Fanfic su artisti musicali > Austin Mahone
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Autore: Anaslover    28/01/2014    1 recensioni
Austin. Almeno avevo ancora lui. Un'altra di quelle poche persone su cui sapevo di poter contare. Avevo sempre capito tutto e non mi ero mai opposta alle decisioni di Trey, in fin dei conti lui era il capo. Capo di cosa non lo sapevo, sapevo solo che per fare qualsiasi cosa chiedevano a lui. Come biasimarli. Capitano della squadra di football, rappresentante degli studenti, faceva girare la testa a tutte le ragazze. Dovevo considerarmi fortunata ad averlo tutto per me. Peccato che tutto per me lui non lo era mai stato.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Ho saputo che ti sei iscritta al club di chimica."
Guardai i suoi occhi blu quanto il mare. Avrei potuto affogarci dentro, se non fosse che ogni volta che avevo l'opportunità di fissarli a lungo era per sentire un rimprovero.
"È così, Trey, e non ho intenzione di uscirne solo perché tu pensi che sia roba da cretini.", sentenziai.
Da quando in qua passare il proprio tempo con persone intelligenti era "roba da cretini"?
"Non ti ho detto di uscire."
"L'avresti fatto, se non ti avessi risposto."
Fece una smorfia, alzando le spalle. Aveva capito che era meglio lasciar perdere. 
Una cameriera venne a prendere l'ordinazione. Non potei non notare come Trey le guardò il sedere quando si girò.
Roteai gli occhi, ci ero abituata. Trey non era cattivo e tantomeno lo faceva per farmi soffrire. Mi voleva bene e io gliene volevo. Da morire. Ma era amore? Da un po' di giorni quella domanda mi ronzava in testa. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per me, ne ero certa. Ma forse il problema non era se l'affetto tra di noi ci fosse o meno. C'era sicuramente. Ma forse era mutato. Stavamo insieme da tre anni. Cosa era cambiato? Forse non c'era più spontaneità tra di noi. La mattina, per esempio, quando lo baciavo, lo facevo perché era di routine, non perché me la sentissi di farlo. Decisamente io e Trey non ci amavamo più. Ci volevamo bene, e c'era differenza. Non eravamo decisamente anime gemelle. Semplicemente non ci eravamo mai posti il problema. Chi lo avrebbe fatto al nostro posto? Il quarterback e la cheerleader. Una certezza. Ma allora cosa era andato storto? Il mio sentimento nei confronti di Trey era cambiato. Ed ero abbastanza certa che per lui fosse lo stesso.
"A che pensi?", mi chiese addentando l'hamburger.
"A niente. Domani ho un'interrogazione e sono un po' preoccupata."

