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Autore: Lumik Lovefood    09/02/2014    3 recensioni
Mi chiamo Tibby Lanyon, ho ventisei anni e lavoro in un ufficio di Grafica Pubblicitaria. Sono del Vermont ma vivo a New York, in un appartamento tutto mio, preso dopo molti sacrifici. Amo il tiramisù ma odio gli spinaci. La mia giornata tipica è molto monotona: casa-lavoro-casa. Odio le feste e i glitter su ogni cosa esistente in questo mondo. Non sono bionda, non solo alta e non sono una modella.
Altro? Mmh... Ah, sì!
E mi sono incasinata la vita col mio nuovo vicino di casa, Orlando Bloom.
Volete sapere come?
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dedico questo capitolo a Marco,
che alla fine non ce l'ha fatta a superare
il brutto incidente che lo ha coinvolto il 18 gennaio scorso.
Corri a fare meta con Sasà.




Come As You Are


- Le Rose e i capelli biondi col gel, han sempre le spine! -




E' quasi una settimana che vado a riprendere Flynn all'asilo e lo porto un po' in giro però, lui, si è affezionato all'albero Dafne, come oramai lo chiama, del Tompkins Square e lo vuole sempre andare a trovare. Orlando continua magnificamente le sue prove a Broadway ma non ho proprio il coraggio di andarlo a trovare, nonostante mi abbia invitato più di una volta, per sdebitarsi.
Sono seduta ad una panchina che si trova proprio di fronte a Dafne e vedo Flynn che gli gira intorno, tenendo una mano sopra la corteccia, come per accarezzargliela. Mi sono portata con me la mia macchina fotografica, ed ogni tanto scatto qualche foto al bambino, che mi lancia qualche sguardo curioso.
Sono chinata sopra lo schermo della macchinetta, e non mi accorgo che Flynn si è avvicinato a me, fissandomi il profilo e sorridendomi.
“Il Sole ti ha baciata.” mi dice, euforico.
Io lo guardo stranita, non capendo cosa sta dicendo “Cosa hai detto?”
“Il Sole ti ha baciata. Guarda.” ed indica alla mia sinistra. Seguo la direzione da lui indicatami e mi ritrovo la sfera rovente e rossa del Sole, che sta tramontando su New York.
Sorrido, ripensando alle parole del bambino “Hai ragione: mi ha dato proprio un bel bacio.” e gli scompiglio amorevolmente i capelli.
“Ma tu sei già bella. Il Sole ora l'ha capito. Tu sei
bellissimissima.” e mi scocca un bacino sulla guancia.
Lascio la macchina fotografica, posandola affianco a me, e prendo Flynn, poggiandomelo sopra le gambe, e sorridendogli radiosa “Mi sa che da grande, farai stragi di cuori...”
Lui ride e mi abbraccia stretta. Guardo l'ora e decido che è meglio incamminarsi verso casa, dato che stava facendo buio, e forse, tra non molto, sarebbe rientrato anche Orlando.
Predo per mano Flynn, e percorriamo un po' di strada a piedi per raggiungere la metropolitana. Le vie sono quasi sgombre e si notano solo le insegne dei negozi maggiormente, illuminati a dovere da luci e quant'altro.
Sorrido mentre Flynn dondola le nostre mani ed mi accorgo che una persona si sta avvicinando a noi, alla mia sinistra. Guardo meglio, e mi accorgo che è un uomo, con un cappotto beige ed in mano una macchina fotografica.

Cazzo!

All'istante, prendo in braccio il bambino e li copro il viso, schiacciandoglielo delicatamente sulla mia spalla, ed affretto il passo, guardandolo di sbiego.
Flynn non capisce perché io lo faccia, ed infatti si dimena un po' tra le mie braccia “Tibby. Tibby. Non vedo nulla!”
“Shh.” gli sussurro in uno orecchio, mentre l'uomo si avvicina a noi.
“Ma quello non è Flynn Bloom? Non è il figlio di Orlando Bloom?” grida il tizio ed indica il bambino che ho tra le braccia.
Io nemmeno mi fermo a parlargli, e continuo a camminare spedita come un treno, ma il paparazzo non demorde, ed inizia a scattare foto a raffica.
“Ci lasci in pace!” grugnisco, al limite della sopportazione, quasi correndo.
Lui continua a scattare foto, seguendomi “Dove lo porta? Chi è lei?”
Mi giro verso di lui, con uno sguardo che fiammeggia di rabbia.
Che stia pensando che l'abbia rapito, quest'idiota scocciatore?
“Sono una collaboratrice del padre, e lo sto portando da lui!” gli grido, arrabbiata come non mai.
Alzo lo sguardo e vedo parcheggiato a fianco del marciapiede, un bellissimo taxi giallo, da cui sta scendendo proprio in quel momento una persona, liberandolo apposta per me. Con uno scatto felino, mi fiondo dentro la vettura, scacciando il malcapitato che aveva solo appena messo fuori un piede, e mi chiudo dentro, urlando al guidatore “A Broadway! Ed in fretta!”
Voltandomi verso il finestrino della macchina, vedo arrivare il paparazzo, sempre armato con quella sua diavoleria. Cerca di scattare una foto, ma è troppo tardi, il taxi è partito salvando me e Flynn in corner.

