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Autore: Lila May    07/02/2014    3 recensioni
Due squadre, Unicorno e Tripla C.
Mark Kruger e Esther Greenland. Una coppia alquanto strana, tuttavia efficace.
5 maschi e 5 femmine completamente opposti, se non quasi. E quindi guerra totale.
Tantissimi punti di vista diversi.
Molti, troppi problemi.
Poi condite il tutto con un po' di amori, cotte, risate, segreti, gelosie e verità scottanti.
Semplicemente un disastro.
---
Storia terminata.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Dylan Keith, Eric/Kazuya, Mark Kruger, Suzette/Rika
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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L'ARRIVO DELLA TRIPLA C   

- Erik … Erik ascoltami, rilassati … Suzette non ti può vedere ridotto così, o ti starà ancora più addosso. -
- No … - mormorò Erik, poggiando il capo sulla spalla di Bobby. Era distrutto, angosciato, ansioso, emozionato, triste, disperato e nervoso al contempo. Mai nessuna ragazza lo aveva messo in croce in quel modo così sofferente. Non che fosse un tipo strambo o timoroso, per carità. Lui adorava le ragazze. Ma non Suzette. Non era il suo tipo, si comportava in quel modo distaccato con lei solo perchè desiderava al più presto che capisse che il suo cuore batteva per Silvia, e non per le sue estreme (e inutili) attenzioni. - Non ce la posso fare … - ammise dopo un attimo di silenzio, emettendo un sospiro. - Io sono innamorato di Silvia, eppure quella non lo vuole capire … credevo avesse intuito che tra noi era finita, invece no! -
L'amico gli batté la mano sulla spalla più volte, scuotendo amaramente il capo. - Sono dispiaciuto per te, fratello. Ma ricordi cosa ti ha detto Mark? Cerca di apparire fresco e riposato. Ti vuole carico per gli allenamenti, non può perdere una stella calcistica del tuo calibro solo per una ragazza. -
- Sì, lo so … - rispose il castano, tirando su la testa. Mark aveva ragione, pienamente ragione. Non poteva a continuare a soffrire in quel modo patetico, soprattutto per ben tre, validissimi motivi.
Motivo numero uno: quando imprecava la notte nessuno chiudeva occhio, e il giorno dopo, a causa sua tutti si svegliavano intontiti come drogati;
Motivo numero due: agli allenamenti era moscio come una foglia d'autunno appena stata spappolata dalla pioggia;
Motivo numero tre: Suzette era solo un'ingenua ragazzina di dodici anni, niente più.
- Si nota che ho pianto? -
- Abbastanza. - ribatté Bobby, prestandogli un fazzoletto.
- Grandioso, che bella notizia … thank you. -
- Don't worry. -
Ad un certo punto a interrompere la loro inutile conversazione fu una hostess che comparì da dietro una porta con affianco diciassette ragazze sperdute. Il suo passo era lento, i capelli biondi raccolti in un chignon parevano spettinati come se ualcuno l'avesse fatta sgobbare per un mese intero, senza sosta. Erik lanciò un'occhiata comprensiva alla donna, le braccia incrociate al petto. La capiva perfettamente, Suzette non era solo una tipa tutto rossetti e vestiti carini, ma era anche una ragazza veramente stancante. Alla vista di Erik quest'ultima si illuminò fino a brillare. - Tesorino? - fece, lasciando cadere le valige sopra il piede di Hellen, che era ancora mezza addormentata e che quindi non cambiò la sua solita espressione stanca quando si sentì spiaccicare le dita dei piedi. Fortuna che le pillole non funzionavano. Ma del resto, non era l'unica ad essere stordita. L'aereo durante quell'interminabile viaggio aveva subito delle turbolenze terribili, e mezza Tripla C non si reggeva in piedi dalla stanchezza. Erano tutte morte di sonno. Beh, tutte meno una, che ormai illuminava tutta Los Angeles da sola. - Tesorino, sei tu? -
- Sì … - gemette d'angoscia l'americano, facendo due passi all' indietro.
- OMMIOOODDIOOO, TESORINOOOOOOOOOOO!!! - urlò la ragazza dopo un minuto di silenzio interdetto, saltandogli al collo e baciandolo sdolcinatamente sulle labbra, nelle guance, vicino alle orecchie, sul naso e sul collo.
Bobby rise, fingendosi divertito. - Ciao, Suzette, che piacere rivederti! -
- Ah, che sorpresa, Bobby!! - Suzette lasciò finalmente respirare Erik e abbracciò anche il difensore, stringendolo però con più cautela. - Come mai Mark, Dylan e gli altri non sono venuti a prenderci? -
- Stanno sistemando le camere per voi. - spiegò Bobby, facendo cenno alle altre ragazze di seguirlo, che Mac, ovvero l'allenatore, li stava aspettando con il suo pick-up dall'altro lato della strada. La Tripla C cominciò a trascinarsi dietro di lui a passi pesanti, stanchissime.
- Almeno i letti sono comodi? - chiese d'improvviso Esther, sbadigliando.
- Ma certo – annuì Bobby, cercando di fare amicizia. -  forse sono un po' maschili, ma i genitori di Mark sono riusciti a permettersi il massimo del comfort, quindi non vi preoccupate di questo. -
