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Autore: valedambry_98    16/02/2014    0 recensioni
Ho sempre avuto la strana sensazione che esistesse un mondo parallelo al nostro... Non mi sbagliavo.
Genere: Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2: L'angelo Vendicatore

“Daniel” dissi con voce tremante. Era dannatamente bello. Assomigliava tanto a un angelo tentatore.
“Ciao Mary” Questa volta era vestito diversamente: Indossa una tenuta da battaglia, fatta di cuoio nero ben trattata . Indossa anche degli accessori come bracciali e gambali . Ha semplici scarpe di suola piatta e robusti pantaloni aderenti. Quel modo di vestire metteva in risalto i suoi muscoli , che la sera prima non avevo notato. Il contrasto tra gli occhi verdi , i capelli biondi e la tenuta nera gli dava un aria tremendamente sexy ma anche tenebrosa.
Una vocina nella mia testa mi dice che c’è qualcosa che non va. Nessuno si veste in quel modo. Soprattutto in un paesino come questo. Ma , oltretutto, non ho mai visto niente di così magnifico.
“Allora anche questa notte devi tornare a casa, o mi permetti una passeggiata?”
“Va bene, camminiamo”. Il mio cervello al contrario mi diceva di scappare ma, anche nei libri che leggevo la protagonista non dava mai retta alla sua testa.
Quanto vorrei che la mia vita fosse come quella raccontata nei miei adorati libri. Con un mondo sovrannaturale o che ne so, magico. Mentre facevo questi ragionamenti insensati avevamo iniziato a passeggiare ,nessuno dei due fiatava. Averlo così vicino mi fa uno strano effetto. Oltre ad essere tremendamente bello è anche molto altro. Sotto la luce della luna la sua pelle sembra quasi trasparente. E’ così chiara… Come il marmo. Sbuffai.
“Che hai?” disse. La sua voce... “Cosa?! Niente!” dissi forse alzando un po’ troppo la voce.
“Non voglio essere indiscreto, ma posso sapere perché hai scelto di venire proprio qui , in questo paesino sperduto dal mondo, in vacanza?” Mi chiese con un tono di voce che non riuscivo ad identificare. Sembrava frustrato , arrabbiato e deluso. Un mix.
“Vengo qui ogni estate, mia madre ci è affezionata perché ci è cresciuta. Ma io, preferirei andare da altre parti. E’ tutto così silenzioso. Quando scende la notte ci sono delle strane ombre. Le strade diventano deserte e sembra un film horror ”risi “ Ogni volta sembra che qualcuno mi segue, i gatti che fanno rumore….”rabbrividì “ E’ inquietante”.
Non sapevo perché stavo raccontando tutto questo ad un perfetto sconosciuto, ma veniva naturale parlare con lui. “Perché mi fissi ?” Ops… se ne era accorto. “Scusa è strano”.
“Cosa è strano ?”. Chiese.
“Non ti offendere ma non ti conosco e tu non conosci me. Ma sei la prima persona che sembra ascoltare davvero quello che dico. La maggior parte della gente quando parlo non mi ascolta. Forse perché penso diversamente dagli altri. Sembra che quello che dico ti interessa davvero” come se fosse possibile. “Ma a me interessa quello che pensi. E comunque non sei tu che pensi diversamente, sono gli altri che hanno tutti i stessi pensieri. Sono tutti sempre di fretta, pensano tutti in maniera uguale. Tu non segui la massa ecco perché.” Bene, perfetto ora non so che dire.
“ Mary tu quanti anni hai ?” chiese guardando nel vuoto “Diciassette” .
Mi guardò come se avessi detto chi sa cosa. “ Ne sei sicura?” E ecco comparire sul suo viso quel sorriso sghembo. Senza volerlo il cuore accelerò. “Cc-certo che ne sono sicura” rise.
Un rumore come di una pentola che cade al suolo mi fece girare di scatto. Ma non c’era nulla. In lontananza si vede solo la luce che emanano i lampioni e qualche macchina parcheggiata. Ma avevo sentito chiaramente. “Hai sentito anche tu? Sono come questi i rumori che sento ogni volta”
Per quale motivo non lo so ma avevo parlato sussurrando. Mi votai a guardarlo in faccia e vedevo che aveva indurito i lineamenti del viso. I suoi occhi cercavano qualcosa nell'ombra. “Sarà stato un gatto.” Mi prese per una spalla facendomi girare per continuare a camminare.
“Bhe, raccontami qualcosa di te. Non so nulla” “Cosa vuoi sapere?”si mise sulla difensiva.
“ Non lo so, racconta tu”. Sembrò pensarci un attimo. “Mi chiamo Daniel De Santis, abito qui vicino”
lo guardai aspettando che continuasse. “Tutto qui” alzai un sopracciglio.
“Tutto il resto lo scoprirai con il passar del tempo. Poi sta a te decidere. Questa non sarà l’ultima volta che mi vedrai.” “Sta a me decidere cosa?” Si fermò e io mi girai ritrovandomelo di fronte.
“E’ tardi, è ora di andare a dormire” Mi guardai le spalle e strabuzzai gli occhi. Non mi ero accorta di aver fatto tutto il giro del paese. Eravamo davanti casa mia.
“Come fai a sapere dove abito?” chiesi perplessa. “A tempo debito, potrai farmi tutte le domande che vuoi”
Mi prese le mano destra e con un gesto antico quanto il mondo , la baciò. Io nel frattempo arrossì violentemente.
Mi si avvicinò annullando la distanza tra di noi e avvicinò le labbra al mio orecchio.
“Ricorda, non tutto quello che credi di sapere è vero. Esistono cose che tu conosci solo con la fantasia. Ma la fantasia, il sovrannaturale sono realtà.” Sussurrò. Posò un bacio dietro al mio orecchio e si allontanò. “Buonanotte Mary”.
Disse mentre , già di spalle, se ne andava. E’ inutile dire che quella notte non chiusi occhio, continuavo a pensare alle parole di quell'angelo vendicatore.
  
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