Prima Sfera:Serafini, Cherubini, Troni
Seconda Sfera:Dominazioni, Virtù, Potestà
Terza Sfera:Principati, Arcangeli, Angeli.
Ho voluto inserire la Gerarchia anche perché servirà a farvi capire,
più o
meno,d ove porrò Yurij… Bene, vi lascio al capitolo!
Dedicato a Pad per il suo
compleanno.
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"...Dio infatti non
risparmiò gli angeli che avevano peccato, ma li
inabissò, confinandoli in antri tenebrosi per esservi custoditi per il
giudizio"
Silenzio.
Teneva il capo chino e gli occhi chiusi, un meraviglioso sorriso,
invece, gli
curvava le sottili e splendide labbra…
La terra era desolata e sotto i suoi piedi, ancora agonizzante, il
Demone
combatteva.
L’arma nella mano destra splendeva, mentre il sangue scivolava lungo la
lama,
bagnando l’arido terriccio.
Rise malvagio, aprendo le grandi ali e sollevando la spada.
Il Dannato arrancava, schiacciato sotto il peso dell’Angelo.
“Non puoi sfuggire a quel che ti è stato destinato, arrivi dalle
Fiamme: coi
tuoi peccati e la tua impurità contamini il Paradiso che Nostro Signore
ha
creato per i giusti e i buoni… Non sei né l’uno, né l’altro e la Bocca
Dell’Inferno pretende il sacrificio della tua vita. Giunto a noi,
sapevi che
saresti tornato all’Impuro meno che corpo e ancor meno che anima.”
Proferì la
Sua Condanna.
Il Demone fissò inespressivo l’Angelo, ridendo, poi, malignamente.
“La razza Alata è... impura quanto noi…” Bisbigliò a fatica il
Condannato.
“Taci!”
Recise la gola al Dannato, strappando la testa all’anima impura e
portandola
davanti agli occhi.
“Non esiste redenzione per chi ha tradito il Signore…” Bisbigliò,
sfiorando le
labbra semiaperte dell’Essere con la punta della spada e portando lo
sguardo
sui suoi occhi rovesciati.
Il sangue scorreva, bagnando e bruciando i piedi dell’Angelo.
Disgustato, lasciò cadere il capo del Demone sulla terra; indietreggiò
di qualche
passo,mentre ancora insuperbito fissava il cadavere.
“Uriel*, credo che ti sia divertito abbastanza…” Una voce parlò alle
sue
spalle.
Sospirò piano, voltandosi.
Il Guerriero era davanti a lui, gli occhi richiamavano le fiamme
dell’Inferno,
i capelli argentei la sporca purezza del Paradiso, le Ali di oro e di
rosso
erano fiera rappresentanza del suo rango.
“Sei appena risalito dalla Terra, respira e cerchi di non scocciarmi in
ogni
momento…” Ribatté l’Arcangelo, infilzando allegramente la spada nel
capo del
Dannato e fissando l’arma al terreno.
“Una chiara provocazione, disgustosa direi, come il modo con cui hai
infierito
sul suo corpo ormai Condannato.” Osservò con calma snervante Kei,
indicando
l’ombra del Demone che scompariva lasciando solo una chiazza di sangue
nero a
macchiare il terreno.
“Teme che possa accadere qualcosa di simile al suo amico se si
avvicinasse?”
Chiese con cattiveria Uriel.
“Affatto, sarei preoccupato più per te che per lui.” Disse
semplicemente Kei,
provocando l’ira dell’Angelo.
“Prende posizione per poter riaccogliere in Cielo un Caduto! Se questo
non è
tradimento, mi dica cos’è?!” Ringhiò, puntandogli un dito contro.
“Si sta preparando una Grande Battaglia…” Bisbigliò semplicemente Kei,
ignorando le parole di Uriel.
L’Inferno bruciava di una fredda luce…
Il calore delle Fiamme, che tormentavano le Anime dei Dannati, si era
affievolito.
Lucifero chiuse i suoi occhi di freddo cobalto, mentre Lilith sua sposa
lo
cullava.
“So ciò che senti…” Bisbigliò la Donna, posando una mano sul petto
dell’Impuro
laddove, forse, vi era un cuore.
