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Autore: ilaperla    29/01/2014    3 recensioni
Tommaso e Martina sono tornati a vivere. Li abbiamo lasciati, finalmente, con un finale tanto desiderato, voluto e ottenuto. Tanti sono stati gli ostacoli, materiali e non, nel loro cammino.
Ma cosa è accaduto prima? E cosa accadrà dopo il loro perdersi, ritrovarsi e amarsi?
Ritornano loro, ritornano gli altri e ritornano le emozioni.
[Continuo di Perdersi, ritrovarsi e amarsi. (Consigliata la lettura) http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1793747&i=1 ]
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Perdersi, ritrovarsi e amarsi'
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Amarsi: Buongiorno bell'anima


 

Il tempo si ferma, i cuori accelerano e le gambe tremano.
I ragazzi si guardano negli occhi, incapaci di fare un passo per affrontare la realtà.
“Santo cielo, fate qualcosa!” Dice Martina, tenendosi la pancia, mentre sente un dolore lancinante all’altezza dell’ombelico.
Tommaso si riscuote e lasciando sul bancone lo scatolo del carillon, prende il braccio di sua moglie e lo passa intorno al suo collo.
“Io la porto in ospedale, ci vediamo li” Rivolge un veloce cenno a Miranda che asseconda, mentre Matt è imbambolato nel vedere sua sorella in preda alle contrazioni.
Alzando tra le braccia Martina, Tommaso si fionda fuori il negozio.
La ragazza, trattenendo il labbro tra i denti, sprofonda la testa nel petto di suo marito, mentre un’altra spinta la fa boccheggiare.
Le contrazioni sono frequenti e questo le mette ansia, perché il bambino sta per venire al mondo.
 
“Matt, Matt!” Dice Miranda, scuotendo per un braccio suo marito.
Davide è ancora seduto nel seggiolino del carrello, incurante di tutto, mentre succhia allegramente l’orecchio del suo ranocchio.
Matt sembra riscuotersi e guarda sua moglie.
“Che ti prende?” Gli domande lei.
“Sta nascendo… Mio nipote sta nascendo”
Miranda sorride e gli sposta il ciuffo caduto davanti agli occhi.
“Sei più emozionato ora, di quando nacque tuo figlio. Ma si, stai per diventare zio, amore!”
Matt sorride gongolante, un po’ preso dal fatto che suo nipote stia per nascere, un po’ perché ogni volta essere chiamato ‘amore’ da sua moglie, è qualcosa di sorprendente.
“Allora muoviamoci, che voglio vedere questo bufaletto” Sbotta, sorridendo, avvicinandosi a Davide.
“Andiamo a conoscere il tuo cuginetto, che dici? Sarà un maschietto o una femminuccia?”
“Lo scopriremo solo quando arriveremo” Sorride Miranda, vedendo la scena.
Si incamminano verso la porta, ma quasi fuori, Matt si blocca guardando Miranda.
“Prima di andare via, dobbiamo fare una cosa…”
Detto ciò, con Davide in braccio, si allontana, tornando nel magazzino.
Martina, scrolla le spalle, seguendo i due uomini della famiglia.
 
“Sta calma, andrà tutto bene” Ripete per la millesima volta Tommaso, mettendosi la cinta, dopo aver fatto sedere sua moglie nel sedile del passeggero.
Martina respira come le è stato insegnato, ma non può evitare di sorridere alla reazione di suo marito.
“Sta calma, siamo arrivati” Ribatte sempre lui, stringendo il volante.
“Tom!” Lo richiama lei, aggrappandosi alla maniglia.
“Eh?”
“Se lo dici un’altra volta giuro che una volta passato questo dolore, ti prendo a calci”
Tommaso, visibilmente scioccato, si gira un attimo a guardarla.
Forse sta esagerando, deve darsi una calmata prima di tutto lui. Ma Dio, sta per diventare padre!
È legalmente giusto, agitarsi più della madre.
“Non me n’ero accorto”
“Allora smettila!” Lo rimbecca lei, tornando a respirare.
Se è tanto agitato, partorisse lui per me! Pensa Martina tra se, mentre l’ennesimo calcio le spezza a metà il respiro.
 
