Anime & Manga > Puella Magi Madoka Magica
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Autore: Ommy Wilson    23/01/2014    1 recensioni
Lei era la ragazza in fondo all'aula.
Lei era quella che non riusciva a socializzare.
Lei era la testarda che si ostinava a non fare i compiti a casa.
Quella sempre con la testa tra le nuvole.
Sunflower racconta la storia di una ragazza di nome Misaki che, a causa di un incidente, ha decretato la fine della felicità dei suoi genitori, ma soprattutto ha completamente annullato ogni possibilità di avere un'infanzia ed una vita felice. Lì dove la realtà la ha tradita ed umiliata, dove l'umanità non ha fatto altro che ferirla, forse è necessario qualcosa di magico e surreale per curarla.
Una storia che gira intorno alle emozioni ed al bisogno di non essere abbandonati e di trovare quell'unica forma di affetto di cui tutti abbiamo bisogno.
Genere: Azione, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Homura Akemi, Kyubey, Madoka Kaname
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Puella Magi Madoka Magica :

Sunflower

 

Dal diario di Noriko, professoressa delle scuole medie.

 

Sarò sincera.

Inizialmente pensavo che sarei stata in grado di portare su queste pagine ciò che è realmente accaduto, ma non ci riesco, non del tutto almeno.

La catastrofe che è avvenuta pochi giorni fa, ovvero la tromba d'aria che ha sparso distruzione in gran parte della città non ha ucciso Misaki Nagai; ad ucciderla sono stata io, con una pistola.

Le ho sparato addosso sino a che non è finita talmente vicina alla bocca dell'inferno che questa l'ha ingoiata senza tante esitazioni. Era una bocca molto affamata, sembrava impossibile da saziare eppure, dal momento in cui ha ingurgitato Misaki, si è placata.

Mi chiedo ancora se sia possibile per una ragazzina di quell'età rappresentare così tanto odio, davvero non riesco a farmene una ragione.

Perché l'ho fatto? Perché ho deciso di troncare la sua vita dopo che mi ero promessa di salvarla dal baratro di tristezza in cui era finita? La risposta è talmente semplice fa farmi temere le stesse mani che scrivono queste parole, le stesse mani che hanno sparato a Misaki; perché lei era già morta, io le ho solo dato la pace, ecco il motivo per cui ho premuto quello schifoso grilletto.

Però ho degli enormi rimorsi.

Pensavo che, prima di morire, mi maledicesse con tutta se stessa, oppure che scoppiasse in una di quelle tragiche risate che mi facevano accapponare la pelle; invece Misaki ha urlato.

Ha urlato in modo distinto e tremendamente umano, mentre quella bocca assassina si chiudeva su di lei lacerandole le membra. Credo che difficilmente dimenticherò il suo urlo, perché non era così diverso dall'urlo di una ragazza che ha perso la sua migliore amica proprio quando pensava di averle salvato la vita. Non c'era mostruosità, solo umanità ed io... Io mi sento una merda solo a ricordarlo.

Quel grido e quella frenata di tanti anni fa resteranno nella mia testa per sempre, così come Misaki Nagai avrà sempre un posto nel mio cuore perché, nonostante la terrificante decisione da me presa nel momento della verità, dentro di me c'è ancora una parte che spera che quella bambina spensierata che vidi alla mano di Daiki Nagai fosse ancora viva dentro Misaki. Così sola, così spaventata, tanto da trovare la luce in quel “micio” che le aveva rovinato la vita anni prima.

Non sono in grado di trattenermi dall'ammetterlo; Misaki amava quell'alieno di nome Kyubey. Il suo era un amore sinistro e pauroso, però era reale e tangibile, lei gli voleva bene al punto tale da farle dimenticare tutto il resto. Era pronta a sacrificare tutto per lui, solo per averlo intorno, solo per poterci mangiare un creme caramel.

Mi chiedo però cosa sarebbe mai successo se qualcun altro si fosse opposto a quella barriera di insensibilità che si ergeva tra Misaki ed il mondo. Se qualcuno avesse avuto il coraggio di offrirle quel creme caramel al bar vicino alla scuola; se qualcuno si fosse reso disponibile all'uscita per aiutarla a scendere le scale; se qualcuno...

Riesco solo a sentirmi nuovamente in colpa solo ad ipotizzare come sarebbe potuta andare a finire una storia che oramai è inevitabilmente conclusa.

