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Autore: Feel Good Inc    15/06/2008    9 recensioni
"Lui è sempre stato il mio migliore amico, sempre al mio fianco, sempre pronto ad aiutarmi e consolarmi. [...] Ed è strano per me pensare che in tutto questo tempo mi abbia nascosto di provare qualcosa per me..."
Della serie: come comportarsi quando sai che un tuo amico è cotto di te?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: David 'Gordo' Gordon, Elizabeth 'Lizzie' McGuire, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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“IL MIO MIGLIORE AMICO”

E così siamo di nuovo qui… Finalmente in questo capitolo mooolte cose si chiariscono!! Spero veramente che questo vi piaccia, così apprezzerete maggiormente il prossimo e ultimo… ^^ Bene, passiamo subito ai ringraziamenti:

Selhin: Grazie per il commento! Hai proprio ragione, Ethan ha bisogno di una qualche punizione, e infatti in questo capitolo, ehm… Beh, non voglio anticipare troppo! ^^

Zerby: Grazie per il commento! Sono d’accordo con te, Miranda è fantastica, e Gordo… Beh, lui è Gordo: un nome, mille significati! ^^ Spero che la storia continui a piacerti!

Juju210: Grazie per il commento! Eh, già, a Gordo ultimamente va maluccio, poverino; vedrai poi in questo capitolo… Ma in compenso Lizzie aprirà gli occhi prestissimo… Vedrai, vedrai! ^^

PikkolaGrandefan: Grazie per il commento! Beh, io non direi proprio che Ethan è innamorato di Lizzie, però certo la “illude” parecchio… Almeno fin quando… Beh, leggerai come va a finire con Ethan in questo capitolo! ^^

Lallix: Grazie per il commento! Hai proprio ragione: povera Miranda, si è vista crollare tutto… Anche qui poi fa di tutto per aiutare i suoi due migliori amici… ^^ Spero che la fic continui a piacerti!!

Bene, ora vi lascio alla lettura, del resto è molto meglio leggere che basarvi sulle mie insulse anticipazioni… U///U

Auguro a tutti voi una buona lettura!

 

 

IL MIO MIGLIORE AMICO

9. Al laghetto del parco

 

Sono confusa. Tremendamente, stramaledettamente confusa.

Il picnic di stamattina non è andato come ci aspettavamo, ma si è svolto in totale imbarazzo. L’arrivo inatteso di Ethan, che è rimasto con noi a lungo, nonché la notizia del suo litigio con Kate, sono stati come un fulmine a ciel sereno. E non mi riferisco solo a me stessa. Gordo è rimasto taciturno per tutta la mattinata, e perfino Miranda sembrava scocciata, il che mi ha fatto pensare di nuovo che forse la sua intenzione iniziale era in effetti quella di lasciare soli il più possibile me e Gordo. Ma non lo so, non so se è così, non so più niente.

Adesso è quasi il tramonto, ma siamo tornati qui al parco con la speranza di poter recuperare l’allegria che ci è mancata al picnic. L’idea è stata mia: ho chiamato Miranda e Gordo chiedendo loro di fare una passeggiata, visto che ero sola a casa, perché i miei erano fuori e Matt restava a dormire dal suo amico Lenny.

Forse però non è stata una grande idea.

Tanto per cominciare, Miranda si è portata dietro Larry Tudgeman. Ha detto che lui era a casa sua quando l’ho chiamata, presumibilmente per chiederle di uscire, e che le sembrava poco carino dargli buca. Giuro, non riesco a capire come abbia fatto Miranda a cambiare idea su di lui così in fretta.

Dall’altra parte c’è Gordo, ancora chiuso in una sorta di mutismo, tanto che mi sembra di essere tornata a quando ha iniziato ad evitarmi, dopo che mi ha vista sul punto di essere baciata da Ethan. Apparentemente cerca di essere naturale, ma si vede benissimo che si sta sforzando di parlare con noi… con me.

