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Autore: MandyCri    11/02/2014    9 recensioni
Un angelo.
Un demone.
Due fratelli: Maximilian e Julian.
E poi c’è Gaia.
Gaia allegra come il suo nome, una ragazza spensierata che sconvolgerà la vita di entrambi.
“…Tornò a guardare Gaia curioso.
Nello stesso istante la bimba aprì gli occhi e lo fissò.
Proprio come aveva detto Maximilian, scoppiò in un pianto a dirotto…”
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao e grazie a coloro che seguono questa storia.
Spero sinceramente che anche questo capitolo Vi possa piacere.
Siamo ancora a luglio del 2005.
Ringrazio chi mi segue, ricorda e preferisce.
Grazie a chi recensisce.
Buona lettura.
Besos MandyCri


PS: L'amore non è bello se non è litigarello
 
°*°*°



CAPITOLO 3
 
Luglio 2005
 
Maximilian arrivò a casa fischiettando.
Era andato a fare la spesa, giusto per abituare Julian a comportarsi nuovamente come un umano.
La prima cosa che sentì furono le grida che provenivano dalla sua abitazione.
La porta era aperta e la cosa lo spaventò molto.
Accelerò il passo e si fiondò in casa preoccupato.
Una ragazza con lunghi capelli castani se ne stava in disparte ad osservare la scena orribile di Julian e Gaia che litigavano come pazzi.
La ragazza si girò verso di lui e gli sorrise, spalancò i grandi occhi scuri – Tu sei Maximilian? – chiese, porgendogli la mano – Piacere, io sono Carlotta. Ero ansiosa di conoscerti – si presentò.
- Piacere, Max – disse, spostando lo sguardo da Carlotta ai due folli che continuavano ad insultarsi in tutti i modi possibili – Cosa sta succedendo?
La ragazza fece spallucce – Tuo fratello le ha sbattuto la porta in faccia.
Max scrollò le spalle – Dovrò ricominciare da capo… - mormorò tra sé e sé.
- Scusa? – Carlotta gli si avvicinò.
- Niente, stavo solo pensando ad alta voce. Cosa possiamo fare per separarli?
La ragazzina sorrise – E perché dovremmo separarli? È così divertente vederli litigare!
- Non sta bene! È da anni che non si vedono e guarda cosa sta succedendo, dovrebbe essere stata una gioia ricontrarsi! – esclamò.
- Ci penso io, allora. Mi è venuta un’idea – disse, spingendolo in avanti – Ehi! Gaia? Guarda chi c’è qui! – urlò, sovrastando le voci chiassose dei due litiganti.
Gaia si zittì all’improvviso, si girò verso di loro e il suo viso corrucciato, si distese, lasciando il cipiglio e illuminandosi in un caloroso sorriso – Maximilian! – abbandonò immediatamente Julian e corse verso di lui.
Gli saltò addosso e lo abbracciò stretto, stretto – Oh Max! Quanto mi sei mancato… – sospirò.
Avvertì nitido il rossore riscaldare le sue guance e imbarazzato, lanciò uno sguardo al fratello che lo stava fissando impassibile.
- Fortuna che sei arrivato Maximilian, non ne potevo più di questa cozza – disse Julian, prima di sparire su per le scale.
- Uhm… socievole il tuo fratellino – esordì Carlotta ironica.
- Te l’avevo detto che era uno stronzo – intervenne Gaia, poi si rivolse a Max – Non so proprio come sia possibile che siate fratelli. Non avete proprio nulla in comune – affermò, continuando ad abbracciarlo, come per paura che potesse scomparire da un momento all’altro.
- Bene Gaia, possiamo andare, adesso? – chiese Carlotta.
Max si sentì sempre più caldo e impacciato.
Gaia non era più una bambina, anche se il suo corpo era ancora acerbo, era diventata una signorina e quella manifestazione d’affetto lo imbarazzava davvero tanto.
- Vi offro qualcosa? – domandò per riuscire a staccare la ragazza dal suo petto – Accomodatevi – indicò il divano e, quando, finalmente, fu libero, si diresse verso la cucina con le borse della spesa che aveva lasciato nel corridoio.
Appoggiò i sacchetti sopra il tavolo, prese quattro bicchieri dalla vetrinetta e li mise su un vassoio, poi aprì una bottiglia di coca-cola.
Avvolse con le mani la plastica e la fece raffreddare in qualche secondo, stando ben attendo a non essere visto.
Quindi portò il tutto in salotto.
Gaia stava parlando fitto, fitto con Carlotta.
Era cresciuta.
I rossi capelli ricci le coprivano tutta la schiena, il viso, dalla pelle chiarissima, era tempestato di lentiggini e gli occhi verdi risaltavano come due fanali nella notte.
Era diventata proprio bella.
Non era altissima, ma nemmeno bassa e la corporatura era nella media. Né grassa, né magra.
