IL
TATUAGGIO SUL MIO
CUORE RECITAVA “ TI AMO “
-Capitolo
7–
Risposte
alle recensioni domani nel
pomeriggio (:
BUONA
LETTURA!
POV
EMILIANO
“
Allora Lupi ti sei proprio innamorato “ esclamò
Luca
mentre mi dava una scherzosa pacca sulla spalla, io annui semplicemente
con
l’espressione del volto più convinta che
mai… Avevo appena finito di raccontare
a Luca come avevo conosciuto Anna e quanto , soprattutto, avevamo dovuto combattere
per essere
finalmente felici.
“
Ti sei ammanettato da solo “ esclamò
all’improvviso con
voce fin troppo alta, alcuni dei clienti del piccolo bar nel quale ci
trovavamo
si voltarono in nostra direzione, mentre in modo teatrale incrociava
tra di
loro i polsi come a volere imitare un carcerato.
“
Mi spiace dirtelo, ma prima o poi ti ammanetterai anche tu
“ risposi sorridendo davanti alla piccola scenetta che Luca
aveva appena messo
in atto “ nah, la ragazza fissa non fa per
me…troppe responsabilità, e poi non
credo di essere portato per la vita di coppia “ mi sembrava
di sentire parlare
me stesso fino a qualche mese fa, fino a quando non avevo conosciuto
Anna.
“Anch’io
dicevo così, e poi…” lasciai la frase
in sospeso,
come per intendere che la parte seguente era talmente drammatica da non
poterne
nemmeno parlare ad alta voce.
La
faccia di Luca si andò a contrarre in una smorfia di
terrore “ tu me la stai tirando “
esclamò quasi urlando puntandomi un dito
contro come a volermi indicare colpevole di qualcosa, la gente vicino a
noi si
rivoltò in nostra direzione sbuffando sonoramente, mentre io
non potei fare
altro che sorridere un’altra volta…
Luca
era sempre stato così: ci conoscevamo praticamente da
quando eravamo nati, esattamente come me anche lui veniva da Gualdo
Teverino e
praticamente eravamo cresciuti insieme...
Era
sempre stato il mio compagno di avventura, se così si
poteva definire.
Con
lui avevo giocato le prime partite di calcio, avevo
detto le prime piccole bugie, avevo partecipato alle prime feste, avevo
passato
le prime serate fuori casa senza genitori, avevo fatto i primi tiri di
sigaretta e mi ero confidato sulle prime ragazze.
Lui
era originario di Milano, ma i suoi genitori, quando lui
aveva appena due anni, si erano trasferiti a Gualdo Teverino per motivi
di
lavoro...
Suo
padre aveva il sogno di aprire una propria
concessionaria d’auto e riuscire così a non far
mancare mai niente alla sua
famiglia e in particolar modo a suo figlio.
Per
quanto amici potessimo essere c’era anche da dire quanto
in verità fossimo agli antipodi: Lui biondo, io castano, lui
con gli occhi
color verde smeraldo, io color nocciola, lui con pantaloni e camicie
perfettamente stirati, io con canotte e jeans, lui con una famiglia
unita alle
spalle, io sempre solo contro tutto e tutti, lui scherzoso e
impertinente, io
serio e impassibile.
Quando
mi ero trasferito a Roma, all’epoca avevo solo
diciassette anni, avevo perso quasi del tutto i rapporti con Luca, ma
una
mattina, di ormai due anni fa, me lo ero ritrovato appoggiato allo
stipite
della porta del negozio mentre mi salutava con un semplice “
allora Lupi oggi
la birra me la paghi te “…
-
Molto nel suo stile
come entrata - avevo
pensato tra me
e me prima di andargli incontro.
Negli
anni precedenti avevo fatto di tutto per tenerlo il
più lontano possibile dalle cattive compagnie, era di
qualche anno più piccolo
di me e in qualche modo mi sentivo quasi in dovere di proteggerlo, ed
ero stato
felice di vedere che, a distanza di qualche anno, i miei sforzi avevano
portato
ai risultati sperati…
Pur
essendo stato fin da bambino un tipo agitato, anche se
di fondamento era un bravissimo ragazzo, non si era mai messo in nessun
guaio,
mentre io, di natura più calma rispetto a lui, mi ero
ritrovato fin da piccolo
in situazioni che lui non aveva mai visto neanche lontano.
