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Autore: Feel Good Inc    14/06/2008    7 recensioni
"Lui è sempre stato il mio migliore amico, sempre al mio fianco, sempre pronto ad aiutarmi e consolarmi. [...] Ed è strano per me pensare che in tutto questo tempo mi abbia nascosto di provare qualcosa per me..."
Della serie: come comportarsi quando sai che un tuo amico è cotto di te?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: David 'Gordo' Gordon, Elizabeth 'Lizzie' McGuire, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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“IL MIO MIGLIORE AMICO”

E rieccomi qui!! Uh, non riesco quasi a credere che siamo già all’ottavo capitolo… Tra due capitoli ci dovremo salutare, fedeli lettrici… Credo che mi mancheranno i vostri bei commenti… U///U Ok, dai, passiamo alle cose serie! Innanzitutto un bel GRAZIE a Lallix per avere inserito questa storia tra i preferiti… E siamo a dodici!! Che bello!! Sono a dir poco euforica!! ^///^ E poi:

PikkolaGrandefan: Sono contenta che la fic continui a piacerti! Sei fin troppo gentile!

Machy: Eh già, sembrava proprio il momento adatto, eh? Ma tranquilla, non si sa mai… Mille grazie per il commento!

Zerby: Mi lusinghi! Definirmi un “genio”… Aaah, sei veramente troppo buona! Ti ringrazio infinitamente!

Juju210: Sono contenta che anche a te sia piaciuta la terza parte del capitolo scorso! Ih, ih, vedrai, vedrai! Grazie mille!!

Selhin: Giààà, e chi ci crede che se l’è dimenticato?? Solo che è così puccio!! Grazie mille per il commento!

Gabry Sweettosa: Sono felice che la storia continui a interessarti! Mille grazie, sei gentilissima!!

Lallix: Che dire, benvenuta nel circolo! ^^ Grazie per il commento, mi fa piacere che la storia ti piaccia!!

Bene, bene, bene… Vi anticipo che questo è un altro capitolo in cui vi verrà voglia di strozzare Ethan, ma questo solo dopo aver assistito a un’altra scenetta dolce… E un’altra cosa: voi ce la vedete Miranda tipo Cupido?? ^^ Più in là capirete!

Buona lettura a tutti!

 

 

 

IL MIO MIGLIORE AMICO

8. Emozioni contrastanti

 

Agosto è arrivato. Siamo nel pieno dell’estate. Anche quest’anno, io e la mia famiglia non lasceremo la città. Poco importa, però, visto che anche Miranda e Gordo saranno qui.

Domani, per esempio, faremo un semplice picnic al parco, ma ci basterà come passatempo. L’importante è stare insieme; è sempre stato così, per noi tre.

Miranda ed io stiamo preparando il cibo ed il resto a casa mia. Nonostante evitiamo ancora di stare in piedi troppo a lungo, adesso tutte e due non abbiamo più difficoltà a camminare, ed è bello ritrovare la nostra vecchia complice intimità. Non stavamo un po’ da sole a spettegolare da chissà quanto.

«Sai, Lizzie», mi dice Miranda ad un tratto, piegando una serie di tovaglioli e stipandoli nel cesto da picnic insieme al plaid che ci farà da materassino. «Credo di doverti dire una cosa.»

«Dimmi pure», rispondo, alzando gli occhi dalla mia borsa.

Lei evita il mio sguardo, ma poi sospira e mi fissa seria.

«Beh, insomma, è giusto che tu lo sappia. Gira voce che Ethan Craft e Kate Sanders escano insieme.»

Ricambio l’occhiata.

«Eh?»

«Hai capito benissimo. Dopo il ballo sembrava che lui non fosse poi così interessato alla cosa, ma a quanto pare ora sono inseparabili.»

«Oh.» Torno a guardare la mia borsa. «Capisco.»

«Non…» Miranda esita. «Non ti dà fastidio?»

