Lily si chiese per quale insana ragione non si fosse fatta bocciare al quinto anno. Certo, la sua bella reputazione ne avrebbe risentito, ma almeno quella tortura legale sarebbe finita.

Cercò di concentrarsi sulle parole del professore, ma, dopo esattamente diciassette secondi (nell’aula regnava tale silenzio, probabilmente perché dormivano tutti, che i ticchettii di un orologio da polso si sentivano ovunque) la sua mente era già presa da pensieri di qualsiasi genere – i compiti di Trasfigurazione che l’aspettavano, la torta di melassa e il fatto che qualcuno non le togliesse gli occhi di dosso.

Contò altri quindici secondi, dopodiché si voltò verso James, che le sorrise nel banco accanto. Era così attento alla lezione che non si era nemmeno preso la briga di prendere il libro dalla borsa.

«Merlino, smettila. Perché continui a fissarmi?» gli sussurrò.

James non ci pensò neanche un attimo, come se avesse impiegato tutta la lezione a premeditare quella risposta.

«Perché sei bella, Evans.»

Lily non aggiunse neanche una parola e si voltò di nuovo, più rossa in viso che in testa. Nascose la testa nel libro, improvvisamente interessata da Le Guerre Magiche che interessarono la Gran Bretagna nell’Ottocento.


Fa che non l’abbia notato, fa che non l’abbia notato. 
 

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Note d'autrice:
Oh miei dei, da quanto tempo non pubblico qualcosa qui o non scrivo di loro.
Non so cosa sia questa roba, ma lo studio porta ispirazione (?) 
Meglio tornarsene dalla matematica.

Il piccolo scambio di battute è ispirato a Colpa delle Stelle.

A presto, spero!

Ilaria