Chi era?” mi chiede Flynn, mentre lo poggio sul sedile e gli passo la cintura intorno alla vita.
“Nulla di che, tranquillo.” e cerco di sorridergli più tranquillamente possibile. Mi poggio pesantemente sul sedile e faccio un sospiro liberatorio. Mi armo del mio cellulare e cerco il numero di telefono di Orlando, ma suo figlio m'interrompe.
“Dove andiamo?” mi chiede, ingenuamente, osservando la città scorrere da i finestrini del taxi.
“Da papà.” e mi becco uno dei suoi bellissimi sorrisi.
Premo il tasto di chiamata e mi porto il telefono all'orecchio.
“Orlando? Scusa il disturbo, ma...”


Io e Flynn siamo davanti all'ingresso artisti di Broadway. Non avevo mai visto così da vicino il teatro, perché non sono tipo da uscite e non ho nessuno con cui uscire che ne valga davvero la pena, anche se i classici mi piacciono. Sono un po' nervosa, qui ci dovrebbe essere tutto lo staff e gli assistenti di Orlando, oltre agli attori.
Chissà se sanno del mio arrivo?
Chissà se Orlando avrà parlato di me a qualcuno?
Beh, alla prima domanda, non so rispondere, ma la seconda, credo, sia affermativa, dato che ho sostituito gli assistenti di Orlando nel compito di occuparsi di Flynn.
Busso alla porta, e dopo un po' mi viene ad aprire una donna sulla quarantina, con un completo scuro e i capelli biondi raccolti a crocchia. Mi guarda dall'alto in basso, concentrandosi maggiormente su Flynn, infatti, saluta lui e non me.
“Ciao Flynn, come stai?” mentre sorride, fa una faccia raccapricciante, non deve essere abituata a farlo. Il bambino, però, non si scompone più di tanto e la saluta con un piccolo sorriso ed una sventolata di manina.
Finalmente, la tizia si volta volta verso di me, e mi rivolge un sorriso di circostanza “Tu sei la
baby sitter, suppongo.” il tono in cui lo dice, non è molto amichevole, sembra più una burla.
Baby sitter? Ora sono diventata la baby sitter?
Mi sta montando la rabbia. Come diavolo si è permesso?
Meglio lasciar perdere, per ora, e affrontare quest'arpia.
Il bambino, però, si intromette nel nostro piccolo scambio di sguardi poco amichevoli “Lei è Tibby!” esclama euforico.
“Sì.” le rispondo, sfoggiando il mio miglior sorriso, e facendo un passo per entrare, ma lei mi blocca immediatamente.
“E' stato davvero gentile, da parte tua, accompagnare Flynn. Ora ci pensiamo noi.” e la tipa tende una mano verso il bambino, che invece si stringe maggiormente alla mie gambe e la guarda sottecchi.
“Credo che Flynn sia contrariato. Sarà meglio che rimanga.” le dico in tono affabile, gongolando al mio interno per lo smacco ricevuto da Flynn.
La faccia della signora si gela, sgranando gli occhi sorpresa, ma si riprende subito, guardandomi sempre con quel sorriso da sfotto “Dai Flynn, andiamo a giocare io e te, così la baby sitter se ne può andare.”
Alzo un sopracciglio. Questa mi vuole proprio fuori dalle palle!
Sto per ribattere ma, fortunatamente per lei, arriva in gran fretta Orlando, che la richiama, un filino seccato.
“Rose! Che diavolo stai facendo? Falla entrare!”
Rosa, la tizia antipatica, diventa bianca come un cencio, mentre io la supero con il mio più bel sorriso trionfante e mi avvicino ad Orlando. Lui mi sorride e prende in braccio Flynn, per poi posare una mano sopra la mia spalla, invitandomi a seguirlo. Io ricambio il sorriso, cercando di non far trasparire il mio nervosismo e la mia rabbia verso le sue mancanze.
Io non dico che doveva presentarmi come “La Formidabile Tibby”, ma nemmeno come una
baby sitter qualunque! Credevo di non esserlo... Quanto sono stupida.