Ci penso su. In realtà non lo so, non ho la minima idea di che effetto mi faccia questa notizia. Mi sento quasi neutrale. Immagino sia perché in fondo mi sono sempre aspettata una cosa del genere… Ma forse non è per questo che ora sono quasi indifferente. Forse c’è dell’altro. Forse i miei famosi dubbi sono più forti di quanto pensassi.

«Oddio.» Miranda si china di fronte al mio viso, poggiandomi nel frattempo una mano sulla fronte. «Non può essere. Di sicuro stai male. Mi rifiuto di credere che la cotta per Ethan ti sia passata.»

Sospiro profondamente, scostandomi da lei.

«Non è questo. Almeno, credo di no.»

«Ma allora…?»

«Senti», la interrompo, guardandola fisso, stringendo la borsa in una morsa nervosa. «Se ti dico una cosa, mi prometti che non ne farai parola ad anima viva?»

«Lizzie, è con me che stai parlando», dice incrociando le braccia.

«Proprio per questo te lo chiedo», sbuffo. «Non so bene se posso fidarmi a parlartene. Ho qualche reticenza per quanto riguarda questo genere di confidenze, da quando tu sei andata a spiattellare a Gordo che in quarta elementare lui mi piaceva.»

Lei spalanca gli occhi e la bocca.

«Andiamo, Lizzie, quello è stato un incidente, sai che non avrei mai…»

«Scusami.» Sospiro di nuovo. «Hai ragione, lo so che all’epoca non l’hai fatto apposta. Però, guarda, è una cosa tanto ingarbugliata che…» Mi interrompo, cercando le parole. «E va bene, sarò sincera. Io… Io non so più bene cosa provo per Ethan. Perché… Perché qualcuno mi ha fatto venire molti dubbi.» Non me la sento di pronunciare davanti a lei il nome di Gordo e rivelarle così anche i particolari.

Lo sguardo di Miranda resta incredulo come prima.

«Mi stai dicendo che ti piace un altro ragazzo?»

«Non… esattamente. Oh, cavolo, non lo so!» Mi sento avvampare. «So solo che da quando mi hanno detto che gli piaccio, non riesco a smettere di chiedermi come reagirei se lui me lo dicesse di persona, e che è sempre più difficile ignorare la cosa, perché è sempre più evidente che lui vorrebbe dirmelo, anche se non ci riesce…»

«Buona, buona, buona.» Miranda interrompe la mia tirata confusa, afferrandomi per le spalle. Ha una luce strana nello sguardo. «Lizzie, stai parlando di chi penso io?»

La guardo, senza capire. Cosa diavolo ne so di ciò che pensa lei?

All’improvviso, cogliendomi di sorpresa, sorride. Mi lascia andare e torna allegramente ai suoi tovaglioli.

«Beh, era pure ora che qualcosa si smuovesse», mormora tra sé e sé.

«Di che accidenti stai parlando, Miranda?», sbotto, esasperata.

Lei si volta a guardarmi con un sorriso che sa tanto di saccenteria.

«Tranquilla, Lizzie, capisco che per te deve essere un periodo strano, e non voglio stressarti. Perciò non ti chiederò chi sia questo fantomatico ragazzo, in modo da lasciarti il più possibile obiettiva e razionale. Parliamo d’altro, ti va?» Di colpo si illumina. «Ehi, lo sapevi che ultimamente sto rivalutando Larry Tudgeman?»

Non lo sapevo, ma non me ne stupisco. Dalla sera della festa a casa sua, quando è stata dimessa dall’ospedale, il suo rapporto con Larry è molto migliorato. Ovviamente mi fa piacere, ma ora, chissà perché, non mi sento in vena di lanciarmi in un’altra conversazione di questo tipo.

Torno anch’io alla preparazione della mia borsa, riflettendo intanto sul fatto che su questo pianeta tutti sembrano trovare una soluzione ai loro problemi sentimentali, eccetto per la sottoscritta.

