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Autore: Iria    05/06/2008    14 recensioni
"L'invito del Diavolo arde e confonde, istiga ed uccide...
Le candide ali bagnate dal sangue dei peccatori sono la più seducente delle tentazioni.
Signore e Padrone, il banchetto è pronto."

Un'AU completamente nuova che spero apprezzerete nella sua umile forma.
Mi auguro mi lascerete un commento, anche negativo. Grazie.
Attenzione! Probabilmente questa fic subirà un mutamento a livello di genere. Al momento, aggiungo l'avvertimento shonen-ai.
Attenzione! Ho aggiunto il genere guerra.
Genere: Dark, Guerra, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Yuri
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Prima Sfera:Serafini, Cherubini, Troni.
Seconda Sfera:Dominazioni, Virtù, Potestà.
Terza Sfera:Principati, Arcangeli, Angeli.

Ho voluto inserire la Gerarchia anche perché servirà a farvi capire, più o meno,d ove porrò Yurij… Bene, vi lascio al capitolo!

Dedicato a Pad per il suo compleanno. 

Iииø¢єит
"...Dio infatti non risparmiò gli angeli che avevano peccato, ma li inabissò, confinandoli in antri tenebrosi per esservi custoditi per il giudizio"

Silenzio.
Teneva il capo chino e gli occhi chiusi, un meraviglioso sorriso, invece, gli curvava le sottili e splendide labbra…
La terra era desolata e sotto i suoi piedi, ancora agonizzante, il Demone combatteva.
L’arma nella mano destra splendeva, mentre il sangue scivolava lungo la lama, bagnando l’arido terriccio.
Rise malvagio, aprendo le grandi ali e sollevando la spada.
Il Dannato arrancava, schiacciato sotto il peso dell’Angelo.
“Non puoi sfuggire a quel che ti è stato destinato, arrivi dalle Fiamme: coi tuoi peccati e la tua impurità contamini il Paradiso che Nostro Signore ha creato per i giusti e i buoni… Non sei né l’uno, né l’altro e la Bocca Dell’Inferno pretende il sacrificio della tua vita. Giunto a noi, sapevi che saresti tornato all’Impuro meno che corpo e ancor meno che anima.” Proferì la Sua Condanna.
Il Demone fissò inespressivo l’Angelo, ridendo, poi, malignamente.
“La razza Alata è... impura quanto noi…” Bisbigliò a fatica il Condannato.
“Taci!”
Recise la gola al Dannato, strappando la testa all’anima impura e portandola davanti agli occhi.
“Non esiste redenzione per chi ha tradito il Signore…” Bisbigliò, sfiorando le labbra semiaperte dell’Essere con la punta della spada e portando lo sguardo sui suoi occhi rovesciati.
Il sangue scorreva, bagnando e bruciando i piedi dell’Angelo.
Disgustato, lasciò cadere il capo del Demone sulla terra; indietreggiò di qualche passo,mentre ancora insuperbito fissava il cadavere.
“Uriel*, credo che ti sia divertito abbastanza…” Una voce parlò alle sue spalle.
Sospirò piano, voltandosi.
Il Guerriero era davanti a lui, gli occhi richiamavano le fiamme dell’Inferno, i capelli argentei la sporca purezza del Paradiso, le Ali di oro e di rosso erano fiera rappresentanza del suo rango.
“Sei appena risalito dalla Terra, respira e cerchi di non scocciarmi in ogni momento…” Ribatté l’Arcangelo, infilzando allegramente la spada nel capo del Dannato e fissando l’arma al terreno.
“Una chiara provocazione, disgustosa direi, come il modo con cui hai infierito sul suo corpo ormai Condannato.” Osservò con calma snervante Kei, indicando l’ombra del Demone che scompariva lasciando solo una chiazza di sangue nero a macchiare il terreno.
“Teme che possa accadere qualcosa di simile al suo amico se si avvicinasse?” Chiese con cattiveria Uriel.
“Affatto, sarei preoccupato più per te che per lui.” Disse semplicemente Kei, provocando l’ira dell’Angelo.
“Prende posizione per poter riaccogliere in Cielo un Caduto! Se questo non è tradimento, mi dica cos’è?!” Ringhiò, puntandogli un dito contro.
“Si sta preparando una Grande Battaglia…” Bisbigliò semplicemente Kei, ignorando le parole di Uriel.

