La prima cosa che Cassandra avvertì quando riaprì gli
occhi fu il formicolio al braccio destro e, una volta che si fu girata per
capire la causa di quella sensazione, dovette trattenere un urletto di
sorpresa: non si aspettava di trovare Kageyama placidamente addormentato al suo
fianco con la testa poggiata sul suo braccio. Facendo molta attenzione a non
svegliare il ragazzo, la castana si girò per poterlo osservare meglio: Reiji
aveva ripreso colorito rispetto a prima, segno che la sua temperatura doveva
essere tornata alla normalità. In cerca di ulteriori conferme, la ragazza gli
poggiò una mano sulla fronte, rasserenandosi nel notare che il suo amico non
aveva più la febbre, poi spostò quella stessa mano sul fianco di Kageyama,
accarezzandolo leggermente. Cassandra non riuscì a fare a meno di ridacchiare
quando vide il ragazzo girarsi ed accoccolarsi dall’altra parte, dopo aver
fatto una smorfia infastidita. Avendo finalmente il braccio libero, la castana
lo mosse un po’ per riattivare la circolazione sanguigna, poi tornò a guardare
Reiji, senza dire o fare nulla di particolare, ascoltando semplicemente il
suono del suo respiro. I due rimasero così per diversi minuti, poi Cassandra si
ricordò una cosa e si girò in fretta verso il comodino alle sue spalle, dove
controllò l’orario su una sveglia.
Merda, il
lavoro!
Veloce come un fulmine, la ragazza scese giù dal letto
e si fiondò in bagno per darsi una sistemata, poi recuperò le sue chiavi e si
diresse verso la porta d’ingresso, fermandosi di colpo proprio mentre stava per
aprirla. I suoi pensieri tornarono a Reiji: non poteva andarsene senza
avvisarlo, come avrebbe reagito scoprendo che lei se n’era andata mentre
dormiva? Cassandra era sicura che non ne sarebbe stato felice, così tornò in
camera da letto ed iniziò a scrollare il castano.
-Kageyama, svegliati…
Seppur a malincuore, il ragazzo riaprì gli occhi e
guardò la sua ospite con un’espressione intontita.
-Cosa vuoi, Andrei?
-Devo correre a lavoro, ti volevo avvisare. Tu rimani
a letto e continua a riposare o rischi una ricaduta.
Mossa dalla fretta, Cassandra tornò a dirigersi verso
la porta d’ingresso, ma si fermò a metà strada sentendo la voce di Reiji.
-Quando hai finito tornerai qui, vero?
La ragazza non sapeva dire il perché, forse a causa
del tono stanco o dalle parole usate, ma la richiesta del castano le suonò
tanto come quella di un bambino.
-Certo che torno Kageyama, come ogni pomeriggio! Tu
aspettami qui!
Dalla camera da letto, il padrone di casa sentì
chiaramente la porta d’ingresso richiudersi alle spalle di Cassandra e sbuffò.
-Tu aspettami qui… Come se me ne andassi sul serio da
qualche parte…
E, detto questo, il ragazzo tornò a dormire.
Tre ore dopo, Kageyama fissava corrucciato l’orologio
della cucina: Cassandra era in ritardo di mezz’ora, cosa mai successa prima, ed
il castano iniziava a preoccuparsi. Poi, proprio quando Reiji si era deciso a
chiamare la ragazza al cellulare, l’oggetto dei suoi pensieri bussò alla porta
ed il padrone di casa si affrettò ad aprirle.
-Sei in ritardo.
Cassandra si accomodò, ridacchiando imbarazzata.
-Scusami, ero andata a prenderti queste.
Dopo aver titubato un attimo, Kageyama prese la busta
che la castana gli stava porgendo e ci guardò dentro: la ragazza aveva comprato
tutti i medicinali necessari a curare i malanni più comuni. Sconvolto, Reiji si
girò verso la sua ospite per protestare, ma lei lo zittì prontamente.
-Non voglio sentire una parola, tu accetti quei
medicinali e basta! Non mi devi nulla, li ho comprati per te di mia spontanea
volontà. Preferisco spendere tutti i miei soldi piuttosto che vederti di nuovo
nello stato di ieri sera.
Vergognandosi un po’ per l’ingratitudine che stava per
mostrare nei confronti della castana, Kageyama bofonchiò un grazie di risposta
e poi si diresse in bagno per mettere a posto i medicinali nuovi e buttare
quelli scaduti. Una volta terminata l’operazione, il ragazzo tornò in salone e
si sedette al fianco di Cassandra, che si era già accomodata sul divano. Reiji
non sapeva cosa dire, aveva ancora impressa nella mente la discussione avuta
quella mattina con la castana e quel ricordo lo spingeva a desiderare un qualche
contatto con la ragazza, ma non sapeva proprio come ottenerlo. Nella sua mente
si affollarono, sbiadite e frammentate, le scene romantiche dei pochi film che
aveva visto in vita sua, anche se Kageyama non sapeva bene a cosa gli potessero
servire. Reiji si scrollò e chiuse gli occhi, cercando il coraggio per
decidersi a prendere per mano la sua ospite, poi avvertì qualcosa di caldo
sulla sua fronte. Riaprì gli occhi e vide Cassandra che gli misurava la
temperatura con la mano, cosa che lo mise un po’ in imbarazzo, ma la lasciò
comunque fare. Una volta che fu sicura di aver sentito bene la temperatura del
ragazzo, Cassandra si staccò sorridendo.