I fianchi erano morbidi e un po’ burrosi e il seno non troppo accennato.
Un’adolescente in piena regola.
Carlotta, al contrario, era più formosa, più alta, più donna.
I capelli le arrivavano alle spalle e gli occhi scuri risaltavano sul bel viso abbronzatissimo.
- Julian? Scendi! – urlò.
Sentì il fratello imprecare e poi dei passi.
Per lo meno li stava raggiungendo, nonostante le proteste.
Il fratello arrivò con un muso lungo fino ai piedi e poi, senza preoccuparsi degli altri, si lanciò sul divano, piombando quasi sopra Gaia.
- Ehi! Sta attento, non ti potevi sedere da un’altra parte? – lo riprese, ringhiando.
- Il divano è mio, se non vuoi starmi vicino, spostati tu! – replicò suo fratello.
Ovviamente, i due ripresero a litigare e Max alzò gli occhi al cielo incapace di farli smettere.
Fu Carlotta a porre fine alla discussione. Sbatté i pugni sul tavolino – Adesso basta! – urlò – Ci avete proprio rotto voi due!
Julian e Gaia si girarono nella stesso momento verso la ragazza e, finalmente, si azzittirono.
Carlotta gli fece l’occhiolino – Bene! – esclamò – Finalmente un po’ di calma.
Max scoppiò a ridere – Hai già conosciuto Jul? – le chiese, sospettando che i due non si fossero ancora presentati.
La ragazza negò con il viso – Era troppo impegnato a litigare con Gaia – confermò, poi si avvicinò al fratello e gli allungò la mano – Ciao io sono Carlotta, la migliore amica di Gaia.
Julian non si spostò di un centimetro, fece finta che la ragazza fosse invisibile – Ci mancava solo l’amica adesso… - borbottò, senza degnarsi di stringerle la mano.
Maximilian alzò gli occhi al cielo per l’ennesima volta.
Il “non” ritornare sulla terra per tutto quel tempo, non aveva giovato alle buone maniere di Julian.
Avrebbe dovuto ricominciare da capo!
Sbuffò, ci mancava solo questo!
Fissò Gaia che sedeva impacciata vicino a Julian completamente rossa in viso e, ogni volta che sfiorava il fratello, sbuffava e arrossiva ancora di più.
- Ho sentito parlare di te, moltissimo – fortunatamente, Carlotta interruppe il silenzio che era calato nella stanza.
- Bè… - si giustificò – Eravamo solo dei bambini quando ci siamo conosciuti noi tre e credo di aver protetto Gaia da dei ragazzini cattivelli.
- Max! Cosa dici? Mi hai salvato la vita! – disse con enfasi Gaia.
Julian scoppiò a ridere – Che scena ridicola! Forse hai un tantino ingigantito la cosa… ti stavano solo dicendo “quattr’occhi” e, forse, ti hanno dato un misero spintone! La stai facendo più grande di quello che è stato in realtà.
- Tu stai zitto! Fosse stato per te, mi avresti lasciata lì, sola e impaurita!
- Dai Gaia! Avevi solo sei anni – protestò lui.
- Sai cosa vuol dire crescere con dei complessi? I bambini possono essere cattivi se ci si mettono.
- Se lo dici tu… - Julian le lanciò un’occhiata che poteva sembrare indifferente, ma Max sapeva che non era così.
Lui era un angelo, aveva guardato nello specchio del tempo, una volta ritornato in paradiso.
Aveva studiato ed esaminato tutti i mesi che avevano trascorso sulla terra e aveva visto l’amicizia che era nata tra Gaia e Julian.
Sapeva il motivo per cui il fratello aveva insistito per tornare a casa sua, come sapeva che la piccola Gaia si era innamorata dell’eroe senza macchia.
Aveva visto il momento in cui lei aveva dato al fratello il bigliettino d’amore, quello che Julian non gli aveva mai dato.
Si era sempre chiesto perché quei bambini non avevano più dato fastidio a Gaia, non poteva essere dovuto al fatto che un ragazzino poco più grande di loro li avesse sgridati.
L’aveva appreso dallo specchio del tempo cosa era successo davvero quel giorno e il motivo per cui quei bambini non avevano più dato fastidio a Gaia…
- Andiamo all’Inferno questa sera?
Max sputò la coca-cola e cominciò a tossire, perché le era andata di traverso.
Si girò con gli occhi spalancati verso la persona che aveva fatto quella domanda assurda.
Carlotta si agitò sulla poltrona.
La ragazza sostò gli occhi compulsivamente da lui a Julian e per finire a Gaia – Ehi! Perché mi guardate così? È un locale dove si balla, una discoteca, insomma!
- Sei un bel tipino, Carlotta. Io ci sto! – disse Julian con gli occhi fiammeggianti – Questa discoteca, mi ispira tantissimo! Dimmi un po’… si fa anche sesso, lì?
Max si portò una mano sulla fronte: era tutto da rifare!
 
