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Autore: didichan    19/02/2014    2 recensioni
Yara, una giovane ragazza dai capelli rosso fuoco, ha un conto in sospeso con Trafalgar Law e ha intenzione di vendicarsi per quello che quest'ultimo ha fatto a suo fratello, uno dei cento pirati a cui Law ha rubato il cuore per entrare nella flotta dei sette.
Dal testo: Mio fratello mi raggiunse poco dopo con una tazza di te . Stava per uscire quando gli feci una domanda che mi premeva dentro da quando avevo capito quello che gli era successo: "Chi è stato?" "Quel bastardo di Trafalgar Law".
Questa storia contiene scene che potrebbero urtare la sensibilità di alcuni. Buona lettura :).
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Pirati Heart, Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Avevo preso quanto più cibo potevo e copiato la mappa che usavano Ian e Ed quando andavano nelle altre isole. Quando finalmente tutte le luci del villaggio si spensero, mi avviai verso il piccolo molo dove era ormeggiata la barca a remi con cui era arrivato mio fratello.
Presi il lenzuolo e arrangiai una vela. Controllai un’ultima volta di avere tutto quello che pensavo mi sarebbe servito, misi la barca in mare e partii.
In quel momento non lo sapevo e lo avrei scoperto solo molto più tardi, ma la mia partenza non era passata inosservata. Nascoste nel buio tra le fronde del bosco dietro la spiaggetta c’erano due figure che mi osservavano.
Il primo era seduto su un masso e l’altro era appoggiato al tronco di un albero.
“Non credevo sarebbe partita veramente. Mi stupisce sempre di più, è cambiata parecchio in questi anni.” Disse quello seduto sul masso.
“Sei sicuro di volerla lasciare andare?” chiese per l’ennesima volta l’altro, scoccando un’occhiata alla ragazza che stava montando una rudimentale vela sulla barca.
“Sì, è giusto che conosca il mondo da cui viene,” rispose l’altro.
“Ma, Joshua, e se si cacciasse in un qualche guaio? Quella pazza vuole dare la caccia a Trafalgar Law!”
“Ed, non ti preoccupare. Quell’uomo è troppo sfuggevole, nemmeno il mio capitano era riuscito a catturarlo. È pur sempre una supernova; non si farà certo trovare da una ragazzina. E quando Yara avrà capito da sola che non c’è nulla da fare e che non potrò mai far tornare il mio cuore al suo posto, tornerà .”
“Stai dimenticando quanto è cocciuta. Potrebbe impiegare mesi, se non anni ad accettarlo, sempre che riesca a farlo. Non è come te che riesci ad accettare e ti adegui ad ogni situazione. Non riesco a capire come diavolo fai a vivere senza il tuo cuore e non impazzire.”
“Non è vero che mi adatto a tutto. Questa isola è sempre stata la mia prigione e sempre lo sarà.” Pensò cupamente Joshua, ma si limitò a dire: “ Ed, proprio per questo deve andare. Deve capire da sola che non c’è nulla da fare. Non voglio forzarla ad accettarlo, e perciò le lascerò il suo tempo e il suo spazio.”
“Sì, ma non mi sembra un motivo per spedirla verso l’ignoto e il pericolo!” disse Ed a voce sempre più alta. Joshua gli tirò un pugno sul braccio per zittirlo. Si girarono verso Yara che però non si era accorta di nulla.
“Ha deciso lei di partire e comunque non credo avrà problemi; sa cavarsela da sola e non è più una bambina.” Sussurrò
“Ma veramente non potevi semplicemente parlarle?”
“Non sarebbe servito a nulla, quante volte devo dirtelo?. L’hai detto anche tu: è testarda. Esattamente come quando da piccola si ostinava a guardare di persona sotto il letto per controllare se non c’erano mostri, e non si tranquillizzava se glielo dicevo io, anche adesso solo a parole non si tranquillizzerebbe.”
Stettero zitti per un po’ poi Ed disse: ”Immagino che non mi lasceresti correre per fermarla vero?”
“No.” E rimasero così a fissare la piccola barca che spariva nel buio.
 
Più mi allontanavo, più sentivo un dolore al petto che mi impediva di respirare. Volevo girarmi a guardare un’ultima volta la mia isola, piangere disperata, voltare la barca e tornare da mio fratello, ma non feci nulla di tutto ciò; continuai a guardare davanti a me il mare aperto.
Dopo un po’ sentii una goccia salata in bocca, portai la mano alla guancia e asciugai le lacrime che avevo versato senza rendermene conto.
Mi strinsi le gambe al petto e appoggiai la testa sulle ginocchia. Per la prima volta nella mia vita mi sentii veramente sola, non c’era nessuno che mi avrebbe potuto salvare, potevo contare solo su me stessa. Era una consapevolezza che mi schiacciava e l’unica cosa che riusciva ad alleviare quella sensazione era la linea in cui il cielo e l’oceano diventavano una cosa sola; ma man mano che la luce aumentava il confine tra i due diventava sempre più visibile. Mi addormentai esausta all’alba.
La nostra isola è collegata a Mansu da un vento che soffia per circa mezza giornata verso quell’isola e per le restanti dodici ore verso la nostra. Perciò non dovevo far altro che lasciar andare la barca e stare solo attenta che i re dei mari non mi scegliessero come loro cena. Ma non ebbi problemi del genere; il mare era una distesa infinita in ogni direzione che mi accecava col riverbero del sole alto nel cielo.

 
Ciao a tutti :D,
allora come prima cosa vi chiedo scusa per questo ritardo ma purtroppo sono arrivati gli esami ed è probabile che anche il prossimo capitolo arrivi in ritardo L.
Ringrazio di cuore tutti quelli che continuano a seguire questa storia
Ciao ciao :D
Dd
  
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