Lucifero prese la mano della sua Sposa, carezzandone la pelle nivea
dell’arto
delicatamente, assorbendone la pura morbidezza e baciandola
silenziosamente.
“L’Inferno è un impero troppo piccolo per due sovrani, Stella del
Mattino, e lui
non ha ancora fatto una scelta.” Continuò la Donna.
“Shhh…”
La zittì il rivale di Dio, posandole un dito sulle soffici
labbra.
“Si
risveglieranno presto…”
Continuò sorridendo, malvagio.
Strinse a sé Lilith, il calore sporco della Sposa lo confortava…
E infondo del sangue versato dagli Angeli non gli importava.
La Razza Alata decadeva, lentamente ed inesorabilmente, le piume delle
loro
meravigliose Ali, che con fierezza aprivano, si tingevano di rosso…
Condusse Lilith alla sua Dimora.
E nel frattempo la sua anima sporca e dannata risplendeva in una luce
turbata,
timorosa ed eccitata da ciò che sarebbe potuto accadere versando il
Sangue
degli Eletti…
La sala di cristallo era
circolare ed
aveva alte pareti intarsiate da magnifici ghirigori.
Cinque troni nascevano dalle mura magnifiche: il cristallo diveniva
argento e
poi oro, il metallo più puro e prezioso…
I seggi erano decorati da intarsi accurati e minuziosi, scene di pace e
distruzione
erano richiamate ed incise sulla loro superficie.
L’Angelo dalle Ali infuocate entrò nella sala…
Alle spalle del trono più meraviglioso e magnifico tre grandi specchi
si
affacciavano sui Mondi.
Paradiso, Terra, Inferno.
Sospirò stancamente, lanciando uno sguardo al Libro sigillato
nello
schienale di un seggio.
“Non conviene rimanere qui…” Bisbigliò una voce alle sue spalle.
Kei si voltò sorridendo con asprezza.
“A nessuno è concesso entrarvi…” Ribatté il Guerriero.
Il nuovo venuto chinò il capo, annuendo con un dolce sorriso.
“E’ accaduto qualcosa che la turba? Lei non ama la compagnia di altri
suoi
simili, ma raramente accade che si rifugi in questo luogo…” Osservò
curioso
l’Angelo.
“Nulla che tu non conosca.” Bisbigliò Kei.
Studiò la sua immagine riflessa nei tre specchi.
Il Paradiso lo mostrava come fiero e giusto Angelo che alzava con
orgoglio e al
contempo velata umiltà lo stendardo di una Nuova Guerra…
Sulla Terra era un giovane freddo e calcolatore, un ragazzo che
nonostante
l’indifferenza e l’apparente egocentrismo portava nel cuore il vero
senso
della giustizia (attuato nella vendetta demoniaca…).
L’Inferno non mostrava alcuna immagine del Guerriero: lucido e
splendente lo
specchio rimase immutato.
Kei sospirò stancamente, portando una mano all’elsa della spada legata
al suo
fianco.
“Ho visto Uriel, poco fa…” Soffiò in tono grave.
“Era al confine?” Chiese il suo interlocutore.
“Sì, e aveva ucciso… Quello è territorio neutrale, non si dovrebbero
commettere
di questi atti!” Disse indignato Kei, scuotendo il capo.
L’ultimo venuto portò lo sguardo sul magnifico trono, il Libro
intrappolato
nello schienale vibrò ed egli ghignò soddisfatto, mentre il Guerriero
intravedeva negli occhi dell’Eletto un’avida luce.
“Ha fatto o detto altro?” Chiese improvvisamente.
“Ah! Secondo il suo ‘modesto’ parere sarei un traditore…” Aggiunse con
cautela
Kei.
Non capiva ciò che stava accadendo: possibile che il Paradiso fosse
talmente
corrotto? Si morse un labbro, deluso, amareggiato e confuso.
“Vuole che torni” Proferì con una certa calma l’Angelo, fissando le sue
iridi
dorate nel fuoco del Guerriero.
“Esattamente.” Sibilò l’interpellato.
Non riusciva a trattenere quella rabbia e quell’odio incontrollati.
Non voleva (o meglio non poteva) dimenticare la sofferenza e la
disperazione causate da battaglie né vinte e né perse.
