Anime & Manga > Slam Dunk
Segui la storia  |       
Autore: Harlequeen    03/02/2014    1 recensioni
Un liceo, il basket, l'amore.
_______________________
"-Chi è?
Le chiese. Karin sbarrò gli occhi e poi li alzò verso il cielo.
-Ti prego perdonala, non sa quello che dice.
Poi si voltò nuovamente verso Mizuki e le spiegò con foga:
-Quello è Sendoh! Sendoh Akira! E’ al secondo anno e gioca nella squadra di basket del nostro liceo. Pronto?! Non dirmi che non l’hai mai sentito nominare, è famosissimo!
Mizuki si mise il dito indice sul mento, pensierosa. Poi disse:
-Veramente… no. Mai sentito."
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akira Sendoh, Hiroaki Koshino, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Arrivò veloce il giorno della tanto agognata partita Ryonan vs. Kainan. Nel palazzetto, che aveva cominciato a riempirsi prestissimo, rimbombavano già le urla dei tifosi anche se i giocatori stavano solamente facendo riscaldamento.
-Kainan!
-Ryonan! Ryonan!
-Kainan! KAINAN!
-RYONAN! RYONAN!
Anche Mizuki e Karin, sedute nei posti migliori, si stavano già sgolando per dare tutto il supporto possibile alla loro squadra. Sembravano tutti impazziti, c’era gente che urlava, gente che ballava, chi montava gli striscioni, chi suonava trombe e tamburi.
Poi alcuni studenti del Ryonan si misero a ridere indicando la parte del campo dove si stavano riscaldando gli avversari e le due ragazze si voltarono per vedere cos’era successo: Nobunaga aveva tentato di fare un alley-opp ma con scarsi risultati perché la palla, da lui stesso tirata, era entrata nel canestro da sola.
Pochi secondi dopo furono invece Sendoh e Fukuda a fare un alley-oop favoloso e tutto il palazzetto si infiammò ancora di più. A Mizuki non era mai capitato di assistere ad un pre-partita così acceso. La cosa le stava piacendo molto, si stava divertendo un sacco e la partita non era ancora cominciata.
Poi le due squadre smisero con il riscaldamento e si avvicinarono ognuna al proprio allenatore. La partita sarebbe iniziata di lì a momenti e bisognava essere pronti e carichi.
Nel frattempo Mizuki si diede un’occhiata intorno e si stupì di notare, poco più in basso di lei, tutta la squadra dello Shohoku venuta per assistere alla partita.
Poi i giocatori, più seri che mai, si posizionarono in campo.
-Andiamo!?
Disse Sendoh, il più serio di tutti.
E il tifo riprese a rimbombare per tutto il palasport.
-KAINAN!
-RYONAN!
Uno stupore generale colpì tutti i presenti quando, poco dopo l’inizio della partita, si notò che Sendoh era stato inserito in campo con il ruolo di playmaker, diverso dal suo solito. Il disorientamento, però, durò poco perché i ritmi della partita prendevano freneticamente e si faceva molta fatica a restare concentrati.
Dopo un lancio del basketman che sembrava fin troppo lungo, il Ryonan fece canestro grazie a Fukuda che mise la palla dentro il cesto senza nessun problema.
Da quando quel ragazzo era tornato in squadra dopo un espulsione, il Ryonan sembrava cambiato. Ovviamente in meglio; aveva una nuova forza, un nuovo fuoco bruciava nel cuore dei giocatori. Fukuda sembrava quasi indispensabile, nonostante tutti e cinque i giocatori del quintetto principale fossero fondamentali.
La squadra aveva preso ritmo e grazie alle giocate di Sendoh, di Koshino, di Uozumi e degli altri era passata in vantaggio in poco tempo. Non si riuscivano a staccare gli occhi dall’area del parquet. Mizuki e Karin rimasero a bocca aperta per tutto il tempo.
Quando poi il punteggio del Ryonan raggiunse i 25 punti contro i 14 del Kainan, il loro allenatore chiamò un time-out e tutti, giocatori e spettatori, poterono tirare un sospiro di sollievo.
Mizuki, al fischio di stop dell’arbitro, si lasciò andare appoggiandosi con il corpo allo schienale. Fino a quel momento era rimasta in tensione, non le era mai successo prima. Le sembrava quasi di avere il fiatone e chissà come stavano i giocatori in campo!
