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Autore: Jadis96    04/02/2014    4 recensioni
"C'era qualcosa di speciale in loro. Era forse il modo in cui si muovevano, o il modo in cui parlavano... tutto faceva parte di qualcosa di più grande: una sintonia completa".
Elladan ed Elrohir sono i gemelli figli di Elrond, Signore di Imladris. Dall'infanzia trascorsa tra i rigogliosi giardini di Gran Burrone, attraverso la nascita di un legame speciale con i Dùnedain, fino alla scelta finale, che determinerà il loro destino per l'eternità. Questa è la storia dei principi che non erano figli di re, degli elfi che erano anche Uomini, identici e diversi, mortali ed immortali.
[I protagonisti saranno Elladan ed Elrohir, ma saranno presenti anche Elrond, Celebrian, Arwen, Glorfindel, Galadriel, Aragorn ed altri].
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arwen, Elladan, Elrohir, Elrond, Glorfindel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“His sword was long, his lance was keen,
His shining helm afar was seen,
The countless stars of heaven’s field,
Were mirrored in his silver shield”

 
 
Lady Celebrìan, Signora di Gran Burrone, suscitava rispetto e benevolenza nei cuori di coloro che la osservavano. Era alta, più della maggior parte delle donne della sua razza, il suo portamento era fiero, il suo sguardo gentile e i suoi capelli,  neri come la notte e leggermente ondulati, le cingevano la vita. Quella sera c'era un'ombra di inquietudine nei pensieri di Celebrìan.
Stava osservando le stelle dalla piccola terrazza che comunicava con la sua stanza. L'aria era fredda, segno che l'inverno era alle porte, e la luna non era che una sottile striscia bianca nel cielo. Celebrìan si accorse di non essere sola solo quando udì una voce alle sue spalle. << Sei turbata? >>.
L'elfa si voltò di scatto, mentre Elrond veniva verso di lei.

<< Domani i nostri figli si uniranno agli altri maethor e combatteranno contro un gruppo di orchi >>, disse, lasciando trasparire tutta la sua angoscia.
<< Han iston. Hanno avuto la mia approvazione >>, rispose Elrond.
<< Temo per loro. Sono ancora giovani e inesperti e non voglio che affrontino quelle orribili creature >>.
<< Sono ottimi combattenti, ed è tempo che abbiano modo di mettere alla prova il loro coraggio >>. La voce di Elrond era tranquilla, tanto che l'elfa si chiese fino a che punto fosse tranquillo lui stesso. Celebrìan non poté che concordare con le parole di suo marito, ma ribatté: << Non dubito del loro coraggio, ma non posso lasciarli partire a cuor leggero sapendo che potrebbero essere feriti...o peggio >>.
Elrond posò la sua mano su quella di Celebrìan. << Anche io ho paura, ma sapevo che questo momento sarebbe arrivato. Domani ci sarò io a proteggerli, non lascerò che gli accada nulla >>.
Celebrìan sospirò. Elrond era riuscito ad infonderle parte della sua calma, ma, nonostante ciò, sapeva che quella notte né lei né suo marito avrebbero dormito sonni tranquilli.

Elrohir strinse la presa sull'elsa della spada, più per tensione che per necessità. Avevano trascorso l'intera mattinata a seguire le tracce del passaggio degli orchi, fino a giungere dove gli alberi si diradavano e la foresta terminava. Erano rimasti in attesa, alcuni di loro pronti a correre in campo aperto con le spade sguainate, altri con gli archi tesi e il compito di proteggere i compagni.
Elladan era tra questi. Bastò solo un breve sguardo per capire che il fratello era nervoso quanto lo era lui: erano eccitati ed allo stesso tempo spaventati. Da bambini avevano spesso fantasticato sulle battaglie e i valorosi eroi di cui narravano le canzoni, ma non avevano mai immaginato di provare un tale terrore una volta che il loro desiderio si fosse avverato. Guardò Elrond nella sua armatura che rifletteva i raggi del sole. Era in prima fila, poco lontano da Elrohir.“Un giorno, quando condurrai un esercito ai tuoi comandi, dovrai combattere in prima fila, così da infondere coraggio ai tuoi uomini. Se mostri di avere paura, anche loro l’avranno. Infine, sarai l’ultimo a mettersi in salvo durante la ritirata”, gli aveva detto Elrond anni prima. Quelle parole erano rimaste impresse a fuoco nella sua memoria.


La battaglia iniziò in un attimo e colse Elladan impreparato. Aveva appena intravisto le sagome degli orchi che marciavano nel campo di erba secca, senza il riparo degli alberi, che gli elfi dell'avanguardia si erano già lanciati al loro inseguimento, rapidi e silenziosi.
Elladan, così come gli altri arcieri, fu costretto a correre in avanti per avere gli orchi a tiro.
Scoccò la prima freccia sull'orco che si stava avventando su Elrohir. Un attimo dopo, suo fratello era circondato e combatteva in un groviglio di sangue e metallo. Elladan attese di avere una visuale chiara della sua posizione prima di scagliare altre frecce. Avvertiva il suo cuore battere frenetico di paura e stanchezza.
Elrohir abbatteva la spada su qualsiasi sagoma nera gli capitasse a tiro, senza mai soffermarsi a guardare coloro che aveva ucciso. Le frecce sibilavano ad un palmo dal suo orecchio, ma Elrohir non aveva paura. Qualsiasi cosa fosse successa, sapeva che Elladan lo proteggeva da lontano, sapeva che le sue spalle erano coperte e che suo fratello non avrebbe mai sbagliato mira.

Quando il numero di orchi da combattere si ridusse a tal punto da permettere ad Elrohir di guardarsi intorno, il giovane elfo osservò gli orrori della battaglia. Il sangue rosso intenso dei suoi compagni si fondeva con quello nero degli orchi, che aveva inumidito il terreno come se si fosse trattato di pioggia. Elrohir osservò con profonda tristezza che, nella morte, anche la nobile razza degli elfi era in qualche modo simile ai suoi nemici. E fu questo pensiero che tolse ogni eroismo e ogni poeticità alla battaglia che stava avvenendo davanti ai suoi occhi.
 
Traduzione delle frasi in Sindarin:
Han iston: lo so
Maethor: guerrieri
   
 
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