Premessa:
Ciao a tutti!
So che solitamente le note si scrivono in fondo, ma questa volta ho
deciso di
fare un’eccezione. Siamo arrivati all’ultimo
capitolo!! Sarà la fine dell’avventura?
Credo proprio di no, ma non voglio anticipare nulla…
Spero davvero
di aver reso giustizia alle mie idee, e di aver fatto un buon lavoro.
Spero
recensirete! Mi farebbe molto piacere sapere le vostre opinioni, sia
per quanto
riguarda il capitolo, sia per un ipotetico proseguimento della storia.
Grazie
davvero per chi segue la storia, per chi ha recensito eccetera. Grazie
davvero
e buona lettura!
Angelica
Eravamo tutti
proiettati verso il piano, completamente concentrati su ciò
che avremmo dovuto
fare e non fare.
-Quando il
portale sarà aperto noi ci entreremo, ma dobbiamo fare in
fretta- Levenez era
un’organizzatrice attenta e precisa.
-Si, e una
volta entrati però ci daremo
all’improvvisazione… a proposito, nel regno delle
ombre la magia funziona?- era
un
dettaglio a cui pensavo giorno e notte, se così fosse stato
con Isolde in
nostra compagnia non sarebbe stato facile sopravvivere.
-Questo non lo
so, ma dovremmo essere pronti nel caso-.
-Bene allora
siamo pronti?- Nudd mi
sorrise, ancora
speranzoso del mio perdono, ovviamente non ancora concesso.
-Si, siamo
pronti-.
……………………….
Isolde ammirava
la neve che delicata scendeva su Meridal,
le piaceva la calma che trasmetteva, il silenzio che circondava il
regno quando
essa cominciava a scendere in una danza candida e leggiadra.
-Isolde, non
vieni a letto?- sua sorella la stava
chiamando, lei aveva sempre freddo e non si addormentava se non vicino
a lei.
La bambina si infilò velocemente nel letto della sorella e
con un gesto della
mano spense la flebile luce della candela.
Ed eccole
lì fronte contro fronte, cuore contro cuore:
Rivanon, con i suoi capelli di sole e Isolde, con la sua folta chioma
ebano. Il
sole e la notte, la luce e le tenebre, in quel momento così
perfetto nessuna
delle due immaginava che le loro strade sarebbero state per sempre
opposte.
-Ti voglio bene
Isolde-
-Anche io ti
voglio bene Rivanon-.
Le bambine si
addormentarono cullate dal ritmo dei loro
cuori che battevano all’unisono.
La maga si
svegliò all’improvviso, aveva sognato un ricordo
che pensava aver dimenticato
da tanti anni. Scese dal letto e guardò fuori dalla
finestra: nevicava. Proprio
come tanti anni fa si tranquillizzò a
quell’incantevole vista, guardò l’ora,
era giunto il momento.
Mentre si
incamminava fuori dal palazzo si rese conto che il ricordo che aveva
sognato la
turbava, perché? Aveva ucciso sua sorella, le loro strade
erano state divise
tanto tempo prima. Rivanon, come sua madre e suo padre,
l’avevano sempre
esclusa, solo perché una profezia diceva che era malvagia.
Loro l’avevano
trasformata in quello che era, non la moneta. Il potere di Corentin si
stava
affievolendo, Isolde stava riacquistando i suoi sentimenti.
……………………………
Levenez non
riusciva più a trattenere l’agitazione, vedeva
Nudd ed Enid concentrati e
apparentemente calmi, lei continuava a stropicciarsi il vestito e a
mangiarsi
le unghie, o quel che ne restava.
-Sicuro di
riuscire a tenere sotto controllo il drago?- Nudd annuì e
continuò a segnare il
terreno, era un incantesimo di protezione che avevano trovato sul
libro: non
eliminava un incantesimo, ma ne attenuava la forza.
-Se non
dovesse funzionare? - Enid si sedette sull’erba ormai
completamente coperta di
neve.
-Dobbiamo
sperare che funzioni, non abbiamo certezze è vero, ma
abbiamo la speranza-
Levenez si avvicinò all’amica e le prese le mani,
-Ce la faremo,
ne sono certa- si sforzò parecchio per fare un sorriso di
incoraggiamento alla
ragazza, ma appena vide che Enid si rialzava e continuava
l’incantesimo, fu
felice di averle tirato su il morale.
Quando
finirono tremavano tutti e tre di freddo, ma dovevano resistere ed
aspettare.
Avevano fatto
l’incantesimo di protezione nel luogo del cerchio di fuoco,
era il punto più
potente di Meridal, Levenez sperava con tutta se stessa che non
avessero
sbagliato, o che il momento fosse quello giusto.
…………………….
-Ecco signora
– Kado porse il pugnale alla donna,
-Il pugnale
delle rune, finalmente- Isolde aveva ammirato quel pugnale solo dipinto
nei
libri di magia nera, sulla lama c’erano incise le rune
maledette: appena il
coltello feriva qualcuno, il malcapitato in questione veniva maledetto
per
l’eternità. Isolde si sentiva potente nel tenere
in mano un oggetto così
importante, ma allo stesso tempo ne era spaventata.