Camminiamo svagati nel parco, ma si percepisce tra noi quattro qualcosa di indefinito; non è proprio tensione, ma comunque c’è forzatura nelle nostre chiacchiere. Perfino Larry, che pure è totalmente esterno ai nostri problemi, appare confuso dalla situazione, sebbene continui a flirtare imperterrito con Miranda.

Quando arriviamo nel punto esatto in cui stamattina il nostro piccolo picnic è stato interrotto da Ethan, senza nemmeno rendermene conto mi fermo.

«Cosa c’è, Lizzie?»

Mi volto e incrocio lo sguardo incuriosito di Larry.

«Niente», rispondo in una reazione automatica, mentre con la stessa inconsapevolezza i miei occhi si spostano su Gordo.

Lui mi guarda di rimando, inespressivo. Lo studio per bene, come non ho probabilmente mai fatto prima. Anche lui sta pensando a stamattina? Anche lui sta rivivendo il momento in cui stamattina, in questo stesso posto, ci siamo stretti l’uno all’altra?…

Perché sento questo turbamento dentro? Perché tutta questa confusione? A cosa è dovuta davvero?

«Ehm…» Miranda interviene all’improvviso, rompendo il silenzio teso, aggrappandosi al braccio di Larry. «Mi è venuta sete. Larry, mi accompagni alla fontana?»

«Ma certo», le sorride lui, distogliendo l’attenzione da me e Gordo. «Sai che ti accompagnerei fino in capo al mondo, mia cara.»

Vedo Miranda alzare gli occhi al cielo, ma sul suo volto passa anche il lampo di un sorriso lusingato. Poi lei mi guarda e mi strizza l’occhio, appena prima di trascinare Larry lontano da noi.

Ora ne ho la consapevolezza. Miranda sa. Miranda ha capito tutto. Miranda ci ha appena lasciati soli.

Questo non l’avevo previsto.

Torno a guardare Gordo, di sottecchi, ma lui ha ancora gli occhi fissi su Miranda e Larry, con l’espressione di chi è combattuto tra la gratitudine e un istinto omicida.

Ma prima che possa accadere qualsiasi cosa tra noi, prima ancora che uno dei due possa spiccicare una parola, ci raggiunge un gran trambusto da un punto alle nostre spalle.

Ci voltiamo all’unisono e vediamo due sagome avvicinarsi a grandi passi.

Sobbalzo. Ethan Craft cammina rabbioso sul sentiero del parco, seguito a qualche passo di distanza da una Kate Sanders inviperita. Li fisso sbalordita.

All’improvviso Ethan sembra accorgersi di noi.

«Ciao, ragazzi», dice, con l’irritazione perfettamente percepibile nella voce.

Non riesco nemmeno a rispondergli, tanto sono confusa dalla sua apparizione. Ancora? Ma sopraggiunge ogni volta che io e Gordo restiamo da soli, e per di più sempre nello stesso posto?

«Io e te non abbiamo finito, Ethan!», strilla Kate. «È inutile che mi ignori, sai?»

Ma davvero? Eppure è proprio quello che sta facendo…

Ethan si ferma di fronte a me.

«Tutto bene, Lizzie?», mi sorride. «È veramente buffo che continuiamo ad incontrarci, non credi?»

Imbarazzata, soprattutto per via della presenza minacciosa di Kate, ricambio con un sorrisetto incerto.

«Ehm, già, veramente buffo.»

Sento lo sbuffo di Gordo alla mia destra, appena due passi dietro di me. Non distolgo lo sguardo da Ethan, semplicemente perché non saprei dove guardare per scampare a questa scena così disorientante.

«Lizzie…»

«Eh?»

Ethan smette di sorridere. Si avvicina ancora. Poi si china su di me.

Mi sta baciando.

Il mondo intero si ferma.