Tuttavia c'è una speranza che posso riporre solo in questo diario che non verrà mai letto da nessuno. Non in questo mondo, non in questo tempo, c'è un'altra Misaki che sicuramente starà soffrendo come quella che conoscevo io; non chiedetemi come faccia a saperlo, invero non ne sono proprio certa, voi credereste ad una ragazza che dice di essere una maga che viaggia nel tempo per salvare la sua più cara amica? Ecco... Queste sono tutte le mie prove sull'esistenza di quest'altra Misaki. Però voglio riuscire a credere che, almeno in un altro tempo, ella riesca a tornare ad essere quella bambina felice che vidi anni fa. Basterebbe davvero così poco per ottenere un risultato simile... Sono convinta che se ci è riuscito un alieno incapace di provare emozioni, allora possa riuscirci anche un dannatissimo essere umano, oppure siamo diventati davvero così ciechi da dimenticare che soffre attorno a noi nonostante i sentimenti di cui tanto ci vantiamo ogni giorno?

 


Io sono Misaki Sunflower Nagai.
 

 

Homura si trovava di nuovo al suo primo giorno di scuola. Ne aveva fatti tanti di primi giorni di scuola e quasi ne aveva la nausea.

Dopo essere stata tratta in salvo da Noriko ed essersi ripresa dalle ferite dello scontro, era di nuovo andata indietro nel tempo per cercare di salvare Madoka da quel destino infame che sembrava non volerla risparmiare per nessuno motivo.

Noriko si era scusata con lei per aver messo a rischio Madoka, dicendo che era disposta a fare tutto quello che voleva per farsi perdonare, ma Homura aveva rifiutato le scuse e qualsiasi altro gesto di rammarico; oramai c'era poco da fare, la sua migliore amica era morta ancora e l'unico modo che aveva per riparare a ciò era tornare ancora indietro nel tempo e tentare ancora. Avrebbe giocato le sue carte in modo diverso, ancora una volta, per sconfiggere quel nemico chiamato fato con al suo fianco solo la speranza di riuscirci e l'enorme affetto che provava per Madoka.

Percorse lentamente il corridoio che l'avrebbe portata alla rampa di scale che doveva salire per raggiungere l'aula dove si sarebbe ancora presentata con il suo nome per poi entrare in qualche modo in contatto con Madoka; andava avanti in quel modo da molto tempo, così si era concessa si studiare più attentamente chi le passava accanto, i colori degli oggetti, i decori dei corridoi e così via. Cercava delle prove, delle conferme all'idea che tutto quello che stava facendo altro non fosse se non la creazione di un eterno limbo dove lei e Madoka erano le dannate peccatrici, costrette a rivivere per sempre il dolore della separazione; se c'era qualcosa di diverso, anche la cosa più effimera, allora si tranquillizzava, perché inconsciamente le sembrava che anche la più piccola delle diversità avrebbe potuto influire su quella linea temporale.

Quando giunse finalmente alla rampa di scale si bloccò.

Aveva attraversato quelle scale tantissime volte; come timida ragazzina dimessa dall'ospedale, come speranzosa salvatrice, come fredda maga, ma tutte le volte era riuscita a non notare quella persona stretta tra le proprie ginocchia a circa pochi metri dal primo gradino.

Si trattava proprio di lei, di Misaki Nagai o meglio, per come Homura l'aveva conosciuta, di Sunflower e se ne stava rannicchiata da sola vicino alle scale, stretta tra le proprie braccia ed intenta a mascherare un singhiozzare continuo, colmo di una tristezza immane.

Homura rimase immobile a fissarla, stupita del fatto che, in tutte le altre linee temporali, non l'avesse minimamente notata; eppure era lì! Una ragazza poco più grande di lei che piangeva, abbandonata da tutto e tutti, come si poteva non notarla? Come aveva fatto a...

 

In questa realtà non c'è mai stato spazio per me...

 

Il ricordo di quelle parole, che avevano preceduto la trasformazione di Misaki in quella forma da predatore dello stesso Incubator, rimbombò nella mente di Homura, tanto da farle venire le vertigini. Odiava Misaki per ciò che aveva fatto a Madoka proprio davanti ai suoi occhi, però nel vederla in quello stato si rendeva conto quanto ella avesse ragione; loro erano uguali. Alla fine era riuscita a dimostrargli di non essere abbastanza forte di proteggere la sua amica, non quanto lei aveva protetto Kyubey; anche se fossero uscite vive da quella tromba d'aria, probabilmente sarebbe successo qualcos'altro che Homura non sarebbe stata in grado di affrontare. Dunque era davvero quello il prezzo da pagare per proteggere qualcuno? Diventare dei mostri?

