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Autore: _Angelica__    23/01/2014    0 recensioni
Maledizioni, maghe, segreti e amicizia. Ecco ciò che offre il regno di Meridal, una cittadina piena di misteri.
Spero di avervi incuriosito, un bacio AngyAngioletto.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premessa:

Ciao a tutti! So che solitamente le note si scrivono in fondo, ma questa volta ho deciso di fare un’eccezione. Siamo arrivati all’ultimo capitolo!! Sarà la fine dell’avventura? Credo proprio di no, ma non voglio anticipare nulla…

Spero davvero di aver reso giustizia alle mie idee, e di aver fatto un buon lavoro.

Spero recensirete! Mi farebbe molto piacere sapere le vostre opinioni, sia per quanto riguarda il capitolo, sia per un ipotetico proseguimento della storia. Grazie davvero per chi segue la storia, per chi ha recensito eccetera. Grazie davvero e buona lettura!

Angelica

 

 

 

 

 

 

Eravamo tutti proiettati verso il piano, completamente concentrati su ciò che avremmo dovuto fare e non fare.

-Quando il portale sarà aperto noi ci entreremo, ma dobbiamo fare in fretta- Levenez era un’organizzatrice attenta e precisa.

-Si, e una volta entrati però ci daremo all’improvvisazione… a proposito, nel regno delle ombre la magia funziona?-  era un dettaglio a cui pensavo giorno e notte, se così fosse stato con Isolde in nostra compagnia non sarebbe stato facile sopravvivere.

-Questo non lo so, ma dovremmo essere pronti nel caso-.

-Bene allora siamo pronti?- Nudd  mi sorrise, ancora speranzoso del mio perdono, ovviamente non ancora concesso.

-Si, siamo pronti-.

 

……………………….

 

Isolde ammirava la neve che delicata scendeva su Meridal, le piaceva la calma che trasmetteva, il silenzio che circondava il regno quando essa cominciava a scendere in una danza candida e leggiadra.

-Isolde, non vieni a letto?- sua sorella la stava chiamando, lei aveva sempre freddo e non si addormentava se non vicino a lei. La bambina si infilò velocemente nel letto della sorella e con un gesto della mano spense la flebile luce della candela.

Ed eccole lì fronte contro fronte, cuore contro cuore: Rivanon, con i suoi capelli di sole e Isolde, con la sua folta chioma ebano. Il sole e la notte, la luce e le tenebre, in quel momento così perfetto nessuna delle due immaginava che le loro strade sarebbero state per sempre opposte.

-Ti voglio bene Isolde-

-Anche io ti voglio bene Rivanon-.

Le bambine si addormentarono cullate dal ritmo dei loro cuori che battevano all’unisono.

 

La maga si svegliò all’improvviso, aveva sognato un ricordo che pensava aver dimenticato da tanti anni. Scese dal letto e guardò fuori dalla finestra: nevicava. Proprio come tanti anni fa si tranquillizzò a quell’incantevole vista, guardò l’ora, era giunto il momento.

Mentre si incamminava fuori dal palazzo si rese conto che il ricordo che aveva sognato la turbava, perché? Aveva ucciso sua sorella, le loro strade erano state divise tanto tempo prima. Rivanon, come sua madre e suo padre, l’avevano sempre esclusa, solo perché una profezia diceva che era malvagia. Loro l’avevano trasformata in quello che era, non la moneta. Il potere di Corentin si stava affievolendo, Isolde stava riacquistando i suoi sentimenti.

 

……………………………

 

Levenez non riusciva più a trattenere l’agitazione, vedeva Nudd ed Enid concentrati e apparentemente calmi, lei continuava a stropicciarsi il vestito e a mangiarsi le unghie, o quel che ne restava.

-Sicuro di riuscire a tenere sotto controllo il drago?- Nudd annuì e continuò a segnare il terreno, era un incantesimo di protezione che avevano trovato sul libro: non eliminava un incantesimo, ma ne attenuava la forza.

-Se non dovesse funzionare? - Enid si sedette sull’erba ormai completamente coperta di neve.

-Dobbiamo sperare che funzioni, non abbiamo certezze è vero, ma abbiamo la speranza- Levenez si avvicinò all’amica e le prese le mani,

-Ce la faremo, ne sono certa- si sforzò parecchio per fare un sorriso di incoraggiamento alla ragazza, ma appena vide che Enid si rialzava e continuava l’incantesimo, fu felice di averle tirato su il morale.

Quando finirono tremavano tutti e tre di freddo, ma dovevano resistere ed aspettare.

Avevano fatto l’incantesimo di protezione nel luogo del cerchio di fuoco, era il punto più potente di Meridal, Levenez sperava con tutta se stessa che non avessero sbagliato, o che il momento fosse quello giusto.

 

…………………….

 

-Ecco signora – Kado porse il pugnale alla donna,

-Il pugnale delle rune, finalmente- Isolde aveva ammirato quel pugnale solo dipinto nei libri di magia nera, sulla lama c’erano incise le rune maledette: appena il coltello feriva qualcuno, il malcapitato in questione veniva maledetto per l’eternità. Isolde si sentiva potente nel tenere in mano un oggetto così importante, ma allo stesso tempo ne era spaventata.