La
sera del mio compleanno, ormai era già passata una
settimana, vedendo Anna vicina a Luca mi ero addirittura ritrovato a
pensare a
quanto lui sarebbe stato più giusto per lei rispetto a me.
Forse
sarebbe stato tutto più facile per Anna: lui aveva
all’incirca la sua età, un viso pulito e da bravo
ragazzo, una famiglia
numerosa e accogliente e un passato praticamente perfetto alle spalle.
“
Alla fine come è andata ieri sera? “ mi chiese
all’improvviso Luca “ bene, sicuramente meglio di
quanto pensassi “ risposi
sincero mentre, al
solo ricordo della
serata passata in casa Martini, sul mio volto appariva un sorriso
appena
percettibile.
“
Il padre ha dato la sua benedizione? “ chiese di nuovo
Luca questa volta con tono quasi canzonatorio, anche se dovevo
ammettere che
sentire parlare di benedizione era cosa alquanto bizzarra nel
ventunesimo
secolo.
“ L’ha
presa
abbastanza bene, anche se all’inizio mi ha fatto un
interrogatorio abbastanza
lungo…alla fine è normale, è un padre
geloso, anch’io se un giorno avrò una
figlia credo…” non riuscii a finire la frase che
Luca mi interruppe prima.
“ Stop,
stop…Cosa hai
detto? Figlia? Ma sei completamente fuori di testa? Ma da quando pensi
già ai
bambini? Che schifo Lupi, poi sono tutti ruttini e pannoloni
sporchi…Ricordati
che ha solo sedici anni, ok? Non voglio mica venirti a tirare fuori di
prigione…Sono troppo figo per diventare zio “ alla
fine del suo strano monologo
non potei fare a meno di scoppiare in una fragorosa risata.
“
Non sto per diventare padre rilassati “ risposi mentre
cercavo di calmarmi dalle risate e riprendere un po’ di
respiro “ era così
tanto per dire, non ho intenzione di avere figli per ora, e poi Anna, come hai detto tu, ha solo
sedici anni “ .
Non
avevo mai pensato seriamente a dei figli, anche se, da
quando stavo con Anna l’idea mi aveva più volte
sfiorato la mente: mi sarebbe
sembrato in qualche modo giusto, la mia vita in fin dei conti la
riuscivo ad
immaginare solo con lei al mio fianco e l’immaginarmi una
bambina dai lunghi capelli
color castano chiaro e dai grandi occhi verdi non mi dispiaceva
più di tanto…
Mi
rendevo conto anche da solo che era davvero troppo
presto, io ed Anna stavamo insieme da solo due mesi, e lei era
veramente troppo
giovane, ma tra qualche anno molto probabilmente avrei cominciato a
pensarci
seriamente.
Quegli
ultimi miei pensieri decisi di lasciarli per me, non
volevo allarmare Luca più di quanto già non fosse.
“
E perché tu saresti l’ipotetico zio della mia
ipotetica
figlia? “ gli chiesi sorridendo e ricordando le parole che
aveva usato “ perché
oltre a una figura paterna nella sua vita avrà bisogno anche
di una figura
maschile bella, simpatica, intelligente…” lo
interruppi “ e modesta? “ conclusi
io al suo posto con un chiara nota d’ironia nella voce
“ e modesta “ concluse
Luca annuendo energicamente.
-
Tra
lui
e una bambina di
cinque mesi è più
probabile che sia lei ad essere la figura matura – pensai
tra me e me senza però esternare i miei pensieri.
Improvvisamente
il volto di Luca, però, cambio espressione,
come se all’improvviso si fosse ricordato di qualcosa
veramente
importante…Questa volta non stava fingendo, lo vedevo dal
suo sguardo che c’era
qualcosa che non andava davvero.
“
Emi probabilmente questi non sono affari miei, lo
so…”
finalmente si era deciso a parlare “ dimmi tutto “
dissi tranquillo non
conoscendo ancora la natura del discorso che avremmo intrapreso da
lì a poco “
ti senti ancora con David? “ dritto al punto e senza troppi
giri di parole.
Quanto
tempo era che mi sforzavo per non pensarci? Un solo
nome, era un solo e semplice stramaledettisimo nome, eppure ogni
singola volta
che lo sentivo era una fitta dritta al cuore…
Rappresentava
la parte più buia del mio passato, quella di
cui mi vergognavo perfino davanti a Anna stessa e quella da cui cercavo
di
scappare il più lontano possibile.