Appena Tibby mi ha chiamato, sono saltato come una molla. In verità, non dovrei tenere il cellulare in tasca durante le prove, ma mi aspetto sempre qualche messaggio da lei. Non so perché, ma mi rallegrano la giornata, anche se riguardano sempre e solo Flynn. Dovrebbe arrivare a momenti, anche se ci sta mettendo un po' troppo per i miei gusti, dato che dovrebbe venire con un taxi. Poi le vorrei ridare anche i soldi... Vedo l'ora sul cellulare, mi ha chiamato più di mezz'ora fa e non è lontano da qui il Tompkin. Deve essere successo qualcosa.
Decido di andare alla porta d'ingresso del teatro e sento delle voci provenire da essa. E' Rose, che sta parlando con qualcuno che è fuori.

Credo che Flynn sia contrariato. Sarà meglio che rimanga.”
Ma questa è Tibby! E' arrivata, per fortuna.

Dai Flynn, andiamo a giocare io e te, così la baby sitter se ne può andare.”
Ma che diavolo sta dicendo quella? Non la può mandare via! Meglio intervenire.
Mi avvicino a loro, e grido “Rose! Che diavolo stai facendo? Falla entrare!”.
La mia assistente, che forse resterà tale ancora per poco, sembra aver ingoiato un rospo e sbianca immediatamente. Mi guarda, scoccandomi un'occhiata di dissenso, ma io la ignoro e faccio segno a Tibby di entrare.
Prendo in braccio mio figlio e con una mano le cingo le spalle “Credevo che ti eri persa...” le sussurro in un orecchio.
Lei getta un'occhiata fugace alle sue spalle e faccio lo stesso anche io: Rose non sembra molto contenta di ciò.
“Lasciala perdere, è di natura acida.”
“In realtà, penso che abbia ragione. Forse sono di troppo... Però, mi è sembrata una buona occasione per accettare i tuoi inviti alle prove.” Tibby abbozza un sorriso e guarda a terra, imbarazzata.
“Grazie.” le dico, lasciandole le spalle “Spero che tu non ti sia spaventata per via di quel paparazzo...”
Le scuote la testa, vivacemente “Pensavo a Flynn più che altro.”
“Tranquilla. Ti devo ringraziare una seconda volta.”
“Figurati...” ci guardiamo negli occhi, mentre Flynn, per tutto il tempo della nostra conversazione, non faceva altro che ripetermi cosa aveva fatto fino a quel punto della giornata. Io non lo stavo nemmeno ascoltando, a dirla tutta, ero concentrato a vedere quelle distese olivastre che sembravano più scure del solito, più tristi.
Tibby mi prende dalle braccia Flynn e lo tiene nelle sue “Dove possiamo metterci, senza dare disturbo?”.
Le feci strada verso delle scale che portavano a delle cucce e la feci sedere. Ricalai quasi immediatamente, perché Rose stava sbraitando il mio nome ai quattro venti. Appena la ebbi di fronte, immaginai subito che si stava preparando per farmi una sfuriata.
“Che diavolo ti è passato per il cervello? Inviti la
baby sitter a vedere le prove?”
Quelle parole le aveva dette talmente velocemente, che non le afferrai subito e le chiesi, più gentilmente possibile, di ripeterle.
“Perché non può, scusa? Si occupa meravigliosamente bene di Flynn.” le avevo risposto, salendo sul palco e voltandole deliberatamente le spalle.
“Non può, punto e basta.” aveva sbottato, con un tono di voce tutt'altro che amichevole e basso. Temevo che Tibby la potesse sentire, e le volsi uno sguardo, ma pareva un timore infondato: aveva preso Flynn in braccio e gli indicava il soffitto.
Rose aveva scoperto la mia occhiata verso la ragzza, ed infatti “Chi è lei? Non mi sembra una semplice
baby sitter...”
“E' la vicina.” le risposi breve e ripresi le mie prove, cercando di essere più concentrato possibile.

Semplice a parole!

