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Autore: Giulz95    14/02/2014    1 recensioni
Non sarebbe dovuto succedere così. Non era così che sarebbe dovuta finire. La sua vita avrebbe dovuto finire circondata da quelle poche persone che aveva a cuore, o in qualche meravigliosa avventura. Non sarebbe dovuta morire in una stupida catastrofe naturale a migliaia di chilometri di distanza da casa sua.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Launa si svegliò lentamente. Le tempie le pulsavano causandole un forte mal di testa. Ma che diavolo è successo? Cos’è, l’effetto di una sbronza?
Non berrò ai più in vita mia.
Si costrinse ad aprire gli occhi e si diede un’occhiata attorno. Si sentiva stremata, come se avesse nuotato in un vasetto di miele. Si sarebbe aspettate di vedere l’interno della sua stanza, ma rimase scioccata quando si accorse che intorno a lei c’erano solo detriti e le rovine degli edifici sulla strada. “Ma cosa cazzo…?” Mormorò spalancando gli occhi in stato di shock. Cercò di alzare il braccio per controllare se aveva qualche taglio dietro la testa dove il calcinaccio l’aveva colpita, ma si rese conto che il suo intero corpo era coperto dalla carcassa di una parete.
No, no, no, non bene. Controllò ogni arto, sentendosi leggermente sollevata al pensiero che in qualche modo se l’era cavata senza nemmeno un osso rotto.
No, sei soltanto incastrata sotto il peso del muro del tuo condominio, e probabilmente morirai qui. Yay, positività.
Launa respinse il sarcasmo negativo nel retro della sua testa, ritornando a concentrarsi sul suo istinto di sopravvivenza.
Provò ad usare la forza ma senza l’ausilio delle braccia non sarebbe mai riuscita a sollevare il detrito sopra di lei. Cercò di alzare le ginocchia ma il suo stivale destro era rimasto incastrato in qualche modo, impedendole di muovere la gamba. Okay, devo solo liberare il piede, pensò, preparando una lista mentale di cose da fare per uscirne viva, e ritrovare la borsa che ho preparato prima. Pssh, buona fortuna.
Taci. Si riprese da sola duramente, mettendo effettivamente a tacere i pensieri negativi del suo cervello. Provò a muovere l’altro braccio, quasi piangendo per il sollievo quando scoprì di riuscire a muoverlo con facilità. Se qualcuno riuscisse a vedermi, forse potrebbe aiutarmi ad uscire da qua sotto.
Trattenne il fiato sperando di sentire qualcosa, ma fu inutile: nemmeno una mosca. “Ehi?” Chiamò, combattendo contro il dolore alla testa. Di nuovo inutile, comunque. Da quello che riusciva a vedere, non c’era nessuno nei paraggi. Probabilmente sono stati già tutti evacuati.
Improvvisamente si sentì ribollire di rabbia. Lei era viva, maledizione, ma probabilmente sarebbe morta adesso, perché chiunque sarebbe stato uno stupido a tornare indietro per cercarla. Urlò nella disperazione, scuotendosi contro il muro che la teneva a terra, sperando che la rabbia la aiutasse in qualche modo.
Voglio solo andare a casa, pensò, sentendo le lacrime lasciare i suoi occhi. Era terrorizzata all’idea di morire. Non era un’avventura per la quale era pronta. Voglio solo rivedere mia madre. Non voglio morire da sola.
Launa rimase immobile, appoggiando la testa sul suo avambraccio, cercando di calmarsi. Impazzire non sarebbe stato per niente d’aiuto. La paura la lasciò in uno stato di paralisi, e la ragazza chiuse gli occhi pregando quanto mai aveva fatto prima. Pregò chiunque, qualunque dio le venisse in mente, perché la aiutasse a salvarsi.
Ovviamente non funzionò, ma proprio quando la speranza cominciava ad abbandonarla, le sue orecchie raccolsero un suono impercettibile in lontananza. Trattenne nuovamente il fiato. Veniva dalla sua destra, oltre un altro ammasso di detriti. Passi. Passi pesanti, definitivamente umani e –data la cadenza e il tempo tra un passo e l’altro.- un uomo adulto. O una donna enorme.