Ethan Craft sta baciando me, me che ha sempre detto di vedere semplicemente come un’amica…!

Resto immobile, interdetta, incredula. Non capisco. Non riesco a realizzare pienamente tutto ciò.

So solo che in teoria dovrei sentirmi sulle nuvole. Insomma, Ethan mi sta baciando. Io gli vado dietro da una vita, santo cielo. Questo dovrebbe essere il mio grande trionfo, soprattutto perché lo sto vivendo davanti alla mia eterna rivale, Kate Sanders.

Ma allora perché mi sento così neutra?

Poi Ethan si distacca da me, e il mondo riprende a girare.

E, stranamente, il mio primo impulso è quello di sbirciare la reazione di Gordo.

Vederlo con gli occhi bassi, il volto in fiamme e le mani strette nelle tasche mi fa più male di quanto potessi immaginare.

A malincuore, torno a guardare interrogativamente Ethan, sperando che si degni di farmici capire qualcosa.

Ma lui non sta guardando me. Si è appena voltato, con aria ridicolmente trionfante, verso Kate.

«Adesso l’hai capito, il concetto?», le fa.

Grande. Sono diventata lo strumento della rottura tra Ethan e Kate. Certo che è durata, tra questi due!

No, un momento… Come sarebbe a dire? Prima ero solo un’amica, ma ora che si tratta di fare da terzo incomodo, di punto in bianco mi bacia?

Improvvisamente tutto si fa molto chiaro. Ethan Craft non è solo l’idiota che si è sempre dimostrato essere. È anche un miserabile.

Mi volto a guardare Kate. Lei ricambia, e so all’istante che capisce perfettamente come mi sento.

«Non c’è bisogno che tu dica nulla, Lizzie», mi dice infatti, portandosi accanto a me.

Io lancio a Ethan uno sguardo di fuoco. Lui mi guarda confuso.

«Ehm, Lizzie, non vorrei che tu fraintendessi…»

«No, Ethan, sei tu ad aver frainteso», gli sibilo in faccia. «Io non sono né un’ultima spiaggia, né una pedina degli scacchi.»

Kate viene a darmi manforte.

«E giusto per la cronaca, Ethan», aggiunge furiosa, «sono io a mollare te, e non viceversa.»

Inavvertitamente abbiamo iniziato a camminare verso di lui, inducendolo ad indietreggiare davanti alle nostre espressioni. Mi rendo conto ora della posizione di Ethan, e scambio con Kate uno sguardo complice.

«Siamo d’accordo?», le chiedo.

«Ovviamente», risponde lei, capendo al volo le mie intenzioni.

Poi ci rivolgiamo di nuovo a Ethan e insieme gli diamo uno spintone. Lui fa appena in tempo a voltarsi, prima di poter capire che sta cadendo nel laghetto alle sue spalle.

Splash!

Sghignazzando, Kate ed io ce la svigniamo.

«Mi sento sollevata da un peso», sospira Kate mentre percorriamo a grandi passi il sentiero, allontanandoci dal laghetto.

«Come mai…?», esordisco, guardandola.

«Come mai l’ho mollato dopo soli pochi giorni, vuoi dire?» Kate sospira profondamente, passandosi una mano tra i lunghi capelli biondi. «Mio Dio, Lizzie, tu non hai la minima idea di come sia starci insieme più di qualche minuto. Alla lunga ti viene voglia di dargli una scrollata, dico sul serio.»

Rido sinceramente. Posso capirla. Ethan è così: senz’altro bello da mozzare il fiato, ma è praticamente impossibile pensare di stare con lui sul serio, perché è impossibile condividere con lui pensieri, idee, cose serie, insomma. Perché diavolo non l’ho capito prima? Mi sarei risparmiata settimane di pedinamenti e speranze stupide, nonché le incomprensioni sorte con Gordo…

Già, Gordo.

Come ho fatto a dimenticarmene?