***
 
- Sei impazzita? – Gaia aggredì l’amica non appena uscirono da casa dei due redivivi fratelli – Ti ha dato di volta il cervello, per caso?
Carlotta sbuffò – Dovresti ringraziarmi G.! Ti ho servito l’occasione per conquistare Max, su un piatto d’argento. Uff… non fare quella faccia, adesso!
- Ma stai ascoltando quello che dici? Li hai invitati all’Inferno! All’Inferno… oh Dio Carlotta, adesso Max penserà che siamo delle ragazze facili, che IO sia una ragazza facile. Cosa ti è venuto in mente? – chiese disperata.
- Oh… quanto la fai lunga. Abbiamo sempre desiderato andarci, ma non l’abbiamo mai fatto, perché non avevamo il coraggio di varcare l’entrata da sole. Adesso ci sono due bellissimi ragazzi che ci possono accompagnare, guardala dal lato positivo: ci hanno detto di sì!
Gaia incrociò le braccia al seno e la guardò spazientita – Tu hai sempre voluto andarci, non io! E Julian ha detto di sì, non Max. Hai visto che faccia ha fatto quando hai pronunciato il nome del locale? – gridò spazientita – Quel posto è da… da… Cielo! Non so nemmeno come definirlo. Gira droga, i ragazzi bevono, sfogano i loro istinti in ogni angolo e … e… e i nostri genitori non ci daranno mai il permesso. Come faremo? Farò la figura della poppante con Max e tutto per colpa tua – finì, puntando il dito contro l’amica.
- Come farai? C’è qualcuno qui con me? Bugie, Gaia e il problema è risolto! – gli suggerì l’amica con un sorriso?
- Bugie? – chiese incredula.
- Si G., bugie, bugie, BUGIE… B U G I E! Tutti gli adolescenti le dicono ai genitori. Vedrai che ci divertiremo – cercò di tranquillizzarla, facendola, invece, sprofondare nel terrore più puro.
- E poi… io voglio uscire con Julian! – affermò decisa l’amica.
Gaia la fissò a bocca aperta – Ti piace quello stronzo, cafone, maleducato? – balbettò.
- Ma G. l’hai visto? Oh Dio! È… è… è… super! Ha due occhi strabilianti e quei capelli lunghi e neri? Se non ti basta quello che ho appena detto, vuoi che parliamo del fisico che si ritrova? Oh per carità, Max è bello, bellissimo, ma Julian ha qualcosa di proibito. È affascinante! Ma l’hai visto? – ripeté estasiata Carlotta.
L’aveva visto, sì!
Come aveva notato anche Maximilian.
Nemmeno nei suoi sogni più belli, avrebbe mai immaginato che diventasse così.
Max era davvero bellissimo, sembrava un angelo caduto dal cielo con quei boccoli biondi e quegli occhi azzurri, per non parlare poi di quel contorno argenteo che gli circondava le iridi.
Ed era gentile, educato, carino nei modi fare, non come quello sbruffone di Julian.
- Siamo proprio fortunate ad avere gusti diversi. Io ti avverto, questa sera starò incollata a Julian come la colla! Non ti rompe, vero?
Gaia si morse il labbro – Figurati! Fa pure… io non voglio avere nulla a che fare con quello lì. È un idiota!
- Perfetto! – annuì l’amica – E comunque è stupendo!
