Capitolo 22: Rasentando
il superamento del limite
*M |
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chiedo se sono veramente un imbecille…!* pensò il povero Alan mentre sentiva la
morsa di freddo che lo attanagliava, mano a mano che l’umidità della pioggia
penetrava in profondità nelle sue viscere (ormai, anche i suoi capi di
vestiario più interni erano completamente inzuppati). Invano la sua proverbiale
intelligenza (stimolata dalla sezione di Watson) e il suo innato buon senso
(stimolato da quella di Parker) gli suggerivano - non poterglielo ordinare[1] - di mollare con quell’assurdità e di
tornarsene di corsa a casa per farsi innanzitutto un bagno caldo… malauguratamente,
la sua famosa caparbietà (saldamente impugnata dalla sezione di Marlowe) lo
teneva inchiodato al suolo, con la testa piegata in alto e gli occhi sbarrati a
fissare quelle due maledette persiane, nella sempre più vacua speranza che si riaprissero!
Se
non che, al passare dei minuti e all’aumentare dei brividi, il nostro eroe
cominciava sempre più a convincersi di essere proprio un completo cretino!
Valeva
veramente la pena di rischiare la salute per una ragazza che gli aveva, a
quanto pare, dato il benservito al primo piccolo malinteso? E questo - si badi
bene - dopo essersi divertita a fargliela in barba per tutto quel tempo!
Aveva
un bel ripetersi che Lisa era molto bella, che era molto simpatica, che era
molto altruista (aiutando le vittime di tutti quei raggiri)… ma, ogni volta che
il tenace Philip Marlowe “backuppava” tutti questi punti a suo favore
nell’elaboratore emotivo, arrivava il fiscale James Watson a reinserirgli il
“virus” che faceva riapparire quella domanda maledetta: “Se la figliola gli voleva
quel bene che dichiarava nei panni di Seya, come mai - non appena rimessi
quelli di Lisa - ricominciava a prenderlo in giro (detective sbarbatello, sbruffoncello,
non prenderai
Non
sarebbe stato più semplice assecondare il sentimento più forte che il suo cuore
stava provando in quei giorni per la bionda nipotina del primo cittadino?
Dopotutto, il contatore dei Coefficienti Relazionali parlava molto chiaro: Lisa/Seya
stava ancora a quota 847 (fascia affetto),
mentre Rina stava invece a quota 1400 (fascia amore)!
Eh,
sì… sarebbe proprio stato più semplice. Notevolmente più semplice. Ma c’era il
fatto che Alan Daiki Asuka, per le cose troppo
semplici, aveva sempre avuto un’innata diffidenza!
Inoltre
- si affretterebbe ad aggiungere Marlowe, a beneficio dei nostri amici lettori
- è vero che quello per Rina Takamya era attualmente un sentimento intenso, ma quello per Lisa Haneoka (in
arte Seya) era, senza ombra di dubbio, un sentimento profondo!
Rassegnarsi
a perdere quella spumeggiante ragazzina (e, con lei, la donna meravigliosa che
si faceva inseguire nottetempo, acconciata con quella affascinante coda di
cavallo) era un passo che
Eddy
Parker ricollocò rabbiosamente al suo posto il ricevitore del comunicatore
intersezionale. Non poteva credere all’incoscienza dimostrata dalla direzione
organica!
“Sono
pazzi, là sopra” gridò, all’indirizzo di un suo collaboratore “è già la terza
volta che gli dico che dobbiamo andarcene, se non vogliamo che Alan si buschi
una polmonite… e loro niente…!!”
“Forse,
capo, è il caso che ci torni lei, in Centrale Operativa!”
“Ed
è ciò che farò. Dov’è arrivata la temperatura interna…?”
“Un
attimo fa era a 38 e 4, signore!”
“Dannazione!!
Livello presenza virale…?”
“Per
ora li stiamo tenendo a bada… ma, se l’organismo continua ad esporsi a questo freddo
e a questa umidità, si moltiplicheranno di parecchio!”
Il
capo dell’Immunitaria scosse rabbiosamente la testa: “Argh…!! Questo è contro
tutte le più elementari regole del buon senso. Vado a dar loro una scossa!!”
“Capo…”
“Sì,
Jonas?”
“Faccia
in modo di convincerli alla svelta: il livello di energia è calato in modo
preoccupante e stiamo per entrare nella fase critica!”
Il
capo-sezione annuì: “Sì… sicuramente!” e si affrettò a risalire verso la zona
cefalica.