Mi fermo di botto, guardandomi intorno.

«Cosa c’è?», fa Kate.

«Hai visto dov’è andato Gordo?», le chiedo, ansiosa.

Lei scuote lentamente la testa.

«No. Forse aveva bisogno di restare da solo.» Assume un’espressione molto seria. «Lizzie, credevo di avertelo spiegato. Non hai ancora aperto gli occhi sul tuo migliore amico?»

Sospiro e mi prendo il viso tra le mani, eludendo il suo sguardo.

«Sì che ho aperto gli occhi, Kate. Ma li ho aperti troppo tardi.» C’è una traccia di isteria nella mia voce. «Vorrei tanto aver capito prima… Vorrei che non avesse sofferto. Perché una cosa è certa, lui deve aver sofferto. Soprattutto in questi ultimi tempi.»

Con la mente ripercorro le ultime settimane, a partire dalla fine della scuola: i miei tentativi di conquistare Ethan, il giorno in cui ho cercato di indurlo a baciarmi, poi l’incidente, e adesso questo bacio totalmente inaspettato quanto falso… Tutte cose che probabilmente hanno fatto malissimo a Gordo.

Mi sento terribilmente in colpa.

Kate non fa ulteriori domande. Si limita a posarmi una mano su una spalla.

«Allora perché non cerchi di rimediare?»

Abbasso le mani e la guardo.

«E come?»

«Lizzie, sveglia. Ragiona un istante. Tra le cose che dici di ‘aver capito’, ci sono anche i tuoi sentimenti per Gordo?»

Mi sento arrossire.

Perché non ci ho pensato prima?

La nostra amicizia si è sempre giocata su un’intensa complicità. E in quante occasioni avrei potuto capire quel che c’era sotto quella complicità? Infinite. Ma no, no, sono sempre stata maledettamente cieca.

Quando Gordo si è messo con quella nostra vecchia compagna, Brooke, e per me era evidente che lei lo stava solo usando, e ho giustificato il mio fastidio come desiderio di non vederlo soffrire… Come ho potuto non capire allora?

Quando è stato poi respinto da Parker, per la stupidissima ragione della sua altezza, e io ho provato quell’impulso protettivo addirittura eccessivo, e poi alla fine mi sono sentita quasi infastidita quando lei si è scusata con lui… Come ho potuto non capire allora?

Quando, in seconda media, c’è stata l’eventualità che lui saltasse un anno e andasse direttamente al liceo, dividendo così la sua strada dalla mia… Come ho potuto non capire allora?

Quando, sempre alle medie, ho iniziato a progettare il mio futuro, e immaginandomi come casalinga in uno sprazzo di fantasia ho visto Gordo come potenziale marito… Come ho potuto non capire allora?

Quando, subito dopo che Kate mi ha detto la verità, Gordo mi è sembrato per la prima volta sul punto di dirmelo, sul portone di casa mia, e mi sono sentita tanto strana… Come ho potuto non capire allora?

Abbasso gli occhi.

La verità è questa, anche se non me ne sono mai resa conto…

La verità è che sono innamorata del mio migliore amico.

«Il tuo silenzio è molto eloquente», sorride Kate. «Bene, McGuire, immagino che tu non abbia più bisogno di me. Ora vai a cercarlo e parlagli.»

La guardo di nuovo, la mia nemica-amica cui devo tanto, e le sorrido.

«Grazie, Kate

 

***

 

Ho percorso questo sentiero già tre volte. Dove diavolo sei finito, David Gordon? Proprio ora che sono riuscita a ‘fare chiarezza nel mio cuore’, tu sparisci nel nulla?

Il tramonto stende la mia ombra davanti ai miei piedi. Mi fermo e la seguo con lo sguardo, abbattuta. E poi, proprio seguendo il gioco di luci e ombre, i miei occhi raggiungono un altro laghetto del parco, più piccolo di quello in cui abbiamo gettato Ethan.

