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Autore: mamogirl    01/02/2014    2 recensioni
"Just like a prayer, your voice can take me there."
Nick continuò a guardarsi in giro, a soffermare lo sguardo su quelle persone che lo fissavano a loro volta, con un'espressione shockata e, a tratti, piene di pietà e compassione. Ma guardavano solo lui, nessuno ancora sembrava essersi accorto di Brian lì al suo fianco. "Bri, perché mi fissano?"
La risposta arrivò con quel tono impersonale che continuava a infondere la sensazione che qualcosa non quadrava in quella situazione. "Anche tu fisseresti qualcuno che sembra parlare da solo, no?"
"Cosa? Ma io sto parlando con te!" Esclamò Nick, evitando quella voce che ora stava urlando pericolo dentro di lui.
"Sì. - Rispose Brian, senza nemmeno un sorriso. - Ma solo tu puoi vedermi."
Genere: Angst, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Littrell, Nick Carter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'aroma di mora si alzò dal giardino e, dopo aver danzato insieme al vento attorno alle foglie e ai primi fili d'erba già svegli, si insinuò fra le tende fino ad arrivare ai piedi del letto. Avrebbe voluto avere lei l'onere e l’onore di svegliare i due occupanti ma dovette ammettere, con estrema delusione, la propria sconfitta quando si rese conto che solamente uno dei due era ancora protetto fra i veli del sonno. Così, quasi come se si credesse uno sbarazzino folletto, l'aroma si sedette accanto all'unico sveglio della coppia e imitò la sua posizione, lievemente appoggiato su un gomito e intento ad osservare il proprio compagno. I primi raggi del sole, quei impavidi raggi che avevano deciso di tentare per primi la sorte nonostante non fosse ancora l'ora di sorgere, scendevano sulle coperte e si assopivano su quei lineamenti di cui, ne era sicuro, Brian non sarebbe mai riuscito a farne a meno.

Erano trascorse poche settimane da quando aveva, per l'ennesima volta, fatto stretta conoscenza con la morte: la prima volta l'aveva affrontata con l'incoscienza di un bambino che non sapeva, esattamente, quanto grave e pericoloso fosse stato quell'incontro; la seconda volta era stato un fulmine a ciel sereno e, dopo l'iniziale spavento e paura, lui aveva ripreso la sua vita con la consapevolezza di essere una sorta di miracolato. Oh, sì, Brian poteva davvero concordare con quella definizione perché tutta la sua vita era stata una sequenza quasi perfetta di benedizioni. E, forse, le aveva date fin troppo per scontate se aveva dovuto ritrovarsi ancora faccia a faccia con quello spettro per rendersi conto di quanto, davvero, fosse fortunato.

Quell'ultima volta,però, aveva lasciato un segno ben più profondo rispetto alle precedenti e non solo fisicamente. Dopo i primi giorni in cui ancora tutto era stato annebbiato dal circolo vizioso di dolore e antidolorifici, Brian non aveva fatto altro che pensare e ripensare a tutta quella strana situazioni in cui lui e Nick si erano ritrovati. Non aveva molti ricordi, ricordava solamente che un gruppetto di ragazzetti avevano cercato di derubarlo e, dopo aver constatato che aveva con sè solamente un telefonino, lo avevano lasciato sanguinante e mezzo morto in quel campo di basket ormai abbandonato da anni. Tutto il resto era, invece, solamente una confusa nebbia di sensazioni e pensieri ma niente che potesse davvero spiegare ciò che Nick gli aveva confidato.

Un accenno di sorriso si appropriò del volto di Brian mentre, con l'indice della mano destra, seguiva il profilo e la linea delle ossa del braccio che Nick aveva appoggiato sul suo stomaco. Persino a pochi respiri dall'andarsene da quel mondo, il suo primo pensiero era stato proteggere Nick. E questo fatto, almeno, non avrebbe dovuto sorprenderlo perché era sempre stato quello il suo primo scopo: assicurarsi che il suo bene più prezioso fosse al sicuro, assicurarsi che niente e nessuno potesse fargli del male. Eppure, anche per lui ciò che era accaduto era sorprendente e fuori da una logica. Nick era quasi impazzito per trovare una spiegazione: aveva fatto mille ricerche, aveva costruito teorie e ipotesi senza mai, però, trovare quel filo che potesse rendere tutto più sensato.

