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Autore: Angie Mars Halen    29/01/2014    2 recensioni
Nikki sta attraversando il periodo più buio della sua vita e ha l’occasione di incontrare Grace. Dopo il loro primo e burrascoso incontro, tra i due nasce una profonda amicizia e Grace decide di fare del suo meglio per aiutare e sostenere il bassista. Inizialmente Nikki è felice del solido rapporto che si è creato tra lui e questa diciassettenne sconosciuta, ma subentrerà la gelosia nel momento in cui lei inizierà a frequentare uno dei suoi compagni di band. Mentre dovrà fare i conti con questo, Grace, che è molto affezionata a lui e quindi non vuole abbandonarlo, dovrà fare il possibile per non essere trascinata nell’abisso oscuro di Sikki.
[1987]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mick Mars, Nikki Sixx, Nuovo personaggio, Tommy Lee, Vince Neil
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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20) GRACE

In poco tempo riuscii a smaltire l’imbarazzo che avevo accumulato nei confronti di Elisabeth dopo averla colta in flagrante in compagnia di Tommy. Ora eravamo entrambe a conoscenza di un segreto dell’altra che doveva essere assolutamente mantenuto tale, tanto che adesso Beth aveva iniziato a uscire con Tommy, consapevole del fatto che l’unica persona che lo sapeva se ne sarebbe ben guardata dall’andare a spifferarlo in giro. Sapevamo entrambe che questa storia sarebbe durata poco e che tutti e due avevano più corna di un cervo, ma lei aveva deciso, con tutto il mio appoggio, di cogliere l’occasione al volo per non doverla rimpiangere in futuro. Per fortuna, ora che frequentava un compagno di band di Nikki, nonché il suo temuto e contemporaneamente venerato Terror Twin, aveva avuto modo di sapere dettagliatamente la pessima situazione in cui si trovava quello che lei aveva considerato un mostro fino a pochi giorni prima. Ora era persino convinta che potesse uscire da quell’abisso, tuttavia continuava con le sue solite raccomandazioni ipocrite, ma io la ignoravo e andavo regolarmente a trovare Nikki.

Un pomeriggio andai a Hollywood a fare compere con Elisabeth e, mentre eravamo sedute al tavolo di un bar sul Sunset, incrociammo l’ultima persona che avrei voluto incontrare. Lo vidi entrare raggiante come sempre, lanciare un sorriso a una cameriera e appoggiarsi al bancone con quella sua insopportabile aria da star quale, effettivamente, era.

“Vorrei sapere come accidenti fa ad avere dei capelli così perfetti,” bofonchiò Beth da chinata sul suo martini.

Io, che stavo invece sorseggiando un tè ghiacciato alla pesca, scossi il capo. “Lascia perdere. Un simile lusso non è concesso a noi comuni mortali.”

Vince Neil lasciò una banconota sul ripiano di granito del bancone e, mentre si stava dirigendo verso l’uscita con un caffè, si accorse di noi. Fece uno smagliante sorriso da ruffiano e si avvicinò al nostro tavolo togliendosi gli occhiali da sole con un gesto lento e provocante degno della scena di un film.

“Ragazze, anche voi qui?” domandò, poi spostò una sedia aiutandosi con la punta di uno stivale e ci si lasciò cadere sopra. “Elisabeth, Tommy mi racconta spesso di te, e da come parla direi che ve la passiate benissimo. E tu, Grace, sei l’unico argomento di cui Nikki parla se si escludono le ragazze e la musica.”

Sollevai le sopracciglia con aria interrogativa. “Non rientro nella categoria delle ragazze?”

Vince sogghignò e appoggiò i gomiti sul tavolino, sorreggendosi il volto con i palmi. “No, tu rientri in quella delle ragazze normali. Sai, Sixx ha l’abitudine di frequentare tipe scoppiate, a volte anche più di quanto lo sia lui, ma tu sei uno strappo alla regola. Chissà che non riporterai un po’ di ordine in quel suo cervello svitato?”

“Lo sai che sta passando un momentaccio, perché non la pianti di parlare di lui in questo modo?” ribattei. Sapevo che tra Vince e Nikki non scorreva buon sangue, però non accettavo di sentirlo parlare così alle sue spalle.