- Ma certo porca miseria, lui è Mark Kruger, figlio di … - Dell venne immediatamente bloccata dalla mora, che le premette velocemente due dita in bocca. Detestava sentir parlare di Kruger, non ne poteva più. Solo un altra parola e lo avrebbe strozzato fino alla morte.
- Abbiamo capito, figlio di HanaGrace, sì … -
- Lo sapevate? - s'intromise Erik, a dovuta distanza da Suzette. La sicurezza prima di tutto.
- Ma certo che sì, chi non conosce Mark Kruger!! Dicono abbia uno stile affascinante, che l'eleganza sia il suo punto di forza!!!! - esclamò la ragazza col cappello, ignorando i lamenti e le bestemmie di Esther. Parlare di moda la faceva sempre riprendere da ogni cosa. Non che provasse dei sentimenti per Kruger: lo stimava solo perchè era figlio di HanaGrace. Fin da piccola infatti aveva abbellito i muri bianchi della sua stanza con i poster di quella donna eccezionale. Se avesse avuto l'occasione di conoscerla, sarebbe stata la prima a stringerle la mano.
- Mioddio, che stanchezza … - mugugnò Hellen socchiudendo i suoi languidi occhi grigiastri, smili a nuvoloni carichi di pioggia e tuoni. - Non ce la faccio più, mi si piegano le ginocchia … non vedo l'ora di stendermi sul materasso e di stiracchiarmi fra le lenzuola, in mezzo a cuscini morbidissimi … -
- HELLEN HEART?! - urlarono tutte e 17 le ragazze, puntandole gli occhi addosso. - EVITA DI RICORDACI QUANTO E' BELLO DORMIRE, GRAZIE!! -
- Sì, scusate ragazze … -
- Beh, state tranquille, domani non si partirà subito con gli allenamenti: io e Mark ci occuperemo personalmente di farvi vedere un po' di cose, così vi orienterete meglio. - le rassicurò Bobby, voltandosi per guardarle negli occhi. In un modo o nell'altro non erano così temibili come raccontava Erik; anzi, alcune erano ragazze bellissime. Dell indossava il suo inseparabile cappellino bianco in testa e un vestito di seta color panna, Hellen si era ristretta in una tutina da fitness color caramella, Esther, la ragazza più formosa di tutte e 17, metteva in risalto le sue curve infilata in un top americano e in un paio di pantaloncini di jeans sino alla coscia (questo a Dylan avrebbe fatto molto piacere), Daisy anche lei in tuta attillata e Suzette indossava una camicetta smanicata di un rosa acceso e dei jeans stretti, strappati. Erano tutte vestite molto bene, ciascuna aveva afferrato a pieno il proprio stile. Probabilmente il loro modo di vestire indicava non solo il loro gusto giovanile, ma anche la propria, unica, inimitabile personalità. Ecco, questa era un'abilità che i maschi sicuramente non avevano.
- Ragazze, vi avverto … avete tempo fino a domani per rilassarvi. Mark è un tipo piuttosto sbrigativo, quindi praticamente dal terzo giorno vi vuole già in campo. - le ammonì Erik, ridendo.
- No … - si lamentò Esther, stiracchiandosi. - Questo Mark chiede e pretende troppo da una come me. Io ho bisogno di dormire con tranquillità, l'ansia deve sparire dal mio cervello; solo così mi si apriranno i pori della pelle per eliminare le tossine … Mark Kruger dovrebbe saperlo, se è intelligente. -
- Su ragazze, dai, smettetela! - esclamò Suzette, eccitatissima. - Non siamo qui solo per andare a caccia di ragazzi e vestiti all'ultima moda, siamo qui anche per migliorare il nostro gioco!! Non è così, tesoruccio …? -
- Certo, Suzette, tutto quel … - Erik all'improvviso si bloccò, perchè aveva sentito un brontolio sinistro provenire da una delle 17 ragazze.
Daisy si poggiò rapidamente due mani sulla sua enorme pancia, arrossendo. - Ehm, scusate, è la fame … -
- Ma abbiamo già mangiato in aereo, Daisy! - esclamò Esther, esasperata.
- Eh, lo so, ma io ho sempre una fame da lupi, lo sai … -
- Ragazzi - li avvertì Hellen, premurosa come sempre. - vi consiglio vivamente di compare più di 17 pizze, per noi … -
- Sì - continuò Dell, dopo essersi sistemata il cappellino sulla nuca. - Daisy non è mai piena se se ne mangia solo una. -
- D'accordo allora, lo terremo presente a Mark. -
- Wow, che bello, sono così felice di essere qui! - strillò all'improvviso Suzette, baciando Erik sulla guancia. Adesso brillava più del sole.
- Sento che sarà un'estate indimenticabile!! -
- Strano, anche io ho questo tuo stesso presentimento … - le rispose il castano, cercando di liberarsi gentilmente dalla sua presa, invano. Lui e Bobby si guardarono, complici: entrambi sapevano benissimo che quell'estate sarebbe stata un vero e proprio disastro. Si sistemarono tutti sul pick-up dell'allenatore, Erik e Bobby davanti (Bobby teneva in braccio Erik), Suzette, Hellen, Esther e Dell nei sedili posteriori e Daisy e le altre nel cofano, da dove si poteva godere di una vista bellissima. I grattacieli erano immersi in un intenso e afoso tramonto dagli arancioni e dai rosa più sgargianti, un vento tiepido soffiava per la città smuovendo le grandissime foglie verdi delle palme e la gente brulicava dentro i negozi, spingendosi a vicenda per acquistare vestiti di altamoda scontati del 50%.