L’Inferno bruciava di una fredda luce…
Il calore delle Fiamme, che tormentavano le Anime dei Dannati, si era affievolito.
Lucifero chiuse i suoi occhi di freddo cobalto, mentre Lilith sua sposa lo cullava.
“So ciò che senti…” Bisbigliò la Donna, posando una mano sul petto dell’Impuro laddove, forse, vi era un cuore.
Lucifero prese la mano della sua Sposa, carezzandone la pelle nivea dell’arto delicatamente, assorbendone la pura morbidezza e baciandola silenziosamente.
“L’Inferno è un impero troppo piccolo per due sovrani, Stella del Mattino, e lui non ha ancora fatto una scelta.” Continuò la Donna.
“Shhh…” La zittì il rivale di Dio, posandole un dito sulle soffici labbra.
“Si risveglieranno presto…” Continuò sorridendo, malvagio.
Strinse a sé Lilith, il calore sporco della Sposa lo confortava…
E infondo del sangue versato dagli Angeli non gli importava.
La Razza Alata decadeva, lentamente ed inesorabilmente, le piume delle loro meravigliose Ali, che con fierezza aprivano, si tingevano di rosso…
Condusse Lilith alla sua Dimora.
E nel frattempo la sua anima sporca e dannata risplendeva in una luce turbata, timorosa ed eccitata da ciò che sarebbe potuto accadere versando il Sangue degli Eletti…

La sala di cristallo era circolare ed aveva alte pareti intarsiate da magnifici ghirigori.
Cinque troni nascevano dalle mura magnifiche: il cristallo diveniva argento e poi oro, il metallo più puro e prezioso…
I seggi erano decorati da intarsi accurati e minuziosi, scene di pace e distruzione erano richiamate ed incise sulla loro superficie.
L’Angelo dalle Ali infuocate entrò nella sala…
Alle spalle del trono più meraviglioso e magnifico tre grandi specchi si affacciavano sui Mondi.
Paradiso, Terra, Inferno.
Sospirò stancamente, lanciando uno sguardo al Libro sigillato nello schienale di un seggio.
“Non conviene rimanere qui…” Bisbigliò una voce alle sue spalle.
Kei si voltò sorridendo con asprezza.
“A nessuno è concesso entrarvi…” Ribatté il Guerriero.
Il nuovo venuto chinò il capo, annuendo con un dolce sorriso.
“E’ accaduto qualcosa che la turba? Lei non ama la compagnia di altri suoi simili, ma raramente accade che si rifugi in questo luogo…” Osservò curioso l’Angelo.
“Nulla che tu non conosca.” Bisbigliò Kei.
Studiò la sua immagine riflessa nei tre specchi.
Il Paradiso lo mostrava come fiero e giusto Angelo che alzava con orgoglio e al contempo velata umiltà lo stendardo di una Nuova Guerra…
Sulla Terra era un giovane freddo e calcolatore, un ragazzo che nonostante l’indifferenza e l’apparente egocentrismo portava  nel cuore il vero senso della giustizia (attuato nella vendetta demoniaca…).
L’Inferno non mostrava alcuna immagine del Guerriero: lucido e splendente lo specchio rimase immutato.
