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Autore: lightbluedreams    09/02/2014    5 recensioni
Johanna Mason è sola e l'unico che possa aiutarla è Gale, anch'esso un cuore solitario. Ce la faranno questi due soldati che hanno perso tutto a ricominciare da capo (magari insieme)?
Per favore recensite e leggete tutti i capitoli, mi interessa molto il vostro parere :)
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beetee, Effie Trinket, Gale Hawthorne, Haymitch Abernathy, Johanna Mason
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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~~Il giorno dopo la Morious mi sveglia ed io mi preparo con cura, pronta ad uscire da quell’ospedale.
Mi lavano i capelli, mi truccano e mi fanno indossare un abito lilla plissettato, delle scarpe viola col tacco ed una giacchetta in pelle sintetica viola.
La solita Effie…!
Mi guardo allo specchio e quasi non mi riconosco più: sembro un’altra persona truccata e vestita così, sono meno pallida  e più… carina.
Ad un tratto qualcuno bussa alla porta: è Haymitch.
“Ciao dolcezza, prima di svignarcela devi passare un breve esame... sai già cosa devi fare…”
‘L’acqua’, penso fra me e me ‘Fallo per Gale’
“Andiamo!”
Haymitch mi porta alla “sala dei test”, dove appena entro trovo seduti uno accanto all’altro il mio strizzacervelli e altri tre dottori che non conosco.
Non faccio in tempo ad aprir bocca che Haymitch esce dalla stanza e uno dei dottori inizia a parlare: “Signorina Mason, deve dimostrarci che è guarita. Deve superare un esame abbastanza semplice: le porremo sulla testa un caschetto attraverso il quale la proietteremo in un luogo puramente inventato e lei dovrà riuscire ad acciuffare una medaglia, che troverà posata su una mensola. Auguri”
“Sono pronta. Iniziamo.”
Mi infilo in testa il caschetto, chiudo gli occhi, sento una fitta allo stomaco come l’attimo prima che cominciassero gli Hunger Games.
Qui però il nemico non è qualcun altro, sono solo io.
Riapro gli occhi e mi ritrovo in una camera da letto normalissima, in pieno stile del distretto sette.
Cerco con lo sguardo la medaglia e la trovo: è a circa cinque metri da me.
Sembra facile.
Inizio a correre, ma di soprassalto la stanza si riempie di acqua ed io cerco in tutti i modi di raggiungere la medaglia.
I crampi allo stomaco aumentano, ho paura, ma pensando al motivo per cui sto affrontando questo test, tutti i dolori fisici e psicologici si attenuano.
Sono a un passo dalla mensola, l’acqua mi ha quasi sommersa, il livello si alza ed io resto sotto.
Non vedo più nulla, allungo il braccio in cerca della medaglia, la prendo e improvvisamente svengo.
Al mio risveglio sono su un overcraft con Haymitch che mi guarda sorridente dicendo: “Ce l’hai fatta dolcezza”.
Nelle quattordici ore di viaggio Haymitch mi racconta della sua relazione con Effie, della sua decisione di non bere più finchè ad un tratto mi dice: “ Ho detto a Katniss di Gale. E’ scoppiata in lacrime e mi ha detto che partirà appena potrà, sai i bambini e tutto il resto… Non le ho detto nulla di questo tuo viaggio, ma lei ha intuito qualcosa e mi ha detto di dirti di prenderti cura di lui anche da parte sua”.
“Lo farò, grazie Haymitch, di tutto.”
Lui distoglie un attimo lo sguardo dalla guida, si gira e afferma sincero: “Lo so. Sei una brava ragazza Johanna Mason.”
L’overcraft atterra, scendiamo e ci viene incontro Beete tutto trafelato
“Appena in tempo! Gale è peggiorato, seguitemi subito!”
Corriamo all’ospedale dove troviamo Gale steso su una branda, sudato per la febbre alta e stanco. Prima entra Beete, mentre noi rimaniamo fuori.
“Gale, hai visite”
“Non ora, Beete”
“C’è qui fuori Haymitch… con Johanna”
“Johanna sì, Haymitch capirà”
Beete torna da noi, Haymitch annuisce in segno di consenso ed io entro sola ed emozionata nella stanza.
Le mani tremano e il battito del cuore accelera tanto da sentirlo battere in gola.
“Ciao Gale”
“Ciao Johanna, per fortuna sei qui. Ti aspettavo”
“Non potevo non venire”, affermo avvicinandomi a lui: “Adesso sei tu che hai bisogno di me”
Mi siedo accanto al letto e gli prendo le mani.
“Spero che sia così anche per te”, dice lui.
“Il mio non è bisogno è…”. Lui mi fissa con i suoi occhi scuri e profondi, le mie gambe si rilassano un po’, la mia voce vibra leggera nell’aria mentre sussurro: “Mi mancavi. Tanto…troppo”
“Anche tu, ma siamo qui. Insieme” dice sorridendo
“Gale…” faccio fatica a pronunciare quelle cinque lettere
“Ti amo anche io”, dice lui completando la frase, si avvicina sempre di più a me, sento il suo cuore battere forte sopra il mio petto, le nostre bocche si incontrano e sento sulla mia guancia scorrere piccole gocce di luce.
Non avevo mai pianto dalla felicità. Mai.
Quando me ne accorgo stacco un secondo le mie labbra dalle sue e lo fisso negli occhi: anche lui sta piangendo, ma sorride, facendo sciogliere il mio cuore.
“Mi starai vicino?”
“Anche per sempre”.
 
  
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