***
Anche
se Philip Marlowe non aveva azzeccato perfettamente le sue previsioni per
quella sera, lo scetticismo di Jimmy Watson non era per contro del tutto
giustificato.
Mentre
infatti il suo cacciatore stava a macerarsi sotto il temporale, l’ambita preda
non si trovava propriamente a contemplarlo dietro le imposte, ma comunque non
stava nemmeno cullandosi beatamente in braccio a Morfeo… rimaneva invece supina
nel suo caldo lettuccio (quel calore che Parker - come anche qualcuno più in
basso di lui[2] - avrebbe ora sicuramente
apprezzato) tenendo le mani fra la nuca e il cuscino e gli occhi spalancati nel
buio. Lo scosciare della pioggia, così piacevole da avvertire a letto in
condizioni normali, le penetrava sotto la pelle come se potesse sentire il
freddo che avrebbe provato il “suo detective” se fosse rimasto veramente lì
fuori… e i rombi dei tuoni la facevano sussultare ben più della paura che ne
aveva sempre avuto fin da piccola, come se si sentisse sicura che ogni saetta
sarebbe finita immancabilmente a scaricarsi sul corpo del ragazzo!
Aveva
un bel dirsi che il suo avversario non poteva trovarsi ancora in giardino… che
un ragazzo acuto e positivo come lui non avrebbe certamente commesso la mattana
di sorbirsi un’innaffiata del genere solo per far colpo su di lei!
Questo
le diceva ripetutamente la sua Cerebrale… mentre l’Emotiva si sentiva obbligata
a far presente che, d’altra parte, l’amore rende le persone un po’ cretine
(specialmente quelle di sesso maschile…!)[3] e che
non era così inverosimile l’ipotesi che il “ragazzo speciale” avesse mantenuto
fede al suo proposito, contro tutte le regole del buon senso!
*Se
davvero è rimasto là fuori, si prenderà un malanno…!* pensò, per l’ennesima
volta, rivoltandosi nel letto e sbuffando al fastidioso contatto delle ormai
numerose pieghe del lenzuolo *Ma no, è impossibile… nemmeno uno stupido come
lui, lo farebbe!!* cercò di convincersi rivoltando nuovamente il cuscino, già
umido di sudore.
*D’altronde,
se fosse veramente andato a casa, vorrebbe dire che ha solamente fatto lo
sbruffone… e dopo essersi anche consolato con Rina! No, non lo sopporterei…!*
si disse ancora, rivoltandosi un’altra volta.
Trasalì
per lo scoppio di un tuono molto forte e continuò a torturarsi le meningi:
*Già… e allora cosa speri, Lisa? Che sia veramente rimasto in giardino, a
prendersi un accidente?! È questo che vuoi?*
Un
altro rombo di tuono… dopo altre tre o quattro elucubrazioni del genere, la
povera Lisa non ce la fece più. Accese la luce, balzò fuori dalle coperte e si
avvicinò alla finestra.
*Tanto
lo so che è tornato a casa… in questo momento starà ronfando come un tricheco e
io me ne sto qua, a preoccuparmi per quel salame…!*
Dopo
qualche altro secondo di esitazione, la ragazza si decise ad aprire le ante e a
sbloccare le persiane…
“Ah…
Alan, Alan…” sospirò, aguzzando la vista per discernere qualcosa nel giardino,
completamente immerso nelle tenebre.
Improvvisamente,
un tonfo, seguito da un gemito, la fece sussultare.
“ALAN…!!!”
***
Il
capo della Sezione Immunitaria era piombato in Centrale Operativa, più che mai
deciso a convincere la Triade Decisionale[4] a far
muovere il loro ormai influenzato assistito verso la via di casa, sempre che
fossero ancora in tempo! Chiaramente, la possibilità di arrivarci a piedi era
fuori discussione, ma avrebbero potuto chiamare una macchina della Centrale.
Come
entrò in sala, fu accolto dalla voce irata del capo della Cerebrale, che stava
chiaramente tampinando il collega della Neurologica.
“Ora
basta, pazzo maniaco!! Lo vuoi capire che quella finestra non si riaprirà più?”
“Ancora
un istante, James… un solo istante, ti prego!”
“Ma
finiscila: quella fedifraga sarà già al quinto sonno! E tu stai procurando ad
Alan un ricovero ospedaliero. Andiamocene di qua!!”
Ignorando
il collega, Marlowe guardò disperatamente A1, il quale si limitò a scuotere la
testa.