 

***

 

«Bene, direi che questo posto va bene per tutti, no?»

«Certo.»

Lascio cadere la borsa da picnic. Miranda e Gordo fanno lo stesso.

«Ragazzi, io faccio un salto al chiosco», dice Miranda. «Mi è venuta voglia di un gelato. E a voi?»

«No, ti ringrazio.» Scuoto la testa, mentre sistemo a terra il plaid e preparo il necessario per il picnic, evitando sia il suo sguardo sia quello di Gordo. «Andate pure voi due.»

«Gordo», scatta Miranda, «perché non resti ad aiutare Lizzie? Se vuoi posso portarti io qualcosa.»

Ma cosa diavolo…?

«No, ti ringrazio, Miranda, sono a posto.» Gordo si avvicina a me, prendendomi dalle mani il cesto. «Tu vai, ci vediamo più tardi.»

«Ottimo.»

Miranda fa un cenno con la mano e sparisce in direzione del chiosco, lo stesso in cui sono stata insieme a Ethan quasi un mese o una vita fa.

Mi viene l’assurdo pensiero che stia facendo di tutto per lasciarmi sola con Gordo. Ma no, cosa vado a pensare? Lei non sa mica chi è il ragazzo che mi fa dubitare di Ethan…! Eppure…

Continuo a dispiegare tovaglioli e stoviglie di cartone, evitando ostinatamente di guardare Gordo. È tutta la mattina che andiamo avanti così. Dopo essere stata sul punto di ammettere tutta la faccenda con Miranda, sono ancora più preoccupata dall’eventualità di ciò che può succedere tra me e lui. Perciò perlopiù lo ignoro. Con un po’ di fortuna ci riuscirò anche ora…

«Lizzie, si può sapere che hai?»

Dimenticavo che io non sono affatto fortunata.

«Niente. Perché?»

Senza preavviso, Gordo si sporge verso di me, mi porta una mano al mento e me lo solleva, costringendomi a guardarlo.

«Sei strana. Ecco perché.»

«Sto bene», farfuglio, sperando che mi lasci andare alla svelta.

«Dai, non sei capace di dire bugie.» Lui allontana le dita dal mio viso, come se si rendesse conto improvvisamente del contatto fisico che ha cercato e raggiunto. A disagio, riprende in mano il cesto. «Dimmi la verità… Hai saputo di Ethan e Kate, vero?»

L’imbarazzo diventa incredulità: è possibile che lo sappia già tutto il Paese? Sono stata l’ultima ad esserne messa al corrente? All’improvviso mi dico che è meglio così, è meglio che lui creda che sono confusa per via di Ethan, piuttosto che sappia che sono confusa per colpa sua.

«Ehm… Già.» Abbasso lo sguardo. Cerco di rafforzare la scusa. «E poi… Ieri Miranda mi ha detto che sta cambiando idea su Larry, e…»

«Cosa c’entrano Miranda e Larry?», domanda Gordo, spiazzato.

«C’entrano. Vuol dire che tutti, in qualche modo, trovano la possibilità di piacere a qualcuno che non si è mai interessato a loro. È ciò che sta succedendo a Larry con Miranda. Ma ho paura che a me non succederà mai.»

Accidenti. E questa panzana da dove cavolo mi è uscita?… Forse però è la verità… Forse per questo l’ho detto con tanta naturalezza. In fondo non mi sono detta più volte, dopo il famoso quasi-bacio, che io non avevo davvero più speranze con Ethan?

«Lizzie…»

Alzo di nuovo gli occhi. Gordo mi guarda con un’aria seria che mi spaventa.

«Devi smetterla di sminuirti in questo modo. Te l’avrò detto mille volte; se Ethan non apprezza la fortuna che ha, significa solo che non la merita. E tu non puoi e non devi starci male, perché prima o poi capirai che puoi essere felice anche senza di lui.»

