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Autore: starmoon    06/02/2014    0 recensioni
Nick fa come gli dice così come la ragazza, ma Kurt rimane immobile, Alan alza lo sguardo furioso.
- NON HAI SENTITO??
Kurt lo guarda serio.
- il consiglio vuole sapere cosa succederà alla ragazza
Alan sbatte le palpebre più volte, la ricordava solo come una neonata appena nata.
- Nicole
- tua figlia non è più al sicuro Alan
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Father 









 

L’aria era fredda, il gelo lo percepiva fin alle ossa. Nicole aprii gli occhi lentamente, come se avesse paura di quello che avrebbe visto. Piano piano con le gambe che non rispondevano nemmeno ai suoi comandi, si avvicino al corpo di Zoey. Ty alzò lo sguardo: odio, rabbia, senso di colpa. Il ragazzo si alzò di colpo, incrociò gli occhi verdi di Nicky e non c’era altro che disprezzo. 

Ty: è tutta colpa tua

Quelle parole arrivarono dritte allo stomaco della ragazza, come un pugno dato con tutto l’odio del mondo. Lo sapeva, solo aveva paura di sentirselo dire. Robbie finalmente slegato corse vicino a Zoey, aveva gli occhi gonfi. 

Nicole: mi dispiace...- la sua voce era roca e tremolante, Alan da lontano si sarebbe voluto avvicinare, ma non gli sembrava il caso, non adesso, dal canto suo invece Trevor era infuriato con il suo migliore amico, ma capiva il suo dolore. 

Ty: ti dispiace? è morta? cosa credi che le tua scuse la porteranno in vita???- la sua voce era tremante, ma alta, tutta la fabbrica lo sentii, tutti i lupi che stavano osservando la scena immobili. Kate guardò Alan, lo ricordava perfettamente, sempre lo stesso, sempre con quello sguardo. Alan si voltò verso di lei, tra i due si poteva percepire una tensione fortissima, talmente palpabile, talmente pesante. 

Nicole sentiva le sue emozioni amplificate, il dolore la stava divorando, il senso di colpa prendeva il sopravvento. La sua testa le faceva sentire i suoi pensiero come se fossero estranei a lei. 

Nicole: mi dispiace..- erano le uniche parole che la sua voce riusciva a emanare, mentre il nodo in gola era sempre più pressante, aveva bisogno di qualcuno, aveva bisogno di sua madre ed Astrid era li, accanto a lei, ma lei non poteva vederla. 

Ty: sarebbe stato tutto più semplice se ti avessero ucciso..

Quelle parole arrivarono con impeto alle orecchie di Alan, scattò involontariamente, con ferocia Ty venne scaraventato vicino una finestra mezza rotta. Alan alzò gli occhi al cielo, riprendendo il loro aspetto naturale. Nicole guardò l’uomo sconvolta, non capendo il motivo dell’aggressione. Alan si voltò verso sua figlia, non poteva più negarlo, ne aveva voglia di farlo. 

Alan: Nicole saluta pure questi lupi per te è giunta l’ora di andare via..

Nicole era confusa e arrabbiata, con che diritto veniva a dirle cosa fare. 

Nicole: perchè mai dovrei venire con te... 

Alan socchiuse gli occhi, non credeva che sarebbe stato cosi difficile per lui dirlo, pronunciare quelle parole che non aveva mai detto, dirle la verità. Ma Nicole sentii qualcosa, come una connessione, dal momento il cui l’aveva visto l’aveva percepita, un dubbio le sorse in testa e doveva saperlo, doveva chiederglielo. 

Nicole: posso sapere come ti chiami?

Nicole fremeva, voleva saperlo, ma aveva un tremenda paura di sentire la risposta, se i suoi pensieri fossero giusti lei avrebbe di fronte il suo vero padre. 

