Fanfic su attori > Alex Pettyfer
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Autore: Youreyes4    18/02/2014    3 recensioni
L'ho sempre odiato. Sin da quando siamo piccoli non ci siamo potuti sopportare ed ora i miei se ne escono con il fatto che si sono organizzati con i suoi genitori, per fare una vacanza insieme. In poche parole, io e mio fratello Jamie saremo "scaricati" a casa Pettyfer ed io dovrò passare un'intera estate, con quell'essere antipatico e altezzoso. Non credo che andremo mai d'accordo. Spero solo che non sia il solito rompipalle e che io riesca a trovare una compagnia migliore della sua.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sono in spiaggia da circa mezz'ora e sto cercando di rilassarmi ascoltando la musica. Mi perdo nelle parole di "Unconditionally" di Katy Perry mentre il sole mi scalda la pelle. Non mi sono mai sentita così rilassata e tranquilla. In Inghilterra poche volte, anche d'estate, c'era un sole così. Di solito pioveva a dirotto rovinando, qualsiasi progetto all'aperto. Resto così per un po' perdendomi nella musica e nel caldo dell'aria ma ad un certo punto, uno scroscio violento d'acqua fredda mi colpisce. Mi alzo lentamente e tolgo le cuffiette ormai inzuppate d'acqua. Quando schiudo gli occhi mi ritrovo davanti Pettyfer che ride. Il mio istinto è di urlargli contro ma cerco di contenermi il più possibile, per non farmi notare da tutta la spiaggia.
-Ma sei cretino o cosa?!- cerco di non urlare ma non mi riesce molto bene. Lui continua a ridere incessantemente e a me viene solo voglia, di affogarlo nel blu del mare.-E ora cosa cazzo ti ridi?! C'è dimmi tu! Hai 23 anni e sei peggio di un bambino e....- ma non mi fa finire di parlare che mi tappa la bocca velocemente. 
-Ma sei scema?! Ci guardano tutti!-mi dice mentre toglie la mano davanti la mia bocca. Solo in quel momento mi ricordo che lui è una star mondiale ma in fondo, a me che me ne frega?!
-Non me ne importa un bel niente!- dico prendendo il cellulare e sperando, che almeno lui, non sia intriso d'acqua. Per fortuna non è bagnato così decido di rivestirmi. Prendo i pantaloncini, il top e mi rinfilo le converse per poi prendere la borsa e incamminarmi verso la strada.
-Dai Laura!- mi urla forse raggiungendomi ma non mi volto. Continuo a camminare cercando di evitare, le sue parole e i suoi tentativi di farmi voltare. Non mi importa proprio un bel niente di lui e di quello che mi dice. Non lo sopporto e basta. Non l'ho mai sopportato e le cose di certo non cambieranno. Non so come farò a passarci un'estate ma ci proverò; lo farò soprattutto per non rovinare le vacanze a mio fratello. Lui ed Alex sono sempre andati d'accordo anche se, lui ha passato sempre più tempo con James che è di un anno più grande di noi. Continuo a camminare verso casa Pettyfer, che non è molto lontano dalla spiaggia, cercando di asciugare le cuffiette. Spero solo per lui, che non si siano rotte altrimenti questa è la volta buona che lo uccido.
-Papà?- rispondo al cellulare che ha appena squillato
-Laura ti volevo dire che noi stiamo per prendere l'aereo per il viaggio- la voce di mio padre, mi risuona nella mente
-Cosa?! Di già?! Ma non dovevate...-non riesco a finire la frase, perchè lui sovrasta la mia voce
-Guarda Richard si era sbagliato, nel dirci la data di partenza.- ecco la sfortuna mi perseguita anche qui. Dovevano partire tra una settimana ma no.... ora salta fuori che la data era sbagliata. Ma perchè dico io; perchè? Cosa ho fatto di male?-Ti volevo anche dire che James e Jamie sono fuori. Vedi di non combinare guai con Alex- 
-Ma che?! C'è dovrò passare la sera con quell'essere di poco cervello? Papà no ti prego!! Io già non lo sopporto ed ora ci dovrei passare la sera senza Jamie e James?!- ma dai. La sfortuna colpisce ancora.- Bè se sul giornale troverete scritto un articolo su un omicidio a casa Pettyfer non vi meravigliate!- dico acida e chiudo la telefonata. Sono qui da due ore e già non ce la faccio più! Non so se resisterò a lungo e non so se ce la farò a non  uccidere quel deficiente.