"Lascia perdere. Non è con la scienza che troverai una soluzione."
La parte del letto di Nick era diventata una succursale della scrivania, con il copriletto ricoperto di libri, pagine stampate da internet e il portatile ancora acceso pericolosamente pendolante sulle ginocchia.
"E con cosa, allora? Bri, non mi sono inventato tutto! Potevo toccarti, potevo vederti e, se non fosse stato per il tuo spirito o qualunque cosa fosse, non sarei mai riuscito a trovarti..." La voce di Nick divenne un sussurro, prima di smorzarsi in un brivido e in quell'ombra che gli oscurava lo sguardo ogni volta che si avvicinavano a parlare di quei momenti.
Brian allungò la mano e, senza dire una parola, chiuse ogni finestra aperta sullo schermo prima di spegnere definitivamente il computer; lo appoggiò dalla sua parte, non fidandosi ancora a sporgersi e rischiare di far saltare i punti sul fianco. Nick non lo fissava, gli occhi fissi e puntati sui pugni mentre, Brian lo sapeva, combatteva una lotta interna per impedire a se stesso di lasciar scivolare via le lacrime.
"E' per questo che non avrei mai voluto portarti in quel campetto. - Sussurrò Brian mentre, con una lieve presa, faceva alzare il mento di Nick con le dita. - L'unica spiegazione è che non c'è una logica. In amore, non ci può essere freddezza o calcoli, neppure leggi che possano essere scandite da formule e dati misurabili. L'unica cosa che sapevo, in quei momenti, è che volevo proteggerti, volevo assicurarmi che l'ultimo ricordo che tu avessi era di me che ti dicevo quanto ti amavo e quanto mi avevi scombussolato e cambiato la vita. Questa è l'unica spiegazione."
Gli occhi di Nick erano puntati sul viso di Brian, lucidi e trasparenti e così vicini a lasciar scivolare via ogni goccia. Ma il groppo, quell'intreccio di emozioni che aveva risalito lo stomaco e ora aveva preso dimora nella sua gola, impediva anche al più piccolo suono di poter sfuggire via e commentare quelle parole. Così, Nick si lasciò guidare da quell'unico linguaggio del quale si era sempre sentito sicuro di poter usare senza sbagliare intonazione o frase: il palmo della mano si appoggiò sulla guancia mentre le sue labbra trovavano quelle di Brian in un bacio che voleva semplicemente dire "ti amo, ti amo così tanto che non riesco nemmeno a dirti quanto."

Anche con il senno di poi, Brian sapeva che avrebbe preso la stessa e medesima decisione, seppur consapevole che sarebbe terminata allo stesso modo perché, anche per lui, il pensiero di non poter stare al fianco di Nick appariva come la peggiore delle condanne. Ma vedeva, percepiva, quanto ciò che era accaduto avesse cambiato Nick e quanto ancora il ragazzo fosse prigioniero di quelle immagini di lui in una pozza di sangue. Ogni tanto, infatti, Brian ritrovava Nick osservarlo con un'espressione quasi terrorizzata, le labbra strette in un'amara linea mentre lo sguardo scendeva su quella cicatrice, anche se essa era coperta sotto strati di fasciature e vestiti. Non era solamente quello, però. Nick non lo lasciava mai lontano dalla sua attenzione: l'ansia e la paura erano delle brutte bestie da cui liberarsi così facilmente e velocemente e c'erano giorni in cui Brian doveva fisicamente spingere Nick fuori di casa per qualche ora di aria e respiro, e solo dopo mille rassicurazioni che avrebbe chiamato in caso di bisogno. Quelle ore di separazione, però, non erano difficili solamente per Nick. Anche lui, anche Brian, mal digeriva rimanere da solo, memore di quelle ore rimaste sotto la pioggia senza che nessuno sentisse o percepisse le sue richieste di aiuto. Prima di allora, non aveva mai avuto problemi a rimanere da solo: anzi, stando la maggior parte del tempo con altre quattro persone, i momenti di silenzio e di solitudine erano sempre stati accolti con un sospiro di sollievo e una parola di ringraziamento. Ora doveva esserci sempre qualcosa, anche solamente una radio accesa per avere almeno l'apparenza di essere circondato da qualcuno e non lasciato a se stesso. Una luce, poi, doveva essere sempre accesa perché la sola idea di rimanere completamente prigioniero dell'oscurità faceva diventare rapido e quasi inesistente il respiro, una crisi di ansia che non lasciava di certo Nick più rilassato e sollevato a lasciar Brian da solo per qualche ora.