Mi ritornavano continuamente gli occhi di Tibby in mente, erano sì felici di vedermi, ma in fondo, davvero in fondo, avevano un'ombra triste, a tratti anche delusa. Chissà che le era successo...


Finalmente, avevamo finito e corsi immediatamente da Tibby e Flynn. La ragazza mi fece un piccolo applauso, entusiasta, o comunque lo pareva, dato che c'era sempre quella sensazione sui suoi occhi, che non mi piaceva affatto.
“E' stato spettacolare, davvero!” si congratulò con me, con evidente sincerità. Io le sorrisi, per poi prendere in braccio Flynn e mettere una mano sulla sua spalla, per condurla fuori dal teatro. Erano le otto di sera passate e il mio stomaco si stava contorcendo dalla fame. Non salutai nessuno della troupe e mi incamminai velocemente verso la macchina, con Flynn e Tibby al seguito.
“Ho una fame.” dissi, allacciando mio figlio saldo al seggiolino dell'auto.
Tibby mormorò un lieve “Già...” ma era rimasta ferma a fissare la portiera nera della mia auto, senza entrarvi.
“Non entri?”
Lei mi guardò stranita, ma non mi rispose.
“Pensi che ti faccia tornare a piedi, dopo tutto quello che fai per Flynn e per me?” e poi aggiunsi, dolcemente “Sali.”
Tibby divenne rossa in volto ed aprì lentamente e cautamente la portiera dell'auto, per poi entrarvi e richiuderla con la stessa accortezza di quando l'aveva aperta.
Entrai anche io e misi in moto, ma poi mi venne un lampo di genio “Ho un'idea!” esclamai, facendo sobbalzare la mia vicina, intenta a mettersi la cintura di sicurezza “Andiamo a cena fuori!”
Lei mi guardò come se avessi tre teste “Che stai dicendo?”. Era davvero scocciata.
“Andiamo a cena fuori: io, te e Flynn. Non vorrai cucinare a quest'ora?”
Lei prese di mano il suo cellulare e strabuzzò gli occhi, rendendosi conto che era effettivamente molto tardi.
“Dove proponi di andare?” chiese, animandosi un pochino e questo mi fece sciogliere in un sorriso.

Italiano o cinese?”
“Italiano!” e mi sorrise anche lei, per poi scurirsi subito “Ma non mi sembra il caso... Non è che, ci saranno altri paparazzi?”
“Anche se fosse, non preoccuparti.” e cercai di convincerla, stava per rispondermi ma sentii la suoneria di un cellulare. Era il suo.

Pronto?” disse lei. Sentii un mormorio dall'altro capo, ma non capii se era un maschio o una femmina, ma lei mi sciolse immediatamente questo dubbio.
“Ithan, dimmi tutto.” sembrava seria e professionale, molto probabilmente era un collega. Rimasi zitto, per ascoltare quello che diceva lei e, magari, capire quello che diceva quel
Ithan.
“Allora... La documentazione del cliente Stevenson è nella cartella col codice numero sei, sette, uno, zero. Ha deciso per il verde e il rosso, alla fine, con la cornice bianca.”. Sembra davvero una in gamba nel suo lavoro.
Ha detto Hooper che domani ci toccano gli straordinari, ecco perché ti ho chiamata.” disse, quello dall'altro capo. Che cosa?

Davvero?” sembrava stupita “Straordinari, del tipo?”
Otto mezza – Otto, circa.
“Ah... Ok. Ci vediamo domani.”
A domani Tibs!” e chiuse la chiamata.
Tibs?
Che razza di soprannome è?
Strinsi le mani intorno al volante, forse anche troppo.
“Scusami.” mi disse Tibby “Era un mio collega di lavoro. Domani non posso andare a prendere Flynn.” sembrava seriamente dispiaciuta e si tormentava le mani in una stretta convulsiva. La guardai con la coda dell'occhio e le posai una mano sulle sue, per fermarla.
“Tranquilla.” ed abbozzai un sorriso. Domani sarebbe toccato a Rose prendere Flynn dall'asilo. Non ero molto felice di ciò, specialmente dopo oggi: lei avrebbe sicuramente gongolato!
Flynn, ovviamente, non fu felice “Non ci voglio andare all'asilo! No! No! E no!”
“Flynn, per favore.” lo ammonii, guardandolo dallo specchietto retrovisore “Sapevi benissimo che Tibby non è ai nostri comodi.”
“Ma io voglio Tibby.” piagnucolò mio figlio. Io non gli risposi, e nemmeno Tibby aveva qualcosa per farlo calmare, finché...
“Flynn, ti prometto che poi staremo insieme tutto il giorno qualche volta, ok?”
Dallo specchietto, vidi che si riprese subito ed abbozzò un sorriso “Andiamo da Dafne tutto il giorno?” chiese, speranzoso.
Tibby si voltò con la testa, per vederlo meglio, e gli sorrise “Sì.”