Sono già le otto e mezzo di sera ed io devo ancora asciugarmi i capelli. Non so se Alex sia già rientrato o no ma sinceramente, non mi interessa più di tanto. Sono ancora molto stordita dal fuso orario ma la dormita in aereo a qualcosa è servita. Asciugo i capelli nero corvino e mi metto le mie amate lenti che fanno risaltare ancor di più i miei occhi color cobalto. Mi vesto velocemente e scendo al piano inferiore. Il mio stomaco comincia a brontolare e quindi devo mangiare assolutamente qualcosa. Mi dirigo verso la cucina ma è ancora tutto buio e spento. Decido di aprire il frigo ma sento dei rumori venire dal salotto. Credo sia Alex ma è buio anche lì; così decido di avanzare cautamente. Arrivo nel salone, accendo la luce ma non c'è nessuno. Vago di qua e di là cercando di capire se mi sono sbagliata ma noto, delle luci nel retro della casa. Decido di uscire e mi ritrovo nel bel mezzo di un grandissimo prato verde. A destra, a circa 300 metri da dove sono io, c'è una piscina stupenda da una forma irregolare. Il retro è talmente grande, che sembra un campo da calcio. Mi avvio verso la piscina e trovo un piccolo tavolo apparecchiato e il barbecue quasi pronto. Ok Alex è tornato ma dov'è ora? In teoria potrei anche mangiare da sola ma decido di aspettarlo; non mi va di sentirlo dopo. Mi fermo ad osservare la piscina assorta dai miei pensieri ma sobbalzo di colpo, a causa di qualcuno che mi ha scosso da dietro.
-Ma sei deficiente?!- dico portandomi una mano sul cuore -Mi hai fatto prendere un colpo!- lui inizia a ridere e non la smette più. Ma ora cosa si ride? Oddio quanto lo odio! Ho una voglia matta di affogarlo nella piscina ma cerco di trattenere il mio istinto omicida.
-Dai che il barbecue è quasi pronto- mi dice dirigendosi verso il cibo. Non so cosa fare e di certo non mi metterò a parlare con lui del più o del meno. Mi guardo intorno e scorgo un pallone da calcio in una parte remota vicino le sdraio della piscina. Vado a prendere il pallone e comincio a palleggiare. Amo farlo e mi rilassa anche molto. Essendo inglese, ho sempre amato il calcio sin da piccola e lo adoro tutt'oggi. Mia madre non è mai stata d'accordo sul fatto di farmi giocare a calcio ma mio padre mi ha sempre appoggiato tanto che ora, gioco nella squadra femminile del Chelsea. Con i piedi c'ho sempre saputo fare anche se fino ai 15 anni, praticavo come mio fratello i tuffi. Ero entrata nella nazionale ma sinceramente, mi ero seriamente rotta di tutta quell'acqua e di tutti quegli allenamenti snervanti; così decisi di provare seriamente con il calcio e bè....ce l'ho fatta.
-Da quanto tempo è che giochi a calcio?- mi chiede voltandosi
-Uhm?- dico cercando di bloccare i palleggi
-Mi hai sentito bene....ho capito che non ti sto molto simpatico, ma almeno potresti rispondere- mi dice sistemando i piatti colmi di cibo sul tavolo
-Ho iniziato a giocarci a 8 anni- dico sedendomi al tavolo- Ma seriamente ho cominciato a 15 anni- dico addentando un pezzo di carne. Restiamo in silenzio per tutta la durata della cena e ci lanciamo solo varie occhiate molto veloci. Non ho mai notato, come ora, i suoi occhi di un verde stupendo. Mi sono sempre piaciuti gli occhi verdi ma questi, battono tutti quelli che ho visto in 19 anni di vita. La cena è buonissima ed io,tra un boccone e un altro, continuo a perdermi in quei occhi. E' strano perchè io ho sempre visto Alex in un'altra maniera ma questa sera, è diverso.
