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Autore: Matilde di Shabran    12/02/2014    1 recensioni
Come la vita di una ragazza come tante può cambiare in una sera
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Tonight '
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Cari lettori, siamo arrivati all'ultimo capitolo di questa storia. 
Sono davvero stupita dal numero di visualizzazioni che ha ricevuto in un lasso di tempo relativamente breve. In partenza avevo fatto delle ipotesi, ma i risultati hanno superato anche le mie più rosee aspettative. Sapendo che il fandom in lingua italiana dei Westlife è decisamente ristetto temevo che la mia storia sarebbe passata totalmente insosservata. Invece non è stato così e ringreazio tutti quelli che hanno letto e recensito, sperando che aumentiate e che nuove voci si facciano sentire per darmi il loro parere. Positivo o negativo che sia.
Come vi avevo anticipato all'inizio di quest'avventura, questo è l'ultimo capitolo di questa storia, ma la vera conclusione della vicenda sarà illustrata in altre due fanfiction. Sono due finali alternativi, del tutto slegati uno dall'altro. La scelta di pubblicarne uno prima dell'altro è stata assolutamente arbitraria.
Le pubblicazioni inizieranno dal prossimo mercoledì, con cadenza settimanale ed andranno a confluire in una serie che si chiamerà TONIGHT.

Ora vi lascio alla storia: buona lettura!

*****



"Allora" esclamò Viky mentre Francesca si stava spazzolando i capelli in una fresca mattina di settembre "oggi è il grande giorno!”

"Cosa?" chiese smarrita.

"Non fare la finta tonta! Oggi è un mese che tu e il mio bel cuginetto state assieme!"

"Un mese, cosa vuoi che sia!” sbuffò cercando di domare un ciuffo ribelle.

"Avete fatto programmi?" domandò morbosamente curiosa.

"No, niente…"

"Sorpresa, sorpresona! Chissà cosa si sarà inventato!"

Francesca la guardò poco convinta e se ne andò in camera sua.

 

 

Il campanello suonò alle tre del pomeriggio, quando Victoria era uscita, ufficialmente per fare shopping, per lasciare soli i “piccioncini”.

"Ciao!" esclamò Francesca baciando Nicky sulle labbra, dopo averlo fatto entrare.

"Ciao! Buon mesiversario!” rispose baciandole il naso.

"Mesiversario?" chiese sorridendo, riprendendo il bacio da dove era stato interrotto.

“Che cos’è?" domandò, scostandosi dopo qualche istante, accennando alla grande borsa di carta che teneva nella mano sinistra.

"Un regalino per te" rispose porgendogliela.

"Ma non dovevi…"

"Sì che dovevo! Devo viziare il mio tesoro!" replicò "Quando l’ho visto non ho potuto fare a meno di pensarti."

"Adesso sono curiosissima! Posso aprire?"

"Certo, devi!"

Allora si avviò verso il divano, fece accomodare Nicky di fianco a se e appoggiò sul tavolino antistante la borsa, da cui estrasse due scatole, una larga e bassa, l’altra più stretta e alta, entrambe ricoperte da carta da pacchetto lucida, color celeste.

"Prima questa" disse lui avvicinandole quella più grande, sorridendo mentre osservava tutto il processo di “spacchettatura”.

Le mani di lei erano quasi tremanti. Si emozionava sempre quando riceveva un regalo, qualsiasi esso fosse, figuriamoci quando proveniva da lui… Si sentiva come una bambina di cinque anni la mattina di Natale! Scartò il pacco lentamente e con estrema cura, quasi a voler dilatare questo momento all’infinito. Tolto l’involucro si trovò davanti una scatola di cartoncino bianco lucido: il contenuto era un vestito, un abito da sera lungo, con le spalle scoperte, di seta color verde petrolio, ricamata in filo argentato con un piccolissimo motivo floreale.

"Nicky sei impazzito?!" esclamò esterrefatta, benché estremamente felice.

"Ti piace?" ribatté sorridendo.

"Ma certo!" rispose raggiante "è favoloso!"

"Provalo dai!" la incitò "Qui ci sono le scarpe" aggiunse, indicando l’altra scatola.

Francesca uscì dalla sua stanza pochi istanti più tardi: l’abito sembrava disegnato per lei. Il colore faceva risaltare il candore della sua carnagione e la luminosità dei suoi occhi, mentre il taglio ne slanciava e snelliva la figura.

"Come sto?" chiese insicura, sistemandosi sulla spalle la stola coordinata al vestito.

Lui restò a guardarla incantato per qualche istante: quando aveva adocchiato quell’abito nella vetrina di una boutique aveva immediatamente iniziato a fantasticare su quale sarebbe stata l’impressione di vederlo indossato da lei: era perfetta, affascinante, radiosa.

"Magnifica!" rispose ancora imbambolato.

"Grazie!" disse lei sedendosi sulle sue ginocchia gettandogli le braccia al collo.