Nonostante tutto, però, lentamente stavano uscendo da quella sorta di limbo fra incubo e normalità. Insieme.
Il loro amore, il loro rapporto, ne era uscito ancor più rafforzato. Prendere consapevolezza di quanto fosse fragile il confine fra vita e morte li aveva portati a rimettere tutto in discussione e a metter al centro del loro mondo solamente ciò che importante: loro. A che cosa serviva sacrificarsi, a cosa serviva compiere gesti eroici quando poi si ritrovavano a perdere la battaglia quotidianamente, lasciando che i giudizi degli altri offuscassero ciò che avevano?
Non si erano ritirati in un angolo a curarsi le ferite. No. Là dove tutto aveva dato inizio a quell'incubo, Brian aveva cambiato ciò che aveva sempre considerato un gesto del tutto altruista di protezione. Ora non aveva più remora nel mostrarsi orgoglioso di quelle dita strette e intrecciate attorno alle sue, non provava più nemmeno un attimo di esitazione quando incrociavano lo sguardo di chi pensava di poter essere migliore di loro. Si mostrava fiero e orgoglioso di quel ragazzo per cui aveva combattuto contro la morte e l'unica vera esitazione era la consueta e abitudinale ritrosia a mostrarsi bisognoso di aiuto.

Con un sorriso malizioso, Brian scacciò via quei pensieri mentre si abbassava per poter sfiorare la punta del naso contro quella di Nick. Le palpebre tremarono per qualche secondo prima di lasciare spazio ad un azzurro ancora tinteggiato di sonno.

"Non è presto per essere già svegli?" Domandò Nick con ancora echi di una voce che non era stata usata durante la notte.

"Sono quasi le dieci."

"Appunto."

Un bacio si appoggiò sulle labbra di Nick, facendo nascere un sorriso. "Ti va di portarmi fuori a colazione?"

Nick fece risalire le dita sul braccio di Brian, accarezzando con una punta di malizia il muscolo che guizzava sotto l'avambraccio. "Io avrei un'altra idea..."

Una risata si rubò quel sorriso malizioso. "Sai che non posso ancora fare molti sforzi."

"Non devi fare molto."

"E dove sarebbe dopo il divertimento?"

Nick appoggiò la fronte contro quella di Brian, incominciando a lasciare sfuggenti baci su tutta la linea della mascella. "Mi piaci quando ragioni in questo modo, lo sai?"

Un guizzo malizioso accese gli occhi di Brian, accompagnando quel sorriso che curvò gli angoli della bocca proprio nel momento in cui le labbra di Nick trovarono le sue. Con una mossa che prese di sorpresa il suo compagno, Brian rotolò entrambi fino a quando non si ritrovò a coprire il corpo di Nick con il suo.

"Adori anche quando ti sorprendo, vero?"