Alan: il mio nome è...- Alan ci pensò un attimo, aveva ancora la possibilità di dire qualcos’altro, di mentire e lasciare che la figlia vivesse una vita da umana, ma poi si guardò in torno, solo pochi minuti prima si era scatenato l’inferno e allora capii che Nicole non avrebbe mai avuto quella vita che sia lui che Astrid speravano per lei. 

Alan: Alan, Alan Blake

Per Nicole fu un miscuglio di sensazioni tutto in una volta: dolore, rabbia, tristezza, felicità, sicurezza...non sapeva descrive con precisione cosa le passasse per la testa, era come entrare in un tunnel dove non sai semmai vedrai la luce, perchè aveva di fronte a se suo padre, un'immortale vampiro. 

Nicole: no...non ci credo...- Nicole fece due passi indietro - tu sei.. 

Alan: tuo padre...- Alan aveva la voce un pò tremolante, era emozionato, nonostante l’avesse già vista, sapere che lei adesso sapeva di essere sua figlia. 

 

Jane si guardo intono, cercando quella porta dove tenevano nascosto suo padre, la trovò al piano di sopra, il pavimento mancava al centro, ma ai lati si poteva salire attraverso una scala malridotta. Aprii la porta, al suo interno c’era un uomo, Carter. I suoi occhi erano chiari, mentre i suoi capelli erano di un castano chiaro, ricci. L’uomo perdeva molto sangue, era ferito vicino al petto e alla testa. Jane si gettò su di lui abbracciandolo, il padre ricambiò l’abbraccio. 

 

Zoey era a terra, il suo corpo però si stava risvegliando, sentiva il sangue scorrere di nuovo, Zoey percepiva ogni sensazione in modo differente, sentiva un vuoto al petto. Robbie guardò Zoey, improvvisamente il buco che Jake le aveva procurato si stava rimarginando. 

Rob: ragazzi

Nessuno però gli dava ascolto, Nicole doveva ancora metabolizzare il fatto di trovarsi il padre di fronte. Trevor e Nick erano immersi nella discussione di Alan con la figlia, Ty era a terra svenuto e Kat non sapevano nemmeno dove fosse finita. 

Rob: RAGAZZI 

Tutti si voltarono verso di lui. 

Rob: c’è qualcosa che non va, la sua ferita è sparita

Nick si precipitò da lui e si abbassò verso la ragazza. Alzò il capo e guardò negli occhi Robbie. 

Nick: allontanati...ORA 

Robbie impaurito da Nick si allontanò dalla sua migliore amica, Nick si alzò e guardò Alan che aveva già capito tutto. 

Kate: si sta svegliando

Nicole guardò la donna poco più lontana da lei. 

Nicole: cosa sta succedendo?

Alan: le ha dato il suo sangue ora che è morta questo gli permetterà di tornare in vita

Trevor: come un vampiro

Nicole guardò il ragazzo, le sembrava inverosimile, ma dopo tutto quello che aveva visto per lei niente aveva più un significato razionale. 

Jane aiutò il padre a scendere dalle scale, senza farsi notare cercò di raggiungere l'uscita. 

http://www.youtube.com/watch?v=pB0M0bNy_yw

 

Gli occhi chiusi di Zoey si spalancarono improvvisamente, non erano azzurri, non avevano quella scintilla di vita, erano neri, tutto l'interno dell'occhio. Tutti erano a una certa distanza da lei. Attendevano, impazienti, preoccupati, spaventanti. Nicole strinse un pezzetto di stoffa della sua maglietta. Avrebbe davvero voluto che qualcuno le tenesse la mano, che la rassicurasse. Con lo sguardo vago per l'edificio, notò che due occhi chiari la stavano già controllando, proteggendola, lo sentiva sulla sua pelle. Gli occhi di Trevor incrociarono i suoi, Nicole sentii una scossa percorrerle per tutto il corpo. Quel brivido,  quella sensazione non era la stessa di sempre, come se le sue emozioni fossero più forti, diverse, non erano differenti, ma il modo in cui lei lo percepiva era talmente palpabile che le sembrava di poterlo toccare con le mani. 