 

Cosa avresti fatto al mio posto Homura Akemi? Cosa!? Rispondimi con sincerità se ne hai il coraggio!

 

Non era molto diversa da come Misaki aveva cercato di convincerla. Dipendeva tutto da chi ti tendeva per primo la mano, se un angelo come Madoka o un demonio come Kyubey, dipendeva tutto da quello ed Homura se ne stava convincendo mentre si accostava alla piangente ragazza zoppa che, non appena si accorse di lei, si asciugò le lacrime con una manica della divisa e poi le ringhiò contro.

« Cosa vuoi? »

Homura inclinò di poco la testa, poi portò lo sguardo prima su Misaki e poi sulle scale, divenendo quasi certa di quale fosse il problema, anche se non poteva rivelare di saperlo così apertamente.

« Nulla. Ti ho vista piangere e mi chiedevo se avevi bisogno di aiuto. Sono già tutti nelle proprie aule, perché tu ti trovi qui? »

Nell'udire quella domanda, Misaki osservò con sorpresa ed incredulità quella che, in un'altra linea temporale era stata la sua nemesi, poi si mise in piedi cercando di prendere un po' di dignità di fronte a quella che era una ragazza più piccola di lei.

« Sono zoppa. »

« Capisco. »

Si affrettò a dire Homura, fingendosi sorpresa.

« Mi fa più male del solito e non riesco a salire i gradini. »

Aggiunse Misaki, senza riuscire a sostenere lo sguardo dell'altra.

Homura era rimasta interdetta dall'atteggiamento così indifeso di quella ragazza che le era sembrata l'essere più agguerrito che avesse mai visto in vita sua, anche più di lei. Dopo averci ragionato per diversi secondi le porse il braccio e la invitò a stringerlo.

« Dai, ti aiuto io. »

Misaki la fissò inorridita per diversi secondi, senza riuscire minimamente a muoversi; era la prima volta che un'altra alunna si prestava a fare una cosa simile. Era abituata alle richieste dei professori che le sembravano fatte più per dovere che per morale, perciò rifiutava costantemente, però in quella situazione non si era mai ritrovata.

« Vuoi farmi cadere apposta? »

Chiese diffidente. Homura inarcò le sopracciglia, non sapendo se offendersi o scoppiare a ridere di fronte a quella che le pareva una domanda assurda; aveva i motivi per spingerla giù dalle scale in effetti, ma non era certo sua intenzione.

« No... Ma che dici? »

Misaki si guardò intorno dubbiosa, come se temesse che qualcuno potesse vederla parlare e toccare quella sconosciuta, poi si attaccò al braccio di Homura con entrambe le mani, mantenendo però un atteggiamento timido e diffidente. Homura non ci fece troppo caso ed iniziò a salire le scale sorreggendola e notando con quanta fatica ella poggiasse la gamba zoppa; l'idea che percorresse ogni giorno da sola quelle scale la fece rabbrividire, vista la difficoltà con cui riusciva a farle anche con il suo aiuto; si accorse poi che gli occhi grigi di Misaki la stavano scrutando con insistenza, quasi come se tentassero di penetrarle dentro il cervello.

« Che succede? »

Appena Homura avanzò quella domanda, il volto di Misaki si infiammò e per poco non fece inciampare entrambe proprio mentre si trovavano a metà del tragitto.

« Io... »

Mugugnò timidamente.

« Tu... Non è che... Ci conosciamo? »

La Puella Magi sussultò. Possibile che si ricordasse di lei in qualche modo? In fin dei conti non era una maga qualsiasi, magari … No era assurdo anche solo prendere in considerazione in cosa del genere, così si limitò a scuotere la testa per negare.

« Sono nuova. »

Aggiunse, mentre riprendevano a salire le scale.