“E’ un caduto, signor Kei! Bruciato dalle fiamme, macchiato dal
peccato.
L’Inferno lo avrà accolto spalancandosi senza indugio sotto la Luce
corrotta
che lo avvolgeva…” Disse aspro e cattivo l’Angelo.
“Il Giudizio a cui è stato sottoposto era corrotto! Il Processo che si
è svolto
non è durato molto: il tempo, immagino, che egli si sia ribellato agli
ordini
del Consiglio e che quest’ultimo l’abbia condannato!” Disse Kei,
infiammandosi.
Strinse i pugni ed i muscoli si tesero, vibrando per poi rilassarsi ed
il
Guerriero tremò.
Perché ciò che amava era scomparso?
Perso…
Ricordava quella mano tesa.
“Non aveva alcuna colpa, era Innocente e lo avete proclamato Colpevole
di un
viscido inganno e di una crudele congiura…” Bisbigliò, mentre pregava
affinché
quelle immagini si dileguassero.
Ne era sempre stato tormentato…
Sì, sempre: si riteneva responsabile di ciò che era accaduto.
Non aveva fatto nulla per evitarlo.
Ma avrebbe mai potuto? Il suo intervento avrebbe cambiato qualcosa?
“Innocente..? La sua anima sporca era percepibile al solo sguardo…”
Disse il
suo compagno, ridestandolo da quelle tristi riflessioni.
Kei scosse il capo, ridendo amaramente ed avviandosi all’uscita.
“Il Consiglio ti cerca…” Disse infine l’Angelo, prima che il tatuato
uscisse.
Quest’ultimo sorrise: allora era quello il motivo per cui
l’aveva
cercato.
Sul suo volto prese forma una maschera di comica ironia ed annuì
silenziosamente.
Lo specchio dell’Inferno riflesse una cupa oscurità alla presenza
dell’Angelo.
Un tunnel buio, dove le fiamme suadenti sussurravano dolci e sibilanti
inviti,
pregandolo di bruciare con loro.
Belial* attendeva seduto su una roccia con le braccia incrociate il suo
arrivo.
I capelli castani gli sfioravano dolcemente le spalle, ricadendo in
morbidi
boccoli ed i grandi occhi verdi, così innocenti, studiavano
viziosi il
terreno circostante.
Le labbra erano curvate in un fanciullesco sorriso spensierato e cattivo,
ma talmente affascinante.
Belial era meraviglioso.
Meraviglioso nel suo aspetto angelico, in cui ombre demoniache
prendevano il
sopravvento.
Le sue due grandi ali argentee si muovevano pigramente.
Meraviglioso in quell’atteggiamento arrogante.
Meraviglioso nella velata crudeltà espressa dal suo giovane e
bellissimo viso.
“Finalmente sei arrivato…” Bisbigliò, voltandosi in direzione del nuovo
venuto,
che gli sorrise.
Yurij gli si avvicinò: in quel territorio poteva addentrarsi senza
avere
problemi e si sedette accanto al compagno.
Le ali scheletriche del Caduto si rinchiusero all’interno del corpo del
proprietario, che ammirò con desiderio le ali piumate d’argento
del
Demonio.
Belial portò lo sguardo sulla schiena nuda del rosso, dove quattro
cicatrici si
aprivano a deturpare la pelle diafana del Dannato.
“Solo questo è rimasto di ciò che eri?” Chiese in un sussurro il
giovane,
sfiorando le ferite.
Yurij rabbrividì sotto quel gelido tocco: il calore dell’Inferno non
scaldava i
corpi dei Diavoli e rise, poi, amaramente.
“Già, ho restituito ciò che mi era stato affidato…” Fece ironico. “E
non mi
rimane che l’ombra di ciò che fu…” Aggiunse tristemente.
Belial lo strinse a sé, cullandolo dolcemente.
“La caduta per te non è stata una vergogna o una disgrazia… Ma una
liberazione.” Disse piano, specchiandosi negli occhi di cristallo del
giovane
davanti a lui.
Chi ha detto che i demoni non possono provare sentimenti?
“Non meriti di essere sottomesso a stupide regole e tanto meno di essere
lo schiavo dell’Altissimo.” Continuò.
Possibile che siano… Più umani
degli Angeli?