-La febbre ormai è passata del tutto, meno male.
Kageyama fece segno di sì con la testa, segretamente
contrariato dal fatto che la castana si era allontanata da lui, ma si sentì
subito meglio quando la ragazza intrecciò la mano con la sua. Quella stretta
fece rilassare Reiji, felice di aver ottenuto ciò che voleva senza faticare
troppo, anche se sapere che era stata la sua ospite a fare tutto lo feriva un
po’ nell’orgoglio, ma decise di non darci troppo peso e godersi il momento. I
due rimasero in silenzio, mano nella mano per alcuni minuti, poi Cassandra
parlò.
-Senti Kageyama… Vorrei proporti una cosa, ma non so
se è molto fattibile visto quello che mi hai confessato prima…
Il ragazzo guardò la castana incuriosito ed un po’
corrucciato.
-Tu proponi, poi decido io se è fattibile o meno.
Dopo aver fatto un bel respiro profondo Cassandra
continuò.
-Questo domenica vado a vedere l’alba in un parchetto
vicino a casa mia, mi chiedevo se ti andava di venire con me.
Sentendo quelle parole Reiji si irrigidì: come sempre
il solo pensiero di uscire fuori di casa lo angosciava. Anche se non voleva
ammetterlo aveva paura di relazionarsi ancora con le persone, aveva paura di
essere ferito di nuovo, sia psicologicamente che fisicamente. Capiva bene
perché la sua amica avesse dei dubbi nel proporgli qualcosa del genere: se
fosse stato qualcun altro a chiederglielo il ragazzo avrebbe rifiutato a
priori, senza nemmeno pensarci, ma era stata Cassandra a proporglielo e, in
fondo, anche lui desiderava uscire da quella casa. Non voleva essere
prigioniero delle sue paure, lo faceva sentire terribilmente debole, come se
avesse perso una partita con la vita e lui odiava perdere. Kageyama fece un bel
respiro profondo per calmarsi e si mise a riflettere bene sulla proposta:
vedere l’alba significava muoversi quando tutte le altre persone stavano
dormendo, le probabilità che avevano di incontrare qualcuno per strada erano
minime, inoltre sarebbero andati a vederla di domenica, quindi nessuno si
sarebbe svegliato presto per andare a lavoro. L’unica cosa su cui aveva dei
dubbi era la distanza fra il parchetto di cui parlava la castana e casa sua.
-Quanto dista questo parco da qui?
-Uh? Più o meno quindici minuti a piedi.
Quindici
minuti per andare, quindici per tornare… Quanto durerà un’alba? Non penso
tanto… In un’ora dovrei essere di nuovo a casa!
Reiji chiuse gli occhi: ormai aveva preso la sua decisione.
-Va bene, visto che ci tieni verrò con te a vedere
l’alba.
Cassandra guardò sorpresa il padrone di casa: non
pensava davvero che avrebbe accettato.
-Ne sei davvero sicuro? Non ti voglio costringere, se
non te la senti non devi…
Un’occhiataccia più che eloquente del ragazzo fece
zittire la castana.
-Ho detto che verrò con te, è la mia decisione
definitiva, chiaro?
Cassandra annuì, un po’ spaventata dall’aria
arrabbiata del compagno, ma la paura scomparì subito quando vide Kageyama un
po’ agitato ed in imbarazzo.
-P-Però vienimi a prendere qui a casa mia, io non
conosco la strada.
Sorridendo serena, la ragazza chiuse gli occhi e
poggiò la testa sulla spalla del ragazzo.
-Va bene, verrò a prenderti alle quattro meno un
quarto, fatti trovare pronto.
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Angolino rotondo
Sì signori, sono ancora viva e vegeta e sono ancora
pronta a scassarvi i maroni con questa long. Ovviamente come sempre posto ad
orari indecenti perché se no non sono io, ma ehi! Io ho promesso di postare questo
nuovo capitolo entro la fine del weekend e per un po’ il weekend non è ancora
finito quindi SONO IN ORARIO! Cercate di capirmi, per me è un miracolo: sono
nata in ritardo e ritardo in ogni cosa della mia vita. Quasi in ogni cosa. Va
beh, non attacchiamoci ai dettagli. In questo capitolo non ci sono eventi molto
particolari perché è un po’ un capitolo di transizione, ma il prossimo sarà più
emozionante, promesso. E no, non dovrete aspettare secoli anche per quello. In
particolare voglio dedicare questo capitolo a Yissis:
spero che la tua settimana scorra leggera e piacevole! Grazie a tutti per aver
letto.
A presto,
-Lau ° 3 °