La chiamata di Ithan è stata provvidenziale, per davvero!
Ho trovato una buona scusa per vendicarmi un po' di Orlando. Non credo che abbia preso bene la notizia, vedo che il suo sguardo è più duro e più freddo del solito, ma ogni tanto qualche colpo di fortuna capita anche a me.
Finalmente, oserei dire!
Non sono brava a meditare vendetta, sono più il genere di persona stupida che si lascia scivolare tutto addosso, facendo poi la figura della scema, perché io sono
scema. Mi dispiace però per Flynn: ci è rimasto davvero male. Fortuna che sono riuscita a tirarlo un po' su di morale. Infatti, alla cena non ha fatto altro che parlare, parlare e parlare, entusiasta come al solito.
Siamo in un delizioso ristorante italiano. Ho mangiato altre volte questa cucina, e la preferisco a molte altre, in parte perché è davvero buona, in parte perché mio fratello Reese, essendo un giornalista, ha fatto diversi viaggi in Italia ed ha raccolto molte ricette tipiche, e me ne ha passata qualcuna.
“Papà! Papà!” grida il piccolo, richiamando a gran voce il padre, che rimane con il raviolo infilzato nella forchetta a mezz'aria “Oggi il Sole ha baciato Tibby!” e sgrana gli occhi, gonfiando anche le guance.
“Davvero?” chiede Orlando, facendo un tono stupido, vagamente scherzoso.
“Sì, papà. Però il Sole è stupido: solo ora capisce che Tibby è
bellissimissima!”.
Rido di gusto, e cerco di nascondere il mio imbarazzo bevendo un sorso d'acqua.
Orlando si volta verso di me, e mi sorride, guardandomi con uno sguardo che non gli avevo mai visto prima: sembra dolce, sensibile e lievemente devoto.
“Hai ragione.” mormora dopo una breve pausa, trasformando il suo sorriso radioso in uno timido ed impacciato.
Per poco non mi va di traverso l'acqua e non la faccio uscire dal naso.
Ma che cavolo si è messo a dire?
Lo guardo sconvolta, con gli occhi fuori dalle orbite e tenendomi ancora il bicchiere vicino alla bocca, per nascondere il sorriso da idiota, che sicuramente avrò, sulle labbra.
Non so come, ma mi bastano poche sue parole per farmi capitolare come una ragazzetta qualunque e farmi venire le farfalle allo stomaco, che raggiungono anche la mia gola, impedendomi di parlare e collegare il cervello. Finalmente, tolgo il bicchiere dalla bocca e gli abbozzo un sorriso imbarazzato, degno di me, e mordicchiandomi poi le labbra.
“Ti ho imbarazzato?” mi chiede, sporgendosi un po' sul tavolo per guardarmi meglio.
“No, tutt'altro...” e continuo a sorridergli, come una cretina.
Ora, non so se è davvero così, oppure riesce a mascherarlo bene perché è un attore, ma è praticamente senza il minimo sentore d'imbarazzo e molto sicuro dei se e delle sue capacità, praticamente il mio contrario. Io vivo nell'incertezza costante, specialmente sulla mia vita privata. Nel lavoro, so perfettamente che ruolo ricopro e le responsabilità che ho, sia nei lavori che avvio sia coi vari colleghi e assistenti, ma nella mia vita, sono un completo disastro!
Ho avuto solo una relazione, durata un paio d'anni, quando avevo iniziato a frequentare l'università, quindi si tratta di moltissimi anni fa.
Ricordo che si chiamava Michael ed era il solito ragazzo tranquillo, con una media universitaria tranquilla, una vita tranquilla ed una famiglia tranquilla. Frequentava il corso di giornalismo e legammo subito dato che mio fratello è giornalista. Per stare con lui, stavo perdendo di vista i miei obbiettivi esistenziali e non mi applicavo per nulla nello studio, rischiavo di finire fuori corso. Per fortuna, sono rinsavita e l'ho lasciato, concentrandomi poi anima e corpo sull'università. Avevo ventuno anni e quella fu la mia prima ed unica relazione che ho avuto, sicuramente intensa dato che stavamo insieme tutti i giorni, ma dopo di quella, sono sempre rimasta sola, e non mi è nemmeno dispiaciuto, a dir la verità.
Ora però, di fronte a me, ho Orlando, che mi sta facendo battere il cuore ancora. Dovrei aver paura, ma stranamente non ne ho: Orlando mi fa sentire sicura. Forse, sto correndo un po' troppo con la fantasia e i castelli, ma con lui sarei capace di costruire qualcosa. Ho una stabilità economica e lavorativa adesso, sono ormai donna e dovrei pensare ad un futuro con marito e figli, non sono vecchia, però molte persone a ventisei anni hanno già un marito ed un figlio, ed io nemmeno un fidanzato!
Dovrei ricorrere ai ripari.