Jane era quasi riuscita ad arrivare alla porta, ma suo padre ferito si accasciò a terra. Il suo sangue, il suo odore arrivò fino alle narici di Zoey. Nessuno la vide, fu come un flash, una macchina che ti sfreccia d'avanti e tu non riconosci nemmeno quale modello sia. Jane non vide più suo padre nonostante era proprio accanto a lei. Poco distante Zoey si stava nutrendo ferocemente di Carter, sentiva il sangue passare dal corpo dell'uomo alla sua bocca, la gola. Nicole sgranò gli occhi, un misto tra il terrore e il disgusto. 

Nick sparii, subito dopo Zoey venne scaraventata su degli scatoloni. Alan guardò la scena studiando la situazione. 

Nick: Alzati!- Nick si avvicinò al corpo di Zoey, la ragazza non sembrava in se. 

Ty riaprii gli occhi, vedeva tutto offuscato, ma si fece forza e si rialzò da terra. 

Ty: dov'è? dovè???- sconvolto il ragazzo gridò agli altri, Trevor si avvicinò velocemente a lui e cercò di essere il più diretto possibile. 

Trev: le ha dato il sangue, quindi adesso la tua ragazza è un vampiro…- con un sorriso amaro Trevor poggiò una mano sulla spalla dell'amico, facendolo voltare nella direzione di Zoey. 

Trev: è un po' fuori di testa

Ty guardava Zoey pietrificato. 

Nick: controllati, cerca di pensare…- Nick prese la mano della ragazza facendola alzare, ma non aveva notato nessun cambiamento, non era ancora tornata alle sembianze umane. Nick decise allora di trascinare la ragazza di fronte a Ty, era un lupo, ma pur sempre un umano, soprattutto era qualcuno che la ragazza amava, quel legame doveva essere più forte. 

Nick: vuoi bene? fallo, bevi da lui..- Nick era ironico e autoritario, Zoey non capiva cosa stesse succedendo, si sentiva come dentro una campana di vetro. 

Zoey cercò di guardare avanti a se. Ty, il suo Ty. Gli occhi del ragazzo erano gialli, qualcosa che non aveva mai visto su di lui, le sembrava di essere in un incubo. 

Zoey: Ty…- la ragazza fece un passò avanti verso di lui, ma Ty si ritrasse, i suoi sensi da lupo gli impedivano di avvicinarsi, la natura impedisce la loro unione, il loro legame è stato spezzato. 

Zoey: Ty?- la ragazza lo richiama preoccupata

Kate si avvicina al ragazzo e poi si volta verso Zoey.

Kate: adesso che sei un vampiro non puoi più amare un lupo 

Zoey corrucciò la fronte non capendo, non aveva idea di cosa stava dicendo. Nick si avvicinò alla vampira. 

Nick: andiamo…- Nick era estremamente protettivo, vedeva in Zoey tanto di quello che lui era, la sua esperienza era simile alla sua, la sua trasformazione, il suo amore per persone che non poteva avere. Nick sfiorò il braccio della ragazza. Zoey si voltò improvvisamente, non lo aveva mai visto, non lo aveva mai notato con quei capelli biondi spettinati, gli occhi azzurri posati su di lei. Zoey si lasciò guidare da Nick, delusa da Tyler. 

 

 

Seline parcheggiò la macchina, la fabbrica era piena di lupi, poteva percepirlo, sentiva anche la presenza di vampiri. A terra attorno a lei c'erano pipistrelli morti, una scena raccapricciante, ma segno che avevano fallito. Fece un sospiro di sollievo. Si avviò verso la fabbrica e a terra notò qualcosa o meglio qualcuno. Kat era svenuta, priva di sensi e senza vestiti, il freddo era troppo, non avrebbe resistito ancora per molto li per terra. Seline si avvicinò alla ragazza e posò le mani sulla fronte. 

Seline: Sana

Dalle mani della donna uscii come una luce bluastra che si espanse per tutto il corpo della ragazza. Kat aprii gli occhi, come se avesse ripreso a respirare. 