"Grazie a te, per ogni giorno che mi concedi di vivere assieme a te…" ribatté baciandole dolcemente le labbra.

"Ma quando mai avrò l’occasione per metterlo?" riprese scendendo dalla loro nuvoletta personale e tornando sulla Terra. "Non posso certo usarlo per andare all’università!"

A quel punto Nicky si scosse, ricordandosi di quello che aveva nella tasca della giacca.

“Ma ti pare che io ti potrei regalare qualcosa di inutile?”

“Oddio...” mugugnò lei, alzando gli occhi al cielo.

“Ti ho sentita” la riprese, facendole una linguaccia. “Dicevo... Questo regalo non è inutile perché dobbiamo andare qui” disse sventolandole sotto il naso una busta bianca e porgendogliela. Lei la guardò perplessa, poi la prese tra le mani e la aprì.

"Non ci posso credere!" esclamò con gli occhi sbarrati "Domani sera! Mozart! “Le Nozze di Figaro”! A Vienna!"

"Sapevo che volevi andarci…"

"Sono secoli che sogno di andare alla Staatsoper a Vienna! Ma i biglietti erano esauriti da mesi!" lo interruppe eccitata.

"Qualche posto si trova sempre se hai amici nei posto giusti…"

"Il che vuol dire che tra qualche mese scoprirò che ti sei dimenticato di dirmi che il direttore è tuo zio?" chiese ridacchiando.

"No, tranquilla, le sorprese in famiglia sono finite. Ti conviene iniziare a preparare la valigia: domani mattina dobbiamo prendere un aereo".

"Grazie…" sussurrò tempestandogli il viso di baci "Ma io non ho preso niente per te…"

"Il regalo più bello è avere te e vederti felice… non mi interessa nient’altro... Perché ti amo" le sussurrò all’orecchio.

Francesca non poteva credere alle proprie orecchie. Le aveva appena detto “ti amo” o si era immaginata tutto? Si scostò da lui tenendogli le mani sulle spalle, come a volergli impedire di evadere dalla sua implicita domanda, e lo fisso con espressione incerta.

"Non hai sentito male. Ho detto che ti amo e te lo ripeterò all’infinito, se è necessario, finché non sarai sicura di averlo sentito bene." Sorrise. “Non mi aspetto una risposta… Sentivo solo il bisogno di dirtelo" la rassicurò, notando che stava cercando di capire come comportarsi, e soprattutto cosa dire.

Francesca iniziò a piangere, nascondendosi il viso tra le mani.

"Sta’ tranquilla" la rassicurò, credendo di averla messa in difficoltà con la sua esternazione "Capisco che è presto. Non serve che tu dica niente. Non mi aspetto niente da te. Non ti sentire forzata a dire qualcosa che non pensi."

Pur continuando a piangere, Francesca iniziò a ridere sembrando isterica.

Nicky la osservava spiazzato. Cosa aveva detto di così ridicolo?

"A… anch’io ti amo. S… solo non avevo il coraggio di dirtelo. Cioè…" iniziò balbettando, per poi assumere un ritmo incalzante “Ci sono migliaia di ragazze che ogni giorno dicono o pensano questa cosa di te. Però loro parlano di Nicky dei Westlife. Io ho la fortuna di essermi innamorata di Nicholas Byrne. Quello vero! Mi sembra tutto così assurdo! Cioè… due mesi fa io ero come loro. Sospiravo sulle foto di Nicky dei Westlife. Adesso sono qua con questo fantastico vestito addosso, i biglietti delle “Nozze di Figaro” in mano e Nicholas Byrne, quello vero, che mi dice che mi ama. È tutto così magnificamente assurdo! Io non ci capisco più niente! Sono talmente fuori di testa che sto parlando velocissima. Io non parlo mai così veloce. E sto piangendo e ridendo come una deficiente. E mi vergogno di piangere!"
"Se hai bisogno di piangere, fallo" le rispose comprensivo, accarezzandole la guancia inumidita dalle lacrime che l’avevano solcata "È un modo come un altro per sfogare le tue emozioni".

"Ci manca solo che ti metta a piangere anche tu" appuntò, notando che i suoi occhi si stavano rapidamente arrossando. 

“Vedrò di trattenermi” scherzò.

“Nicky?”

“Hmm?”

“Siamo patetici. Peggio di due tredicenni” scoppiò a ridere.

“Un interessante caso di regresso adolescenziale!” rise con lei.

"Diamoci un contegno" concluse, facendo per alzarsi.

“Dove pensi di andare?” le chiese, prendendola per la mano e facendola di nuovo sedere.

“A preparare la valigia. Me l'hai detto tu, ricordi?”

“E mi lasci qui da solo?” mise il broncio.

“Vieni con me...”

"Ti amo Francesca" disse, facendosi serio.

"Ti amo anch’io" concluse lei, lasciando che le loro labbra si sfiorassero mentre pronunciava queste parole.

 

 

 
   
 
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