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Autore: metaldolphin    26/01/2014    4 recensioni
Dietro ciò che narrano le leggende si può nascondere una verità che può rivelarsi amara.
E' quanto succede alla Ciurma di Cappello di Paglia, che dovrà confrontarsi con una vicenda dolorosa dei tempi passati, ma disperatamente attuale.
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cari ragazzi, non potete immaginare quanto vi abbia atteso!
Conoscete già la triste vicenda legata a questa isola, ma io l’ho vissuta in prima persona: grazie alle mie arti magiche sono riuscita a giungere fino a questa strana epoca, nell’attesa di poter scontare le mie colpe.
Mi scuso con l’equipaggio per prima cosa: volendo evitare che qualcuno potesse incorrere in pericoli non previsti, ho trasferito tutti alla nave, facendoli cadere in un sonno che sarà ormai terminato.
Zoro e Nami, scusatemi se non vi ho spiegato prima, ma credetemi, è stato meglio così: quando certe situazioni si affrontano con spontaneità e senza schemi e barriere mentali precostituiti, il pericolo che qualcosa vada storto si riduce al minimo.
Il vostro aiuto e…
” qui Nami si interruppe, arrossendo vistosamente, ed una pronta Archeologa, ignorando le sue proteste, le prese il foglio e continuò in sua vece: “Il vostro aiuto ed il vostro amore sono stati fondamentali per concludere in bene questa triste e lunga storia: lo spirito inquieto dei miei amici ha raggiunto finalmente la pace che aveva tanto agognato e credo proprio che anche voi abbiate trovato il vostro tesoro, l’uno nell’altra… mi raccomando, non negatelo e difendetelo dal resto del mondo, perché la vita è breve e non va sprecata.
Gli oggetti che lascio sono stati in mia custodia per troppo tempo: me li aveva affidati la mia Principessa ed amica che ho avuto la malaugurata idea di tradire… erano i doni che le aveva fatto il suo Cavaliere, poca cosa in confronto ai gioielli della Corona, ma per lei era ciò che di più prezioso potesse avere.
Conservali con la stessa cura, coraggioso Spadaccino, ed offrili alla tua bella Navigatrice quando saprai che è giunto il momento giusto; hai sopportato con coraggio il dolore che questa prova ti ha portato e non conosco persona migliore a cui affidarli.
Grazie, grazie di tutto, ragazzi.
È merito vostro se tre anime oggi hanno finalmente trovato la pace.
Auguro a tutti il felice compimento dei vostri sogni ed una vita lunga e colma di tutto ciò che possiate desiderare, senza dimenticare che la gioia si apprezza ancor di più se conquistata con sacrificio.


Quando Robin concluse la lettura, Zoro e Nami si guardavano ancora, rossi in viso fino alla punta delle orecchie.
Il momento imbarazzante che si era creato tra loro fu mitigato dall’ennesima osservazione assurda del Capitano: -Però eri più figo da drago, Zoro! Sei sicuro di non riuscire a trasformarti di nuovo? Avrei tanto voluto fare un giro anche io!- esclamò deluso, prima di essere atterrato sul pavimento da Spadaccino e Navigatrice insieme, tra le risa degli altri.

Quella sera, dopo aver riposato quasi tutto il giorno per le fatiche di quella strana notte, Nami e Zoro si incontrarono sul prato del ponte, mentre lei andava a controllare la rotta da prendere una volta salpati e lui stava dirigendosi in palestra.

Nel silenzio colmo d’imbarazzo, si scambiarono un pallido sorriso; entrambi avevano avuto modo di pensare a quanto accaduto e, stranamente, fu lui a parlare per primo: -Senti, Nami…- iniziò a dirle, visibilmente a disagio -dicevi sul serio quando hai detto di preferirmi al tesoro?
Ricordava ancora il suo calore, mentre gli si stringeva al muso da rettile, come mai aveva fatto, e ne era compiaciuto.

Lei, non fidandosi della sua voce, si limitò ad annuire col capo, rossa in volto.
Non avrebbe mai creduto di poter pronunciare quelle parole, ma era stata sincera: sino a quel momento non aveva mai capito quanto tenesse a lui, ma si sa, solo quando si teme di perdere qualcuno ci si accorge di quanto sia importante. E, quando aveva visto che tutto era tornato a posto, tranne l’aspetto di Zoro, aveva temuto di doversi fracassare il pugno su quelle squame a vita… per non parlare del fatto che avrebbe perso quel caldo abbraccio che la accoglieva quando la sottraeva a qualche pericolo.

Come quello che la stava circondando in quel momento, mentre la stringeva anche se non stava correndo nessun rischio.

Lo ricambiò, felice di riaverlo come sempre: pigrone, un po’ rozzo, ma tanto caldo e sincero e forte e protettivamente coraggioso.

No, non lo avrebbe cambiato con niente.

Sentì qualcosa di freddo al polso.
Il braccialetto.

-Procediamo senza troppa fretta, ti va, Nami?- le chiese, impacciato.
-Sì!- rispose con un filo di fiato, poi lo baciò, mentre un sonoro -Yohohohoho!- dava il via a fischi, applausi e risa che l’intero equipaggio, affacciato al parapetto interno, propinò loro, avviando i festeggiamenti d’ordinanza.

Si staccarono soffocando una risata.
I momenti di privacy se li sarebbero dovuti sudare, ma ci sarebbero stati.
E ne avrebbero fatto tesoro, per loro più prezioso di qualsiasi altro.
 
   
 
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