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Autore: DezoPenguin    23/01/2014    1 recensioni
Dopo il Festival delle HiME, Natsuki scopre che affrontare i propri sentimenti, quelli di Shizuru, e decidere cosa dovranno fare d'ora in poi, non è così facile come vorrebbe che fosse.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Natsuki Kuga, Shizuru Fujino
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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NDT: questa è una traduzione. Potete leggere l'originale qui. Lasciate una recensione, se vi va, così potrò tradurla e inviarla all'autore.

NDA: scritta per la sfida del forum Mai Universe "Il Carnival delle MUse"; i prompt di questo mese erano "Solo un essere umano" e "Portafortuna" ed ho usato il primo. Come dovrebbe essere relativamente ovvio leggendo la storia, questo racconto è ambientato dopo la fine del Festival ma prima del diploma...quindi a circa 2/3 dell'episodio 26.

Questo tipo di fanfiction, credo, è già stato affrontato molte volte da diversi scrittori ShizNat...ma per quanto mi riguarda è la prima volta che ci lavoro sopra, quindi questo dovrebbe contare qualcosa, giusto?

Complicated

By Dezopenguin

 

 Natsuki Kuga abbassò la maniglia ed aprì la porta della sala riunioni del consiglio studentesco.

"Ehi, Shizuru—" chiamò, ma si interruppe all’istante quando vide la presidentessa del consiglio studentesco seduta alla scrivania, con la testa appoggiata alle braccia. Gli occhi di Shizuru Fujino erano chiusi, il suo respiro calmo e regolare.

Beh, di sicuro merita un po’ di riposo visto tutto quello che ha dovuto sopportare ultimamente.

Natsuki raggiunse la scrivania e si sedette sul bordo, una posizione che aveva occupato regolarmente durante l’anno precedente ogni volta che era venuta a far visita a Shizuru. Sedere lì le fece quasi provare una sensazione di nostalgia; era la prima volta che si trovava lì con l’altra ragazza dalla fine del Festival.

Le dispiaceva. Le cose erano diventate così complicate, dopotutto. Visto che l’appartamento di Natsuki era stato distrutto durante il secondo combattimento tra Nao e Shizuru, si era trasferita dalla sua amica Mai. La ragazza aveva già una compagna di stanza, Mikoto, ma Natsuki non era costretta a dormire sul divano visto che a Mikoto piaceva usare Mai come cuscino mentre dormiva. Ospitare Natsuki dava a Mikoto un’ottima scusa per dormire nel letto di Mai invece che intrufolarcisi durante la notte. Natsuki proprio malgrado si era ritrovata attirata nell’orbita di Mai e dei suoi amici —Mikoto, Chie, Aoi, Akane, eccetera—perfino di Nao, che viveva alla porta accanto visto che era la compagna di stanza di Aoi. Per la prima volta nella sua vita, Natsuki stava vivendo quasi come una normale adolescente. Frequentare la scuola, tirar tardi al Linden Baum, andare al karaoke, al cinema o in sala giochi e, comunque, sentirsi parte del gruppo.

Naturalmente anche Shizuru era stata occupata. Far funzionare di nuovo la macchina scolastica dopo tutti quei disastri non era un lavoro facile e vista la quantità di responsabilità che il consiglio aveva all’accademia Fuuka, Shizuru era stata impegnatissima a fare in modo che le attività dell’istituto ritornassero alla normalità, tanto che tra meno di una settimana la cerimonia di consegna dei diplomi –incluso il suo- si sarebbe svolta il giorno prefissato.

Così entrambe avevano avuto ottimi motivi per non aver trascorso molto tempo assieme, ma quei motivi non erano tanto vere spiegazioni, piuttosto assomigliavano di più a scuse. Perché l’elefante nella stanza, la cosa cui non potevano fuggire, era il fatto che i sentimenti che c’erano tra loro due non sarebbero più stati gli stessi. Shizuru aveva sempre amato Natsuki, non con l’affetto di un’amica ma di un amore romantico, addirittura—e qui Natsuki si sentì arrossire—di natura sessuale. E questo aveva cambiato le cose. Non si discuteva. Gli atti che Shizuru, spinta da quell’amore, aveva compiuto durante il Festival non avevano disturbato l’equilibrio di Natsuki tanto quanto l’esistenza dei sentimenti che quegli atti avevano confermato.