Non
potevo permettergli in alcun modo di riavvicinarsi a me
e alla mia nuova vita, ormai era lontano, non mi avrebbe fatto nulla,
non
avrebbe fatto nulla ad An…Non continuai quel pensiero
neanche nella mia mente,
non ci sarei riuscito nemmeno volendo il contrario.
“
Ho chiuso del tutto “ dissi con tono apatico sperando con
tutto me stesso che quel discorso finisse al più presto
“ da quanto? “
evidentemente le mie preghiere non erano state ascolte “ due
mesi ormai “dissi
sempre con lo stesso tono che avevo usato anche precedentemente
“ da quando hai
conosciuto Anna cioè? “ ricaricò ancora
la dose Luca “ esattamente “dissi
mentre annuivo appena sensibilmente con la testa.
“
Ne hai già parlato con Anna? “ ed ecco arrivare
anche la
domanda che più temevo in quel momento,
l’espressione sul mio volto cambiò
visibilmente e ciò sicuramente non passò
inosservato a Luca “ dalla tua faccia
credo che la risposta sia no “ la sua voce questa volta
conteneva un chiaro
rimprovero, mi sentii quasi in dovere di giustificare quella mia
scelta, benché
sapessi io per primo quanto fosse sbagliata.
“ Cosa le potrei
dire? Non ho altra scelta Luca, scapperebbe il più lontana
possibile da me…Anna
conosce ogni mio difetto, ogni mia cazzata, ma credo che questo sarebbe
troppo
anche per lei. Mi ama, me lo dimostra sempre, a partire dal
più semplice gesto,
ma credo che se gli parlassi anche di David e di quel periodo della mia
vita la
perderei per sempre “ conclusi, sperai che Luca capisse e che
non ponesse più
alcuna domanda.
“
Ed è proprio perché ti ama che gli devi dire
tutto, non
sono esperto in materia di relazioni, ma so per certo che ogni rapporto
si deve
basare sulla sincerità “ sapevo che Luca aveva
ragione, ma non riuscivo neanche
ad immaginare le parole che avrei potuto usare per dirle finalmente
tutto “ ho
paura Luca, ho paura di perderla “ gli dissi sincero
“ non accadrà “ mi rispose
semplicemente lui guardandomi fisso negli occhi.
“
Ha sedici anni Luca…certe volte non mi capacito nemmeno di
come lei possa amarmi davvero, dovrebbe avere una storia più
facile, un ragazzo
più semplice e invece si ritrova me. Lei si meriterebbe
tutto e a me sembra di
non darle niente…è già tanto che non
mi ha lasciato dopo la mia festa di
compleanno “ sperai che questa volta avesse capito il mio
punto di vista “ tu
stai delirando “ concluse Luca.
“
Ieri sera l’ho sentita parlare al telefono con una sua
amica “ cominciai a dire “ l’avevano
invitata in un pub, o almeno così mi sembra
di aver capito, e lei ha rifiutato perché non
c’ero anch’io “ Luca mi
interruppe “ beh fin qua mi sembra tutto normale, alcune cose
le preferisce
fare solo se c’è anche il suo ragazzo con lei, mi
sembra anche giusto “
continuai a parlare “ allora la sua amica le ha detto che se
volevo potevo
benissimo andare anch’io, e lo sai cosa ha risposto Anna? Che
io il mattino
dovevo lavorare…Con un ragazzo della sua età non
ci sarebbe mai stato questo
problema. Io ci provo a darle una relazione normale, ma poi succedono
queste
piccole cose e mi accorgo che siamo sempre al punto di partenza
“ .
Quella
volta Luca sembrò capire “ ho capito quello che
stai
dicendo, ma secondo me stai sbagliando comunque e ti incolpi
inutilmente “ “ in
che senso? “ chiesi curioso non avendo capito a pieno il
senso della sue
precedenti parole “ hai mai pensato che magari è
proprio questo che Anna vuole?
Non la conosco bene, l’ho vista una sola volta, ma mi
è sembrata una ragazza
davvero matura per la sua età…Forse a lei di
andare a ballare il sabato sera
non gliene frega niente, o no? Magari inconsciamente già da
prima di conoscerti
stava cercando di qualcuno simile a te, qualcuno con cui poter parlare
di tutto
e che non fosse un bambino….Secondo me la differenza
d’età crea più problemi a
te che a lei, anche se poi in fin dei conti sei anni non sono nemmeno
così
tanti “ concluse
fiero Luca con la
faccia più intelligente che gli avessi mai visto addosso.
