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Autore: lamialadradilibri    31/01/2014    0 recensioni
Una serpe può entrare nel cuore di una Grifona? E se - per ipotesi - ci riuscisse, cosa le farebbe? Se ne prenderebbe cura, o lo strapperebbe e distruggerebbe fino all'ultima goccia di sangue?
(Cap. 1)
« E poi andiamo, » continuò, sorprendendola. « chi vorrebbe aiutare Draco Malfoy? ».
Annuì, convinta. « D’accordo. Ma a pranzo voglio la torta ».
(Cap. 9)
Stava per andarsene, delusa da sé stessa, quando sentì qualcuno tossicchiare. Si voltò, terrorizzata d'aver incontrato, erroneamente, la McGranitt o chissà chi altri, ma non era nessuno di non voluto.
Perché lì, davanti a lei, c'era Draco.
[...] E, un secondo dopo, lui la baciò.
(Cap. 11)
[...] “Quindi è importante, per te.”
“Non dovrebbe?” sbottò. “Draco. È stato il mio pri... Secondo bacio” [...] “Non bacio chiunque! E io, be', credevo d'essere importante per te. Perché tu lo sei per me, sei importante. O almeno così credevo, io..”
[...] “Tu... sei così importante. Per me. Però sei anche così... difficile”.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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CAPITOLO VENTI.
“Vado avanti io.” Hermione lanciò un’occhiata storta a Draco che, da quando lei s’era avvicinata a Ron, non stava facendo altro che infastidirla. ‘Vado’, ‘Faccio’, ‘Seguitemi’. Tutti ordini. Nessuna richiesta d’aiuto. Ciò che più la infastidì, però, fu il fatto che aveva strappato la sua lettera. Per un po’, s’era detta: strapperò il suo regalo!
Poi s’era ricreduta: se l’avesse fatto, Draco non gliel’avrebbe mai perdonato.
Mai.
Ed Hermione era già in una brutta situazione, nei suoi confronti. In una situazione che, fino ad un attimo prima, non avrebbe mai creduto potesse avverarsi.
Insomma, perché diavolo l’aveva fatto? Andare da Ron. Era impazzita! Sapeva già che Draco era un po’ geloso, quindi... Perché farlo? Non era arrabbiata con lui, né ne aveva motivo. Semplicemente, era innamorata pazza. Però, voleva bene anche a Ron. Ne avevano passate così tante assieme, e così tornare da lui, in un momento di difficoltà, le era venuto spontaneo. Come bere un bicchere d'acqua: mentre lo si fa, non ci si chiede se è giusto. Lo si fa, punto.
“Sei distratta. Torna in te.”
La rossa rabbrividì, e lanciò un’occhiata a Ron. Non poteva credere alle sue orecchie. Sì, voleva bene all'amico, ma davvero le aveva detto una cosa simile? Insomma, lui?! 
Che cosa?!
“Hermione. Sai ciò che stiamo per fare? Sarà pericoloso. E tu non fai che pensare a lui!” il ragazzo non si curò nemmeno di nascondere la sua gelosia. La esibì, come un premio. Hermione non se ne sentì nè lusingata, né infastidita. Non provò niente verso i sentimenti di Ron. Ciò che doveva dire, lo aveva già detto.
“Be’!” andò in escandescenza lei dopo aver fatto qualche silenzioso passo, sentendosi messa con le spalle al muro. Ron mi ha detto di tornare in me! ''Tornare in me''?! Ma che diavolo! 
“Non è che Harry e quella là siano meglio! E poi, perché ci segue?!”, domandò, non trovando argomenti con i quali difendersi. Così, provò a giustificarsi, fallendo miseramente.
“Arriva fino alla biblioteca, Herm. L’ha detto. Poi, c’abbandona. Ma dov’eri con la testa?!” La umiliò lui. La grifona sentì andarle a fuoco tutto il volto, e pure le orecchie. 
Io?! Parli tu! Tu, che... Oh!” Hermione s’allontanò bruscamente da lui, non curandosi delle occhiate perplesse degli altri ragazzi – e così, non notò nemmeno Malfoy avanzare, solo e deluso, verso l’infermeria. La sua Herm, la vera Herm, dov’era? Accidenti! S’era davvero innamorato di quella là? In pochi secondi, Hermione Granger era scomparsa, per lasciare il posto a... A... Un’idiota!
“Per tutta la tua vita, non hai mai fatto il serio; mai!” lo sgridò, avanzando. Ron piegò la testa di lato, non riconoscendo l’amica. L’aveva attaccato, aveva cercato, con le parole, di ferirlo. “Non puoi, semplicemente, venire qua a farmi la predica! A me! Ronald!” 