Arrivati alle porte del pronto soccorso, Tommaso parcheggia a casaccio e di volata scende dall’auto, andando ad aprire quella di sua moglie.
Martina trattiene le lacrime, mentre si lascia sollevare da suo marito e insieme entrano dalla porta scorrevole dell’edificio.
“Mi serve aiuto” Urla Tommaso, per attirare l’attenzione.
“Non lasciarmi. Ho paura” Lo richiama Martina, tra le lacrime che ora sono diventate fitte e copiose.
“Non lo farò. Andrà bene, te lo prometto” Le assicura lui, come se tutto dipendesse da quest’uomo.
La bacia tra i capelli, mentre nello stesso momento si affrettano due persone: uno col camice verde, il dottore e uno vestito in bianco, l’infermiere.
“Che succede?” Domanda il dottore.
“Mia moglie sta partorendo” Lo informa Tommaso, tenendo aggrappata saldamente sua moglie, che chiude gli occhi e si concentra sul ritmo del suo respiro.
“Marcello, ci serve una barella” Ordina il medico all’infermiere.
Non appena sente il nome, Martina apre gli occhi guardandosi attorno, ma vede solo la figura dell’uomo col camice bianco andare via.
Tommaso, all’udire quel nome, ha notevolmente aggrottato le sopracciglia stupefatto.
Odia quel nome, nonostante tutto ed egoisticamente non vuole che suo figlio passi dalle mani di quell’infermiere con il nome comune a un’altra persona.
Riscuotendosi, per il pensiero disonesto fatto, torna a prestare attenzione al dottore, che avvicinandosi pone delle domande a Martina.
“Di quanti mesi è signora?”
Martina cerca di rispondere, ma è bloccata nuovamente dalle contrazioni.
“Oggi è entrata nel nono mese” Risponde per lei, Tommaso.
“Ogni quanto ha le contrazioni?” Domanda.
Ma questa risposta non la sa proprio Tommaso, guarda sua moglie in attesa di qualche suggerimento.
“Ogni cinque minuti circa” Risponde a fatica Martina, trovando però un pò di sollievo.
Marcello torna con una barella, accompagnato da un’infermiera con i capelli corti corvini e con l’aria serena.
“Bene signora, andiamo a far nascere questa creatura” Esordisce il dottore.
Tommaso adagia sua moglie sul lettino, non mollandole la presa tra le mani.
“Lei signore, può aspettarci al terzo piano” Gli dice Marcello, l’infermiere.
“Io non vado proprio da nessuna parte” Lo rimbecca lui acido.
“Signore, non è il caso…” Si aggiunge il dottore.
L’infermiera si avvicina a Martina, che ha assistito inerme al dibattito, posa una mano sulla spalla di Tommaso e gli sussurra.
“Stia tranquillo, veglio io su sua moglie. Le prometto che tra poco gli porterò suo figlio tra le braccia”
E Tommaso si fida, rimane in silenzio e guarda sua moglie, che ha le lacrime agli occhi.
“Ti aspetto” Avvicinandosi, le lascia un bacio sulle labbra.
“Andrai benissimo. Ti amo”
Martina singhiozzando, lascia la sua mano.
“Ti amo”
Questa è l’ultima cosa che sente Tommaso, mentre le porte dell’ascensore si chiudono alle spalle di quel gruppo.
 
Cammina avanti e indietro in quella sala d’attesa, proprio come quella volta in cui Martina aveva avuto quel dannato incidente.
Ricorda ancora l’ansia, la paura e il rimprovero per essersi comportato da coglione, perché era tutta colpa sua.
Era colpa sua quella volta, se la donna che amava stava combattendo da sola contro quel tunnel buio.
E lui cosa faceva? Oltre che a comportarsi da grandissimo stronzo, non poteva fare nulla. Aspettare.
Proprio come sta facendo ora.
Esausto di quel camminare senza senso, decide di sedersi a peso morto su una sedia di palstica, con i gomiti sopra le ginocchia, si prende il viso tra le mani, pregando di vedere al più presto sia sua moglie che il suo bambino.
Ancora non ci crede, sta diventando padre.
Ricorda benissimo quando sua moglie gli diede la notizia, è strano come alle volte il destino giochi degli scherzi.
Ci toglie dal nostro cammino persone, cose, che amiamo, per poi farcene conoscere di altre.
Ricorda la devastazione per aver perso Sofia, sua madre, la miglior madre che tutti potessero avere.
Devastazione, curata dall’altra donna più importante della sua vita, curata in modo inevitabile, in modo quasi inconscio, con una sola parola: incinta.
Brividi gli percorrono, proprio come quel giorno, la schiena.
Nove mesi di attesa e ora, con la consapevolezza che tra poco vedrà quell’esserino, gli fa tremare la gola.
 
Sente dei passi affrettati e alza la testa per veder arrivare Matt e Miranda, accompagnati dai genitori di Martina insieme a suo padre ed Ely.
“Dov’è?” Domanda Monica, la mamma di Martina.
“L’hanno portata dentro un’ora fa. Non so ancora nulla” Spiega Tommaso, alzandosi.
“Perché non hanno detto ancora nulla?” Domanda suo padre.
“Non lo so papà, non esce nessuno da li dentro e io…”
Viene interrotto da un rumore di porta che si apre. Dalla sala esce un’infermiera con la mascherina in mano che sorride al gruppo riunito.
“Chi è il marito della signora?” Domanda lei.
“Io” Si fa avanti Tommaso, in completa ansia.
“Sua moglie la cerca”
Tommaso asseconda col capo e segue la ragazza.
 