Il
ragionamento di Luca, benché non facesse una piega, non
mi aveva ancora tranquillizzato a pieno, ma almeno mi faceva sperare
che in
effetti ad Anna la situazione non pesasse poi così tanto.
“
Sai che sei molto più intelligente di quello che sembri?
“
chiesi sorridendo cercando anche di riportare un clima più
spensierato “ sai
che invece tu sembri molto più stupido di quello che sembri?
“ ed ecco che
ritornava il vecchio Luca “ credo che ho parlato troppo
presto “ lui si limitò
a riprendere in mano la sua birra e a finire di bere le ultime due dita
di liquido
che erano rimaste sul fondo del bicchiere.
“
Prima che me ne dimentichi ti devo parlare di un'altra
cosa “ iniziò Luca quando appoggiò di
nuovo sul bancone il bicchiere ormai
vuoto “ dimmi tutto “ dissi curioso di sapere cosa
mi dovesse dire a quel punto
“ sai che mio padre ti vuole bene quasi come se fossi un suo
secondo figlio “
annuii leggermente, in verità credo che mi fosse
più riconoscente…secondo lui ero
stato io a portare suo figlio sulla retta via, o almeno queste erano
sempre
state le sue parole.
“
L’altro giorno parlando di te è saltato fuori che
hai
dovuto vendere l’auto qualche mese fa per il negozio e dal
momento che ha una
macchina, che ormai non riesce più a vendere, ferma in
concessionaria ha
pensato di regalartela “ al suono di quelle parole rimasi
quasi sbigottito.
“
Non posso accettare Luca “ dissi semplicemente una volta
che mi fui ricomposto “ ma perché no? “
mi chiese ingenuamente lui “ perché è
troppo e mi
sentirei a disagio “ gli
spiegai sinceramente il mio punto di vista “ senti Lupi a mio
padre fa piacere,
e poi lo sai che per
noi i soldi non
sono mai stati un grande problema “.
Quella
era vero: sebbene Luca si comportasse come un ragazzo
qualunque dal punto di vista economico era sempre stato abbastanza
agiato,
probabilmente molto grazie alla concessionaria di suo padre, che
sebbene fosse
piccola era anche l’unica nei dintorni di Gualdo Teverino.
“
Un auto è sempre un auto, veramente non posso accettarla
così come se fosse un regalo “ mi avrebbe fatto
comodo avere un’auto, il mio
adorato motorino quando pioveva non era sicuramente il massimo, ma non
mi
sembrava giusto, mi sarebbe sembrato di approfittare di Luca e di suo
padre.
“
è una semplice Fiat e c’è
l’ha ferma da anni…Non ha nessun
senso tenerla lì ad aspettare che si rovini; Facciamo
così se proprio non la
vuoi accettare come regalo mi dai due mila euro e siamo a posto
così…eh prima
che inizi a rompermi le scatole ti avviso già che non ti
alzo il prezzo di un
solo centesimo “ .
Per
un auto nuova, mai stata guidata, sapevo benissimo che
come prezzo era veramente basso, ma sicuramente era meglio che
accettarla come
un regalo.
Luca
mi stava già porgendo la mano, ma io ero ancora molto
indeciso, mi sembrava ancora troppo poco.
Luca
probabilmente scorse sul mio volto l’indecisione che
provavo in quel momento “ anche per Anna sarebbe molto
più sicura una macchina
rispetto a un motorino “ sul suo volto comparve un sorrisetto
fin troppo furbo
per i miei gusti “ questo è giocare sporco
“ dissi sorridendo, anche se ormai
avevo preso la mia decisione “ diciamo che conosco i tuoi
punti deboli “ e
mentre diceva quelle parole ci stringevamo le mani, consapevoli
entrambi
dell’accordo che stava stringendo.
Anna
il mio punto debole? Avevo sempre pensato a lei come al
mio punto forte…Lei era il mio scricciolo, che seppure tanto
piccola
all’apparenza mi aveva salvato dalla mia stessa vita; La
definizione di Anna
come mio punto debole non era esatta, lei era sicuramente il punto
forte della
mia vita.