“Scherzavo,” rispose Vince sollevandomi il mento con l’indice, costringendomi a fissarlo negli occhi. Erano di uno splendido color nocciola, però c’era qualcosa che mancava. Sembrava che appartenessero a una persona che aveva perso tutto da tanto erano spenti. Vince doveva essere abile a mascherare i suoi veri sentimenti di fronte alla gente, un vero attore la cui bravura era dovuta a qualcosa di spiacevole di cui si rifiutava di parlare. Se gli occhi di Nikki erano stanchi, questi erano malinconici. Eppure bastava scendere un po’ con lo sguardo per notare che un sorriso smagliante gli illuminava il volto.

“Ora che ci hai salutate puoi tornare sui tuoi passi,” il mio tono suonò fin troppo scortese. “Ci si vede in giro.”

Vince però non sembrava avere alcuna intenzione di schiodare dal nostro tavolo.

Elisabeth diede un’occhiata all’orologio e mi chiese se avessi voglia di accompagnarla negli ultimi quattro negozi che non avevamo ancora passato in rassegna. Se si tiene conto che non sono mai stata un’amante dello shopping troppo prolungato e che quel giorno avevamo girato per ore, è facile immaginare la mia reazione: mi opposi con tutte le mie forze. Lei però doveva assolutamente andare a controllare che non fosse arrivato qualche capo nuovo nel suo negozio preferito e io, volente o nolente, dato che ero in macchina con lei, mi sarei dovuta sacrificare.

“Non lasciare che gli altri ti dicano quello che devi fare!” esclamò Vince con atteggiamento melodrammatico. “Ci penso io a riaccompagnarti a casa, così Elisabeth potrà finire i suoi giri e tu non ti stancherai troppo, sua piccolezza reale.”

“Gentile da parte tua,” bofonchiai irritata dall’appellativo riferito alla mia statura.

“Ottima idea!” esclamò Beth. “Tu torni a casa con lui e io vado a fare un ultimo giro. Ci vediamo lunedì a lezione!”

Non mi lasciò nemmeno il tempo di ribattere: si alzò e scappò via di corsa, sovraeccitata al solo pensiero di riuscire a trovare un vestito che stava cercando da settimane senza alcun risultato.

Mentre Elisabeth esaudiva il suo desiderio più grande, io me ne stavo seduta a fissare Vince di sbieco, sperando che il mio sguardo truce lo facesse pentire della sua ultima proposta. Avrei dovuto sapere che non lo avrebbe fatto ma che, al contrario, avrebbe prolungato la mia sofferenza dilungandosi in discorsi sconclusionati per prendere tempo.

A un certo punto, stanca di sentirlo blaterare, mi alzai di scatto. “Senti, ho promesso a Nikki che sarei andata da lui. Credi di poter scollare le chiappe da quella sedia, salire in macchina e guidare fino a casa sua senza farmi perdere altro tempo?”

Vince fischiò ammirato. “Fantastico, Grace, vedo che il caratteraccio di Sixx ti sta influenzando.”

“Rispondi alla mia domanda,” insistei con determinazione.

Vince si stiracchiò e, facendo molta attenzione a essere tutt’altro che svelto, si alzò e si avviò verso l’uscita. “Ci proverò. Ho parcheggiato di fronte alla nostra vecchia casa, dietro al Whisky a Go-Go. È un po’ lontano, ma stai per avere l’occasione di vedere in che bel posticino abbiamo vissuto.”

“Sai che fortuna...” borbottai mentre lo seguivo.

Mi toccò camminare per un quarto d’ora prima di raggiungere la sua macchina parcheggiata lungo North Clark Street, davanti a una palazzina color ocra e decadente. Vince avrebbe voluto raccontarmi tanti aneddoti riguardo quella casa, ma gli feci capire che non avevo intenzione di stare ad ascoltarlo salendo sull’auto e invitandolo a muoversi. Lui alzò gli occhi al cielo e si mise alla guida, rassegnato.

“Quand’è che la pianterai di farti scorrazzare da noi?” domandò.