Kei sospirò stancamente, portando una mano all’elsa della spada legata al suo fianco.
“Ho visto Uriel, poco fa…” Soffiò in tono grave.
“Era al confine?” Chiese il suo interlocutore.
“Sì, e aveva ucciso… Quello è territorio neutrale, non si dovrebbero commettere di questi atti!” Disse indignato Kei, scuotendo il capo.
L’ultimo venuto portò lo sguardo sul magnifico trono, il Libro intrappolato nello schienale vibrò ed egli ghignò soddisfatto, mentre il Guerriero intravedeva negli occhi dell’Eletto un’avida luce.
“Ha fatto o detto altro?” Chiese improvvisamente.
“Ah! Secondo il suo ‘modesto’ parere sarei un traditore…” Aggiunse con cautela Kei.
Non capiva ciò che stava accadendo: possibile che il Paradiso fosse talmente corrotto? Si morse un labbro, deluso, amareggiato e confuso.
“Vuole che torni” Proferì con una certa calma l’Angelo, fissando le sue iridi dorate nel fuoco del Guerriero.
“Esattamente.” Sibilò l’interpellato.
Non riusciva a trattenere quella rabbia e quell’odio incontrollati.
Non voleva (o meglio non poteva) dimenticare la sofferenza e la disperazione causate da battaglie né vinte e né perse.
“E’ un caduto, signor Kei! Bruciato dalle fiamme, macchiato dal peccato. L’Inferno lo avrà accolto spalancandosi senza indugio sotto la Luce corrotta che lo avvolgeva…” Disse aspro e cattivo l’Angelo.
“Il Giudizio a cui è stato sottoposto era corrotto! Il Processo che si è svolto non è durato molto: il tempo, immagino, che egli si sia ribellato agli ordini del Consiglio e che quest’ultimo l’abbia condannato!” Disse Kei, infiammandosi.
Strinse i pugni ed i muscoli si tesero, vibrando per poi rilassarsi ed il Guerriero tremò.
Perché ciò che amava era scomparso?
Perso…
Ricordava quella mano tesa.
“Non aveva alcuna colpa, era Innocente e lo avete proclamato Colpevole di un viscido inganno e di una crudele congiura…” Bisbigliò, mentre pregava affinché quelle immagini si dileguassero.
Ne era sempre stato tormentato…
Sì, sempre: si riteneva responsabile di ciò che era accaduto.
Non aveva fatto nulla per evitarlo.
Ma avrebbe mai potuto? Il suo intervento avrebbe cambiato qualcosa?
“Innocente..? La sua anima sporca era percepibile al solo sguardo…” Disse il suo compagno, ridestandolo da quelle tristi riflessioni.
Kei scosse il capo, ridendo amaramente ed avviandosi all’uscita.
“Il Consiglio ti cerca…” Disse infine l’Angelo, prima che il tatuato uscisse.
Quest’ultimo sorrise: allora era quello il motivo per cui l’aveva cercato.
Sul suo volto prese forma una maschera di comica ironia ed annuì silenziosamente.
Lo specchio dell’Inferno riflesse una cupa oscurità alla presenza dell’Angelo.
Un tunnel buio, dove le fiamme suadenti sussurravano dolci e sibilanti inviti, pregandolo di bruciare con loro.