“E-“ Iniziò, prima di soffocarsi con l’arsura della sua gola. Per quanto tempo era rimasta lì sotto? Ore? Giorni? “Ehi!!”
I passi esitarono prima di ricominciare più lentamente, e improvvisamente un paio di stivali neri comparvero nel suo campo visivo. Una voce riempì il silenzio, suonando definitivamente preoccupata, “E-Ehi? C’è qualcuno?” Chiunque fosse, era molto nervoso, come avesse paura di rompere il silenzio.
Launa agitò di nuovo il braccio, riacquistando la sensibilità nell’arto. “Qua! Sono bloccata sotto la parete!” Tastò il suolo tentativamente e quando si ritrovò in mano una roccia la lanciò alla cieca verso la sua direzione.
“Ow!”
Fantastico, Launa. “Cazzo! Scusa! Non volevo colpirti!”
Vide gli stivali avvicinarsi velocemente verso di lei. “Tranquilla.” La sua voce più chiara ora che era più vicino. “Credo… Credo di riuscire a vederti. Tutto bene? Qualcosa di rotto?”
“No.” Rispose lei, alzando il pollice “Tutto bene. Sono solo incastrata. Pensi di riuscire ad alzare i detriti, in modo che possa uscire da qua sotto?”
L’uomo esitò, prima di abbassarsi per guardarla in viso, il suo contornato dalla luce del sole. “Okay.” Sorrise, prima di alzare lo sguardo sulla parete sopra di lei. “Sì, dovrei farcela. Dimmi se ti fa male qualcosa.”
“Okay.” Lo guardò piegarsi sulle ginocchia e sollevare il peso dal suo corpo, ruggendo per la fatica. Si mosse non appena riuscì a muovere le gambe, sollevata nel ritrovare la borsa a pochi centimetri da lei, e strisciò da sotto i detriti prima di afferrarla e mettersela sulle spalle.
“Sei fuori?” Chiese lui, senza guardarla.
“Sì, sono fuori.” Lasciò cadere la parete a terra, sospirando e pulendosi le mani sui jeans, girandosi per guardarla alzarsi in piedi. “Grazie mille. Ti devo un grosso favore.”
Rise sommessamente, passandosi una mano tra i capelli scuri. Launa si prese un momento per studiarlo. Ah, però. Ringraziò chiunque stesse ascoltando innanzitutto per averle mandato un salvatore, e in secondo luogo per aver fatto sì che fosse anche attraente. Le sorrise caldamente, i suoi denti bianchi e allineati. “Non preoccuparti.” Disse, e lei notò la profondità della sua voce. Ah, però! “I dispersi devono rimanere uniti, no?”
Launa si scrollò di dosso la totalmente non necessaria e completamente inappropriata alla situazione ammirazione. “Sei svenuto anche tu?”
“No,” Rispose, passandosi una mano sul collo. “No, sono solo rimasto bloccato dietro ad un muro. Sono usciti tutti prima di me e… Beh.”
Si ritrovò a sorridere. “Hey, succede.” Ad un tratto la voce di sua madre le risuono nelle orecchie. Dove sono le tue buone maniere? “Oh, cazzo, scusa –Sono Launa.” Gli porse la mano e lui la strinse, ancora una volta con un largo sorriso.
“Avi. E’ un piacere conoscerti.”
Ritrasse la mano e rimase immobile per qualche secondo, risentendo della situazione imbarazzante. Cosa si dice a chi ti ha appena salvato la vita? “Allora… Bel clima, eh?”
La risata di Avi risuonò nel silenzio. “Oh, sì!” Annuì. “Apocalittico. E’ piacevole cambiare ogni tanto.”
Launa sorrise mentre iniziavano a camminare senza meta lungo quel che rimaneva della strada. Se questa doveva essere la grande avventura alla quale aveva sempre sognate di partecipare, allora era immensamente grata che la persona con cui la doveva condividere avesse un buon senso dell’umorismo.
 
 
  
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