Non che per Shizuru fosse più facile. Aveva nascosto così a lungo i propri sentimenti a Natsuki, forse non aveva affatto avuto intenzione di rivelarli. Poi però il Festival aveva strappato via ogni sua maschera e l’aveva fatta impazzire di terrore, struggimento e disperazione ed ora, come Natsuki, non sapeva che cosa fare.

Natsuki aveva la netta impressione che Shizuru stesse cercando di distrarsi per evitare di incontrarla, allo stesso modo in cui Natsuki aveva evitato di incontrare lei.

Una risatina le sfuggì dalle labbra mentre ripensava a tutto quello che Shizuru aveva fatto. Dal discutere con i finanziatori ad elaborare una tabella di marcia per le riparazioni, dal parlare con i genitori e gli studenti per farli tornare a scuola a riorganizzare gli orari e risolvere i problemi logistici di come tutte quelle cose sarebbero dovute essere fatte contemporaneamente, la ragazza non aveva fatto altro che correre. E l'amministrazione dell'accademia non era d'aiuto, con Mashiro che non si faceva vedere mentre Fumi Himeno la sostituiva in qualità di preside. Ma alla fin fine, Mashiro era mai stata viva? Natsuki non ne era sicura, ma rendeva le cose estremamente complicate per quanto riguardava la scuola. Per non menzionare il fatto che dopotutto l'accademia Fuuka era stata fondata dal Primo Distretto come palco per il Festival ed ora il Primo Distretto aveva cessato di esistere, lasciando aperte parecchie domande che riguardavano i fondi della scuola, il sostegno da parte delle autorità locali e altre faccende che erano in attesa di risposta.

Era un'attività senza pause, e per nulla divertente. Invece, quello che aveva fatto ridere Natsuki, era il fatto che conosceva bene Shizuru e che a differenza del resto del corpo studentesco, eccetto Reito e Haruka, era perfettamente consapevole che la perfetta presidentessa era fondamentalmente una persona pigra che affrontava le cose che non le inteerssavano mettendoci il minimo sforzo. La politica dela sua presidenza era stata 'scarica tutto il lavoro su Haruka e trattienila quando si lascia prendere troppo la mano'. Il che era divertente—o triste—perché Haruka si era candidata alla presidenza contro Shizuru, aveva perso per una marea di voti ed era finita a fare comunque tutto il lavoro.

Fin dal Festival, "il minimo indispensabile" si era tradotto in "lavorare fino a cadere esausta," e permettersi di essere pigra era stato praticamente impossibile. Le pause per il tè, immaginò Natsuki, non erano più la norma.

"Forse non è stanchezza, solo astinenza da caffeina?" mormorò sorridendo, e tese una mano per scostare i capelli dal viso di Shizuru.

Poi si fermò pochi centimetri prima di toccarla.

Perché non avrebbe semplicemente toccato un'amica, ma una persona che l'amava. Non era la stessa cosa, vero? Un contatto del genere avrebbe implicato qualcosa? Avrebbe comunicato che era a proprio agio con questo genere di gesti più di quanto volesse ammettere? Però evitare di toccarla avrebbe fatto capire che era più a disagio di quanto in realtà non fosse? Il fatto che Shizuru stesse dormendo cambiava le cose? Lo avrebbe reso un richiamo a quella cosa che Shizuru le aveva fatto, quella di cui Yukino aveva parlato quella notte in cui tutto era andato all'inferno?

Ah, perché dev'essere tutto così dannatamente difficile?