“Sei stato tu a offrirmi un passaggio,” risposi, irritata dal fatto che riuscisse sempre a farmi fumare il cervello.

“Lo so. È possibile che tu non abbia neanche un briciolo di senso dell’ironia?”

“Vedo che scherzare con le ragazze ti piace molto.”

Sul suo viso spuntò un sorriso beato. “Dipende in che modo.”

“Be’, questo è chiaro!”

Mi picchiettò l’indice sulla spalla per esortarmi a girarmi e guardarlo in faccia, poi volle sapere dove doveva scaricarmi.

“Te l’ho detto prima: a casa di Nikki.”

Vince sbuffò e sollevò gli occhiali da sole sul capo, tirando indietro la frangia lunga. “Vai ancora a casa di Sixx per fargli da balia?”

“E tu sei così rompipalle anche con Elisabeth quando va a casa di Tommy?” ribattei prontamente.

“Loro due escono insieme, o per lo meno non si vedono per qualche ragione tragica,” rispose, e stavolta la sua voce era seria.

“Io e Nikki siamo amici. Direi che ci sia ancora meno di cui preoccuparsi.”

“Vuoi dirmi che non ci ha mai provato? Se così fosse, allora vuol dire che lo abbiamo perso del tutto, e la cosa non mi piace,” esclamò ad alta voce e battendo un pugno sul volante per caricare la risata argentina che seguì la frase. Mentre continuava a parlare, la mia mente volò alla sera in cui mi aveva portata su quello spiazzo tra le Hollywood Hills e mi aveva baciata, saltando poi fuori con una scusa assurda per giustificare il gesto. Per quel che ne sapevo, sì, una volta ci aveva provato.

“Se anche ci avesse provato?” chiesi con tono di sfida.

Vince mi fissò per un attimo con lo sguardo corrucciato, poi scoppiò nuovamente a ridere e riprese a battere il pugno, stavolta sul sedile. “Lo sapevo che ci aveva provato! Lo sapevo! Dài, cos’è successo?”

“Piantala, hai rotto i coglioni,” sbottai. “Se anche fosse, qual è il problema?”

“Nessuno,” mormorò senza aggiungere altro, poi tornò a concentrarsi sulla guida.

Quando si fermò davanti al cancello della villa di Nikki sospirò e scosse il capo, facendo un commento riguardo il timore che incuteva quel posto macabro.

“Spero vivamente che metta la testa a posto,” disse con lo sguardo fisso sulle chiome scure degli alberi nel giardino.

“Non sarò certo io quella che farà il miracolo, dipende solo ed esclusivamente da Nikki. L’unica cosa che possiamo fare è non lasciarlo da solo.”

Vince annuì. “Se non fosse così insopportabile, farei qualcosa di più anch’io... adesso però è ora che vada. A presto, Grace, e vedi di non combinare casini.”

Per tutta la risposta sfoggiai un sorriso sarcastico e aspettai che se ne andasse prima di suonare il campanello. Nikki era affacciato alla finestra e mi stava aspettando, forse convinto che non lo avessi visto che mi osservava da dietro le tende pesanti. Mentre attraversavo il giardino, continuavo a pensare alla sera sulle Hollywood Hills, convincendomi che quel bacio, in fin dei conti, fosse stato solo un gesto che Nikki aveva compiuto in un momento di debolezza. Non poteva trovare qualcosa di interessante in una come me e non c’era assolutamente nulla che potesse esserlo, non per una rockstar del suo calibro.




N. d’A.: Buonasera!
Questo ventesimo capitolo è stato un po’ di passaggio, tuttavia spero che vi sia piaciuto lo stesso. Nel caso non fosse così, sono sicura che il prossimo vi piacerà di più perché vedremo l’entrata in scena di un narratore “nuovo”, se così posso definirlo... o, meglio, lo conosciamo bene e ha già fatto indirettamente la sua comparsa nel corso della storia, ma la prossima volta avremo, ahinoi, l’onore di sentirlo parlare in prima persona.
Stay tuned, ci si rilegge il prossimo mercoledì! :D
Adesso la Mars torna ad immergersi nel suo lago di fazzoletti a starnutire... bye!

Angie

   
 
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