-Vorresti fare quattro passaggi?- quelle parole mi risvegliano da tutte le domande e i pensieri che tormentavano la mia testa
-S...si-rispondo alzandomi e andando a recuperare il pallone. Ovviamente non è che io abbia cambiato giudizio su quel tricheco; solo che oggi o meglio, questa sera, lo trovo diverso. Non è più quell'Alex Pettyfer antipatico, altezzoso e arrogante che conoscevo fino a un'ora prima. Era diverso e non so da cosa si poteva capire ma so solo che era diverso e non era quel solito ragazzo che conosco ormai da svariati anni. Da piccolo era molto dispettoso e di certo non credo sia cambiato molto. Inizio a palleggiare e ripenso alla mia squadra, all'allenatore e a quanto mi manchino tutte le mie amiche. Ormai la mia squadra è diventata la mia seconda casa, il secondo posto in cui vivo con quella massa di scalmanate e scalmanati. Inizio a palleggiare come sempre mentre aspetto che Alex finisca di parlare a telefono. Lo osservo e sembra molto irritato tanto che fa su e giù e continua ad alzare la voce. Non so chi sia ma da come parla, sembra che si rivolga ad una ragazza. Continuo a guardarlo ma quando si gira di colpo, abbasso lo sguardo diventando anche un po' rossa. Ma cosa mi sta succedendo? Non capisco perchè questa sera mi fa questo effetto. Non me lo ha mai fatto e pure ora, è come se cominciassi a sentire il bisogno di guardarlo ed osservarlo in ogni movimento. 
-Scusa se ho alzato un po' la voce- mi dice raggiungendomi ed infilandosi il telefono in tasca. 
-Non fa nulla-non capisco perchè si sia scusato. Non lo ha mai fatto, in nessuna occasione. Gli passo la palla e noto che palleggia decentemente; in fondo anche lui è inglese e diciamocelo, noi inglese il calcio ce l'abbiamo nel sangue.
-Sei brava sai?-mi dice ripassandomi la palla
-Anche tu te la cavi-
-Si ma non ho mai giocato a calcio- mi dice sedendosi sul prato soffice. Io continuo a palleggiare senza interruzione. Non mi importa se le mie Convers diventano nere. Amo palleggiare e una volta che comincio, difficilmente smetto subito. -Pensavo a una cosa...- dice guardandomi così decido di lasciare li il pallone e mi siedo anche io.
-A cosa?-chiedo senza pensare. Forse sono stata un po' indiscreta....aspetta; ma perchè mi faccio tutti questi problemi?
-Al fatto che sei cambiata molto. Non solo d'aspetto...- dice guardandomi negli occhi e io mi perdo nei suoi, di un verde particolare.
-In che senso?- ok sono un'idiota. Ma che razza di domande faccio? E poi perchè sto sudando freddo? Oh cavolo! Questo effetto me lo faceva solo Mark e bè...sono finita per innamorarmi di lui e poi è andata a finire nei modi peggiori; mi ha lasciato per una delle solite puttanelle che vanno in giro. Non devo assolutamente innamorarmi di lui; perchè l'amore fa schifo e fa solo soffrire. 
-Bè sei diversa anche caratterialmente. Prima eri una piagnucolona ed ora....bè per quel piccolo scherzo si ti sei messa ad urlare, ma non hai fatto "una scenata" come facevi circa due anni fà- dice continuando a fissare i miei occhi senza staccarsi. Bè in effetti in passato mi mettevo ad urlare come una pazza e cominciavo a menargli.
-Ti ricordo che ho quasi 20 anni. E' normale che non faccio più la bambina al contrario di te, che a 23 anni ancora si diverte a fare scherzi scemi.- dico cominciando a giocherellare con un sassolino vicino al mio piede e sorridendo
-Scemi?! Così mi offendo- dice alzandosi e andando un po' più lontano da me; vicino la piscina.
-E poi sarei io quella che si comportava da bambina?!- dico alzandomi 
-Tu lo sei- dice con un sorriso stronzo
-Ah si?!- dico avvicinandomi sempre di più -Bè la bambina sta per colpire- sorrido e lo spingo. Lui cade all'indietro dentro la piscina ed io comincio a ridere di gusto. Ha una faccia troppo buffa; un misto di rabbia e nervosismo.