Tutto bene?” chiedo a Tibby, dopo averla fissata per un po'.
Deve proprio essersi persa nei suoi pensieri, visto che non mi ha risposto per un po' di tempo e sembrava in trance.

Sì, scusami, ero sovrappensiero.”
“Stavi pensando al lavoro di domani?” le domando curioso, sorseggiando un po' di vino rosso dal mio bicchiere. O ad
Ithan?
“Ehm, sì...” è un po' titubante “E' un cliente molto importante ed uno dei maggiori finanziatori della società del mio capo. E' basilare un ottimo lavoro.” e mi sorride con più forza.
“Buona fortuna, allora. Ma non credo che ce ne sarà bisogno... Fai degli ottimi lavori, da quello che ho visto a casa tua.” sono sincero: è bravissima nelle forme e negli abbinamenti di colore.
“Grazie, davvero.” dice, arrossendo un poco dietro le sue lentiggini.
Finiamo la cena, in silenzio, anche Flynn non è particolarmente loquace ora, dev'essere molto stanco, dato che questo pomeriggio non si è fatto il solito pisolino sul divano di casa di Tibby.


Dopo aver litigato un po' con la mia vicina perché insisteva di pagarsi da sola il conto, ci dirigiamo in macchina, e lì Flynn crolla dal sonno.
Durante il tragitto, non parliamo, e lei si limita ad osservare le luci della strada dal finestrino, ogni tanto carezzandolo con un dito e sporgendosi per guardare meglio. Arrivati sotto al palazzo, mi aiuta prendendo Flynn in braccio, cercando di non farlo svegliare, mentre io prendo la mia tracolla col copione ed altre cose utili a lavoro.
La faccio entrare nel mio appartamento e si dirige in camera di mio figlio per spogliarlo e metterlo a letto. Io fisso la scena appoggiato alla soglia della porta, con le braccia incrociate al petto.
Improvvisamente, Flynn si sveglia, un po' stordito, e si ritrova il viso di Tibby, che gli sorride dolcemente “Dormi qui?” chiede, speranzoso.
Lei fa un risolino “No, ho il mio lettino che ti aspetta.”
“Ma non puoi dormire da sola. Vero, papà?” si volta verso di me, con gli occhi sgranati, in cerca di sostegno. Io mi avvicino a lui, e mi siedo sul suo letto, carezzandogli dolcemente la testa.
“E' vero. Ma domani Tibby deve andare a lavoro. Sarà per un'altra volta.”
Si butta all'indietro con la schiena, e si volta poi di lato, offeso “Buonanotte.”
Sia io che Tibby ridiamo, e lo lasciamo dormire, chiudendogli la luce e un po' la porta.
Lei va verso la porta di casa e la apre, voltandosi poi verso di me, sorridendomi “Grazie di tutto, davvero. Dal teatro alla cena.”
“Mi spiace averti creato dei disturbi coi paparazzi. Non pensavo che riconoscessero Flynn.” le dico, mortificato, avvicinandomi un po' a lei, e guardandola negli occhi.
“Figurati. Spero di poterlo portare nuovamente in giro...”
E non so perché, ma l'abbraccio.
Lei, penso che sia sconvolta, perché rimane un attimo rigida e con le mani che penzolano sui fianchi, ma poi sento le sue spalle che si rilassano e le sue mani percorrermi la schiena, per stringerla in un lieve abbraccio.
“Grazie.” le sussurro ai capelli profumati di vaniglia.
Lei si stacca da me, tenendo il viso basso, forse rosso di vergogna, e, balbettando una buonanotte, s'infila nel suo appartamento in fretta e furia.
Io rimango fermo, immobile, alla porta di casa mia, osservandomi distrattamente i palmi delle mani, che per poco avevano tenuto quel calore così puro e benevolo. Le stringo in un pugno, chiudendo la porta abbastanza violentemente.
L'avrò forse spaventata?
Avrò agito d'impulso?
Maledizione, sono un'idiota.