-Ma signora… a che le serve?- Isolde con un rapido incantesimo uccise il suo incapace servitore.

In poco tempo la maga giunse alle porte nel luogo dove tempo prima aveva compiuto il cerchio fi fuoco.

Mi dispiace Nudd

Queste erano le parole che le rimbombavano nella mente, chissà da quanti anni.

 

………………………

 

La tempesta di neve offuscava ogni cosa, era l’inizio d’estate e nevicava…. La natura stava protestando a voce alta.

-Che freddo..- Levenez si strofinava le braccia per riscaldarsi.

-Il cerchio di sangue… è talmente forte da destabilizzare anche la natura-.

I ragazzi intravidero una figura all’orizzonte, Nudd la riconobbe subito. Il momento stava arrivando, sua madre, con la grazia di sempre, si dirigeva al centro del campo.

-Dobbiamo aspettare che tracci il segno, poi seguiamo il piano: Nudd intanto vai- Il ragazzo si incamminò lentamente verso l’altro capo del campo. Appena fosse uscita Enid, sarebbe dovuto intervenire per bloccare Isolde, gli serviva essere dietro le spalle della maga per non essere scoperto. La madre era troppo indaffarata per accorgersi dell’ombra di suo figlio. Nudd fece un grande respiro appena raggiunse la meta, il cuore batteva a mille, le mani erano fredde e sudate.

 

…………………………

 

Avevo paura, ma l’adrenalina mi faceva restare lucida, Nudd aveva attraversato il campo senza farsi vedere. Isolde finì di tracciare il simbolo: un grande cerchio con in mezzo una sorta di falce. Io e Levenez ci guardammo: si andava in scena.

Uscii dal mio nascondiglio mentre Isolde stava aprendo una boccetta.

-Oh buonasera! Non so se ne sei al corrente ma…. Non sei stata invitata cara-

Il cuore stava per scoppiare, avevo paura che i forti battiti si sentissero.

-Scusa, ma ho da fare- continuò a svitare il tappo di quella strana ampolla. Cosa succedeva? Perché non mi aggrediva? Di tutte le reazioni che immaginavo, questa non rientrava in nessuna ipotesi.

-So che hai bisogno del mio sangue ….- un ghigno le attraversò il volto.

-Credi che non lo sappia?- alzò la piccola ampolla e allora capii. Lo aveva già.

-Come? Come hai il mio..- lei rise, sempre con la solita grazia e pacatezza.

-Ti sei dimenticata che per qualche tempo sei stata mia ospite? In effetti pensavo di usarlo per ricavarne qualcos’altro, ma non importa si è rivelata molto più utile del previsto-.

Ero pietrificata, cosa potevo fare? Non riuscivo a ragionare, l’unica cosa a cui pensavo era: ha il mio sangue. Ha il mio sangue. Ha il mio sangue….

Il vento spazzò via gran parte della neve intorno a me e ad Isolde. Nudd.

-Oh hai invitato anche lui alla festa?- Il drago avanzò rapidamente e la atterrò con una zampa.

Prendi la boccetta presto!

Nudd mi risvegliò e corsi verso l’ampolla. Ero quasi arrivata…

Con un semplice gesto la maga si tolse di dosso Nudd e prese la boccetta nella neve.

Stavo per saltarle addosso, ma come una furia vidi Levenez superarmi e far cadere Isolde. Nudd era ancora un po’ stordito Levenez graffiava Isolde tenendole le mani dietro la schiena. Dovevo concentrarmi, mia madre mi aveva insegnato molti incantesimi, dovevo trovare quello giusto… Ma certo: controllo dei venti!

La boccetta, che fino a quel momento era incastrata nelle mani di isolde le scivolò via e volò nelle mie mani. E ora? Come me ne sbarazzavo? Non potevo gettarla per terra, il terreno era segnato... chiusi gli occhi, aprii la bocca e bevvi il mio sangue. Cercai con tutte le mie forze di assopire il conato di vomito. Ce l’avevo fatta..

-Ahhhh!- L’urlo di Levenez risuonò nell’aria, sulla sua pancia cominciò a comparire una rosa di sangue.

-No Levenez!- corsi nella sua direzione, ma Isolde era lì, mi aspettava. Sarebbe bastata una goccia del mio sangue e sarebbe riuscita nel suo piano. Ragionavo, ma ogni idea era un fallimento, mi rimaneva da fare solo una cosa, prima che il sangue di Levenez toccasse terra.

Mi dispiace, abbi cura di lei.

Corsi verso Isolde e rapidamente lei mi perforò il braccio con il pugnale. Cacciai un urlo, il braccio bruciava in modo insopportabile.

-E’ finita cara, ora andrai nel regno delle ombre-

-Si, e tu verrai con me!- le presi il pugnale e le trapassai la gamba. La falce al centro del cerchio si illuminò e, appena le nostre gocce di sangue toccarono il terreno ci inghiottì.

 

  
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