"Oh.. - Mormorò Nick con voce roca, ogni traccia di sonno ormai scivolata via e sostituita dal piacere. - Decisamente." Dal braccio, le sue dita scivolarono fino alle spalle per poi seguire la linea creata dalla spina dorsale, compiacendosi di quei brividi che il suo passaggio si lasciava dietro. Era tutto così naturale, era come riprendere in mano il libro preferito e riconoscere ogni passaggio e ogni paragrafo. La pelle di Brian era la sua lavagna, un infinito foglio bianco su cui poter tracciare qualsiasi disegno e scrivere qualsiasi parola o frase senza che nessun altro, nemmeno Brian stesso, potesse leggerle e comprenderle. Ma la sua scrittura si bloccò all'improvviso quando la punta dell'indice sfiorò l'angolo della fasciatura che, seppur ormai ridimensionata rispetto a quella dei primi giorni, nascondeva la cicatrice. Non poté sfuggire, avrebbe voluto far finta che non esistesse, ma la mano di Brian si appoggiò sulla sua, rendendola prigioniera. Ogni poesia venne cancellata via da quelle immagini che Nick avrebbe voluto bruciare dalla sua memoria.

"Non far finta che non esista, Nick." Sussurrò Brian in un orecchio, consapevole e conscio dei pensieri che stavano prendendo sempre più forza e intensità. Non serviva poter essere in grado di leggere la mente per capirlo, bastava distinguere quella sottile ombra che aveva soffiato via la malizia e l'estasi.

Lentamente e delicatamente, Nick scivolò via da Brian, mettendosi poi seduto sul bordo del letto.

"Ho tempo di farmi una doccia?"

"Nick."

Nick si lasciò sfuggire un sospiro, voltandosi e sporgendosi poi per lasciare un veloce bacio su una tempia. "Ci vorrà un po', Bri. L'ultima volta che ho tenuto la mano su quell'angolo era per fermare l'emorragia."

A quella frase, Brian sapeva che non c'era niente per poter ribattere. Non almeno a parole o a voce. perché tutto sarebbe sembrato senza nessun appiglio e di poco conforto. Era successo, era accaduto e minimizzarlo sarebbe stato anche peggio di far finta che non ci fosse nessun segno a ricordare quella notte. Così Brian allungò semplicemente la mano e scompigliò i capelli di Nick in una carezza che ruppe quella asettica atmosfera.

"Non più di quindici minuti, mi raccomando."

In un sorriso, Nick ringraziò silenziosamente Brian per aver lasciato scivolare via una discussione che non aveva ancora senso. "Andiamo in macchina, però."

"E' una mattina troppo bella per usare la macchina."

"Ah no. L'ultima volta ho quasi dovuto riportarti in ospedale."

"Sono più forte rispetto a settimana scorsa."

"Ma non lo sei completamente. - Obiettò Nick, con quell'espressione che aveva così perfettamente imparato da Brian. - Non ti rimetterai mai se non fai le cose con calma."

Una battuta era pronta sul nascere ma Brian la ributtò indietro. Anche quello faceva parte di quel nuovo corso, accettare e lasciare che anche Nick potesse prendersi cura come lui faceva nei suoi confronti.

"Una via di mezzo?"

"Nel senso?"

"Lasciamo la macchina poco prima del locale. Così non mi stancherò molto."

"Non riuscirò proprio a convincerti del contrario, vero?"

Brian sorrise solamente, scuotendo la testa con una mezza risata. E con quell'eco, con quel segno tangibile che il peggio era stato allontanato e chiuso in un angolo, Nick si alzò e andò in bagno, pregustando già quelle ore che stavano solamente aspettando loro.

 

 

 

 


 

******

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nick osservò attentamente il viso di Brian, scrutandolo per captare ogni indizio che gli avesse detto che una crisi di panico era già all'orizzonte. "Sei sicuro?"

Brian inspirò a fondo, chiudendo gli occhi per un attimo e scacciando via immagini di grigio e di temporale, eregendo argini contro la sensazione della pioggia contro la sua pelle e il dolore che prepotentemente diventava il capo mastro di quel palco.
Alla domanda Brian rispose annuendo semplicemente e stringendo, allo stesso momento, la mano che Nick aveva intrecciato attorno al polso. La usò come appiglio per focalizzarsi e concentrarsi su dove il suo corpo si trovava realmente: c'era il caldo del sole che accarezzava il viso, c'era il canto degli uccelli e le urla divertite dei bambini che si rincorrevano o cercavano di prendere una palla.