Arrossisce. È probabile che sia arrossita anch’io.

Certo che è davvero dolce. Un altro, al posto suo, probabilmente approfitterebbe della situazione: visto che al momento il ragazzo che teoricamente mi interessa esce con la mia acerrima nemica, un altro potrebbe benissimo farsi avanti. Ma non Gordo. Gordo è speciale, è il mio migliore amico. O forse è qualcosa di più.

In questo momento capisco più che mai che lui vuole in primo luogo vedermi serena, e che per questo è anche disposto a non pensare affatto a ciò che prova lui. È sempre stato così, anche quando ha deciso di sostenermi nel mio pedinamento a Ethan; ma ora, proprio ora, questa consapevolezza mi colpisce più forte.

Ci guardiamo in silenzio, l’uno di fronte all’altra, inginocchiati sul plaid, in questo punto del parco riparato dal sole, proprio di fronte al laghetto. E di colpo, proprio come la notte del ballo di fine anno, seguo un impulso.

Lo abbraccio.

«Ma… Lizzie!…»

Gordo è confuso, si irrigidisce, ma io non gli dico nulla. Anche perché non saprei cosa dirgli.

Alla fine lo sento ricambiare l’abbraccio, ed è come essere investita da un fiotto di tranquillità, anche se il cuore mi batte all’impazzata.

Restiamo così per un po’, in silenzio.

«Lizzie! Gordo!»

Una voce che conosco molto bene mi strappa da questa specie di trance. Mi allontano da Gordo, guardandomi intorno, e lo vedo.

Ethan Craft è a pochi passi da noi, impettito sul suo skate-board, e ci saluta con un braccio.

Vederlo mi lancia di nuovo nella confusione più totale. È vero, ero riuscita a non pensare più a lui come al ragazzo dei miei sogni, l’unico al mondo che potesse interessarmi; ma questo solo perché ultimamente ho fatto in modo da allontanarmi in tutti i sensi da lui, per poter capire se il disagio che provo con Gordo nascondesse qualcos’altro, così come mi ha consigliato Chiedilo a Fannie!... Ora, invece, al rivedere Ethan scopro che non è cambiato niente: guardandolo provo sempre la solita piacevole fitta allo stomaco.

Lui scivola sullo skate fino a fermarsi di fronte a noi.

«Ciao, Ethan», lo saluta Gordo, secco.

Non mi curo della sua freddezza e mi infervoro all’istante.

«Ciao, Ethan», ripeto. «Come… Come mai sei solo?» Esito prima di rivolgergli la domanda; non vorrei sembrare indiscreta, ma sono troppo curiosa. «Non sei con Kate?»

Lui mi fissa come se avessi detto un’eresia.

«Kate? Bah! Abbiamo litigato.»

Questo significa almeno tre cose.

Punto primo: le voci sono vere, e Ethan e Kate si sono effettivamente messi insieme.

Punto secondo: le voci sono poco informate, perché non sanno evidentemente che Ethan e Kate ci hanno messo poco a litigare.

Punto terzo: Ethan è qui da solo, e non appena ci ha visti, o mi ha vista, è venuto da noi, o da me.

E quest’ultimo punto a sua volta può significare mille cose…

«Sono tornat… Ethan

Mi volto e vedo Miranda, appena tornata dal chiosco, che fissa Ethan come se fosse una specie di alieno. Che diavolo le prende? Non è contenta che sia qui con noi?

«Ciao, Miranda», le fa lui di rimando, con la massima naturalezza.

Io mi guardo intorno, estremamente confusa da questa situazione inusuale. Così facendo finisco inevitabilmente per soffermarmi su Gordo.

Si è incupito, e continua ad armeggiare con le posate di cartone senza guardare nessuno.

Ho la sensazione di essere spaccata in due. E non è affatto piacevole.

   
 
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