-Stronza- lo sento mugugnare e appena lo vedo avvicinarsi al bordo cerco di allontanarmi ma non faccio in tempo. Lui mi afferra per una gamba, ed io cado dentro la piscina. In un secondo mi ritrovo sommersa sotto litri d'acqua e cerco di risalire a galla. 
-Sei uno scemo!- gli urlo appena risalita a galla
-Guarda che quella che ha cominciato qui sei tu!- mi dice ridendo
-Ah pure?- vado sott'acqua per poi aggrapparmi alla sua caviglia e tirarlo sott'acqua. Lui cerca di afferrarmi ma per fortuna, mi sfiora solamente. Continuiamo a giocare come due bambini e sento il cuore leggero. E' come se fossi tornata a quando avevo 8 anni, a quando io e Alex ci facevamo gli scherzi dentro l'acqua come ora. Non voglio che finisca questo momento perchè mi sento d'avvero un'altra persona. 
-Eh mo! Sai anche tuffarti dal trampolino?- mi dice sorridendo mentre io ci salgo sopra
-Pur di farti affogare!- dico urlando e buttandomi nell'acqua con l'intento di affogarlo ma lui, non so con quale forza e in che modo, mi prende a mo di principessa. Rimango spiazzata ed inizio a fissare le sue iridi verde smeraldo. Sarà l'acqua, sarà la luce dei lampioncini intorno a noi, ma i suoi occhi brillano e sono stupendi. Non so se sono diventata rossa ma l'unica cosa che so, è che devo cercare di sgattaiolare via da quella situazione. Non so cosa fare e non riesco neanche a pensare. E' come se il mio cervello fosse andato in stand-by e non volesse più saperne nulla, di riaccendersi.
-Allora ti arrendi?- mi dice facendo spuntare sul suo volto, un sorriso divertito
-Mai!- urlo. Sono troppo orgogliosa per pronunciare quelle parole
-Ah allora per me possiamo rimanere così per sempre- mi dice lasciando stampato sul volto quel sorriso divertito.
-Io non ho nessun problema!-
-Ah si?! Quel rossore sulle guance  dice il contrario invece- cavolo... Se n'è accorto. Mi conosce troppo bene e questo non viene a mio favore. Non so cosa fare o cosa dire ma devo farmi venire un'idea, molto velocemente.
-Quale rossore scusa?- cerco di nascondere che le guance mi stanno andando a fuoco senza che io lo ordini ma ormai, la frittata e fatta
-Non serve che neghi! Da piccola arrossivi allo stesso modo- mi dice continuando a guardarmi negli occhi. Cerco di trovare parole, frasi che possano farmi uscire da questa imbarazzante situazione
-Pensala un po' come ti pare- svio e cerco di liberarmi dalla sua presa ma lui, la stringe ancora più forte -Alex vorresti lasciarmi per favore?- dico alquanto irritata.
-No- dice deciso -Fin quando non sento quelle due parole- 
-Sento freddo e non vorrei prendermi un malanno quindi, lasciami andare-
-Ma dai! Ci saranno ventiquattro gradi! Non cercare di cambiare discorso-
-Va bene- cavolo sto pronunciando davvero quelle parole -Mi arrendo; contento?!- sbuffo.
-Non sai quanto- sorride e mi poggia seduta, sul bordo della piscina. Cerco un asciugamano e me lo avvolgo intorno al corpo e ai vestiti, inzuppati. Mi siedo su una delle tante sdraio sul prato e comincio a fissare la luna e le stelle. Il cielo è di un blu stupendo e la luna risplende al centro e regala un po' di luce. Chiudo gli occhi cercando di prendere sonno e quando li riapro, mi ritrovo dentro il letto con Alex di fianco. Continuo a far finta di dormire e noto che mi lascia un leggero bacio sulla fronte.
-Sai non credevo mi saresti mai stata simpatica- dice quasi in un sussurro, mentre io continuo a tenere gli occhi chiusi -Ma le cose possono sempre cambiare no?-



SPAZIO AUTRICE:

Ciao a tutte e vi ringrazio moltissimo per aver letto sia il primo, che questo capitolo. Ringrazio di nuovo la ragazza che ha commentato la storia, ma ringrazio anche le lettrici "silenziose". Spero che questo capitolo vi piaccia. Un bacione e al prossimo capitolo!
  
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