Non voleva vivere con il panico e la paura. Non voleva più lasciare che quest'ultima potesse prendere controllo della sua vita e farla roteare come meglio voleva, rischiando di rovinare ciò che di più bello aveva. In parte, Nick aveva avuto ragione quando lo aveva accusato. No, non si vergognava di loro nè di essere visto insieme a lui. Ma aveva vissuto con la paura, quello sì. Aveva vissuto con la paura che qualcosa, qualcuno, potesse rovinare quel rapporto che non aveva niente di strano, di malato o perverso. Non aveva senso nascondersi e non poter vivere la propria vita solamente perchè un gruppo ristretto di persone, di mentalità ristretta e con un ego nettamente più grande di loro, voleva tenerli al buio e far finta che non esistessero.

In silenzio, Brian e Nick incominciarono a passeggiare lentamente e con calma su quei sentieri che, come piccoli serpenti, giravano attorno ai prati e si dividevano poi in altri più piccoli itinerari. Davanti a loro, quel campo da basket abbandonato aspettava ancora qualcuno che tornasse a dargli vita, anche se con la luce del sole appariva meno spaventoso e terrorizzante di quella sera di tante settimana prima.

I due ragazzi continuarono a non scambiarsi parola ma, dopo qualche secondo, Nick avvolse le braccia attorno a Brian, facendo appoggiare la schiena del ragazzo contro il suo corpo.

"E' strano sai? Non ricordo niente di quei momenti. A volte arriva qualche immagine ma non sembra che sia qualcosa che sia capitata a me, sembra più una di quelle scene di un film in cui provi a immedesimarti con il protagonista e, per qualche secondo, riesci a captare ciò che sta provando."

"Che cosa ricordi?"

"Solo... - Brian prese una pausa, incerto per un secondo se pronunciare o meno quello che stava lentamente logorando la sua mente. Ma era quello lo scopo, affrontare per una volta per tutte le proprie paure e ricominciare tutto da capo. - ... volevo semplicemente che finisse tutto. Niente più dolore, niente più freddo. Ma, allo stesso tempo, sapevo che non potevo mollare fino a quando non sarei stato sicuro che avessi saputo la verità."

"Mi sento ancora in colpa." Gli sussurrò Nick in un orecchio dopo qualche secondo di silenzio, nascondendo poi il viso nei capelli.

"Non lo è. - Rispose Brian, accarezzando con le dita le mani di Nick. - E' stata solo una serie sfortunata di coincidenze."

"Lo so, lo so. Ma non riesco... avrei dovuto essere lì insieme a te, non da solo."

"In un certo senso, lo eri, no? Nonostante la stranezza di tutto, eravamo insieme."

Nick rispose solamente con un bacio sul collo, rigettando indietro il groppo che si era formato in gola. Si sentiva così stupido a fare quelle scenate, si sentiva come se non avesse diritto a lamentarsi e a chiedere conforto quando non era stato lui la vittima di quella situazione. Ma, in fondo, non era esattamente quella la verità: entrambi avevano qualcosa da chiudere in quel luogo, entrambi avevano qualche demone che doveva essere messo a riposo. E, solo in quel preciso attimo, Nick comprese esattamente qual era lo scopo di quella gita: non erano lì solo per affrontare le paure di Brian ma anche le sue.
E fare ciò, affrontare di petto i propri demoni, per quanto piccoli o innocui che potessero essere, non sembrava più qualcosa di così spaventoso da doversi nascondere. Come poteva esserlo quando sapevano che avrebbero sempre avuto una spalla a cui appoggiarsi e una mano a cui avrebbero potuto aggrapparsi quando niente sembrava avere più senso? Come poteva esserlo quando avevano avuto la prova che sarebbe bastato ascoltare la voce dell'altro per ritrovare sempre la strada e riunirsi, incontrarsi e riprendere il cammino insieme?

"Dovremmo sposarci."

