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Autore: The Ghostface    26/01/2014    1 recensioni
I Teen Titans si sono infiltrati nel passato, lasciando un segno indelebile del loro passaggio.
in questa avventura si incotreranno con quattro noti personaggi storici, modificando per sempre le loro esistenze, e qualcuno potrà rivedere un'amica perduta da secoli.
Una short-story che ho scritto solo perchè mi è balenata per la testa, spero vi piaccia, io adoro scrivere storielle come queste, anche se spesso mi perdo a scrivere vere e proprie epopee.
I Titans dovranno muoversi tra eventi che modificheranno il passasto stravolgendo il presente, e tra strani e inspiegabili paradossi temporali, continuate a leggere per sapere in che modo cinque ragazzi hanno cambiato la storia.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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CORVINA
«D-dove sono?» Corvina aprì gli occhi, era stesa in un campo assolato.
Rialzandosi barcollante iniziò a girovagare nella pianura finendo per incappare in un sentiero sterrato.
Iniziò a percorrerlo finché non incrociò un uomo a cavallo di un mulo.
«Salve che gli dei siano con te, donna potresti dirmi da che parte posso giungere verso Atene?» la salutò quello.
Era un uomo sulla quarantina, la barba folta con qualche striatura grigia, vestiva di una semplice toga con un mantello azzurro sulle spalle.
Parlava una lingua strana, greco antico, Corvina conosceva la lingua dai suoi scritti.
«Allora vergine, da che parte per Atene? »
«Sei un ateniese?» rispose Corvina nella stessa lingua.
«Esattamente, tu da dove vieni?»
«Da molto lontano, dimmi dove siamo ora?»
«Svegliati ragazza! Sei nella Mantinea» sorrise l’uomo.
«In Grecia?»
«E dove sennò?»
«Perché devi andare ad Atene?»
«Non ti impicciare in questioni di uomini, donna!»
Corvina sapeva bene che l’epoca dell’antica Grecia era fortemente maschilista, ma lei non li poteva sopportare quelli che sfottevano le ragazze.
«Lascia che ti dica una cosa “grande uomo”, non devi giudicare una persona in base al fatto se ha o no l’uccello in mezzo alle gambe, ma da quello che ha nella testa!
Donne e uomini dovrebbero essere pari, e l’unico motivo per cui tu e i tuoi amici siete tanto più intelligenti di una donna è perché voi avete ricevuto un’istruzione, quante donne l’hanno ricevuta nella tua “Gloriosa” Atene “la città della cultura e della democrazia” una democrazia monca! Te lo dico io!»
L’uomo sorrise divertito a quella scena.
«Hai un carattere da amazzone, ha ha. Come ti chiami?»
Corvina pensò che sarebbe stato meglio trovare un nome falso per evitare che lui raccontasse o scrivesse il suo nome e comparisse nel presente.
«Mi chiamo Diotima»
«È un piacere parlare con te, ormai Elios è a metà del suo cammino, ti prego, fermati a pranzare con me»
Corvina accettò l’invito, qualcosa la colpiva di quell’uomo.
I due iniziarono a fare una accesa conversazione, accesa come potrebbe esserlo un discorso tra un antico greco e una ragazza dalla mentalità moderna.
«Ha ha Diotima, tu hai delle idee assurde, ma davvero interessanti, beato colui che ti porterà nel talamo, possa Eros renderti felice»
«Secondo me tu sbagli a definire l’amore un dio» ribattè Corvina.
«Diotima ! tu bestemmi! Come puoi dire che Eros non è un dio?!»
«Se vuoi il mio parere l’amore non è altro che l’unione tra la furbizia e la povertà, l’amore è chi ama, non chi è amato, infatti l’amore non è né bello né delicato ma, come la povertà, è duro, vagabondo, rude, abituato a viver compagno della miseria, infatti chi ama si sente sempre povero nei confronti dell’amato»
L’uomo la ascoltava affascinato.
«Inoltre l’amore e figlio della furbizia, è insidiatore, l’amante cerca sempre trucchi e stratagemmi per apparire agli occhi dell’amato, l’amore tesse trappole»
L’uomo si alzò.
«Ti chiedo scusa Diotima di Mantinea, ti ho mal giudicata, non sottovaluterò più una donna, grazie per avermi reso partecipe della tua saggezza»
«Di niente, e se noi siamo in Mantinea devi andare a sud per Atene, segui il sole finché è alto nel cielo, poi tieniti a destra mentre declina e arriverai»
«Che Zeus ti benedica» rispose l’uomo allontanandosi.
«A proposito, non mi hai detto il tuo nome»
«Giusto! Scusa, sono un po’ sciocco e sbadato…io sono Socrate» sorrise lui allontanandosi verso sud.
«S-Socrate?!» Corvina non riusciva a crederci, aveva appena parlato col più grande uomo che l’antichità avesse mai conosciuto…ed era stata lei a mettergli in testa tutte le idee moderne che l’avrebbero reso il più grande dei filosofi!
Avrebbe voluto dirgli qualcosa ma le due ore erano scadute.
Il portale si aprì alle sue spalle risucchiandola con inaudita violenza.

Corvina si è incontrata con Socrate.. certo questo lo renderebbe molto più interessante da studiare.
Che ne pensate dell'idea di scrivere al passato remoto indietro nel tempo e al presente...nel presente?
  
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