del tutto.''

Lunette fece cenno di si con la testa, per poi fare segno a Jean ed al guascone di raggiungerli.

Quando i due ragazzi furono entrati in casa, Lunette aiutò D'artagnan e Jean a portare dentro i secchi con l'acqua, scaldarla e poi riempire la tinozza per il bagno di Aramis.

Dopo aver mandato i due ragazzi fuori e dopo aver chiuso con cura tutte le imposte, per evitare che qualcuno scoprisse un segreto che da anni, le due portavano nascosto dentro di loro, aiutò la sua padrona a lavarsi e a scaricare il resto della paura avuta il giorno prima.

Una volta terminato, richiamò i ragazzi al piano di sopra e mentr D'Artagnan e Jean si occupavano di portare via le tinozze, Lunette si occupò di asciugare il pavimento bagnato.

''Grazie, sto proprio bene adesso.''- fece Aramis rivolgendosi sia al sollievo per il bagno appena fatto sia al fatto di non aver più la paura addosso.

Anche per Lunette valeva.

Erano tutti radunati nel soggiorno, intenti a ridere e scherzare, finalmente rilassati quando.....

La porta si spalancò.

Come il giorno prima, De Jussac, Rochefort e alcune guardie apparvero sulla porta di casa.

Ma stavolta senza alcun annuncio.

La tranquillità da poco ritrovata, svanì con la stessa velocità con la quale era arrivata.

''Aramis, vi consiglio di stare calmo.''- consigliò Rochefort. Ma dal tono della sua voce, quelle parole non sapevano tanto di consiglio quanto di minaccia.

''Questo dipende da voi!''- ribattè Aramis-:'' grazie comunque per il pasticcio in cui mi avete messo l'altro giorno. Ma questa volta non mi lascerò ingannare tanto facilmente. State in guardia!''- concluse la moschettiera mettendo la mano sulla spada.

''Prima guardate qui.''- la fermò Rochefort esibendo un foglio. Fu allora che Aramis cambiò colore. Rochefort continuò, imperterrito-:''Per ordine del cardinale Richelieu, voi siete in arresto con l'accusa di rivolta.''

I presenti rimanerono basiti.

''Rivolta? E con quali prove?''

''Ve le mostro immediatamente....''- al segnale del conte, De Jussac aprì l'armadio ed iniziò a buttare fuori tutti i vestiti che trovava, buttandoli di malagrazia sul pavimento.

D'Artagnan, era indispettito da tale comportamento, e cercò di fare qualcosa per fermale quello che a detta sua era un atto incivile ma Aramis lo fermò.

''Allora, D'Artagnan.... vorresti forse essere arrestato anche tu?''- gongolò Rochefort conscio che la legge era dalla sua parte.

Ma Lunette non potè evitare di dire la sua.

''Questo è un abuso di potere bello e buono! Vi approfittate di un vostro sospetto per prendervi una rivincita personale!''

Aramis la guardò implorante-:''Lunette, per favore taci, o arresteranno anche te....''

''Oh, non temete Aramis..... il mandato d'arresto vale anche per la vostra serva.''

Qui si gelò veramente il sangue nelle vene dei presenti.

''Vedete, è risaputo che la vostra giovane servetta vi è molto fedele e che farebbe qualsiasi cosa per voi...... e quindi è facile dedurre che la ragazza, vi abbia aiutato a far fuggire Buckingham.''

In quel momento dall'armadio emerse un completo inglese.

L'abito che il duca indossava la sera in cui Lunette, Aramis, D'Artagna e Jean lo avevano aiutato a fuggire.

Lunette aveva gli occhi vitrei per il terrore.

Avrebbe dovuto far sparire quegli abiti, distruggerli, in tal modo non ci sarebbero state prove concrete della presenza del duca di Buckingham la notte in cui era fuggito.

Invece, aveva segnato la loro rovina.

''Io verrò con voi in arresto....''- fece Aramis rompendo il silenzio-:'' ma prima che ciò accada, sappiate che qualsiasi cosa voi pensiate, Lunette è del tutto estranea.

Quella sera aveva ricevuto un congedo per andare a passare una piacevole serata con Costance.''

Lunette la fissò con gli occhi sgranati, e nemmeno D'Artagnan e Jean furono da meno.

Aramis stava mentendo per proteggere la sua giovane serva.

Lunette aprì bocca per parlare. Non era affatto giusto che Aramis venisse punita, per proteggerla, quando sapeva bene di essere colpevole tanto quanto lei.

Ma Aramis glielo impedì fissandola implorante con i suoi occhi azzurri.

''E va bene, in fin dei conti è solo una serva, non è certo un pericolo per la Francia.''- commentò Rochefort.

Dopo di chè Aramis uscì dalla sua stessa casa, scortata da Rochefort, De Jussac e altre guardie, come se fosse il peggiore dei criminali, sotto lo sguardo attonito e disperato dei tre ragazzi.

 

Dopo alcuni minuti anche Lunette, D'Artagnan e Jean uscirono di casa e si diressero verso la reidenza del capitano De Treville, l'unico a cui avrebbero potuto rivolgersi per ricevere aiuto.