« Come ti chiami? »

« Akemi. Akemi Homura. »

« Ah... Capisco... Io Nagai. Misaki Nagai. Ecco, la mia aula è a questo piano. »

Homura interruppe il passo al termine dei gradini; lei doveva fare ancora una seconda rampa prima di raggiunge la sua classe. Attese che Misaki le si scollasse di dosso, ma dopo alcuni secondi, le sue mani ancora le stringevano forte il braccio; la fissò intensamente, notando quanto avrebbe preferito rimanere attaccata a quella persona che si era mostrata minimamente gentile lei invece di entrare in quella classe dove sarebbe rimasta emarginata nell'angolo accanto alla finestra. Sarebbe bastato qualsiasi cosa a cambiarla; magari qualcuno che le fosse stato accanto così come, involontariamente, aveva fatto Kyubey. Lei era più umana di quanto ci si potesse aspettare ed aveva solo bisogno che qualcuno le parlasse, aveva bisogno d'amicizia e di affetto; però Homura, mentre si liberava dalla stretta di quelle mani disperata, non poteva essere quella persona.

« Ciao allora. »

Disse, per concludere in fretta ed iniziare a salire la seconda rampa. Istintivamente però, quando fu a metà, si voltò di scatto per guardarla ancora, mentre zoppicava verso la soglia.

Lei era la ragazza in fondo all'aula.

Lei era quella che non riusciva a socializzare.

Lei era la testarda che si ostinava a non fare i compiti a casa.

Lei era Misaki Sunflower Nagai.

 

 

Sunflower-Fine

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Angolo dell'autore, finali alternativi, Sunflower ed il principe azzurro, ringraziamenti e fesserie varie.

 

Mi prometto sempre di non fare angoli dell'autore ogni volta che concludo una storia, perché? Bé immagino che se si trattasse di un libro sarebbe un discorso molto differente; si spendono soldi, lo si va direttamente a comprare e quando si arriva infondo alla storia si sente quel vuoto alla pancia che viene riempito da quelle note che lo scrittore decide di regalarci in modo da farci sentire più vicini a lui e spiegandoci come quella storia e quei personaggi che ci hanno emozionato tanto sono nati. Ecco, Sunflower non è un libro e questo cambia radicalmente le cose; Sunflower è un ammasso di byte e lettere su un sito di fanfiction e niente di più, quindi immagino che non sia affatto interessante per chi ha la voglia/sfortuna/pazienza di leggersi tutto quest'almanacco di fandom sapere cosa ci possa essere dietro, perché l'autore non è certo pubblicato!

Tuttavia, visto che sono riuscito a mettere il punto finale alla storia, non vedo perché negarmi questa soddisfazione, tanto nella peggiore delle ipotesi nessuno si prenderà la briga di leggere e si risparmierà la sofferenza.

 

Tanto per cominciare vorrei dire che io non scrivo praticamente mai fan fiction, infatti cerco sempre di dare forma ad opere originali per riuscire un giorno a plasmare il mio sogno di diventare uno scrittore di nome e di fatto (ora come ora manca il nome ed il fatto ), tuttavia la cara Misaki mi ha spinto, dopo un anno di sguardi insistenti, a scrivere qualcosa su di lei. Non voglio far credere a nessuno che vedo Misaki in giro per casa e che mi fissa mentre mi faccio il té delle 16 e 30! Semplicemente il disegno che appare per quasi metà della storia all'inizio dei capitoli lo avevo stampato ed incollato sul mio quaderno degli appunti scolastici ed ogni volta che qualcuno mi chiedeva "Ma chi è?" io non sapevo cosa dire, semplicemente perché lei era Sunflower e, come direbbe Poe, nulla più. Così rispondevo ironicamente "è una maga, mi protegge dalle influenze cattive delle streghe" certo, avessi saputo l'inclinazione malvagia della biondina, mi sarei ben guardato dal chiedere la sua protezione.

Inizialmente Misaki non era effettivamente un personaggio sinistro e malvagio, bensì una ragazzina viziata che aveva come unico e grande sogno, oh! Sentite un po' che dolce, trovare il vero amore! Il lato divertente della cosa era che Kyubey, mentre esaudiva il suddetto desiderio, non immaginava che la visione del principe azzurro perfetto e senza difetti di Misaki fosse proprio lui. Così volevo che Sunflower narrasse la storia di una maga cotta di Kyubey, che vedeva un baldo e giovane principe dai lineamenti seducenti ogni volta che il gattino alieno le parlava. Però le cose, visti i capitoli che precedono questo mio commento personale, sono andate in modo molto diverso. Misaki è rimasta una ragazza innamorata della perfezione, ma il suo è divenuto un amore contorto e pericoloso, plasmato dall'odio che l'aveva circondata sin dalla tenera età, portandola a bramare speranza solo nella magia ed in quello che l'uomo definisce inesistente. Ho cercato di creare due persone molto egoiste per il ruolo di genitori di Misaki, questo perché quest'ultima doveva appunto rispecchiarli essendo loro figlia; ella ha la stessa brama di vendetta e desiderio d'essere importante del padre e ha anche l'egocentrismo della madre che pensa solo alla sua vita ed a come renderla fantastica a spese del prossimo; sì alla fine Misaki non era molto diversa da chi odiava no?