Seline: stai bene? 

Kat: si ma cosa è successo? cosa ci fa lei qui? 

Seline: sono qui per riprendermi mia nipote, ma vedo che mi avete anticipato

Kat: sono morti?- Kat notò gli animali morti accanto a lei. 

Seline: vai a casa, ho visto una macchina credo fosse vostra

Kat: grazie

Kat era sincera, i suo occhi erano stanchi. La lotta l'avevano sfinita. Seline si alzò. 

Seline: dov'è Nicole? 

Kat si alzò e prese i suoi vestiti per terra. 

Kat: dentro non so cosa sia successo

 

 

I lupi erano andati via, Kate stava uscendo per ultima, Trevor era rimasto, nemmeno sua madre gli avrebbe fatto cambiare idea. Nicole era immobile, guardava suo padre, quello che aveva sempre desiderato. Alan si avvicinò a sua figlia. 

Alan: Nicole…

Nicole: sei un vampiro…tu sei mio padre…come…

Alan: sono nato vampiro per noi è possibile procreare perché non siamo morti

Nicole fece due passi indietro. 

Nicole: mi stai dicendo che io sono un vampiro? 

Nicole era traumatizzata, ma Alan la raggiunse mettendo le sue mani sul viso della ragazza per costringerla a guardarlo negli occhi. 

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Alan:…guardami- Nicole guardò negli occhi scuri del padre, i suoi verdi erano lucidi - crescerai un altro paio di anni … noi originari non possiamo morire siamo immortali, non permetterò a nessuno di farti del male, fidati di me…- Alan lasciò scivolare le mani e poi l'abbracciò, era da tanto che voleva farlo, sentire il profumo dei suoi capelli, vedere i suoi splendidi occhi, il suo sorriso. Un sorriso si stampò sul viso dell'uomo. 

Trevor era rimasto li per lei e Nicole lo sapeva, ma in quel momento aveva bisogno di chiarire, di restare sola con Alan, aveva bisogno di quell'abbraccio. 

Trevor sorrise di nascosto, nessuno lo aveva notato. Poi si voltò per uscire, alla porta Seline era appena arrivata. Jane era accovacciata su suo padre, piangeva, nessuno le aveva dato una mano, nessuno si era avvicinato a lei, nessuno tranne Robbie. Il ragazzo camminò verso di lei. 

Rob: Jane..

Jane alzò lo sguardo, i suoi occhi erano pieni di lacrime. 

Jane: è morto

Rob si senti un nodo in gola, quella scena lo aveva in qualche modo ferito, nonostante lei gli avesse fatto del male, da un lato capiva le sue motivazioni. Seline si precipitò da Jane. 

Seline: Carter..- la donna si piegò ascoltando il battito del cuore dell'uomo, ma era assente. 

Seline: no….

Jane: è tutta colpa mia

Seline alzò lo sguardo, non capiva perché loro fossero la, ma in quel momento non aveva tempo per le riconciliazioni. 

Seline: Jane vieni qui aiutami

Jane: è troppo tardi per qualsiasi incantesimo

Seline: NICOLE…- Nicole si girò, adesso si era accorta della zia, era troppo presa dalla discussione con il padre. Guardò il vampiro che le accennò un sorriso e poi si diresse verso sua zia. Trevor prese Robbie dalla felpa e lo allontanò. 

Rob: che stai facendo? 

Trevor: dobbiamo andarcene noi 

Rob: no io voglio restare

Trevor sbuffò, doveva convincere il ragazzo. 

Trevor: hanno bisogno di energia, la natura gliela da se non vuoi che prenda la tua vieni e basta

Rob si convinse, lanciò un ultima occhiata alle ragazze e poi uscii seguendo Trevor. Fuori erano tutti intorno alle loro macchina. Ron e Sally si erano ripresi. Ty era andato via insieme al branco, Holly e DJ si erano ripresi grazie ai due vampiri che li avevano aiutati. Kat era seduta in macchina cercando di mantenere i nervi saldi. Zoey e Nick erano in macchina, dietro Angy e Will. 