È in quella posizione da un’ora ormai, non ce la fa più. E’ stesa su una barella in attesa, ma il bambino a quanto pare, non è ancora pronto per venire al mondo.
Come se stesse aspettando che anche il padre assista a quell’avvenimento.
Sente una mano sfiorare la sua fronte e apre gli occhi, guardando il viso dell’uomo che ama.
“Hei, che succede?” Le domanda Tommaso, con un sussurro.
“Non lo so, dicono che le contrazioni si sono fermate e io ho paura Tom” Ammette lei, facendo cadere alcune lacrime dagli angoli degli occhi.
“Non devi. Sai che c’è? Che io rimango qui con te”
Solo ora, Martina si rende conto che suo marito ha un camice verde, come quello che indossano i medici.
“Ti fermi qui?” Gli domanda curiosa.
“Certo”
Come se il bambino stesse aspettando solo questo, Martina si contorce per una contrazione molto forte.
“Che succede?” Domanda Tommaso, vedendo la sua espressione.
“Ci siamo” Annuncia il dottore, posizionandosi dietro il panno verde, di fronte ai due giovani.
“Tom” Lo richiama Martina, allungando una mano.
Tommaso non dice niente, completamente rapito, afferra la mano e subito la stretta di Martina gli spezza il respiro.
Non si aspettava tutta quella forza da una ragazza così gracilina e in questo stato.
Probabilmente vorrà solamente trasmettere anche a lui il dolore che sta provando.
 
“Al mio tre, dia una bella spinta” La invita bonariamente per la sesta volta consecutiva, il dottore.
“Dai tesoro, un ultimo sforzo” La incita Tommaso, che nel frattempo ha la mano ridotta a una polpetta.
Martina prende un respiro a pieni polmoni e decisa a farla finita con tutte queste spinte, stringe i denti e cerca di spingere con il bacino quella nuova vita trattenuta dentro di se.
Non vede l’ora di vederla, ma tutto questo dolore non era in programma.
Quando finalmente, sente qualcosa uscire fuori, un forte pianto attraversa la stanza e un silenzio inverosimile cade tra loro, rotto solo da quella musica.
Martina molla la presa dal marito e guarda davanti a se.
“E’ una femminuccia, complimenti”
Il dottore passa quella piccola creatura a un’infermiera, che avvolgendola in un panno e pulendola il più possibile, la passa tra le braccia della mamma.
Appena la bambina viene adagiata sul petto della sua mamma, smette di piangere, come se avesse subito capito che quello è il suo terreno, chiamato casa.
“Oh mio Dio” Sussurra Tommaso, finalmente prendendo parola.
“Ciao piccola” Saluta Martina tra le lacrime.
“E’… Bellissima” Allunga una mano Tommaso, accarezzando con l’indice, la guancia della bambina.
“Sei stata bravissima tesoro” Lascia un bacio sulla testa a sua moglie.
“Ciao piccola, questo è tuo papà. Papà, ti presento la piccola Sofia”
A quel nome Tommaso sbarra gli occhi e si blocca, mentre accarezza la piccola manina paffuta di sua figlia.
Sofia, fa un versetto, nel momento stesso in cui si sente chiamare.
Se una donna forte, con lo stesso nome, ha lasciato questo mondo, una uguale, con lo stesso carattere, temperamento e la stessa presenza, sta prendendo posto in questo nuovo mondo.
“Ti amo lo sai?” Domanda Tommaso, con le lacrime agli occhi.
“Ti amiamo anche noi” Risponde sorridendo, Martina, a quella nuova vita, con protagonisti loro tre.

 

E' nata!
Come ha avuto ragione la mia amica Anerol (ciao Lore! ) questo, signori e signore, è stato il travaglio più lungo della storia.
Ma alla fine, ci siamo riusciti! *alza in alto il pugno*
Ragazze, oggi sono di poche parole perchè mi fa dannatamente male il ginocchio e non riesco a stare ferma, infatti scusatemi se ci saranno errori nel capitolo,  ma non mi sono messa con tanta intenzione.
Volevo avvisarvi che mancano, credo, due capitoli alla fine.
Che devo ancora scrivere! 
Comunque, DOVE SIETE ANDATI A FINIRE?
Non vi ho sentito per niente la scorsa volta. 
Tranne qualcuno che ringrazio di vero cuore!
Perciò non deludetemi eh!

Ho scritto una OS, se volete farci un salto e lasciate un'opinione, quella sono io li dentro: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2421841&i=1

L'altra mia FF: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2218968&i=1

Saluto tutti quelli che si aggiungono!
Un bacione a voi tutto.
-Ila-


 
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