Oddio, mi ha abbracciato.
Pensavo di morire strozzata del mio stesso cuore pulsante finito in gola per l'emozione.
Che imbecille che sono stata!
Sono scappata come una codarda e come una qualunque ragazzina.
Chissà che penserà di me ora.
Cielo, non ricordavo di poter provar tutte queste emozioni per un ragazzo, e tutte insieme.
Col cuore che cerca prepotentemente di uscirmi in gola, mi metto il pigiama ed mi infilo a letto.
Con tutte le emozioni che ho provato oggi, mi ero anche scordata che domani mi tocca stare in ufficio fino a tardi con Ithan. Cavolo, avrei voluto stare un po' con Orlando... Cioè, con Flynn!
Maledizione, sto diventando una scema! E dire che volevo fargliela pagare un po' per il tiro della baby sitter, ed un po' anche per quell'arpia di Rose. Sicuramente, sarà molto compiaciuta domani, sapendo che non ci sarò io con Flynn.
Meglio dormire e non pensare a nulla. Domani si lavoro, e pure tanto.


Mamma mia, sono quasi le otto di sera ed ancora finiamo. Questa campagna pubblicitaria è un vero parto. Bisogna calcolare ogni cosa minuziosamente, analizzare gli spazi più trafficati per avere maggior propaganda ed impatto, i colori non devono cozzare tra di loro e, soprattutto, rispettare le esigenze del cliente.
Ithan non smette mai di apportare modifiche affinché tutte le cose elencate sopra si realizzino nel migliore dei modi. Sarà anche uno schizzato, ma per quanto riguarda il suo lavoro, è un mostro, ecco perché Hooper nutre grande fiducia in lui.
Orlando mi ha inviato vari messaggi oggi, principalmente foto di Flynn ed un paio anche sue. In una c'era Flynn che scappava da Rose per raggiungere il padre sul palco, e buttarsi alle sue gambe. L'aveva fatta da lontano un altro suo collaboratore, e se l'era fatta inviare per quanto era esilarante. Ho riso come una pazza, soddisfatta che quella megera avesse quello che si meritava.
“Tu che dici, Tibs? Time Square è l'ideale per un cartellone dieci per quindici.”
“Sì. Io direi di metterne uno anche al Tompkins.” propongo al mio collega, cerchiando il luogo sulla cartina con un pennarello rosso “Ci vado spesso, ultimamente, e c'è un ottimo spazio pubblicitario di circa tre metri, ben visibile, sia dal parco che dalla strada. E poi, lì vicino c'è anche una metropolitana, è perfetto.”
Ithan sembra molto soddisfatto ed annuisce, guardandomi con un sorrisino compiaciuto “Direi che può bastare, per oggi. Possiamo continuare a lavorare a casa. Che ne pensi?”
Gli sorrido, stiracchiandomi un po' e sospirando, soddisfatta. Sciolgo i miei capelli dalla coda ed inizio a sistemare le mie cosa nella borsa, finché non sento la mano di Ithan posarsi sulla mia spalla.
“Sono le otto passate, che ne dici di andarci a mangiare qualcosa fuori... Insieme?” quell'ultima parola l'aggiunge titubante, guardandomi con una luce di speranza negli occhi. Ho sempre rifiutato i suoi inviti, ma oggi abbiamo fatto davvero un buon lavoro e mi ha dato alcune dritte interessanti che potrei utilizzare su alcuni miei lavori futuri.

Beh, perché no...” gli rispondo, e mi regala un bellissimo sorriso.
“Perfetto. Allora, sbrighiamoci. Ho una fame.” e scoppia in una risatina nervosa.
Non sono molto convinta di questa scelta, ma cosa potrebbe succedere di male? Un po', lo faccio per una piccola soddisfazione personale contro Orlando, sempre per il fatto della storia della baby sitter; un po', per accontentare Ithan, dato che sono più di due anni che mi chiede di uscire. Speriamo che così per un po' la smetta, e che non lo prenda come incentivo per aumentare il numero delle volte in cui me lo chiede, da una al mese a tre!