-Ma
signora… a
che le serve?- Isolde con un rapido incantesimo uccise il suo incapace
servitore.
In poco tempo
la maga giunse alle porte nel luogo dove tempo prima aveva compiuto il
cerchio
fi fuoco.
Mi dispiace Nudd
Queste erano
le parole che le rimbombavano nella mente, chissà da quanti
anni.
………………………
La tempesta di
neve offuscava ogni cosa, era l’inizio d’estate e
nevicava…. La natura stava
protestando a voce alta.
-Che freddo..-
Levenez si strofinava le braccia per riscaldarsi.
-Il cerchio di
sangue… è talmente forte da destabilizzare anche
la natura-.
I ragazzi
intravidero una figura all’orizzonte, Nudd la riconobbe
subito. Il momento
stava arrivando, sua madre, con la grazia di sempre, si dirigeva al
centro del
campo.
-Dobbiamo
aspettare che tracci il segno, poi seguiamo il piano: Nudd intanto vai-
Il
ragazzo si incamminò lentamente verso l’altro capo
del campo. Appena fosse uscita
Enid, sarebbe dovuto intervenire per bloccare Isolde, gli serviva
essere dietro
le spalle della maga per non essere scoperto. La madre era troppo
indaffarata
per accorgersi dell’ombra di suo figlio. Nudd fece un grande
respiro appena
raggiunse la meta, il cuore batteva a mille, le mani erano fredde e
sudate.
…………………………
Avevo paura,
ma l’adrenalina mi faceva restare lucida, Nudd aveva
attraversato il campo
senza farsi vedere. Isolde finì di tracciare il simbolo: un
grande cerchio con
in mezzo una sorta di falce. Io e Levenez ci guardammo: si andava in
scena.
Uscii dal mio
nascondiglio mentre Isolde stava aprendo una boccetta.
-Oh buonasera!
Non so se ne sei al corrente ma…. Non sei stata invitata
cara-
Il cuore stava
per scoppiare, avevo paura che i forti battiti si sentissero.
-Scusa, ma ho
da fare- continuò a svitare il tappo di quella strana
ampolla. Cosa succedeva?
Perché non mi aggrediva? Di tutte le reazioni che
immaginavo, questa non
rientrava in nessuna ipotesi.
-So che hai
bisogno del mio sangue ….- un ghigno le
attraversò il volto.
-Credi che non
lo sappia?- alzò la piccola ampolla e allora capii. Lo aveva
già.
-Come? Come
hai il mio..- lei rise, sempre con la solita grazia e pacatezza.
-Ti sei
dimenticata che per qualche tempo sei stata mia ospite? In effetti
pensavo di
usarlo per ricavarne qualcos’altro, ma non importa si
è rivelata molto più
utile del previsto-.
Ero
pietrificata, cosa potevo fare? Non riuscivo a ragionare,
l’unica cosa a cui
pensavo era: ha il mio sangue. Ha il mio
sangue. Ha il mio sangue….
Il vento
spazzò via gran parte della neve intorno a me e ad Isolde.
Nudd.
-Oh hai
invitato anche lui alla festa?- Il drago avanzò rapidamente
e la atterrò con
una zampa.
Prendi la
boccetta presto!
Nudd mi
risvegliò e corsi verso l’ampolla. Ero quasi
arrivata…
Con un
semplice gesto la maga si tolse di dosso Nudd e prese la boccetta nella
neve.
Stavo per
saltarle addosso, ma come una furia vidi Levenez superarmi e far cadere
Isolde.
Nudd era ancora un po’ stordito Levenez graffiava Isolde
tenendole le mani
dietro la schiena. Dovevo concentrarmi, mia madre mi aveva insegnato
molti
incantesimi, dovevo trovare quello giusto… Ma certo:
controllo dei venti!
La boccetta,
che fino a quel momento era incastrata nelle mani di isolde le
scivolò via e volò
nelle mie mani. E ora? Come me ne sbarazzavo? Non potevo gettarla per
terra, il
terreno era segnato... chiusi gli occhi, aprii la bocca e bevvi il mio
sangue.
Cercai con tutte le mie forze di assopire il conato di vomito. Ce
l’avevo
fatta..
-Ahhhh!-
L’urlo
di Levenez risuonò nell’aria, sulla sua pancia
cominciò a comparire una rosa di
sangue.
-No Levenez!-
corsi nella sua direzione, ma Isolde era lì, mi aspettava.
Sarebbe bastata una
goccia del mio sangue e sarebbe riuscita nel suo piano. Ragionavo, ma
ogni idea
era un fallimento, mi rimaneva da fare solo una cosa, prima che il
sangue di
Levenez toccasse terra.
Mi dispiace, abbi
cura di lei.
Corsi verso
Isolde e rapidamente lei mi perforò il braccio con il
pugnale. Cacciai un urlo,
il braccio bruciava in modo insopportabile.
-E’
finita
cara, ora andrai nel regno delle ombre-
-Si, e tu
verrai con me!- le presi il pugnale e le trapassai la gamba. La falce
al centro
del cerchio si illuminò e, appena le nostre gocce di sangue
toccarono il
terreno ci inghiottì.