"Cos'è l'energia di ionizzazione?"
"La tendenza di un atomo a cedere elettroni per raggiungere la stabilità, propria degli elementi dei primi gruppi della tavola periodica.", rispose Austin.
"E l'affinità elettronica?"
"La tendenza ad acquistare elettroni per raggiungere l'ottetto. Adesso possiamo fare una pausa."
"Elettronegatività e per oggi abbiamo finito."
"La capacità di un atomo di attrarre a se gli elettroni condivisi con un altro atomo in un legame.", rispose alzandosi con un gesto plateale dalla sedia.
Lo seguii in cucina.
"Dov'è tua madre?", chiesi sedendomi sul bancone.
"Non lo so, sarà uscita."
Guardai fuori dalla finestra, pioveva a dirotto. Nell'ultima settimana le temperature si erano abbassate drasticamente. Ma a me piaceva la pioggia. La adoravo. Cosa c'era di meglio che mettersi sul divano con una coperta, una cioccolata calda e un film?
Mi girai per guardare Austin, che armeggiava dentro il frigo. Tirò fuori il latte e lo mise in un pentolino con la polvere di cacao. Mi aveva letto nel pensiero. Prese un vassoio e ci posò due tazze, in cui versò la cioccolata, con un pacco di biscotti.
Si mise davanti a me e posò le mani sul bancone, ai lati delle mie gambe.
Gli tolsi il cappello, posizionandolo sui miei capelli già spettinati, nella treccia che portavo da quella mattina.
"Come fai a portare il cappello anche dentro casa?"
"Questione di abitudine.", disse mentre prendeva il vassoio e si dirigeva verso la sala.
Ancora una volta, lo seguii.
Mi sedetti sul divano, posizionandomi sulle gambe la coperta che si trovava già li. Intanto Austin aveva fatto partire un dvd e mi aveva raggiunto. Hunger Games. Il mio film preferito, tratto dal mio libro preferito, con alcuni dei miei attori preferiti.
Si posizionò accanto a me e si sistemò la coperta addosso.
Tutto perfetto, no? Janice sarebbe stata contenta di stare li con noi. Ma non c'era.
"Che hai?", domandò Austin.
"Cosa? - mi ridestai dai miei pensieri - N-niente."
Non dovevo essere risultata molto convincente, me ne rendevo conto.
"Summer.", mi richiamò.
"Mi manca Janice. Le penso sempre, Austin. Fa così male. - una lacrima rigò il mio viso - Sembra che a nessuno importi niente. È come se ci fosse un muro tra me e il resto del mondo. Un muro di indifferenza. Mia madre non la nomina più. Trey non la nomina più. Jack non la nomina più. Era la sua ragazza, Austin, e sembra che se lo sia dimenticato. Domani è un mese. Se ne è andata solo da un mese e noi siamo tutti già tornati alla nostra vita."
Dire quelle parole mi faceva male. Mi faceva incredibilmente male ammettere che le persone a me più care sembravano essersi dimenticate l'accaduto. Era come ricevere un pugno, no, una coltellata, nello stomaco.
"Non piangere. - Austin mi attirò tra le sue braccia e mi strinse forte - Nessuno l'ha dimenticata, solo che cercano di andare avanti, è questo quelli che lei vorrebbe.", cercò di tranquillizzarmi. 
Strinsi la sua maglia nel mio pugno, più forte che potevo.
"Non è vero. Lei vorrebbe sapere che ci sono persone che l'hanno amata e che la ameranno per sempre."
"Ma questo lo sa. Ascolta, Summer, non pensare che il fatto che la gente non la nomina davanti a noi significhi che nessuno pensi a lei. Noi eravamo la sua seconda famiglia. Non ne parlano per non farci soffrire. Adesso basta, ti prego, non voglio vederti piangere."
Si sentiva impotente, lo sapevo. 
Mi prese il viso tra le mani e mi portò a guardare i suoi occhi. Poi, con molta cautela, asciugò le mie lacrime, concludendo baciandomi la fronte, per poi poggiarla sulla sua. Le nostre mani erano adesso intrecciate e i nostri occhi incapaci di lasciarsi.
"Tu sei tutto quello che mi è rimasto, Summer. Non voglio vederti stare male."
Annuii a quelle parole, perché sapevo che erano sincere.
Lentamente unimmo le nostre labbra in un bacio casto e innocente. Immediatamente una sensazione di calore mi pervase tutto il corpo. Mi sentivo sicura, protetta.
Pensai a Trey. Tecnicamente stavo tradendo il mio ragazzo. Ma sentivo che quello che stavo facendo era giusto. In quel momento mi trovavo nel posto giusto, con la persona giusta, e non c'era nessun altro posto in cui volessi essere.
In modo delicatissimo lasciò le mie mani e mi prese dalla vita, attirandomi ancora più vicina a lui.
Sentire le sue morbidissime labbra sulle mie mi faceva vedere le stelle.
Tutto era così perfetto e avrei voluto che non finisse mai.


ANGOLO AUTRICE
Rieccomi qui! Allora, che ne pensate? Mi sono impegnata molto per scrivere questo capitolo, soprattutto alla fine. Ho cercato di descrivere al meglio i sentimenti di Summer. E ho anche cercato di rendere il tutto quanto più realistico possibile.
So che i capitoli sono corti, ma non riesco proprio a farli più lunghi, ho paura di diventare logorroica.
Oggi non ho molto da dire, se non che è scoppiata la bomba! Chissà questo bacio cosa comporterà!
Ho dovuto menzionare Hunger Games, era d'obbligo, come ho detto sopra, i miei libri preferiti, i miei film preferiti, con i miei attori preferiti (soprattutto Isabelle Fuhrman, la ragazza che fa Clove, il tributo femmina del distretto 2, ma non credo che questo vi interessi!).
Era d'obbligo per me anche fare il siparietto sulla chimica, la adoro!
Ho finito di annoiarvi, vi chiederei di lasciare un piccola recensione, significherebbe tanto per me, anche perché così è davvero destabilizzante, perché non so se vi piaccia o meno la storia, quindi, vi supplico, scrivetemi qualcosa!
Alla prossima,
Anaslover!
  
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