“Questo perché l’Altissimo non merita di avere uno schiavo come te…”
Concluse,
bisbigliando amorevolmente quelle parole all’orecchio del
rosso.
Yurij rise, allontanandosi piano, sfidando con una certa malizia e
ironia il
Demonio davanti a lui.
“Merito, quindi, di essere lo schiavo di un Re dell’Inferno?” Azzardò
con
garbo.
Belial scosse il capo, ghignando.
“Sei il più Dannato degli esseri*, Yurij.” Mormorò con calma snervante.
“Oh! Con questi complimenti mi lusinghi.” Fece il Caduto.
I Demoni stanno al gioco, partecipando attivamente, vincendo,
perdendo e
vendicandosi…
“L’inferno gela, Angelo... E tutti attendono la tua decisione: quando
l’Innocenza fu mascherata in Colpevolezza non combattesti, rassegnato
ad un
destino non tuo. La Guerra sarà dura, sono furiosi e non siederai più
in
Paradiso per calmare la loro collera.” Proferì, sollevandosi. “E quel
che è
peggio è l’Alleanza che ne potrebbe nascere: è una cosa che non
voglio.” Un
capriccio, era un capriccio quello di Belial.
Yurij chinò il capo sospirando tristemente.
“L’universo non gira intorno al tuo ego, mio caro.” Bisbigliò. “E
ovunque mi
schieri, la mia partecipazione non gioverà né l’una,né l’altra fazione.
In
Paradiso si narra dei gravi torti che ho inflitto al Signore e Lucifero
freme
di riavermi al suo fianco solo per potermi spezzare l’osso del collo.”
Rise di
gusto, alzandosi anche lui.
Belial volse gli occhi in alto.
“E’ un luogo a cui tutti i Demoni agognano, in fondo…” Confessò,
riferendosi
chiaramente al Cielo.
“Ma che temono di raggiungere, impreparati alla delusione che
potrebbero
ricevere…” Continuò Yurij.
“Esattamente…” Concesse con garbo il Re.
Belial sorrise ancora a Yurij; gli occhi verdi del giovane si
illuminarono di
una luce troppo pura per essere reale. Tese una mano verso il volto del
rosso,
carezzandogli delicatamente una guancia.
“Scegli con cura il tuo ruolo.” Soffiò, sorridendo dolcemente, mentre
una luce
malvagia alimentava quelle iridi di smeraldo.
Il Caduto si rilassò a quel tocco, sfiorando con la punta delle dita la
mano
del compagno.
“Farò il possibile…” Rise, mentre le labbra di Belial sfioravano con
delicatezza le sue.
Il Re si allontanò, aprendo le grandi ali argentee: un carro su cui
ardeva il
fuoco infernale si materializzò al suo fianco.
Yurij scosse il capo esasperato.
“Esibizionista…” Si ritrovò a pensare
mentre ammirava la scomparsa del compagno.
Le fiamme dorate sfioravano quei delicati e forti lineamenti, senza
ferirli…
Sospirò, riaprendo dolorosamente le sue ali scheletriche.
Spiccò elegantemente il volo, abbandonando quella terra di mezzo dove
la testa
mozzata di un Demone era la muta testimonianza che la neutralità di
quel luogo
era stata spezzata…
Che scorra! Che il sangue innocente degli Angeli bruci su questa
terra!
Fine quinto
capitolo.
*Uriel: è un Arcangelo tra i
più
conosciuti insieme a quegli altri tre Gabriel,Raphael e Michael U_U
*Belial: è un re,procura al
mago onori e
favori,l'appoggio dei potenti,è una delle energie più forti, si dice
sia sorto
subito dopo Lucifero. E'il demonio della sodomia (Lo ammetto,l’ho
scelto anche
per questo n/////n). E' lo spirito più vizioso dell'inferno. E' un
demonio
bellissimo, pieno di grazia e di dignità. E' però molto cattivo e
crudele; il
suo nome significa "ribelle e disobbediente". Spesso si manifesta
come un angelo bellissimo seduto sopra un carro di fuoco. Comanda 80
legioni di
diavoli.
* ‘Sei il più Dannato degli
esseri’:
citazione da ‘Scelti dalle Tenebre’ di Anne Rice,parole di Marius a
Lestat.