Ripreso il gioco Sendoh si trovò a fronteggiare un Maki più preso che mai e che, riuscendo a sfondare la sua difesa, tirò subito verso Nobunaga per fare canestro. La stella del Ryonan, però, si catapultò dal ragazzo in un lampo, rubandogli la palla ed evitando di farlo segnare.
A Mizuki piacque pensare che, in quel momento, Sendoh volesse far sentire la sua superiorità alla scimmietta non solo per quello che accadeva in campo, ma anche fuori. E divenne rossa all’improvviso, cercando di non farlo vedere a Karin.
Durante il secondo tempo Nobunaga e Maki vennero incitati da Sakuragi e così cominciarono a giocare con ancora più foga. Addirittura la scimmietta del Ryonan riuscì a scavalcare Uozumi e fare canestro. Dopodiché, tutto gasato, urlo:
-Non sottovalutate i campioni del Kainan!
E le tifoserie si fecero ancor più convinte, aumentando il volume del tifo.
Ad un certo punto Koshino venne sbalzato via dall’imponenza di Maki, i passaggi della squadra si fecero più intensi e il loro punteggio cominciava a salire più rapidamente di prima. Purtroppo per gli avversari, la schiacciata di Nobunaga aveva trascinato la squadra del Kainan che ora faceva scintille.
La rivalità tra Sendoh e Maki non accennava a diminuire nemmeno un po’, erano i giocatori più infervorati in campo e non si mollavano nemmeno per un secondo. Poi accadde qualcosa che spiazzò tutti, soprattutto Sendoh: Uozumi venne espulso per aver compiuto cinque falli, il massimo per ogni giocatore in una partita.
Tutti quelli del Ryonan, allora, si voltarono verso la loro stella; ora era da lui che ci si aspettava tutto. Doveva cercare di coprire anche il ruolo che in squadra fino a quel momento aveva rivestito Uozumi.
In un attimo di silenzio rimbombò per la palestra un grido:
-Vai Akiraaaaaa!
Mizuki si fece rossissima in volto e si coprì con la sciarpa fino al naso per non farsi vedere in faccia dagli spettatori che si erano voltati verso di lei, ma nonostante l’imbarazzo era comunque riuscita nel suo intento: Sendoh aveva alzato un attimo lo sguardo e aveva sorriso. I muscoli del suo viso ora sembravano più rilassati, si era disteso, cancellando un po’ della montagna di tensione che lo aveva assalito.
Riprese il gioco sorridendo, perché era questo che lui provava per il basket e la rivalità con Maki non faceva altro che aumentare questa sua felicità.
Poi l’allenatore rimise in campo Fukuda e il Ryonan cominciò a rimontare il Kainan. A 20 secondi dalla fine il punteggio era di 79 a 77, ma grazie ad un canestro di Sendoh la partita passò ai supplementari pareggiando il punteggio prima della fine del secondo tempo.
Era una partita veramente intensa.
 
Il tutto finì con un risultato di 89 ad 83 per il Kainan. La squadra avversaria aveva vinto.
Con due vittorie, le superiori dell’università Kainan si guadagnarono l’accesso diretto agli interscolastici, mentre il giorno seguente il Ryonan e lo Shohoku (entrambe con una vittoria ed una sconfitta) si sarebbero affrontate per decidere l’assegnazione dell’ultimo posto in palio.
La parte del palasport in cui si erano radunati gli studenti della squadra vincitrice scoppiò in un boato potentissimo, insieme a grida, risate e applausi. Anche gli studenti dell’altro liceo si misero ad applaudire perché la partita era stata così entusiasmante da far rizzare la pelle. Tutte e due le squadre avevano giocato veramente bene.
Mizuki e Karin si erano alzate in piedi e senza smettere di battere le mani continuarono ad osservare i propri ragazzi in campo. Dopo aver compiuto i soliti gesti di rito, i giocatori delle due squadre cominciarono a dirigersi verso gli spogliatoi per lavarsi e cambiarsi. Sendoh e Koshino, però, stavolta non guardarono verso gli spalti. Non era la prima volta che non lo facevano e quindi le due ragazze non se la presero, anzi, cominciarono a radunare tutte le loro cose per poi uscire dal palazzetto.
Dopo aver preso la borsa e la giacca Mizuki guardò nuovamente il parquet e vide che Nobunaga Kyota stava facendo roteare la palla da basket su un dito solo e stava guardando proprio lei, sorridendo spavaldo.
La ragazza non riusciva proprio a capire cosa lui volesse da lei, forse era solo per far arrabbiare Sendoh che si comportava in quel modo; non che facesse nulla di strano, comunque.