Mi porta in un ristorante molto carino, con luci soffuse ed i tavoli rotondi. Davvero di classe! Forse l'ha presa un po' troppo sul serio la storia di mangiare qualcosa fuori...
Fisso costantemente il menù, per cercare di evitare una conversazione con lui, o semplicemente il suo sguardo. Inizio a tamburellare con un piede, dato che sono leggermente nervosa ed in imbarazzo, sicuramente anche rossa in viso. Lui, invece, sembra tranquillo, perfettamente a suo agio.
Mi fa salire un po' la rabbia, ad essere sinceri. Ha sempre avuto questa sua sfacciata sicurezza di se, sia nelle situazioni di poco conto che in quelle importanti. Non che sia un pallone gonfiato o che sventola ai quattro venti le sue sensazionali esperienze o avventure, ma il suo carattere cozza molto col mio, ed è uno dei motivi per cui non ho mai accettato un suo invito, insieme al fatto di non voler rapporti con dei colleghi di lavoro. Troppe complicazioni che io non sono in grado, ed non voglio, gestire.
Sento il mio telefono che suona. Ho un messaggio in entrata.

Scusami...” dico ad Ithan, mordendomi il labbro e prendendo il cellulare dalla tasca. E' un messaggio di Orlando.
Quando lo apro, tutto si fa improvvisamente più chiaro nella mia mente, e non posso fare a meno di sorridere, felice.
E' un autoscatto suo e di Flynn, seduti sul divano, col pigiama e trapunta, intenti a vedersi la televisione.

Pigiama + Coperta + Harry Potter. :)”

Sono davvero carini insieme, ed ogni giorno che li vedi, noto la somiglianza che c'è tra di loro.
Alzo un poco lo sguardo verso Ithan, intento a leggere ancora il menù che ha sulle mani.
Non voglio stare qui.
Ora so dove devo stare e con chi.
Voglio andare da loro.
“Ithan.” lo chiamo, con voce tremante. Lui volge lo sguardo verso me ed accenna un sorriso, come risposta che mi sta ascoltando.
“Mi dispiace. Devo andare.”
Il suo sorriso si spegne improvvisamente, come se colpito da un blackout “Ma come...?” sembra confuso.
“Mi dispiace, davvero.” gli dico, alzandomi dalla sedia e prendendo il cappotto che vi era poggiato sopra.
“E' successo qualcosa di grave? Ti accompagno io...”
“No!” gli grido, come una pazza “Tranquillo, vado da sola. Grazie e scusami.” e scappo via, cercando la metropolitana più vicina possibile.
Sto arrivando.







Salve!
Scusate il ritardo, ma ho avuto dei problemi e NVU non era nemmeno tanto collaborativo in questi giorni: mi cambiava il carattere e la dimensione automaticamente ad alcuni pezzi del capitolo... Un nervoso!
Purtroppo vado un po' di fretta oggi, e risponderò in seguito alle meravigliose recensioni che mi han lasciato Scarl_Bloom 94 e Lauretta_03! :)
Come vedete, in questo capitolo qualcuno sta muovendo i primi passi... Nel prossimo capitolo, ci saranno delle belle, fidatevi! ;)

Ripeto: io non conosco Orlando Bloom e suo figlio Flynn, i caratteri e/o i modi di dire e di agire, sono tutti di mia invenzione e spero di non offenderli in alcun modo!

Bene, dopo di questo, vorrei ringraziare jess chan che ha inserito la storia nelle preferite! Spero di avere una vostra opinione su questo capitolo! Ah, siccome non l'ho potuto controllare molto questo capitolo, segnalatemi eventuali errorri, verranno poi corretti al più presto!
Credo di aver detto tutto!
Se non mi vedete tra una settimana, vorrà dire che sarò morta: tra un paio d'ora su Rai Movie, ci sarà il film con Tom Hiddleston, che tra l'altro compie gli anni oggi, per cui "AUGURI!", che s'intitola "Il Profondo Mare Azzurro" (The Deep Blue Sea). Non vedo l'ora di vederlo, dato che l'anteprima l'avevano fatta un giovedì, se non mi sbaglio, verso mezzanotte, ed io non sono riuscita a vederlo perché alle sei suona la sveglia per andare a lavorare... ._____.

A presto, dolci donzelle!
Un bacione dalla Lu :*



Potete trovarmi su Facebook, a questo profilo LuMiK Efp :)




EDIT DEL 12/02/2014, alle ore 4.31 p.m. : HO AGGIUNTO IL BANNER! L'ho fatto io, e spero che vi piaccia! :)
   
 
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