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Autore: Lilith of The Thirsty    26/01/2014    3 recensioni
Una ragazza approderà al liceo Dolce Amoris. Si creeranno nuove amicizie, si formeranno nuovi amori e scelte dolorose dovranno essere fatte da molti studenti.
Ma questa storia non finisce qui.
Djibril, la nuova alunna, non è esattamente una normale adolescente di 16 anni.
Che cosa troverai nella sua vita?
Un passato oscuro da nascondere. Una vita disumana da vivere. Un amore negato.
Riuscirà ad essere salvata prima che sia troppo tardi? Chi meriterà il suo amore?
[Nathaniel x Djibril x Lysandre]
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lysandro, Nathaniel, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 5

Rottura dell’equilibrio



Guardai ancora più accigliata i due ragazzi che avevo di fronte mentre cercavo di assimilare il fatto che volessero ritrarre me per il concorso.
«State scherzando?» domandai quasi senza voce.
Nathaniel mi sorrise per rassicurarmi. «Penso che saresti perfetta come modella per disegnare una creatura fatata o un essere sovrannaturale. Insomma, dovremmo pur partire da una base, giusto?».
«Esatto, inoltre ci divideremo i compiti equamente» aggiunse Lysandre.
«Cioè?».
«Nath disegnerà. E’ il più bravo in educazione artistica e ha sempre ottimi elogi dalla professoressa perciò io direi di sfruttare la sua capacità a nostro vantaggio, senza offesa Nathaniel».
«Tranquillo, non mi offendi. Anzi, siete sicuri di voler dare un onore così grande a me? Non so se ne sarò capace» affermò il segretario titubante.
«Io sono d’accordo con quello che ha detto Lysandre. Non sono brava come disegnatrice perciò è meglio se lo fai tu» dissi, togliendomi dall’impiccio di dover prendere in mano una matita.
«Allora io propongo Lys per la poesia o la frase del nostro progetto. L’ho sentito canticchiare le sue canzoni molte volte e devo dire che scrive dei ritornelli e delle strofe molto belle. Hanno molta profondità».
Il nostro compagno accennò un piccolo sorriso. «Grazie, cerco solo di fare del mio meglio per esprimere i miei sentimenti sulla carta».
Lo fissai ammirata. Il ragazzo che mi aveva salvata dalla caduta sulle scale era anche un compositore e cantante.
Ero capitata nella squadra giusta.
«Perciò» disse Nathaniel, rivolgendosi a me «visto che ognuno di noi ha un ruolo tu potresti fare da modella visto che l’idea principale sulla quale si baserà il nostro progetto è stata tua, non ti pare?».
Aprii e chiusi subito la bocca.
Non potevo obbiettare visto che il grosso del lavoro l’avrebbero fatto loro due e non mi vennero in mente altre idee per defilarmi da quell’impiccio nel quale mi ero cacciata.
Alla fine, acconsentii.
La campanella suonò e finalmente potei avviarmi verso casa con la testa che vorticava frenetica e lo stomaco che si contorceva per l’ansia.
Non volevo fare da modella ma che altra scelta avevo? Andai dritta sotto le coperte, senza nemmeno cenare, cercando di tranquillizzarmi.
Si trattava di un concorso e nessuno avrebbe saputo che avrei fatto da modella per il mio gruppo inoltre, Nath poteva sempre cambiare colore ai miei capelli e ai miei occhi e nessuno mi avrebbe riconosciuta.
Riuscii ad addormentarmi ma dormii poche ore.
Come ogni mattina mi vestii, optando per il mio solito look casual, ma dimenticai di fare colazione.
Incontrai Violet sul cancello di scuola e cominciammo a parlare.
Mi disse che era finita in squadra con Rosalya ed Armin e che il loro progetto era ancora in alto mare.
Cercai di rassicurala con poche parole mentre scappava nell’aula di scienze dove la stava aspettando il suo gruppo.
Sospirai e aspettai Nath e Lysandre che non tardarono ad arrivare. 
«Allora, siamo pronti a cominciare?» domandò il ragazzo biondo, prendendo un blocco da disegno e una matita tra le mani.
«Se proprio dobbiamo…» dissi esasperata.
«Tranquilla Djibril, respira. In fondo non devi fare niente di complicato. Fidati di noi» concluse Lysandre mettendomi le mani sulle spalle.
Una scossa elettrica mi attraversò fulminea.
Ecco, un’altra volta quella sensazione familiare di ormoni impazziti mi accolse e non migliorò quando Nathaniel mi prese per mano e mi condusse verso un l’albero del giardino.
I due ragazzi discussero sulla posizione che dovevo assumere, dimenticandosi persino di consultarmi, volendo fa coincidere le loro idee.
Provai a mettermi in un sacco di pose: seduta con le gambe accavallate, appoggiata con la schiena al tronco della pianta, distesa sul prato e mi arrampicai persino sul ramo più basso dell’albero.
Nulla sembrava soddisfare Nathaniel e Lysandre.
Il segretario continuava a disegnare ma gettava via i fogli non appena aveva concluso lo schizzo.
Mentre Nath fissava assorto il blocco da disegno, Lys mi prese per la vita e mi aiutò a scendere dal ramo dove ero salita poco prima.
Il mio ventre divenne incandescente mentre una vertigine profonda mi scuoteva dall’interno.
Respirai profondamente e mi calmai.
Il mio compagno, intanto, si avvicinò al ragazzo biondo per aiutarlo a decidere il da farsi mentre io giocavo con le dita intrecciandole tra loro.
Possibile che fossi solo io a provare quella forte attrazione per loro? Non capivo a quale dei due dovessi rivolgere la mia attenzione perché il mio fisico sembrava soggiogato dalla loro presenza e non voleva disintossicarsene.
La campanella scandì inesorabilmente l’inizio della ricreazione e il cortile si riempì di studenti come sempre e finalmente, riuscii a trovare Alexy.
Scoprii che era in squadra con Kentin e Ambra e si lamentò del fatto che la loro compagna aveva praticamente monopolizzato la scelta del tema del concorso senza dar spazio alle sue idee.
Non appena ebbe finito il suo discorso, il suono penetrante della campanella lo strappò via da me per farlo tornare ai suoi doveri e anche io, dovetti tornare ai miei.
Mi sedetti a gambe incrociate sul prato mentre i due ragazzi della mia squadra erano ancora in piena crisi creativa.
Volevo aiutare ma non sapevo come dar loro una mano.
Mi distesi nuovamente sull’erba e cominciai ad ammirare il cielo azzurro senza nuvole.
I miei pensieri si persero mentre le forze venivano meno e i miei occhi si chiudevano per tentare di recuperare un po’ di energia visto che non avevo mangiato nulla da quella mattina.
Senza accorgermene, mi addormentai.



