1. Save Her
Fu quell’uomo a interrompere la chiamata, dopo aver riso nel modo
inquietante e cavernoso
che ben ricordava. Per attimi interminabili Yakumo si lasciò pervadere dal silenzio
ovattato, quasi lo aiutasse a negare l’evidenza. Ma come poteva ignorare la stilettata al
cuore che aveva sentito? Come poteva ignorare la sua mente sconvolta che continuava a
proiettare immagini a cui non avrebbe mai voluto assistere?
Quella. Quella non si era cacciata nei guai. Quella era finita in pasto al lupo!
Con letale calma allontanò il cellulare dall’orecchio, chiudendolo e riponendolo
poi nella tasca dei jeans. Sentiva su di sé gli occhi incuriositi e preoccupati dei due
ispettori, ma li ignorò.
L’aveva messa lui in mezzo.
Chiuse gli occhi deglutendo il fastidioso nodo alla gola. Lasciò uscire dalle labbra secche
un lungo e lento respiro alla cieca ricerca della lucidità che sembrava averlo abbandonato.
Non era che il solito sadico gioco, si ricordò, Avrebbe vinto, di
nuovo.
Concentrato sulla prossima mossa da fare, non perse ulteriore tempo a crogiolarsi in quella
fastidiosa sensazione di vuoto mista ad ansia. Aveva sempre superato tutte le prove a cui
quell’uomo l’aveva sottoposto nel corso di quegli anni: ce l’avrebbe fatta anche questa
volta.
Si voltò verso l’ispettore Goto e fermò la domanda che stava per porgli: «Ritorniamo al
fiume» disse in tono imperioso e cupo, cercando di mascherare la preoccupazione.
Goto ormai lo conosceva abbastanza da poter affermare con certezza che qualcosa l’avesse
appena turbato profondamente. Aveva assistito alla telefonata e, anche se Yakumo era di
spalle, aveva colto il suo leggero sussulto.
«Yakumo».
Il ragazzo non rispose, ma si affrettò a uscire dalla clinica del dottor Kinoshita. Dovette
fermarsi bruscamente quando venne afferrato e strattonato con forza da una spalla.
«Yakumo!» sbottò l’ispettore.
Fu allora che si voltò. «Dobbiamo sbrigarci! Non c’è tempo, lo vuole capire?!» quasi urlò.
«Le spiegherò tutto in macchina, ma adesso… Adesso dobbiamo andare» terminò in modo
secco.
Goto lo lasciò andare, colpito dalla sua ferrea determinazione e da quegli occhi freddi con
cui l’aveva guardato. Fece un cenno a Ishii: non avevano più motivo di attardarsi lì. Quella
telefonata l’aveva allarmato, era ovvio, e aveva il sospetto che c’entrasse
quell’uomo della foto mostratagli dal vecchio pazzo.
«È in pericolo» li informò Yakumo, quando entrarono nell’abitacolo della macchina di
Ishii.
I due ispettori si voltarono subito preoccupati in attesa di ulteriori spiegazioni, ma il
ragazzo fu lesto a rimetterli in riga: «Metta in moto!», si rivolse a Ishii.
Quell’ordine concitato chiarì i dubbi dell’ispettore Goto: era successo qualcosa ad Haruka-chan. Merda!
«Accendi ‘sto cazzo di motore, Ishii!!» sbottò poco finemente e con impazienza. Il collega
balbettò un’affermazione mista a delle scuse e, recuperando il sangue freddo, mise in moto
il veicolo.
«Cosa è successo ad Haruka-chan? Chi era al telefono?» chiese l’ispettore impaziente una
volta immersi nel traffico cittadino.
«Haruka-chan??» si allarmò Ishii.
«Tu pensa a guidare!» lo rimbrottò Goto: non era il momento di rischiare un incidente per la
sua stupidità. «E accendi la sirena!»
Con gli occhi puntati al finestrino, fissi sul paesaggio che scorreva veloce, Yakumo aveva
ben posizionato tutti i tasselli del puzzle. Il quadro era fin troppo chiaro e avrebbe avuto
una cornice tragica, se non fossero arrivati in tempo. Non sarebbe stato quello il giorno in
cui quell’uomo avrebbe vinto, ma…
Erano ancora in tempo per salvarla?
«Yakumo!» lo riprese Goto in attesa di risposte. «Yakumo, ascoltami!» esplose, voltandosi
indietro. Gli afferrò il braccio per scuoterlo dall’apparente torpore in cui era caduto.
«Qualsiasi cosa sia successa, non è stata colpa tua. Haruka-chan c’era già dentro nonostante
l’avessi lasciata fuori. Mi hai capito, stupido moccioso?!»
Yakumo strattonò il braccio per liberarlo dalla sua presa e lo fissò con cupa
determinazione. «La smetta di chiamarmi moccioso e stia a sentire! Le ho risolto il
caso».
L’avrebbero
salvata.
Ehilà :)
Come specificato nell’introduzione, questa è la prima mini one-shot (che potrebbe passare
per una flash-fic se non fosse di 633 parole xD) Missing Moment del volume 3, collocata
nello specifico in “File 2 - Ciò che collega l'anima 9” proprio nel momento in cui Yakumo
apprende la notizia di ciò che sta per accadere ad Haruka.
Non c’è chissà quale introspezione tragico-romantica di Yakumo, perché non credo che con il
poco tempo a disposizione si sia davvero messo a pensare a come sarebbe la sua vita senza
Haruka, a come era cambiata da quando c’era lei, ecc. ecc. Credo che in una situazione
simile la mente di Yakumo si sia svuotata tutta d’un colpo e, per mantenere i nervi saldi,
lui si sia concentrato sul salvataggio di Haruka. Perciò l’ho immaginato come avete letto:
che perdeva un po’ della freddezza e lucidità che lo contraddistinguono, lasciandosi andare
a delle piccole manifestazioni del suo stato d’animo.
Ovviamente il vecchio pazzo a cui si riferisce Goto è Hata xD E quell’uomo non ha
certo bisogno di presentazioni.
Grazie per aver letto e… Spero vi sia piaciuta questa cosina! :)
Alla prossima,
Calime