“Signore…”
gemette.
“No,
Phil: basta così! La nostra carta l’abbiamo giocata. Ora dobbiamo pensare alla
sua salute!”
La
sua affermazione fu ribadita dalla voce di Parker, che si annunciò con un
perentorio: “Signori: i dieci minuti sono scaduti da un pezzo!”
Lew
Harper si voltò verso di lui: “Lo sappiamo, Eddy… è ora di andare. Stavo appunto
per dare l’ordine” si avvicinò al comunicatore “Motoria da Centrale…”
“Parlate,
Centrale!”
“Torniamo
a casa. Chiami il commissariato col cellulare e facciamo venire una macchina!”
“Lo
faccia mettere un po’ al riparo, prima!” consigliò Parker.
“Ah,
giusto… ha sentito, Kirby? Lo avvicini al muro!”
“Ricevuto!”
Passarono
alcuni secondi, ma nessun muscolo venne messo in funzione.
“Che
succede, signor Kirby? Lo muova!”
La
voce del capo della Motoria tornò a sentirsi, carica di tensione: “Signor
Harper… non so… non ci riesco!!”
“Che
diavolo significa…?!”
“I
comandi, signore. Non rispondono… sono duri come
sassi!!”
A1
si voltò preoccupato verso Parker, che subito rispose alla sua muta domanda:
“Un intorpidimento!”
“Cosa…?”
“Troppa
esposizione al freddo. Immobilità prolungata dei muscoli. Quasi tutte le
energie impegnate a contrastare i bacilli influenzali!” rispose l’altro,
meccanicamente.
“Ma…
e che possiamo fare…?” domandò sempre A1, con acceso nervosismo.
“Dobbiamo
scuoterlo… a tutti i costi” corse anche lui al comunicatore “Rip, mi senti?”
“Ti
sento, Eddy!”
“Cerca
di forzare i comandi! Usa tutta l’energia che ti è rimasta!”
“Eddy…
non so se ce la faremo: mi rimangono solo 200 calorie…!”
“Cribbio…!!”
replicò Parker, impallidendo “Attingi dalla riserva: te la sblocco subito!”
aggiunse, commutando poi il canale sulla sezione di Blackie Wolfe. Pochi
istanti dopo, le calorie disponibili per le funzioni motorie aumentarono significativamente.
“Ce
l’hai, Rip?” domandò il capo dell’Immunitaria.
“Sì…
adesso siamo a circa 700!”
“Bene.
Vai, forza!”
“Un
momento, Eddy… devo avvertirti che, se forzo i comandi degli arti posteriori,
rischio di rendere precario il baricentramento… e, nello stato attuale, Alan
non potrebbe certo mantenere l’equilibrio!”
Parker
sospirò, ma dovette insistere: “Dobbiamo assolutamente rischiare, Eddy! Alan
deve tornare al caldo fra meno di 7 minuti… altrimenti entriamo in ipotermia!”
A
sua volta, Kirby impallidì: “Ho capito, ma… se Alan ci cade a terra, potremmo
non avere più la forza per rialzarlo! E allora…”
Il
collega si terse il sudore, che oramai gli colava dalla fronte. Certo, il
rischio c’era ed era grosso; ma coi dati metabolici - e patologici - che gli
giungevano aggiornati sul suo ricevitore da polso, Eddy Parker, primo e solo responsabile
delle decisioni da applicare nelle situazioni di emergenza, non poteva esitare
un attimo di più…
“Al
diavolo, Rip… muovilo, ti dico: muovilo, muovilo!!!”
Il
capo della Motoria eseguì l’ordine… ma, come aveva egli stesso temuto, dopo
pochi incerti passi, il povero Alan barcollò e cadde a terra, dove ebbe appena
il tempo di emettere un singolo lamento, prima di irrigidirsi come uno stoccafisso…
[1] Come avranno ormai capito gli eroici lettori di queste fanfic demenziali, le sezioni organiche di un individuo non possono dirigere le azioni del medesimo nel senso letterale del termine, poiché - a fare questo - è unicamente il suo spirito - o, se preferite, l’anima - e devono quindi limitarsi a stimolarlo verso le azioni più opportune.
[2] Chi indovina di chi stiamo parlando?
[3] Questa volta l’opinione dell’autore coincide perfettamente!
[4] Il consesso formato dai capi della Cerebrale e della Neuro, assieme allo stesso Coordinatore dell’organismo (vedi capitolo 8).