In breve, D'Artagnan spiegò al capitano l'incresciosa situazione nella quale Aramis si era venuta a trovare, ed il militare si mise subito all'opera per aiutare la moschettiera.

Una volta che De Treville fu uscito dall'ufficio, Athos fissò D'Artagnan con occhi grati, mentre Lunette si prese il viso tra le mani, iniziando a piangere disperata.

Da quanto tempo non piangeva? Forse dal giorno in cui Aramis l'aveva salvata.

Da allora la sua vita era stata allietata da quella che ormai era diventata una famiglia, non aveva ragione ne di piangere ne di essere triste.

Jean le si avvicinò preoccupato.

''Ehy, Lunette, che cos'hai, come mai piangi?''- le chiese con quel candore di cui solo i bambini erano capaci.

La ragazza tirò su con il naso e poi spiegò-:''E' colpa mia.... è stata solo colpa mia, dovevo far sparire quegli abiti, così non sarebbe successo nulla, e invece....''

Si sentiva davvero una stupida. Proprio lei che solo due giorni prima aveva consigliato alla sua padrona di stare attenta, aveva fatto l'esatto contrario di quello che sapeva essere giusto fare.

Athos le andò vicino e le porse un fazzoletto per asciugarsi gli occhi, rassicurandola-:''No Lunette, tu non c'entri. Rochefort avrebbe fatto di tutto pur di incastrare Aramis, e se non ci fossero stati quei vestiti avrebbe provveduto a creare delle prove false contro di lui, in ogni caso, sarebbe accaduto comunque.''

Lunette parve calmarsi, quando intervenne Porthos.

''Non devi preoccuparti, vedrai che prima che faccia buio sarà di nuovo qua con noi.... coraggio, adesso torna a casa, cerca di calmarti un po' e lascia che sia il capitano ad occuparsi di tutto.''- le consigliò Porthos.

Poco dopo, la ragazza uscì dal cancello della caserma insieme a D'artagnan e Jean, che su suggerimento di Athos, avevano deciso di riaccompagnarla a casa.

La ragazza non disse una sola parola per tutto il tragitto, e per quanto i due amici cercassero di tranquillizzarla, e per quanto lei stessa cercasse di essere ottimista, non riusciva proprio a distogliere la mente dal pensiero fisso, che fosse stata colpa sua.

In quel momento, sulla loro strada, apparve una Costance agitatissima.

''Costance, che succede?''- chiese Jean incuriosito.

''D'artagnan....è successa, no, sta per succedere una cosa terribile.....si tratta di Aramis.''- rispose la bionda.

Inutile dire che per tutti e tre fu come ricevere un colpo al cuore.

'''Che cosa gli è successo? Avanti, parla....''- implorò Lunette aggrappandosi alle braccia dell'amica.

La risposta non tardò ad arrivare.

''Ho sentito Richelieu e Rochefort che ne parlavano nel giardino del Louvre. Non so come ne quando, ma hanno intenzione di ucciderlo prima che la regina possa intercedere per lui.''

A quel punto fu chiaro per tutti, che non potevano più aspettare come Athos e Porthos avevano suggerito.

Ogni secondo che passava, più Aramis rischiava la vita.

''Mi è venuta un'idea.....state a sentire.....''- fece D'Artagnan chiamando a se le due ragazze e il bambino.

Nemmeno mezz'ora dopo, il gruppo si trovava su una barchetta ancorata in una piccola insenatura della Senna.

Il piano era molto semplice: Jean e D'artagnan si sarebbero travestiti da donna con la scusa di portare del cibo ad Aramis ed entrare nella sua cella, dando così modo ad Aramis di usare il loro travestimento per uscire a testa alta dallo Chatelet e dalla porta principale.

Iil moschettiere avrebbe poi raggiunto Costance, la quale avrebbe consegnato ad Aramis un marchingegno per consetire a D'Artagnan e Jean di fuggire a loro volta.

'''Ok, pronti?''- fece Lunette salendo sulla piccola imbarcazione.

''E tu che ci fai qui?''- chiese D'artagnan sorpreso.

''Non si vede, vengo con voi.''- ribadì la giovane con decisione.

''Lunette....''- tentò D'artagnan-:'' ne abbiamo gia parlato, e so che sei ancora sconvolta per l'accaduto, come ti abbiamo gia detto non è colpa tua, ed è gia abbastanza pericoloso coinvolgere Costance.....''

''Senti...''- ribadì Lunette con uno sguardo carico di decisione come non l'aveva mai avuto-:''Cinque anni fa, Aramis mi ha salvato da una situazione che definire inferno è come non dire nulla, mi ha dato un lavoro, una casa, un' istruzione, una famiglia....E' stata la mia negligenza a metterlo in questo guaio, è colpa mia se adesso sta rischiando la vita, quindi non provate a fermarmi.''

A quelle parole, fu difficile impedirle di venire, e la barca partì pronta per salvare Aramis da un destino ormai certo, ma che avrebbero combattuto fino all'ultimo secondo utile.

  
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