Appena sentirono suonare il campanello Mark e Dylan si precipitarono giù dalle scale, ansanti; non era stato assolutamente facile sistemare 17 meravigliose camere da letto per 17 ragazze super esigenti, se poi mezza Unicorno praticamente non si era minimamente alzata dal divano. - Vado ad aprire io. - il Capitano fece un sospiro e andò ad aprire; alla vista della Tripla C tirò fuori il suo sorriso più smagliante. Era davvero felice di vederle. Dell emise un gemito e si portò le mani davanti alla bocca, più emozionata della altre; non ci poteva credere. Finalmente un incontro ravvicinato con il bellissimo Mark Kruger!!! Tutte le ragazze ricambiarono il sorriso, imbambolate. Persino Hellen si svegliò del tutto, davanti a quella bellezza talmente lucente da brillare addirittura più di Suzette. - Ciao! - le salutò con semplicità il ragazzo, mentre Erik, Bobby e Mac entravano nella sede della Unicorno, esausti. - Voi siete la Tripla C, giusto? -
- Sì! - rispose Suzette facendosi largo fra le ragazze, per poi stringere la mano del biondo come si osa fare fra Capitani. - Piacere, Suzette Hartland, amo l'America, il gelato e i cuccioli di foca! E Erik, ovviamente, ma questo ormai lo sa mezzo mondo, ah, ah, ah!! -
- Oh, ma certo, ehm ... beh, p- piacere mio!! - esclamò Mark con un sorriso, sorpreso da tanta ingenuità. Eppure gli bastò averla davanti per incantarsi del tutto. Da come l'aveva descritta Erik, per tutto questo tempo si era immaginato tutt'altra ragazza. Possibile rifiutare bellezza simile? Rimase a bocca aperta per qualche secondo, poi scosse il capo e rise. Non poteva essersi innamorato … impossibile. - Quindi stai con Erik, eh …? -
- Sì! Ufficiale. -
- Ah, ah … lui mi ha parlato molto di te. A- ahm, prego, entrate pure, fate come se foste a casa vostra! -
Le ragazze della Tripla C entrarono, curiose, poi cominciarono a guardarsi intorno. La sede della Unicorno era enorme, a due piani, con una cucina, un salotto, tre bagni e addirittura una sala-giochi. Insomma, i ragazzi l'avevano arredata davvero molto bene. I muri color panna riflettevano un po' ovunque la luce splendente del tramonto che andava via via affievolendosi, il pavimento era tutto piastrellato e in mezzo alla sala c'erano due grandi divani rossi, probabilmente morbidissimi. Dylan si avvicinò a loro, con un sorriso malizioso dipinto in faccia. - Bella, eh …? Le vostre camere lo sono di più. -
- Davvero, che bella notizia che mi hai dato!! - esclamò Esther, accaldata.
- … wow. Sei davvero carina. Carina e sexy. - le rispose il ragazzo con gli occhiali da sole, sgranando le sue iridi scure dall'incredulità.
- Chi io? - fece la mora, guardandosi l'abbigliamento. Arrossì. - Ci stai provando con me, per caso …? -
- Cos …! No, no, assolutamente no, io … -
Mark smise di fissare Suzette con la coda dell'occhio ed entrò rapidamente in conversazione, venendo incontro all'amico per tirarlo fuori dai guai. Dylan era pessimo con le ragazze, quindi lui lo aiutava sempre a portare avanti il discorso o a correggere quello che sparava dalla bocca senza nemmeno pensare. - Lui tende molto a sbavare dietro a ragazze del tuo genere, tranquilla. Diciamo che lo fa per abitudine, come se fosse una droga. -
La mora annuì, sorridendo con naturalezza. - Ok, meglio così. -
- WHAT?! - urlarono i due americani, sbalorditi. Non se l'aspettavano proprio una reazione del genere, da una femmina. Che mondo ancora tutto da scoprire che era, quello delle donne …
- Hai capito bene, tesoro; oltre al fatto che sei brutto già di tuo … -
- Ehi, come ti permetti!!! - ringhiò Dylan, offeso.
- Quegli occhiali ti stanno malissimo santo cielo, non sai nulla in fatto di moda!! - riprese Esther, passandosi una mano fra i capelli. - E poi sono tutti sporchi e appannati. Di', ma ce l'hai lo specchio …? E che acconciatura orribile, somigli ad un mostro!! E trovati uno stile più decente, le maniche della tua maglietta sembrano imbrattate di vomito!! -
La Unicorno rimase a bocca spalancata, specialmente Dylan, che ebbe un brivido di rabbia. - Certo che sei veramente tosta ... ehm … ahm … aspetta ... … ehm … your name? -
- Mi chiamo Esther, e sono tosta solo quando bisogna esserlo. - la ragazza prese le sue valigie, fiera, poi guardò Mark con un sorriso divertito. - E tu Kruger? Non ci guidi verso le nostre stanze ...? -
- Io … sì, certo, seguitemi. - le rispose l'americano, salendo le scale. - Venite pure di qua, prego. -