«Djibril? Djibril?» mi chiamò una voce preoccupata molto familiare.
Sbattei più volte le palpebre, cercando di mettere a fuoco l’immagine davanti a me anche se il mio cervello si rifiutava categoricamente di accendersi.
«Nath?» chiamai, vedendo dei capelli color del grano illuminati dal sole.
«Ben risvegliata» disse contento, aiutando a rialzami dall’erba.
«O mio Dio, il disegno! Io mi sono addormentata! Scusa!» esclamai preoccupata, ricordando ogni cosa.
Nathaniel mi tranquillizzò dicendo che lui aveva finito tutto e adesso toccava a Lysandre scrivere la poesia.
Mi spiegò che aveva chiesto alla direttrice una sorta di “proroga” così da poter consegnare il lavoro completo domani mattina, visto che a Lys serviva un po’ di tempo per raccogliere idee e finire la poesia o la frase che stava scrivendo e la preside aveva acconsentito.
Inoltre, aggiunse, entrambi avevano deciso di lasciarmi riposare visto che non sembravo essere esattamente in forma ed erano riusciti lo stesso a trovare un’idea per il concorso.
«Scusa, non sono stata di nessun aiuto» dissi delusa.
Nath sorrise. «Credimi, ci hai aiutato moltissimo invece».
Presi la mano del ragazzo biondo e mi alzai da terra accorgendomi che il sole stava calando dietro le mura della scuola.
Domandai dove si trovasse il nostro compagno e Nath mi spiegò che Lys era andato via per riflettere con calma e trovare la giusta poesia da abbinare al disegno che lui aveva realizzato.
«Senti, Djibril, vorremmo trovarci questa sera per mostrarti il risultato. Ti andrebbe?» chiese il mio compagno, leggermente imbarazzato.
La mia mente cominciò a ragionare in fretta.
Non volevo incontrarmi in un bar o in un qualsiasi altro locale con loro, di sera, e nemmeno finire a casa di uno dei due e imbattersi nei loro genitori (non me la sentivo proprio) così, proposi di vederci a casa mia.
Inaspettatamente, Nathaniel estrasse il suo cellulare e chiamò la sua famiglia dicendogli che sarebbe andato a casa di un’amica per finire il progetto del concorso che la direttrice ci aveva affidato.
Ottenuto il sì, il ragazzo mi accompagnò fuori da scuola e mi seguì.
«Chiamerò Lysandre per dargli l’indirizzo. Ci raggiungerà più tardi, ok?».
«Non vai a casa a cambiarti?» domandai perplessa.
«Purtroppo casa mia è abbastanza lontana e non farei in tempo a fare tutto. Se non ti dispiace, vorrei subito finire questo compito così da lasciarti libera la sera se devi studiare».
«Ah… Ehm… Certo».
La mia retorica faceva proprio schifo ma non obbiettai alla sua idea. In fondo, prima era meglio era, così non avrei dovuto restare insieme ai miei compagni per troppo tempo.
Mostrai la strada a Nath, passeggiando nel parco che mi avrebbe portata verso il mio appartamento.
«Non sapevo abitassi così vicino alla scuola. Sei molto fortunata» intervenne lui, interrompendo il silenzio tra di noi.
«Sì, è una vera fortuna» replicai, stringendomi nelle spalle.
All’improvviso, un rumore forte e delle urla alle mie spalle mi spaventarono ma non ebbi nemmeno il tempo di muovere un solo muscolo perché Nathaniel mi afferrò per un braccio e mi spostò in una frazione di secondo.
Il mio viso, insieme al mio corpo, andarono a sbattere contro la sua camicia bianca mentre sentivo le sue mani che mi cingevano la vita e trattenevano delicatamente la mia testa.
Un suono sordo mi fece voltare il viso e vidi che, poco distante da dove mi trovavo prima, un piccolo carretto si era rotto a metà finendo contro un albero del parco.
Ero stata sulla traiettoria di quell’oggetto fino a pochi secondi fa e Nath mi aveva salvata.
Il mio corpo, forse per farmi uno scherzo, fece diventare la mia pelle incandescente.
