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Autore: RoseDust    18/02/2014    2 recensioni
Sono sdraiata nel mio letto, tra le candide lenzuola acquistate dopo aver tanto insistito con Draco.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Questa ff partecipa al contest "Due pairing per Draco" di syssy5, nella sezione Ginny. Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Joanne Rowling; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 
Una festa speciale

Sono sdraiata nel mio letto, tra le candide lenzuola acquistate dopo aver tanto insistito con Draco.
Un dolce profumo proveniente dalla cucina mi riempie le narici; qualche secondo dopo, mio marito viene verso di me con un vassoio tra le mani.
Draco appoggia la colazione accanto a me e mi aiuta a mettermi seduta, con la schiena appoggiata a numerosi cuscini e i capelli ramati striati di bianco sparsi intorno al mio corpo.
Gli sorrido e afferro la brioche che mi porge: cioccolato.
Mio marito conosce i miei gusti, come mi conferma la tazza di caffelatte che dal vassoio sparge un delizioso profumo per tutta la stanza.
« I bambini saranno qui tra poco, Ginny. Ora mangia tranquilla, poi penseremo a farti bella. »
Gli angoli della mia bocca si incurvano verso l'alto, ma il sorriso non arriva fino agli occhi.
Draco si ostina a chiamare "bambini" i nostri figli, sebbene entrambi vivano già per conto proprio.
Mi ero dimenticata di che giorno fosse oggi, ma sono felice che mio marito me l'abbia ricordato così presto: almeno avrò il tempo di prepararmi per il grande evento.
Qualche ora dopo indosso il mio vestito migliore e sono circondata dai miei figli e da quelli che immagino saranno i miei futuri genero e nuora.
I loro volti sono allegri, nonostante gli occhi lucidi; mi raccontano come hanno passato l'ultima settimana e ricordiamo tutti insieme i giorni felici della loro infanzia.
Esprimo il desiderio di avere presto dei nipotini, ma non sono sicura che verrò esaudita.
Scherziamo un po' e ridiamo di qualche battuta; dopo un'oretta circa Draco fa capire a tutti che è ora che tornino a casa propria.
Mio marito si sdraia accanto a me, nella penombra dovuta alle spesse tende dal colore purpureo della camera da letto; dopodiché, tutto si fa buio.
 
Il cimitero è piccolo e affollato; i miei figli sapevano di avermi vista per l'ultima volta, quando sono andati via dalla casa in cui erano cresciuti trattenendo a stento le lacrime, quel pomeriggio di tre giorni fa. Sapevano tutti che quella era la mia piccola, personale, festa di addio, ma questo non impedisce loro di provare dolore durante il mio funerale.
Li vedo piangere, abbracciati a mio marito, la mia roccia, l'uomo che si è fatto forza solo per me per tanto tempo.
Il mio tumore non era curabile, nemmeno la magia può fare miracoli.
Sapevamo tutti che sarebbe successo, ma io ho voluto farlo a modo mio, decidendo di sospendere le medicine quando ancora ero in grado di ragionare e salutare amici e parenti. Gli ultimi a venire a trovarmi sono stati i miei figli, perché era quello il ricordo che volevo portare con me, in qualsiasi luogo stessi per andare. 
Ed è questo ciò che ricorderò.

Note dell’autore: l’ultima frase inizia con una congiunzione per una scelta stilistica 
  
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