Naturalmente, sarebbe stato molto più facile se Natsuki stessa fosse riuscita a giungere ad una conclusione su quello che provava. La vita era stata molto più facile quando era stata in grado di mettere ogni cosa nella sua scatoletta. Perché avrebbe dovuto essere tutto così complicato? Ogni volta in cui le sembrava di sapere quello che stava facendo, la vita le lanciava un'altra palla curva. Al diavolo le palle curve; Shizuru è una palla lenta, visto che sto usando le metafore del baseball.

Il fatto che Natsuki sapesse dei sentimenti di Shizuru come cambiava le cose? Poteva accettarlo? Poteva reggere il fatto che un'amica intima l'amasse a quel modo, e sentirsi a proprio agio mentre le stava accanto?

Era importante che Shizuru fosse letteralmente impazzita per amore di Natsuki? O che Natsuki l'avesse riscossa con un bacio—prima di far saltare in aria entrambe (anche se temporaneamente)? O forse nulla di tutto questo era il vero problema, ma solo il fatto che Natsuki aveva finalmente capito quanto preziosa fosse Shizuru per lei?

Non c'era da meravigliarsi se Natsuki era confusa. Dio, la parola confusa non cominciava nemmeno a descrivere i suoi sentimenti.

Scivolò giù dal tavolo. Aspettare che Shizuru si svegliasse non faceva altro che generare riflessioni che le vorticavano nella mente senza costrutto, come le ruote di una macchina quando non riescono a far presa sul fango.

Pensò che avrebbe potuto farlo un altro giorno.

Fu in quel momento che Shizuru urlò.

Si alzò a sedere di scatto, con gli occhi spalancati e vitrei. Quel movimento convulso la face quasi cadere dalla sedia, e in effetti sarebbe caduta senz'altro se Natsuki non si fosse affrettata ad afferrarla.

"Shizuru!"

L'altra ragazza si aggrappò a lei, affondando le dita nel gilet arancione dell'uniforme di Natsuki.

"Natsuki..." gemette. Poi, all'improvviso, come se dire il suo nome avesse agito come una specie di talismano, la ragazza alzò lo sguardo su Natsuki con occhi spaventati. La lasciò andare immediatamente come se gli abiti di Natsuki fossero incandescenti, e indietreggiò con una tale violenza che avrebbe di nuovo rischiato di cadere se Natsuki non l'avesse presa per le spalle.

"Shizuru...Shizuru, era solo un sogno!" disse Natsuki, cercando di sorreggerla.

"Solo un sogno," ripetè.

Gli occhi di Shizuru cominciarono a schiarirsi, prendendo la solita sfumatura rossa brillante—forse perché le pupille dilatate dal sonno si stavano contraendo, rivelando più colore—mentre la consapevolezza ritornava nel suo sguardo.

"Un sogno..." mormorò. Poi abbassò lo sguardo e girò la testa "No, non era un sogno. Era un ricordo."

Le sue mani stavano tremando; Natsuki pensò che le stava guardando come se fossero creature aliene.

"Il Festival?"

Shizuru annuì.

"Vuoi parlarmene?"

Shizuru alzò lo sguardo su di lei, sorpresa.

"Natsuki?"

"Ehi, potrebbe aiutarti."

"Io...non credo che in questa situazione sarebbe appropriato," le disse Shizuru a bassa voce.

"Perchè?"

"Il sogno…ho sognato il giorno in cui ti ho attaccata."

"Shizuru..." Natsuki si agitò a disagio, poi squadrò le spalle. "Beh, ho vissuto la cosa reale, quindi credo di poterne sopportare il ricordo."

Con sua sorpresa, si rese conto di sentirsi calma e disinvolta esattamente come lo era il suo tono di voce.

"Natsuki?"

Tese una mano e prese quella di Shizuru.

"Avanti. Se ti fa stare tanto male, allora dev'essere una bella dose di veleno, e se continui a mandarlo giù…sei un essere umano, Shizuru. Puoi sopportarne solo una certa dose."

Shizuru fece un profondo, tormentato sospiro. La sua mano era fredda in quella di Natsuki.

"Dici davvero?"

"Mi conosci meglio di chiunque altro. Da quando me ne vado in giro a dire cose che non penso solo per far sentir meglio la gente?"

