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Autore: lamialadradilibri    20/02/2014    1 recensioni
SEQUEL DI “THE HELP”.
Hermione non c’è più. Ronald non c’è più. Ma Draco sì, Harry sì. Il resto del mondo, sì. È vero, nel cammino si può smarrire qualcosa. Persone, lettere, sentimenti. È così facile. Ma è così facile accettarlo? No, non lo è. Né per Harry, né per Draco. Ecco a voi STAY STRONG. Una ricerca. Delle lotte. Sangue, lacrime, corse, urla ... Chi trova per primo ciò che ha perso vince.
— Cosa si vince? Un premio?
No. Dipende da chi sei. Si può vincere la fama, l’onore. Il poter dire — Sì, IO li ho salvati!
Oppure, puoi vincere l’amore.
A chi vince, l’onore della scelta.
STAY STRONG.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Draco Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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CAPITOLO DUE
I'm back! Vi ringrazio per le recensioni, ragazzuole <3 e ricordo ancora un'altra volta: questo è il sequel di The Help, per comprenderlo si deve leggere la prima storia. (i link al capitolo precedente)
Buona lettura!


 
« Signor Malfoy! ».
Draco si voltò all’indietro, seccato. La seduta con Mrs. White era stata così lunga, snervante e futile, che ora il ragazzo non desiderava che buttarsi nell’alcol. Dimenticare, bloccare per un po’ la sua vita sciocca e patetica.
Ma non avrebbe certo potuto ignorare la preside in persona, che ora lo stava chiamando sempre più minacciosa. Draco credeva che la McGranitt fosse la donna più forte che avesse mai visto. Ed anche la più elegante. Con grazia riusciva a toglierti l’orgoglio, ad umiliarti. Oppure ad ucciderti. E lui per questo la stimava – e temeva un po’.
Quando incrociò il suo sguardo severo, si sentì più al sicuro, nonostante sapesse che avrebbe dovuto sorbirsi una ramanzina più che meritata. Era stato uno sciocco. Così convinto che Mrs. White fosse la causa di tutto, non s’era posto la domanda: ma lo è davvero? Avrebbe dovuto.
« Professoressa. »
« Ha idea di ciò che ha causato!? » abbaiò quella senz’alcuna grazia, con i capelli sciolti che le sbattevano su e giù per le spalle, e gli occhi sbarrati. Un’altra McGranitt, insomma.
Draco chinò il capo un poco. Conscio dell’errore. Troppo altezzoso per ammetterlo subito. Alla fine, sospirò e cedette.
« Sì, lo so... Sono stato uno sciocco. Ma quella donna ha, indirettamente, causato la scomparsa di Hermione. »
« Non sapevo che tra voi ci fosse dell’affetto. Mi dispiace. Così è ancor più difficile, non è vero? »
« Oh, sì... Lo è, eccome... Non può immaginare. » il biondo si passò una mano sugli occhi, ripensando ad Harry che se n’era subito andato, dopo l’incontro. Perché? Quel quattr’occhi tramava qualcosa. « Non ci ho capito più niente. È insolito da parte mia. »
La professoressa gli posò una mano pallida e magra sulla spalla. Aveva un’aria quasi materna. « Oh, Draco... Mi dispiace! Ma Mrs. White non poteva sapere. È un’anziana donna piena di conoscenze. Sì, anche troppe, lo so... » continuò come un treno, senz’aspettare che Draco dimostrasse il suo parere. « Ma pensava d’agire nel bene! ».
« L’ho capito. Ma Hermione non c’è più, e sarebbe stato così bello avere qualcuno da incolpare... ».
La McGranitt sorrise, sorniona. « Sì, lo è. Lo è davvero. »
« Come... »
La preside continuò. Quel giorno aveva una gran parlantina, ed era anche più socievole del solito. Si lasciò condurre dalle emozioni. Dall’idea d’un amore spezzato ancora così giovane. E si lasciò coinvolgere. « Ma vedrai, troveremo Rossana. O ciò che ne è rimasto. Lo prometto. »
Draco si chinò un po’ su di lei. Qualcuno, dall’esterno, avrebbe potuto pensare qualcosa di sbagliato su quelle due persone così vicine e così coinvolte. Ma Draco se ne fregò: doveva e voleva saperne di più. Voleva Hermione e voleva vendetta. E gli sembrava di ritrovare un po’ della sua ragazza perduta nella scaltrezza della preside. Più le si faceva vicino, più si sentiva al sicuro. Ed il suo cuore! Oh, batteva così forte.
Deglutì a vuoto. Aveva la gola ch’era un deserto. « Lo promette? » domandò, esitante. Per un secondo si ritrovò ad essere un bambino.
« Sì » la donna annuì. Dapprima piano, poi sempre più energicamente. « Non può essere sparita nel nulla. »
Niente di più sbagliato.
 