Parlando del finale invece, ho scelto quello che, nelle bozze, ho chiamata "Finale Homura", questo perché ne avevo ideati ben tre di finali, incluso quello ufficiale ovviamente. Gli altri due erano "Finale Noriko" e "Finale Kyubey"; sì, non sono poi così fantasiosi.

Per quanto riguarda il finale di Noriko, avevo in mente una pagina di "diario" differente da quella presente in quest'ultimo capitolo; questo perché Homura, una volta tornata indietro nel tempo, avrebbe consegnato l'intero diario alla Noriko di quel tempo, dandole così modo di salvare Misaki dalla follia. Ho scartato questo finale perché era decisamente troppo lieto e volevo lasciare Misaki a quel personaggio cupo e corroso che era diventata nel corso della storia.

Il finale di Kyubey invece aveva un aspetto molto più cattivo, anche se comunque si sarebbe trattato di una sorta di lieto fine per Misaki. La mia idea era quella di far scoprire ad Homura che nel passato dove era tornata non esisteva nessuna Misaki Nagai, per poi portare la scena su di un Incubator che altro non era se non la versione "gattino magico" del mostro in cui Misaki si trasformava per combattere. Il nome di questo personaggio sarebbe stato "SunBey" appunto, perché rappresentava l'avversarsi completo del desiderio di Misaki. Il motivo per cui non ho scelto questo? Volevo semplicemente che la Misaki su cui ho scritto fosse morta e basta, senza via di scampo, visto che ci ho messo tanto a ragionare su di un modo teatrale di ucciderla, perché diamine farla vivere?

Dunque perché ho scelto il finale di Homura? Semplicemente, prima di iniziare la storia, non provavo troppo amore per Homura. Per gestire il suo personaggio però mi sono dovuto fissare con lei, mettendola nei sfondi del cellulare, del computer e così via, in modo da poterla rendere al meglio visto che era senza dubbio l'elemento chiave della storia il fatto che lei e Misaki fossero come due facce della stessa medaglia. Se volevo fare una Misaki accettabile, allora dovevo sapere cosa pensasse Homura anche quando era al bagno e spero sinceramente d'esserci riuscito.

Però, cosa più importante, con questo finale non tolgo nulla all'opera originale, creando così una fan fiction che potrebbe benissimo essere avvenuta in una linea temporale dove Sayaka, Kyoko e Mami sono morte precocemente spingendo Kyubey a reclutare nuove maghe che sono appunto Vanessa e Misaki.

Penso di non avere molto altro da dire se non un umile "se questa storia vi è piaciuta, o vi ha praticamente fatto passare la stitichezza, fatemelo sapere scrivendomi un messaggio o lasciando una recensione!".

 

Termino lasciando il link DA dell'artista che ha fatto i due disegni di Misaki che appaiono all'inizio di ogni capitolo e che mi ha aiutato nel caratterizzarla: http://helen91.deviantart.com/

E soprattutto ringraziando tantissimo Honomizu (se sei arrivata addirittura a leggere sin qui), che mi ha fatto veramente un grande piacere lasciando alcune recensioni su questa storia. Io scrivo per passione, lo faccio da anni e molte delle cose che ho messo nero su bianco probabilmente non verranno neanche mai lette per mio volere, però ogni volta che qualcuno si spreca a dare una letta e soprattutto a dirmi qualcosa, qualsiasi cosa, allora tocco davvero il cielo con un dito.

 

P.S: Probabilmente non smetterò di scrivere fan fictions dopo Sunflower, perché sono davvero un modo più rilassante e meno nevrotico di scrivere, privo dalle paranoie che invece le storie originali alle volte possono generare. Ho in mente una nuova storia, molto corta, puramente comica e penso che la scriverò appena avrò un po' di tempo.

 

   
 
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