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Autore: Marlene_    07/02/2014    1 recensioni
"Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona.
Amor condusse noi ad una morte."
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

-Mi scusi signorina, può aiutare una povera vecchietta a prendere le ciambelle?-
Hybris si girò di scatto verso la voce, abbassò la testa e vide una piccola signora dai capelli bianchi che le sorrideva.
-Certo!- si alzò in punta di piedi e provò ad afferrare il pacco che la vecchietta le stava indicando, ma era troppo in alto persino per lei.
-Aspetti qui, vado a chiamare il mio amico. Lui di sicuro ci arriva.- detto questo, si allontanò di qualche passo e sorrise alla signora che ricambiò cortese. Hiby giurò di aver visto dei canini appuntiti nella sua bocca. Scosse la testa e si allontanò alla ricerca di Steve.
Lo trovò nel reparto dei surgelati che parlava al telefono. –Si lo so signore, certo. Sto facendo il mio lavoro. Lo faccio da 16 anni… ho solo l’impressione che qui vicino ci sia…-
-Ehi con chi stai parlando?- la voce di Hybris fece spaventare l’amico, che chiuse il telefono di scatto.
-Ehm nessuno. Che succede? Non trovi qualcosa?- le domandò lui nervoso
-Una vecchietta mi ha chiesto aiuto per prendere una cosa, ma nemmeno io riesco a prenderla, è troppo in alto. Un aiutino?-
-Certo, andiamo.-
 
-Eccola lì, cavoli sembrava meno bassa prima…- la signora era ancora in piedi di fronte allo scaffale dei dolci, che leggeva alcune etichette di confezioni alla sua portata.
Steve stava annusando l’aria in modo sempre più nervoso e impaziente, quando vide la vecchietta per poco non urlò.
-Vai via immediatamente.- disse scandendo bene le parole, l’amica non comprese.
-Ehi, che ti succede? È solo una vecchietta che non riesce a prende le…- la signora girò la testa di scatto verso di loro. E quando dico “di scatto” intendo proprio che per poco non si ruppe l’osso del collo.
-Ma che cavolo…Steve che sta’ succedendo?- la ragazza era spaventata dal tono di voce che l’amico aveva usato
-Hybris esci da questo supermercato. Immediatamente.-
-Steve per favore calmati e spiegami che cavolo sta succedend…- tutto quello che successe dopo fu molto veloce.
La signora iniziò a ripiegarsi su se stessa finchè non diventò delle dimensioni di un lupo, le sembianze erano quelle di un cane: possedeva lunghi artigli, piccole ma affilate zanne, occhi completamente rossi, pelle pallida, ed era molto, molto veloce.
Si avventò su Hybris gridando, Steve le si parò davanti e iniziò a suonare il suo flauto (lo suonava sin da quando era bambino) e la vecchia-cane iniziò a contorcerci.
Ascoltò l’amico e corse fuori nel parcheggio.
 
Ora, Hybris aveva avuto numerosi attacchi di panico nella sua vita, perciò ne sapeva riconoscere benissimo uno. E quello che le venne nel parcheggio fu uno dei peggiori mai avuti.
Si accasciò per terra completamente in preda al panico, mentre si tappava le orecchie con le mani. Urlava e piangeva e continuava a rivedere la scena della vecchia che si avventava su di lei.
Nonostante le orecchie tappate e il pianto però riusciva a sentire benissimo cosa succedeva all’interno del supermercato: prima ci fu un grande boato,poi scattò un allarme assordante, infine iniziarono a riversarsi dall’altra parte della strada tutti i clienti e i commessi del negozio.
Steve e la vecchia non erano tra loro.
Pochi secondi dopo che anche l’ultimo cliente fu uscito, si trovò davanti l’amico che la alzò da terra e la scosse per farla riprendere.
-Hybris. Hybris calmati. Ascoltami, respira. Concentrati e respira.- la maggior parte delle crisi di panico le avevano scongiurate insieme, perciò lui sapeva benissimo come comportarsi.
Quando finalmente sembrava che si stesse calmando, Hiby abbassò gli occhi e notò che Steve non aveva più le gambe.
Non intendo che le avesse tranciate o robe del genere, intendo che al loro posto c’erano delle gambe pelose e degli zoccoli.
Hybris riprese ad urlare.
-Sei…sei…un cavallo!- La ragazza non riusciva a credere ai suoi occhi
-Non sono un cavallo! Sono un satiro! E smettila di urlare o quella ci trova di nuovo!-
-Cosa era quella vecchietta? Da dove veniva?- Hybris si guardava intorno terrorizzata all’idea che potesse riattaccarli.
Prima che l’amico potesse rispondere, il mostro-vecchietta riapparve e tornò ad attaccare. Il ragazzo si lanciò sul mostro e gli diede un calcio con gli zoccoli, ma la vecchia riuscì ad evitarlo e lo attaccò a sua volta, morsicandolo sul braccio. Steve cadde a terra mentre si teneva il braccio insanguinato, incapace di rialzarsi per il dolore.
Il mostro si girò verso Hybris e iniziò ad avvinarsi. –Del tuo amico mi occuperò dopo. Potrò sembrarti un' ingrata in questo momento, tutta la vita a servire tua madre per poi ribellarmi a lei. Ma mi è stata offerta una grande ricompensa per te, molto più grande di quello che tua madre mi ha offerto sin dall’antichità. Perciò sono venuta a prenderti, purtroppo mi è stato specificato di portarti viva…ma non incolume.- La vecchia (che vecchia più non era) aveva una voce tagliente e bassa, come se ringhiasse. Hybris era molto confusa, e decise che se doveva morire almeno lo avrebbe fatto informata su quello che stava accadendo.
-Mia madre è morta quando ero piccola, non l’ho mai conosciuta.-
Il mostro emise uno strano verso che doveva essere una risata. –Morta? Tua madre è più viva di me tesoro. Mi avevano detto che saresti stata inconsapevole della tua storia, ma non pensavo fino a questo punto.-
-Chi ti ha detto queste cose? Chi mi sta cercando?-
-Oh tesoro una persona molto potente, che ha deciso di ribellarsi perfino a Zeus. È stato lui a mandarmi. Ma ora basta con le chiacchiere, dobbiamo andare. Il mio signore è molto impaziente.-
Detto questo, la vecchia si lanciò su Hiby ma si fermò di scatto dopo qualche istante, una freccia le trapassava il torace. Non fece nemmeno in tempo a urlare che scomparve in una nube di polvere nera.
A lanciare la freccia fu una delle ultime persone che Hybris si aspettava di vedere, Gerr.
 
 
   
 
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