Harry si congedò in fretta.
Mrs. White era innocente. Del tutto.
Le sue parole così sincere gli avevano fatto capire che aveva agito d’istinto, sperando d’essere di aiuto.
Era schifosamente libera da ogni peso.
Non era colpa sua. Ergo: non c’era (ancora) nessuno da punire.
Harry si ficcò le mani in tasca, sospirando seccato. S’era incazzato con Draco, sostenendo con fermezza che Mrs. White era innocente. In realtà, anche mentre urlava contro il biondo, sperava l’opposto. Aveva sperato d’ottenere, finalmente, un colpevole.
Ma niente. Oh, non sarebbe stato così facile – nemmeno questa volta.
Doveva dirlo a lei. Doveva andarci subito, anche se non era per niente stanco.
Scivolò come una serpe viscida per i corridoi. Salutò qualche ragazzo, qualche amico o compagno di squadra. Commentò ridicole battute, senza però fermare mai la sua corsa.
Doveva parlarle. Il resto non contava.
Quando finalmente entrò nel dormitorio dei Grifondoro semideserto, dove c’era soltanto un ragazzino del primo anno intento a piangere, tirò un sospiro di sollievo.
S’avvicinò al ragazzo, più perché dovesse che per voglia. Gli posò una mano sulla spalla più vicina, mentre tra sé e sé immaginava già l’incontro con lei.
« Ciao... Che succede? » domandò, disinteressato.
Quello scansò la sua mano. Rivelò il suo volto arrossato: due occhi verdi spiccavano come non mai sulla pelle non più chiara, e una zazzera di capelli neri incorniciavano l’ovale della faccia. Quando parlò, la sua voce pareva una pietra preziosa, per quant’era bella: « Non sono un bravo mago! Non combino niente... Oh, devo andar via di qua... Ma non voglio! »
E ricominciò a singhiozzare. Il suo petto andava su e giù velocemente, ed Harry si trattenne dal sospirare.
Ne aveva sentiti molti di discorsi così. ‘Non ce la faccio’. E poi tutti ce la facevano.
« Non abbatterti » gli sussurrò, arretrando.
L’incontro. L’incontro, dannazione.
La stava facendo aspettare.
Il ragazzino annuì, per nulla convinto.
« Dove vai? ».
« Hmmm, in un posto. E tu, perché non sei a lezione? ». Harry andava a lezione una volta sì e venti no, ma evitò quel dettaglio come la peste. Non era un bravo studente. Non più.
« Penso che ci andrò ora. Vieni con me? » continuò quello, imperterrito. Si asciugò le lacrime e si alzò in piedi – era alto la metà di Harry.
« Non posso ».
« Ah. D’accordo ».
Il ragazzo più grande scrollò le spalle. « Ora va’! ».
Ed il ragazzino se ne andò.
Lei.
Ora sarebbe andato da lei.
 
Mercoledì, ore 22. Stanza delle necessità.
M.
 
M? Draco si rigirò il biglietto che gli era volato addosso tra le mani, pensieroso. Stava assistendo già alla seconda ora di lezione d’un professore, ma non aveva ascoltato nemmeno un’unica parola. In più, ora aveva un altro impiccio da sistemare: M. Potter non poteva certo essere – anche se avrebbe dovuto! –, ma allora chi? Pansy? Cazzo, no! Draco sperò vivamente di no, e s’infilò il bigliettino in tasca.
« Signor Malfoy, allora? »
« Hmmm? »
« Le ho fatto ... una domanda ... »
Draco incendiò con il suo tipico sguardo il professore, la cui voce s’affievolì sempre più fino a scomparire. Alla fine, lasciò perdere e passò la domanda a qualcun altro.
Dove accidenti era Potter?
Draco se lo stava chiedendo già da un po’.
Se n’era scappato così velocemente, con un’aria molto concentrata. Su cosa? Il serpe verde l’avrebbe scoperto. Era un po’ sconcertato, a dirla tutta: avrebbe dovuto controllare anche Potter, il suo – in teoria – unico alleato?
Di questo passo, non avrebbe mai combinato niente.
Sebbene la lezione fosse ancora a metà, il biondo s’alzò – dal retro dell’aula sentì distintamente commenti d’apprezzamento d’alcune patetiche ragazze – ed uscì dalla classe.
« Malfoy! Malfoy! Non te la caverai così... »
Il ragazzo si voltò – sempre con il suo sguardo assassino. « Ah, no? Io dico di sì. Posso.
E lo sto facendo. » concluse, aumentando il passo ed andandosene via.
Un’altra volta, il professore non poté che annuire tra sé e sé, cedendo. Quel ragazzo era molto sicuro di sé.
 