 

Angolino_Eterno
Dai, come si fa a scrivere questa schifezza schifezzosa (?), lunga 300 km e perlopiù senza alcun senso T-T …
Spero che almeno a voi vi sia piaciuto almeno un po'. Perché a me personalmente fa decisamente vomitare.
_Per cui capirò perfettamente se non riceverò neanche un breve messaggino sulla fic._
MI VERGOGNO DI AVER SCRITTO UNA ROBA SIMILE XD!!!
Ma sarà tipo la sesta volta che lo riscrivo tutto, questo dannato capitolo, e quindi mi è toccato pubblicarlo così, perchè la fic DEVE andare avanti, e non posso sgobbare su una minchiata del genere, dai.
Ci ho anche inserito un po' di descrizioni.
Non sono proprio il massimo in campo descrittivo (andate a leggere L'amore proibito di una Dea, quello si che è descrivere, sul serio *^*), ma mi auguro che le mie inutili soffermazioni sul paesaggio vi abbiano un po' aiutato ad immaginarvi le immagini nella mente.
Ok, adesso la smetto di rompere con questi discorsi osceni, hellé (?).
Mi raccomando, io vivo dei vostri commenti, quindi se volete farmi sapere non esitate a farlo, yeah? Ah … una cosa … perdonate se non ci sono i nomi giapponesi, ma in questa fic non li metterò … perchè faccio troppo casino XD!! Grazie per la vostra comprensione, ci vediamo al prossimo capitolo, se riuscirò a crearlo con facilità :)

Lucy

   
 
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