Il sussurro di Brian risuonò battito contro battito, dita contro dita, respiro contro respiro. Per un secondo, un fragile attimo che si distrusse dopo nemmeno un battito di ciglia, Nick si ritrovò a voler obiettare. Era l'istinto a parlare, erano quegli anni trascorsi nella convinzione di non essere mai abbastanza affinché qualcuno decidesse di trascorrere la sua vita insieme a lui. Ma poi era arrivato Brian e, come quel soffio caldo di vento che portava via l'inverno e faceva cadere l'estate, aveva fatto cadere ogni suo preconcetto o insicurezza. Ecco perché, dopo quel breve attimo di panico, Nick si ritrovò preso al centro di un vortice di emozione e gioia.

"E' una decisione pratica, in fin dei conti. - Continuò Brian a parlare, consapevole di quel calore che avvampava le guance di Nick appoggiate contro la sua pelle. Anche se, per la prima volta, non sapeva decifrarlo, non sapeva dire se fosse qualcosa di positivo o un momento di imbarazzo in cui sembrava impossibile uscirne senza vergogna. - Viviamo già assieme. Condividiamo tutto. E, nel malaugurato caso che dovesse succedere ancora qualcosa di così grave, voglio avere te al mio fianco in ospedale. Dovrebbe essere già implicito, no? Solo tu mi conosci e non vorrei nessun altro per prendere certe decisioni."

Allontanando quell'ultimo pensiero, Nick appoggiò le labbra sul collo di Brian. "Sì."

Era sempre stata la sua risposta e lo sarebbe sempre stata e mormorò quella semplice sillaba con il più grande e dolce sorriso. Soprattutto perchè sapeva che Brian era ancora fin troppo immerso nel suo discorso per poterla captare. Con una semplice spinta con le mani, Nick fece voltare Brian, sorridendo con un misto di risata quando lo vide abbassare gli occhi e incominciare a giocare nervosamente con la zip della sua giacca.

"Ovvio che non è solamente una questione di praticità. Altrimenti rovinerei tutto il romanticismo, no? Alla fine, non è solamente pratico il desiderio di voler dividere tutta la mia vita insieme a te. Non mi interessa nemmeno avere una cerimonia pomposa o grande. Voglio solo che, chiunque ci noti, sappia che tu sei la persona che amo."

Solo a quel punto, solo a quelle ultime parole, Brian alzò gli occhi, lasciando che fosse quell'amore a dare veridicità alle sue parole. In quello sguardo, nello sguardo di Nick, ritrovò lacrime ma ben lontane da quelle tristi e colme di angoscia che aveva dovuto sopportare senza poter cancellare.

"Sì. - Rispose Nick, prendendo il volto di Brian fra le mani e lasciando il più passionale e dolce bacio sulle labbra. - Dovremmo proprio sposarci."

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

******************************

E un'altra storia si è conclusa. Altri due Brian e Nick che hanno trovato il loro lieto fine dopo tutte le tribolazioni e l'angst che ho fatto passare loro. 
Ringrazio, come sempre e d'obbligo, i veri Brian e Nick per essere non solo fonte di ispirazione ma letteralmente il mio rifugio. (Sì, anche tu Nick, specialmente quando non sei attorniato da fans psicopatiche lol)
Ringrazio di cuore (e ogni altro osso, muscolo e corpo) Laphy e BSBForever, fedeli lettrici di questa pazza scrittrice. Oddio, scrittrice è un parole. Pseudo narrante di storie. lol Ringrazio anche tutti coloro che leggono semplicemente, anche se non lasciano un segno. 
Che cosa aspetta il futuro?
Come ho più detto da inizio 2014, l'intento è quello di portare a termine bambine, aka le mie storie, lasciate a metà negli anni. Ma ci saranno anche nuove storie, visto che fra poco ricomincia il tour e, ovviamente, l'uscita prossima del documentario (taaanto Brian angst, già lo so.) quindi, magari sarò un po' lenta, ma non abbandonerò mai questa coppia e sezione.
Alla prossima, dunque!
Cinzia
 

 

 

   
 
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