« E quindi, siete d’accapo? »
« Oh, sì... Mrs. White è più che innocente. Mi dà quasi fastidio! »
Lei scrollò le spalle. I suoi capelli le caddero giù dall’acconciatura poco elaborata, dandole un’aria selvaggia. « Non dire così ... Infondo lo speravo, sai? Che almeno una persona, una, avesse agito a fin di bene. E così è stato ».
« L’ha fatto, sì... O così ci dice ».
« Non essere così sciocco, Harry! »
Per un po’ calò il silenzio. Harry guardò la bellezza di quella ragazza, sentendo il suo cuore sciogliersi. Le voleva così bene, era la sua migliore amica ormai.
« E lui... » riprese, tossicchiando. Aveva evitato l’argomento per un mese o più... Ma ora era il caso d’affrontarlo. Si sbatte contro a tutto, alla fine. « Come... Ehm, come sta? »
« Come vuoi che stia? » commentò la ragazza, senza però accennare con il tono della voce ad una domanda sarcastica. Sospirò, e fu un sospiro carico di tristezza. « Sopravvive. È l’unica cosa che possa fare, ora come ora ».
« Non posso vederlo? »
Gli occhi della ragazza s’addolcirono, e pure la voce. « Oh, Harry. Non vorresti, credimi! È uno spettacolo orribile ».
« E’ messo così male? » riuscì a domandare il Grifondoro, sentendo il cuore cadergli dal petto.
« Harry, te l’ho detto. Sopravvive. Sopravviviamo. Mi chiedo quando finirà. Se finirà, ovviamente ».
« Finirà! » abbaiò Harry, afferrandola per le spalle e stringendola  a sé. il calore dell’abbraccio lo calmò un po’, ma non abbastanza. Mai abbastanza. « Io te  lo giuro su... ».
 
« Dio! ».
« Ti spavento così tanto, Potter? A me preoccupi tu che, all’ora di cena, te ne stai a letto! ».
Draco osservò il moro disteso nel letto, tutto contorto e coperto di sudore. Storse il naso ed andò ad aprire la finestra, commentando ancora, bastardo:
« T’agitavi come una donnetta! ».
« Oh, no... no! Perché l’hai fatto!? » ruggì Harry, tirandosi subito su. Draco partecipò al patetico spettacolo d’un adolescente puzzolente che cercava – invano – d’aggiustarsi la canotta tutta appiccicata alla schiena. Disgustoso. Si voltò a prendere una boccata d’aria fresca.
« Fatto cosa? Svegliarti? E piuttosto, tu dov’eri? È da un mese che perdiamo tempo, Potter! Dobbiamo parlare, organizzarci. O questa ricerca non finirà mai più » commentò, con voce tagliente, il biondo.
L’altro smise d’agitarsi convulsamente.
Prese un enorme respiro e, almeno così sembrò a Malfoy, si calmò d’un poco.
« Questo è vero. »
« Ma? »
« Ma, non credo funzionerà. Noi ci odiamo! ».
Malfoy assottigliò lo sguardo. Potter non gliela raccontava giusta. Aveva l’espressione di chi aveva appena combinato qualcosa, ma proprio non riusciva a capire cosa – insomma, cos’avrebbe potuto fare da solo, in camera sua? ...
« Io » cominciò, deciso ad umiliarlo « metterei da parte l’astio per un bene comune. Se non ti riesce, Potter, allenati. Perché da oggi saremo una squadra. »
Detto ciò uscì dalla stanza maleodorante. « Ci vediamo a cena. Lavati ».


ANGOLO AUTRICE:)
Sono ancora qui, popolo! Allora, come vi sembra il 2° capitolo? Mi sono impegnata molto per non farlo nè lunghissimo, nè troppo sintetico. Com'è andata? Test passato?;)
Allora, che c'è da dire del 2° capitolo della 2° storia? Io terrei a mente: 1. chi è questa ragazza con cui Harry s'incontra? 2. cosa può fare Harry da solo, in camera sua?... 3. Chi è M? (non c'arriverete mai, ma se credete d'averlo capito, ditemelo !muahaha). 4. Draco è un maledetto ahah!
Dunque Mrs. White e' innocente c.c (anche se stronza). Ahimé! 
Ad ogni modo, questo e' quanto.
Come state? Avete visto la mia pagina FACEBOOK ( MEME1 )?? Se no, mettete 'mi piace' <3
Penso d'aver detto tutto.
Lasciate una recensioncina ? (minimo 11 parole eh :') ).
ci vediamo appena posso,
meme1 <3

 
  
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