Lei fece finta di non averlo visto e si mise davanti a Karin, precedendola verso l’uscita. Da parte sua il giocatore del Kainan lasciò cadere la palla per terra e le voltò le spalle in malo modo, avviandosi verso lo spogliatoio. Mizuki, però, non si accorse di nulla visto che l’aveva snobbato per prima.
 
Quando finalmente i giocatori del Ryonan uscirono dal palazzetto, una folla di studenti del loro stesso liceo che era rimasta lì ad aspettarli per applaudirli ancora, li accolse vivamente. La squadra non se lo aspettava e rimasero tutti piacevolmente colpiti, compreso l’allenatore. Anche se non erano riusciti a vincere erano stati comunque bravissimi e si meritavano lo stesso grandi festeggiamenti.
Karin si diresse subito da Hiroaki, che l’abbracciò abbastanza sorridente nonostante la sconfitta, mentre Mizuki si guardò intorno alla ricerca di Akira. Lo vide in fondo al gruppo che stava discutendo con Hikoichi, poi il ragazzo gli passò qualcosa di nero e il basketman se lo mise in tasca, mettendo poi una mano sulla spalla del ragazzino come per ringraziarlo. Infine alzò lo sguardo ed incrociò gli occhi di Mizuki, che gli stava sorridendo amorevolmente. Lui, però, non si avvicinò a lei, al contrario di quello che la ragazza aveva pensato, ma la salutò con la mano con un sorriso leggermente tirato e se ne andò via.
Karin si avvicinò alla compagna e le mise una mano sulla spalla, notando la sua sorpresa:
-Come mai Sendoh sta andando via da solo?
-Non lo so Karin.. Ma preferisco non disturbarlo. Magari proverò a chiamarlo stasera.
-Ok, allora vieni con noi a prendere una cioccolata calda?
-Mh, sinceramente stavo pensando di tornare a casa.
Poi si avvicinò a loro anche Koshino, che disse:
-Dai Mizuki, vieni con noi! Nonostante la sconfitta noi giocatori abbiamo bisogno di rilassarci e rimetterci in forze per domani, vieni a farci compagnia, ti divertirai!
-Ok… Mi avete convinto!
Così si diressero tutti insieme verso la caffetteria più vicina alla scuola. La ragazza fece del suo meglio per ridere e scherzare insieme ai suoi amici e alla squadra, anche se in cuor suo era molto preoccupata per Sendoh, non si era mai comportato così con lei prima d’ora e quindi non sapeva che fare.
In quel momento era pensierosa e stava osservando il cielo grigio fuori dalla vetrina del bar, quando qualcuno attirò la sua attenzione. Due ragazzi del Kainan passarono sfrecciando davanti a loro, uno seduto sulla bicicletta che pedalava e l’altro, Nobunaga, in piedi sulla ruota posteriore. Per una frazione di secondo il ragazzo guardò verso la vetrina e sorrise spavaldo, facendo un cenno con la mano destra.
Mizuki non riuscì a capire se il sorriso era rivolto a lei, e quindi il ragazzo l’aveva notata, oppure se più semplicemente aveva cercato di schernire i giocatori seduti lì insieme, che comunque se ne erano altamente fregati ormai già concentrati sulla partita dell’indomani e sulla loro cioccolata calda.
-Che c’è Mizu?
Le chiese Karin, dopo essersi accorta dello sguardo interrogativo della ragazza.
-Mh? – Mizuki si voltò verso di lei con il cucchiaio in bocca – No, nulla; sono passati qui fuori due del Kainan e uno di loro ha salutato con la mano.
-Lasciali perdere, sono solo degli sbruffoni che vogliono mettersi in mostra in qualsiasi momento!
Risposte Hiroaki, che aveva sentito la conversazione poiché seduto accanto a Karin.
La ragazza allora scosse la testa e si concentrò nuovamente sulla sua cioccolata.
Il dubbio riguardo al comportamento di Nobunaga, però, l’accompagnò fino a casa; insieme ai pensieri su Sendoh.
 
Una volta arrivata a casa mise la mano sulla maniglia della porta, ma rimase pensierosa per qualche minuto. Si guardò le scarpe e prese al volo una decisione: sarebbe passata a casa di Sendoh per salutarlo e vedere come stava.
Ripercorse il vialetto, aprì il cancellino e una volta fuori lo richiuse con calma. Poi senza guardare niente e nessuno cominciò a correre il più veloce possibile.