La sua voce non sembrava neanche più la sua. Sembrava quella di una gallina di quelle serie TV che, quando era a casa dai genitori, guardava alla tivù babbana, se non c'era niente da fare.
“Credo... Credo che tu debba risposare un po’.” Si trattenne dal dirle qualcosa di più volgare, ma sincero, poiché ci teneva a lei.
Ed Herm lo sapeva. Ma non riusciva più a frenare la lingua, sopprimere l’impulso irrefrenabile di zittire Ron una volta per tutte. L’idea che lui, proprio lui!, l’avesse rimproverata, era insostenibile. In più, aveva fatto arrabbiare Draco. E chissà cosa stava pensando il Serpeverde di lei, ora!
Tutto ciò, per Ron.
“Io? Riposare?! Ronald! Non parlarmi più! Su, seguiamo Draco; uccidiamo Rossana e finiamola!”
“Herm... No!” squittì Ron, paonazzo, guardando un punto oltre a lei. Herm pensò fissasse Harry e Eléna, che chissà che facevano. Poi si guardò attorno, e capì che avevano superato da un po’ la biblioteca. Come in un flash, si ricordò la voce d’Eléna dire, squillante: Ciao, ragazzi! Io mi fermo qui! Ciao amore!, proprio nello stesso momento in cui Draco aveva detto: Muoviamoci, idioti!.
Allora, cosa...
Si voltò, esitante.
Il suo cuore batteva a mille.
Dentro sé, sapeva già che cosa avrebbe visto .
Dietro  lei non c’erano né Harry, né Eléna.
C’era Ross, con un sorriso smagliante.
E c’era Draco, steso ai suoi piedi, con le mani serrate in un pugno, e l'espressione più triste e delusa che mai. Non la guardò, si limitò a fissare i suoi piedi. Draco, un Malfoy, il Mafoy, non era fatto per inginocchiarsi a nessuno. Figuriamoci per essere messo sotto da una ragazza, umiliato pubblicamente davanti a tutti i  suoi amici.
Non fece in tempo a dire altro, giustificare, in qualche modo, quella frase così sgradevole. Ross avanzò d’un passo, e schiacciò Draco con un piede. Egli mugolò, sotto il suo peso. “No...!”, esalò Hermione, cercando di avanzare almeno un poco. Ron la fermò, ed Harry comparse al suo fianco, per sostenerla.
“Sì, invece. Herm, ripeti: cos’hai detto? Eh?”
“Io...” Hermione si guardò attorno. Non voleva colpirla, non con la bacchetta. Sarebbe, inoltre, stato inutile. Voleva ferirla gravemente, rallentarla. Così da spostare di là Draco - Draco che, ancora, non la guardava. Hermione capi' d'essere stata una sciocca, una ragazzina superficiale. Di averlo deluso. 
“Ciao, Ross.”
“Cos’ho appena sentito? Eh? Uccidiamo Ross?” scoppiò a ridere. “Pensavo fossimo amiche!”
Hermione ringhiò. Accidenti, se l’era cercata. Era un’idiota. Era stata così bistrattata da Draco, Ron, Harry... Eléna! Questa nuova, ed inutile, comparsa! E così non s’era curata di Rossana. Non cercava scuse nè giustificazioni: era la verità. Aveva perso di vista il vero nemico, e ciò la spaventava a morte.
Lei, la mente del trio, per Merlino!, non stava capendo più nulla.
Hermione tremava per Draco che, immobilizzato, abbassò il capo e lo schiacciò sul pavimento. Dalle sue labbra sfuggì un altro gemito.
“Ed io, pensavo tu fossi Ross!”
“Lo sono.”
Hermione esitò, perdendosi in quegli occhi neri. Erano così.. sinceri. Per un momento, dimenticò tutto ciò che stava accadendo. Non riuscì a pensare a nient’altro che a Ross: la piccola, indifesa, buona, Rossana. Rossy, la migliore amica di Michelle, la ragazza che l'aveva accompagnata alla festa. L'unica che s'era curata di chiederle come stava, nei momenti peggiori. 
“Hermione, io sono Ross! Tua amica! Perché mi hai già dimenticata?!” Ross avanzò, piangendo. Hermione corse verso di lei, e l’abbracciò stretta. Sentì il suo calore contro il suo corpo, ed il suo profumo alle viole la investì. Quella era Ross, la sua migliore amica!
“Scusa!” sibilò, piangendo. Non capiva. Come poteva essere stata così sciocca?
La strinse più forte. Così forte che le mancò il respiro.
Aprì gli occhi, di scatto. C’era qualcosa che non andava per niente.
Un momento... abbassò lo sguardo sull’amica. Ross, sorridente, la stava...
Strangolando?!
“Ross! Cosa... fai?!” esclamò, col fiato corto. Aveva paura di morire, ma non riusciva ad avere paura di Ross, perché, be'... Era Rossana!