Un sorriso incurvò per un attimo le labbra di Shizuru.

"Suppongo tu abbia ragione."

"Sì. Allora...?"

"Molto bene, dunque. Nel mio sogno, stavo rivivendo la nostra ultima battaglia, a cominciare da quando hai fatto irruzione attraverso le porte con la tua moto in quel modo tanto drammatico. Solo che tutto sembrava procedere al rallentatore, così ho potuto sentire tutti i miei pensieri, tutte le mie emozioni. È stato così strano. A volte volevo ucciderti, perché mi avevi respinta e l'idea che tu provassi dei sentimenti per qualcun altro…quasi mi annientava. Poi nell'attimo seguente non volevo ucciderti affatto, ma tenerti prigioniera per farti mia, con la forza se necessario. Com'è quella frase, 'Se io non posso averti non ti avrà nessun altro'? Era proprio così, e non riuscivo a capire quali dei quei due obbiettivi stavo cercando di ottenere. Mi sono svegliata proprio nel momento in cui mi hai presa tra le braccia alla fine, ma prima che Natsuki potesse cominciare la sua sorprendente confessione non-esattamente-d'amore. Vedi, non ricordo quello che è accaduto poi nel sogno, ma solo la mia intenzione in quell'istante…"

Fu scossa da un brivido, quel racconto l'aveva lasciata tremante.

"È allora che ho urlato, al pensiero di quello che stavo per fare."

Natsuki sospirò.

"Vieni qui."

Nell'istante seguente, fece un passo avanti e prese Shizuru tra le braccia, stringendosi la testa della ragazza al petto.

"Cos—? Natsuki?"

"Shizuru, se tu puoi perdonarmi per non essermi accorta di quello che è stato proprio sotto il mio naso per anni, cosa che ovviamente sarebbe stata vista molto tempo fa da chiunque fosse stato meno ottuso di me, allora io posso perdonare te per essere crollata sotto il peso di uno stress che nessuno avrebbe dovuto sopportare."

"Non puoi cancellare tutto questo con tanta facilità."

"Lo so," disse, proprio come sapeva che Shizuru non l'avrebbe mai ammesso con nessuno eccetto lei. "Anche Mikoto è nella stessa situazione, sai. Può sembrare allegra e spensierata ma più si rende conto di cosa significhi amare qualcuno, più si tormenta per le cose che ha fatto."

E a pensarci bene, quello che stava facendo in quel momento non era diverso da ciò che faceva Mai per Mikoto quando la ragazzina si svegliava piangendo: abbracciarla ed assicurarle che era amata.

Amata.

Natsuki posò una mano sulla nuca di Shizuru, accarezzandole gentilmente i capelli. Non ci fu esitazione, questa volta. E poi, capì all’improvviso, che non doveva esserci.

"Quindi non preoccuparti. Sarò qui a dirtelo ogni volta che avrai bisogno di sentirlo."

"Grazie, Natsuki," mormorò Shizuru contro il suo petto.

Il Festival aveva complicato le cose, si trovò a pensare Natsuki. Aveva tirato fuori tutti i lati peggiori delle HiME e aveva dato loro il potere di fare del male agli altri. E, allo stesso modo, aveva preso i loro lati migliori e li aveva esposti con eguale chiarezza. Natsuki era venuta a sapere la verità dei sentimenti di Shizuru per lei, e le erano stati mostrati anche i propri sentimenti, quanto Shizuru fosse importante, smascherando la bugia che si era ostinata a ripetere, secondo la quale non c'era nessuno di cui si fidasse, nessuno a cui volesse bene.

Complicato. Ma anche semplice. Shizuru era la sua persona più preziosa. Cosa, esattamente, questo significasse…beh, l'avrebbero capito prima o poi. Ma non aveva intenzione di fuggire solo perché le cose erano confuse. Ed era stato stupido da parte loro evadere le domande.

Mai più, penso Natsuki. Dopotutto, anche se era umano guardare indietro, lei, Shizuru e tutte loro meritavano di sognare del futuro invece che del passato.

 

  
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