Non era mai stata a casa di Akira, ma sapeva dove abitava; sperava solo che le aprisse la porta una volta arrivata, ma cominciava a dubitarne visto lo sguardo che aveva avuto nel pomeriggio, all’uscita dalla palestra.
Era preoccupata per lui.
 
Quando arrivò sotto casa sua controllò le finestre e vide che tutte le luci erano spente. Forse i suoi non erano in casa e probabilmente nemmeno lui. Provò comunque a suonare una volta il campanello e attese. Nessuna risposta.
Prima di andarsene gli mandò un sms sul cellulare:
Sono appena passata da casa tua, ma visto che non ci sei ci vediamo domani… :)
Aveva cercato di essere dolce e non troppo assillante. Poi si voltò, dirigendosi verso il suo quartiere passeggiando.
Dopo qualche secondo le arrivò un messaggio di risposta:
Se sei ancora in zona e vuoi entrare ti apro!”
Dopo aver letto la riposta Mizuki sorrise e fece dietro front; risuonò il campanello e attese. In pochi secondi Akira comparve davanti a lei, aprendole la porta.
-Ciao…
Disse lei sorridendo.
-Ciao.
Le rispose lui, contraccambiando il sorriso.
-Come stai? Mi sono preoccupata oggi nel vederti così… così abbattuto, ecco. Te ne sei andato via senza dire una parola, con un’espressione serissima, non ti avevo mai visto comportarti in quel modo, mi sono preoccupata tanto.
E la sua espressione divenne più seria, quasi triste, come quella del suo ragazzo quel pomeriggio.
Lui la prese per mano e la tirò a sé, dandole un bacio sulla bocca.
-Perdonami, non volevo farti spaventare. Scusami tanto. – Le diede un altro bacio leggero – Vieni, ti faccio vedere cosa stavo facendo.
E la tirò dentro, chiudendo la porta alle sue spalle.
Era la prima volta che Mizuki entrava in casa di Akira. Aveva capito che i suoi genitori non c’erano e ne avrebbe approfittato volentieri per dare uno sguardo in giro, magari spiando anche la stanza del suo ragazzo, ma era tutto buio e non riusciva a vedere né distinguere nulla. Non immaginava nemmeno quanto la casa potesse essere grande e con quante stanze. La sua fantasia cominciò a viaggiare; e tutto questo in pochissimi secondi.
Sendoh, sempre tenendola per mano, la trascinò in un corridoio e poi a destra verso un grande salotto. C’era accesa solo una abat-jour e tutte le tende erano tirate; i cuscini dei divani erano appoggiati per terra, sul tappeto, e sul basso tavolino c’era una bottiglia d’acqua con un bicchiere. Sendoh si sedette per terra, appoggiandosi con la schiena al divano e fece sedere Mizuki accanto a lui. Poi prese il telecomando e schiacciò il tasto “play”. Sul grande televisore ripartì il filmato della partita di quel pomeriggio.
Mizuki si voltò verso di lui:
-E’ tutto il pomeriggio che sei qui a riguardare questo filmato?
-Questo, ma anche quelli delle partite precedenti e pure delle altre squadre.
La ragazza lo osservò ancora per un attimo, poi gli mise le dita sul mento e lo fece girare verso di lei:
-Potevi anche dirmelo, non credi? Io pensavo ti fosse accaduto qualcosa, pensavo stessi male.
-Scusami, lo so. Solo che in quel momento, finita la partita, l’unica cosa che volevo fare era tornare a casa e mettermi a guardare questi filmati. Scusami ancora. Avrei dovuto avvisarti, mi spiace che tu ti sia preoccupata così tanto.
I suoi occhi erano tristi, si era accorto di aver sbagliato.
Prima di rispondere la ragazza fece passare qualche secondo.
-Sì, magari avresti dovuto avvisarmi. Ma non fa nulla.
Mizuki sapeva quanto Sendoh teneva a quello sport; non voleva metterlo nella posizione di scegliere, sarebbe stata la sua più grande cavolata. Almeno adesso avevano chiarito la situazione, gli aveva spiegato come si era sentita dopo essere stata trattata in quel modo.
Appoggiò la testa sulla sua spalla.
Lui sorrise, le diede un bacio sulla fronte e la cinse con un braccio.
-Grazie.
Le disse in un sussurro.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Slam Dunk / Vai alla pagina dell'autore: Harlequeen