L’altra allora strinse di più. “Oh, nulla, amica!
Hermione, chissà per quale motivo, si tranquillizzò. L'aveva chiamata 'amica'. Allora andava tutto bene. Anzi, quasi aiutò l'amica nell'opera, alzando un po' il collo, così che passasse anche meno ossigeno.
“NO!!! Svegliati, ti prego!”
“Cosa... Succede...”, domandò Hermione, sentendo una voce estranea provenire da chissà dove. Là, in quella stanza buia, c'erano solo lei e Ross, no?
“Nulla. Shh.”
“No! Hermione, è un sogno! È un sogno! Ascoltami, sono Draco! Liberati di lei! È nella tua mente!”
“Chi è Draco?”, chiese ancora, perplessa. Draco?
“Non lo so, non lo sai nemmeno tu. Sarà un idiota.” Sussurrò, dolcemente, l’amica Ross. Nei suoi occhi neri c’era un mare calmo, pacifico, rilassante. Così rilassante, che Hermione per un po’ vi si perse. Riuscì persino a ignorare le urla di questo ‘Draco’.
Hermione! Oh, mio dio! È una trappola, devi...”
“Però, insistente questo qua!” commentò Ross, ed il mare nei suoi occhi si agitò. Si agitò un po' anche Hermione che, per un secondo, combatté contro l'amica, dimenandosi. Ad una sua occhiata, però, si calmò.
Hermione non riuscì a parlare. L’amica stava stringendo così forte, che non riuscì più a respirare. “Ross.. Allenta...”
“No!”
E forse fu quello a risvegliarla. Oppure, l’urlo di Draco:
“Hermione, Merlino! Svegliati! Non posso perderti! TI AMO!”
Sì, un po’ melodrammatico. Molto melodrammatico e, anche, patetico. Probabilmente inutile.
Ma risvegliò Hermione.
Lei, tossendo, tornò alla realtà. Guardò Ross che la strangolava, e cominciò a dibattersi “Aiuto! aiuto!”, urlò, ben sapendo che quella non l'avrebbe lasciata. Si guardò attorno. Erano di nuovo davanti all'infermeria. Cos'era successo? Perchè, per un po', tutto era scomparso?
“Oh, Herm. Non si gioca così” sussurrò Ross. Hermione la osservò: aveva un occhio completamente tumefatto, e dalle labbra sgorgava sangue nero. Ron la stava colpendo con una piccola trave di legno, ed Harry impugnava un busto di pietra, che poi sbatté sulla sua testa. Ross si limitò a tossicchiare un po’ – il sangue sgorgò più copiosamente – e a stringere di più la morsa sul collo di Hermione che, dal canto suo, non provò repulsione. La testa era molto più leggera del solito, come fosse vuota, e le venne voglia di ridere e cantare qualcosa.
Poi le mancò sempre più il fiato, sempre più...
La rossa non resistette più. Esalò l’ultimo respiro, e tutto diventò completamente nero.
L’ultima cosa che sentì, fu l’urlo di Draco. ‘No!’.
Esattamente, no cosa? Cosa stava succedendo?
Non vedeva né sentiva più niente.
Non sentiva nemmeno più il suo corpo, la sua anima.
Sorrise. Era così leggera, senz’anima. Quasi quasi, quella cosa le sarebbe potuta piacere.
E poi si abbandonò alle tenebre, quasi annegando.


 
Buonsalve, popolo di EFP! Sì, lo so! Oltre al ritardo, vi lascio pure con un capitolo così. Avevo in mente, quasi quasi, d'aggiungere un p.o.v. Draco... Poi, ho pensato di no. Perchè non lasciarvi così, a metà? :) -sarebbe uno smile con un sorriso malvagio, ma va bé, lo migliorerò!-. Mi sento assai malvagia, in questo momento -e, piano piano, diventai... malvagio! Non so se avete visto, o vedete, insomma, Leone Cane Fifone. Chi ha visto questa puntata, capirà! Alzi la mano chi ha letto la frase con la voce del tipo?:')-. D'altronde, almeno così so che tutte voi leggerete il capitolo 21. Ahime', la storia e' quasi finita. Ma sappiatelo, non finira' così. Pronte per la notizia bomba?? Ci sarà un sequel! :) - Si', e questo e'... lo smile felice!!! yee! ahaha-. In piu', nel prossimo capitolo,pubblichero' il link della pagina Facebook che oggi creo . Sì, alla buon'ora! ahah :') Eh bon,dai. Così è. So che il capitolo è brevino, ma abbiate pazienza, che cerco d'aggiornare un po' più presto, dai :3 Ok, direi che questo è tutto. A presto! ;)

meme1 - the help.
(:
  
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