Angy: cosa sta aspettando?

Nick: ha appena detto a sua figlia di essere il padre dagli almeno un paio di minuti 

Angy guardò fuori dal finestrino, Alan stava arrivando. 

Alan: andate

Nick: cosa?

Alan: io devo stare vicino a mia figlia, è ora che mi comporti da padre…voi andate a casa vi raggiungerò dopo, prendetevi cura della ragazza..- Alan indicò Zoey, ma la ragazza era immobile, fissava avanti il vuoto. 

 

 

Seline prese le mani delle due nipoti e le avvicinò al petto dell'uomo. 

Seline: ripetete con me ok? 

Nicole guardò Jane e Jane guardò Nicole, tra le due era scoccato qualcosa, come una consapevolezza, una certezza, il loro legame di sangue, la loro magia era uguale, la stessa connessione. Seline chiuse gli occhi. 

Seline: vitam natura, ubi passurum esse rediturum

Jane e Nicole chiusero gli occhi a loro volta.

Seline, Jane e Nicole: vitam natura, ubi passurum esse rediturum…vitam natura, ubi passurum esse rediturum.

Un energia di espanse dal corpo dell'uomo. Nicole aprii gli occhi, era come un lampo che ti accecava. Seline teneva strette le mani delle ragazza, non le aveva lasciate un secondo. Jane guardava il padre speranzosa che l'incantesimo funzionasse. 

Dopo pochi minuti Carter aprii gli occhi e respirò ansimando. 

Carter: Oddio 

Jane abbracciò forte il padre. 

Seline: cosa ci fate qui? 

Carter: una settimana fa io e Jane eravamo andati a New York per trasferirci, ma una sera ci hanno reso un'imboscata, hanno costretto Jane a fare cosa orribili a lavorare per loro

Seline capii la situazione. 

Nicole: posso sapere una cosa? 

Tutti si voltarono a guardarla. 

Nicole: ma voi chi siete? 

Seline si rese conto che Nicole non sapeva proprio nulla della sua famiglia. 

Seline: lui è Carter era mio cognato 

Nicole: era?

Seline stentò a parlare, le si era bloccata la voce, non riusciva a dirlo ancora. Jane abbassò il capo, non voleva che vedessero il suo volto distrutto ancora. 

Seline: mia sorella è morta anni fa 

Nicole guardò istintivamente Jane, in un attimo capii che quel legame era dovuto anche a questo, le due cugine non si conoscevano, ma avevano vissuto la stessa vita, solo che non lo sapevano. Nicole aveva sempre vissuto senza quel padre che adesso aveva ritrovato e Jane aveva perso sua madre fin dalla tenera età. Adesso entrambe non avevano che i loro padri. 

 

Nicole lasciò finalmente quella fabbrica. Fuori Alan era ancora li, non era sparito, non l'aveva abbandonata. Seline fissò l'uomo. Uno sguardo e i due si capirono. 

Seline: Nicole ascoltami…- per la donna era difficile ammetterlo - è meglio che tu vada con lui 

Nicole corrucciò la fronte. 

Nicole: non capisco 

Seline: io non posso proteggerti come può farlo lui, a casa non sei al sicuro, non puoi fidarti di nessuno…- Nicole scosse la testa decisa. 

Nicole: zia io..

Seline: chiamami Seline…- la donna le sorrise, allora Nicole capii che adesso la sua vita sarebbe stata diversa, che adesso la normalità non le era più concessa, aveva una vita diversa, che non voleva. 

Nicole: ma noi non ci perderemo giusto? io resterò ancora qui con i miei amici vero?- Nicole si rivolse ad Alan, l'uomo sospirò e annuii. 

Seline: ti prometto che io ci sarò sempre Nicky, ma la nostra casa non è più sicura per te

Nicole annuii, anche se poco convinta. 