Belial* attendeva seduto su una roccia con le braccia incrociate il suo arrivo.
I capelli castani gli sfioravano dolcemente le spalle, ricadendo in morbidi boccoli ed i grandi occhi verdi, così innocenti, studiavano viziosi il terreno circostante.
Le labbra erano curvate in un fanciullesco sorriso spensierato e cattivo, ma talmente affascinante.
Belial era meraviglioso.
Meraviglioso nel suo aspetto angelico, in cui ombre demoniache prendevano il sopravvento.
Le sue due grandi ali argentee si muovevano pigramente.
Meraviglioso in quell’atteggiamento arrogante.
Meraviglioso nella velata crudeltà espressa dal suo giovane e bellissimo viso.
“Finalmente sei arrivato…” Bisbigliò, voltandosi in direzione del nuovo venuto, che gli sorrise.
Yurij gli si avvicinò: in quel territorio poteva addentrarsi senza avere problemi e si sedette accanto al compagno.
Le ali scheletriche del Caduto si rinchiusero all’interno del corpo del proprietario, che ammirò con desiderio le ali piumate d’argento del Demonio.
Belial portò lo sguardo sulla schiena nuda del rosso, dove quattro cicatrici si aprivano a deturpare la pelle diafana del Dannato.
“Solo questo è rimasto di ciò che eri?” Chiese in un sussurro il giovane, sfiorando le ferite.
Yurij rabbrividì sotto quel gelido tocco: il calore dell’Inferno non scaldava i corpi dei Diavoli e rise, poi, amaramente.
“Già, ho restituito ciò che mi era stato affidato…” Fece ironico. “E non mi rimane che l’ombra di ciò che fu…” Aggiunse tristemente.
Belial lo strinse a sé, cullandolo dolcemente.
“La caduta per te non è stata una vergogna o una disgrazia… Ma una liberazione.” Disse piano, specchiandosi negli occhi di cristallo del giovane davanti a lui.
Chi ha detto che i demoni non possono provare sentimenti?
“Non meriti di essere sottomesso a stupide regole e tanto meno di essere lo schiavo dell’Altissimo.” Continuò.
Possibile che siano… Più umani degli Angeli?
“Questo perché l’Altissimo non merita di avere uno schiavo come te…” Concluse, bisbigliando amorevolmente quelle parole all’orecchio del rosso.
Yurij rise, allontanandosi piano, sfidando con una certa malizia e ironia il Demonio davanti a lui.
“Merito, quindi, di essere lo schiavo di un Re dell’Inferno?” Azzardò con garbo.
Belial scosse il capo, ghignando.
“Sei il più Dannato degli esseri*, Yurij.” Mormorò con calma snervante.
“Oh! Con questi complimenti mi lusinghi.” Fece il Caduto.
I Demoni stanno al gioco, partecipando attivamente, vincendo, perdendo e vendicandosi…
“L’inferno gela, Angelo... E tutti attendono la tua decisione: quando l’Innocenza fu mascherata in Colpevolezza non combattesti, rassegnato ad un destino non tuo. La Guerra sarà dura, sono furiosi e non siederai più in Paradiso per calmare la loro collera.” Proferì, sollevandosi. “E quel che è peggio è l’Alleanza che ne potrebbe nascere: è una cosa che non voglio.” Un capriccio, era un capriccio quello di Belial.
Yurij chinò il capo sospirando tristemente.
“L’universo non gira intorno al tuo ego, mio caro.” Bisbigliò. “E ovunque mi schieri, la mia partecipazione non gioverà né l’una,né l’altra fazione. In Paradiso si narra dei gravi torti che ho inflitto al Signore e Lucifero freme di riavermi al suo fianco solo per potermi spezzare l’osso del collo.” Rise di gusto, alzandosi anche lui.
Belial volse gli occhi in alto.
“E’ un luogo a cui tutti i Demoni agognano, in fondo…” Confessò, riferendosi chiaramente al Cielo.
“Ma che temono di raggiungere, impreparati alla delusione che potrebbero ricevere…” Continuò Yurij.
“Esattamente…” Concesse con garbo il Re.
Belial sorrise ancora a Yurij; gli occhi verdi del giovane si illuminarono di una luce troppo pura per essere reale. Tese una mano verso il volto del rosso, carezzandogli delicatamente una guancia.
“Scegli con cura il tuo ruolo.” Soffiò, sorridendo dolcemente, mentre una luce malvagia alimentava quelle iridi di smeraldo.
Il Caduto si rilassò a quel tocco, sfiorando con la punta delle dita la mano del compagno.
“Farò il possibile…” Rise, mentre le labbra di Belial sfioravano con delicatezza le sue.
Il Re si allontanò, aprendo le grandi ali argentee: un carro su cui ardeva il fuoco infernale si materializzò al suo fianco.
Yurij scosse il capo esasperato.
“Esibizionista…” Si ritrovò a pensare mentre ammirava la scomparsa del compagno.
Le fiamme dorate sfioravano quei delicati e forti lineamenti, senza ferirli…
Sospirò, riaprendo dolorosamente le sue ali scheletriche.
Spiccò elegantemente il volo, abbandonando quella terra di mezzo dove la testa mozzata di un Demone era la muta testimonianza che la neutralità di quel luogo era stata spezzata…
Che scorra! Che il sangue innocente degli Angeli bruci su questa terra!

Fine quinto capitolo.

*Uriel: è un Arcangelo tra i più conosciuti insieme a quegli altri tre Gabriel,Raphael e Michael U_U

*Belial: è un re,procura al mago onori e favori,l'appoggio dei potenti,è una delle energie più forti, si dice sia sorto subito dopo Lucifero. E'il demonio della sodomia (Lo ammetto,l’ho scelto anche per questo n/////n). E' lo spirito più vizioso dell'inferno. E' un demonio bellissimo, pieno di grazia e di dignità. E' però molto cattivo e crudele; il suo nome significa "ribelle e disobbediente". Spesso si manifesta come un angelo bellissimo seduto sopra un carro di fuoco. Comanda 80 legioni di diavoli.

* ‘Sei il più Dannato degli esseri’: citazione da ‘Scelti dalle Tenebre’ di Anne Rice,parole di Marius a Lestat.

   
 
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