- Cretino – ringhiò.
- Tenebroso.
- Maleducato.
- Affascinante.
- Cattivo.
- Misterioso.
- Imbecille.
- Ohhh! Se non sapessi del tuo debole storico per Max, le tue parole mi porterebbero a credere che, in fin dei conti, era Julian che stavi aspettando e non Maximilian! Ci sentiamo dopo per decidere come vestirci – tagliò corto, facendole l’occhiolino, poi si mise a correre dalla parte opposta alla sua per dirigersi verso casa, senza darle il tempo di controbattere.
Gaia si strinse nelle spalle, un po’ risentita.
Accidenti a Carlotta e alle sue stupide teorie. Che ne sapeva lei?
Era fin da quando era una bambina che nel suo cuore esisteva solo Max e va bè, ok! Forse era solo una fissazione, ma adesso che l’aveva rivisto e anche le sue prospettive più rosee erano state esaudite, non se lo sarebbe fatto scappare un’altra volta!
Come si sarebbe vestita?
Boh! Non lo sapeva e non aveva nessuna idea.
Cosa ci trovava Carlotta in Julian?
E perché stava pensando a lui?
Scrollò la testa infastidita e si diresse anche lei verso casa sua.
Arrivò alla porta di casa e Julian stava ancora facendola da padrone nella sua mente.
Doveva ammettere che un po’ ci era rimasta male che l’avesse accolta così, quando erano piccoli erano grandi amici, almeno così ricordava.
Julian era il suo migliore amico. Aveva confidato solo a lui il suo amore per Max e solo a lui aveva chiesto aiuto.
Gaia sbuffò, ok era solo una bambina, aveva ingigantito le cose, proprio come diceva Julian e, sinceramente, c’erano stati altri ragazzi che le erano piaciuti e alcuni che ancora le facevano battere il cuore, insomma, aveva sedici anni, era una cosa normalissima, ma Max, bè Max era speciale per lei.
Era stato il primo maschietto a non deriderla, era stato il primo ad essere gentile con lei.
Però, c’era un però… Julian era stato il suo primo amico e le dava un po’ fastidio sapere che lui non la considerasse nemmeno e, ancora di più, che fosse carino proprio con la sua migliore amica.
Non era gelosa.
Insomma non trovava giusto che colui che le aveva promesso di aiutarla a conquistare Max, adesso facesse il galletto con Carlotta.
Lei voleva solo riavere quello che aveva perso: il suo amico e anche l’amore di Max, se fosse stato possibile.
Non era gelosa! No! Non lo era.
Sì. Lo era.
Appurato questo, Gaia si scostò un riccio ribelle dalla fronte.
Porca puttana, Julian era diventato proprio un bel ragazzo e per quanto la infastidisse ammetterlo, il fratello minore non aveva nulla da invidiare a quello maggiore e i suoi occhi erano ancora più incredibili di quelli di Max, perché quel contorno argenteo era ancora più acceso su quel nero tenebroso.
Gaia sospirò.
Aveva la netta e brutta impressione che si stesse per cacciare, in qualche modo, nei guai.
Grossi guai.
 

 
   
 
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