 

Nicole salii in quella macchina nera. Era lucida, ogni cosa richiamava al buio. Alan era al volante, mentre Nicole alla sua destra. 

Tra i due si era creato un enorme imbarazzo. Da quando avevano messo in moto non si erano detti nulla. Alan non sapeva da dove iniziare, ma era emozionato. Nicole aveva cosi tante domande, ma non riusciva a dire nulla. Poi prese coraggio. 

Nicole: come…come hai conosciuto mia madre?

Alan si sentii colpito, non era pronto per questa domanda, parlare di lei era ancora dura, ma era sua figlia e probabilmente quelle erano le prime domande che qualsiasi figlio farebbe ai propri genitori.

Alan: venti anni fa…passavo da queste parti e sono entrato in un locale lei lavorava come cameriera

Nicole: sapeva cosa eri? 

Alan: la capito subito

 

 

Astrid uscii dal locale, ormai era quasi il tramonto, distante da lei c'era quell'uomo. Era tornato ancora, in fondo non le dispiaceva, ma non poteva avvicinarsi a lui. 

Alan: finito il turno?

Astrid: già 

Alan: vorrà dire che dovrà servirmi qualche barbuto? 

Astrid rise, aveva un sorriso meraviglioso, le si illuminavano gli occhi. 

Astrid: perché mai un vampiro viene in un bar per bere? 

Alan non era tanto sorpreso di sapere che lei lo aveva riconosciuto. 

Alan: ogni tanto anche noi abbiamo bisogno di staccare la spina 

Astrid: avete l'immortalità dalla vostra parte 

Alan: forse è proprio questo il problema 

 

 

 

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Seline girò l'angolo che svoltava verso la casa dei suoi genitori. Un enorme peso sul cuore, aveva come un macigno che non sapeva come togliere. Un forte odore di bruciato arrivò alle sue narici. Le basto guardare in avanti per capire cosa stava succedendo. Accelerò di colpo. La casa era in fiamme. Lingue infuocate a circondare la casa che conteneva i suoi ricordi, la sua infanzia, la sua vita. quella delle sue sorelle. Si precipitò verso di essa, uscii dalla macchina e corse verso il vialetto, ma un vigile la fermò. 

- si fermi…signorina 

- è la mia casa quella…lasciatemi- un altro vigile si avvicinò tirandola il più lontano possibile. 

- non c'è più niente da fare

Seline non sentii più nulla, solo il rumore del movimento del fuoco, quel fuoco che bruciava una parte della sua vita. 

- devi lasciarci andare

Seline si voltò tremante. 

- mamma?- il suo tono era fragile e tremante. Erano anni che non la chiamava così. 

- per favore dimmi che sei viva…- ne aveva bisogno, adesso più che mai capiva come si sentiva Nicole dopo aver visto sua madre, quel senso di vuoto non si colma, anzi diventa sempre più profondo. La donna si avvicina e mette le mani sul volto di sua figlia. 

- sei sempre stata la più fragile ti mostri forte ma hai tanto da dare e ricevere…devo pagare per il mio sbaglio 

- cosa stai dicendo? siamo un famiglia…noi…io non ho altro che…

- hai vissuto per tutta la vita nell'ombra delle tue sorelle a causa mia…non sono mai stata abbastanza brava da capirti, tuo padre ci riusciva e aveva fiducia in te e non si sbagliava sono orgogliosa di te…- la donna svanii, Seline fissò il vuoto, mentre dietro di lei la sua casa andava in fiamme, per la prima volta aveva sentito quelle parole, parole che non le aveva mai detto, parole che aveva bisogno di sentire, e le faceva male, avrebbe preferito averla ancora accanto che sentirselo dire. 

 

 











Angolo autrice: Scusate davvero l'assenza, ma ho avuto degli esami e mi sono tuffata nello studio :D da oggi per un pò si riprenderà a scrivere anche se presto riprenderò le lezioni. Scusate se il capitolo è un pò corto mi rifarò con il prossimo ;) 

  
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