Gordo è lì, seduto sull’argine.

Il cuore inizia a battermi all’impazzata, saltandomi fino alla gola. Ci siamo. Questa è la conferma. Ora è tutto chiarissimo. Ora so cosa è giusto fare… So cosa voglio.

Riprendo lentamente a camminare, finché lo raggiungo e mi fermo in piedi al suo fianco.

Gordo alza gli occhi, ma quando mi riconosce torna a nasconderli dietro la frangia scura.

«Ehilà, Lizzie. Non dirmi che Ethan se n’è già andato.»

Per la prima volta il tono di fastidio dissimulato dal sarcasmo nella sua voce non mi reca solo imbarazzo, ma soprattutto mi lusinga.

Mi siedo nell’erba del prato ben tenuto, accanto a lui, e guardo la superficie del laghetto.

«Non proprio. O almeno non credo…»

Gli racconto l’iniziativa presa da me e Kate nello stesso istante, e del ‘bagno’ di Ethan. Gordo si volta finalmente a guardarmi.

«Non ci credo.» C’è sincero stupore nella sua voce. «Tu, Lizzie McGuire, invece di scioglierti come neve al sole per essere stata baciata da Ethan Craft lo hai buttato in un lago

Lo guardo sorridendo. Nella luce del tramonto, i suoi occhi sono davvero straordinari.

«Sai, Gordo, a volte c’è bisogno di tempo per capire ciò che si vuole davvero.» Torno seria e abbasso la voce. «Ho sempre visto in Ethan qualcosa di irraggiungibile, una perfezione che era solo apparente, ma che comunque mi attirava in modo irresistibile… Ma così facendo non ho mai capito che, solo un passo più in là, c’era qualcos’altro, qualcosa che davo per scontato, e che però era il meglio per me, e che mi aspettava in silenzio, e che proprio per questo suo rifiuto di mettersi in mostra era perfetto…» Mi interrompo confusamente e mi mordo il labbro, senza staccare gli occhi da Gordo.

«Cosa vuoi dire?», mi chiede lui, a disagio.

Respiro a fondo. È il momento di parlare chiaro.

«Io non sono mai stata davvero innamorata di Ethan. Ma credo… Anzi, ormai sono sicura di essere innamorata di qualcun altro.»

Continuiamo a guardarci in silenzio.

L’espressione di Gordo è indefinibile: un misto di meraviglia, attesa, aspettativa, fastidio, diffidenza, speranza. È come se fosse geloso e al contempo sperasse di essere lui, questo ‘qualcuno’. E ovviamente ora so cosa devo dire per togliergli questo dubbio…

Mi accorgo di quanto, impercettibilmente, mi sono avvicinata a lui. Prendo di nuovo fiato…

«Ah, finalmente, eccovi qui!»

Gordo ed io trasaliamo alla voce squillante appena risuonata dietro di noi.

Mi ero quasi dimenticata di loro due… Ma Miranda e Larry ci hanno appena ritrovati, facendoci ripiombare alla realtà circostante.

«Ragazzi, è tutto a posto?», chiede ancora Miranda, andando con gli occhi da me a Gordo e viceversa.

«Certo», le sorrido apertamente. «Tutto a posto.»

Lei si sofferma su di me. Evidentemente dai miei occhi capisce che sono sincera, che mi sento davvero a posto. Difatti, da dietro la schiena di Larry, mi fa un cenno di incoraggiamento.

Gordo non si accorge del gioco di sguardi tra noi ragazze, perché è appena schizzato in piedi.

«Bene, ora che ci siamo ritrovati possiamo andare? Ho promesso ai miei di tornare a casa presto.»

Mi alzo anch’io, sospirando. Non sono riuscita a dirgli tutta la verità. Ma l’importante ora è che io so.

So che l’unico ragazzo che mi piace davvero non è altri che il mio migliore amico.

   
 
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