Sentivo i pettorali definiti e ben delineati del mio compagno anche sotto la sua camicia mentre le mie mani erano strette su quella stoffa bianca come se fossero prese d’acciaio.
Il profumo del suo bagnoschiuma mi riempì i polmoni e i miei ormoni andarono in delirio mentre le gambe cominciavano a tremare.
Ero abbracciata ad un ragazzo ed era semplicemente bellissimo.
Mi ero dimenticata la sensazione di sicurezza che si provava quando si stava stretti ad una persona speciale.
Ignorai persino la folla che si era radunata, come uno sciame, poco distante da noi.
«Djibril, tutto bene?» mi chiese il ragazzo, scuotendomi dai miei pensieri.
Annuii titubante, alzando lo sguardo su di lui ma… sbagliai completamente mossa.
I suoi occhi color oro mi conquistarono come il primo giorno in cui li avevo visti e fecero sciogliere il mio cuore in una sinfonia musicale che mai mi sarei aspettata di sentire.
«Ce la fai a camminare? Mi sembri sotto shock».
«N-no, ce la faccio».
Mi staccai da lui ma le mie gambe cedettero, come se fossero state di cristallo, e mi ritrovai ad essere stretta nuovamente dalle sue braccia forti.
«Devi riposare» propose Nah, cercando con lo sguardo una panchina libera nel parco.
«Voglio andare a casa» lo pregai.
Non potevo rimanere lì un secondo di più.
Inaspettatamente, i miei piedi si staccarono dal suolo e mi trovai adagiata tra le braccia del mio compagno.
Arrossii ma non mi mossi.
Con passo sicuro Nathaniel superò la folla e uscì dal parco mentre io gli dettavo le istruzioni per arrivare a casa mia.
Dovevo essere pesante ma al mio compagno non sembravo dare fastidio mentre continuavo a premere la mia testa contro la stoffa pulita della sua camicia.
Mi sentivo protetta, come se fossi dentro una sorta di bolla incantata e l’abbraccio caldo di Nath era veramente terapeutico ma anche profondamente sconvolgente.
Le cellule del mio corpo vibravano impazzite e i miei pensieri non facevano altro che rivolgersi a lui con forza.
Arrivammo davanti al mio condominio in pochi minuti e salimmo al quarto piano del palazzo. Mi ritrovai davanti alla porta del mio appartamento ancora in braccio a Nath.
Il ragazzo mi poggiò a terra delicatamente e lasciò che prendessi le chiavi senza però mollare la presa sui miei fianchi.
Con la mano che tremava, feci scattare la serratura e il mio compagno mi aiutò ad entrare e a farmi sedere sul divano.
«Grazie» sussurrai con un po’ di voce «grazie per tutto».
Lui mi sorrise e si accomodò vicino a me, facendomi sistemare la mia testa sopra la sua spalla mentre mi accarezzava i capelli.
«Tranquilla, va tutto bene. Non ho fatto niente che non volessi fare» rispose lui con calma.
L’equilibrio che speravo di mantenere si era rotto o forse non avevo mai capito che in realtà non c’era mai stato.
Mi ero innamorata di quel ragazzo sin dal primo giorno e il mio cuore, in quel momento, me lo stava urlando con tutta la sua forza.



NdA

Ciao a tutte, sono tornata!
Allora, cosa ne pensate? Vi è piaciuto? ^^ Spero di sì! 
Adesso che Djibril si è resa conto dei suoi sentimenti per Nathaniel, cosa succederà? Seguitemi e lo scoprirete molto presto!
Come sempre ringrazio DarkViolet che non mi abbandona mai! Ti adoro più di prima! :-)
Ma i miei ringraziamenti vanno anche a: BML951110, AnnaIsabelSpicaII, giorgiabratta00, JessieSomerhalder, blacksmoon, Kange e even taylor.
Mamma mia, quante siete! O.O
Non mi aspettavo che la mia FF potesse piacere a tutte voi perciò grazie, mi spronate ad andare avanti!
Alla prossima allora!
Baci
Lilith

   
 
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