In
amore, però, il tuo punto forte può diventare fin
troppo
velocemente, e senza che tu te ne accorga neanche, anche il tuo punto
debole…ben presto l’avrei capito sulla mia stessa
pelle.
Io
e Luca ci stavamo per salutare, ormai erano le due del
pomeriggio ed io dovevo ritornare al negozio mentre
lui…sinceramente non so
bene come passasse le sue giornate…quando mi pose
l’ultima domanda che da uno
come lui mi potessi aspettare.
“
Lupi non è che mi puoi passare il numero della tua
amichetta in rosa? “ il volto era leggermente abbassato e per
la prima volta da
quando lo conoscevo non mi guardava dritto negli occhi “
Alyssa? “ pensavo di
aver capito male “ si “ mi disse solamente alzando
finalmente lo sguardo.
Sul
mio volto comparve un sorrisetto malizioso “ non farti
strane idee…L’altra sera si è rifiutata
di uscire con me e nessuna dice di no a
Luca Maestri “ si sbrigò a giustificarsi
“ se lo dici te “ nella mia voce si
poteva chiaramente sentire una chiara nota di ironia.
“
Allora me lo dai si o no questo numero? “ se era veramente
come pensavo non dovevo cedere e dargli il numero…quella
volta avrebbe dovuto
lavorare un po’ anche lui.
“ Passa in
negozio,
sono sicuro che la mia assistente sarà felice di farti
compagnia mentre lavoro
“ e facendogli l’occhiolino mi voltai diretto verso
il mio negozio.
“
Lupi “ mi rivoltai in sua direzione.
“
Devi dire la verità ad Anna se no rischi di perderla o
“
Il
suo volto era straordinariamente serio.
POV
ANNA
“
Mi dici dove stiamo andando? “ chiesi curiosa mentre
alzavo leggermente la voce per riuscire a farmi sentire nonostante il
casco che
indossavo “ è una sorpresa scricciolo “
mi rispose Emiliano alzando anche lui
leggermente la voce probabilmente per il mio stesso motivo “
ma io sono curiosa
“ dissi con un tono che ricordava terribilmente quello di una
bambina piccola,
di tutta risposta sentii il petto di Emiliano gonfiarsi, conoscendolo
in quel
momento sul suo volto si era andato a dipingere un sorriso.
Quello
stesso pomeriggio quando avevo chiamato Emiliano per
sapere dove saremmo andati, più che altro per sapere come
vestirmi, avevo
detto, anche se di fondamento ero solo curiosa, lui mi aveva
semplicemente
risposto che un semplice jeans e una maglietta sarebbero andati
più che bene.
Alla
fine avevo optato per un semplice vestito color rosa
pallido, per quel vestito color rosa pallido, quello del nostro primo
bacio…
Era
incredibile che mi ricordassi ancora come fossi vestita
quel giorno, di sicuro avevo avuto molto di meglio a cui pensare,
eppure quando
l’avevo visto perfettamente sistemato nel mio armadio non
avevo potuto fare a
meno di sorridere tra me e me.
Anche
Emiliano, quando ero uscita dalla piccola porta di
casa Martini, aveva sorriso: Non aveva detto nulla, ma io sapevo, me lo
sentivo, che anche lui si era ricordato di quel pomeriggio di ormai due
mesi
fa.
Quel
pomeriggio non era cambiata una parte della mia
adolescenza a cui un giorno avrei pensato sorridendo e magari ridendo,
ma quel
pomeriggio avevo scritto un pezzo della mia vita.
Gli
adulti e i miei amici dicevano che era una cotta, un
primo amore, che ci erano passati mille e altre mille volte anche loro,
ma io
sapevo che non era così: Emiliano non era una cotta, un
amore di passaggio, lui
era una parte ormai significativa della mia vita e, anche se, un giorno
ci
saremmo lasciati non sarei mai più stata l’Anna
che ero prima di incontrarlo.
Emiliano
era come un tatuaggio, mi piaceva quella similitudine
se si parlava di lui, che in qualsiasi modo sarebbe rimasto impresso
per sempre
sulla mia pelle e soprattutto sul mio cuore.
Indelebile,
incancellabile, indimenticabile.
Un
giorno, magari ai novant’anni, quando i miei nipoti mi
avessero chiesto – ti ricordi il
tuo
primo vero amore? - io
avrei
semplicemente risposto – si,
Emiliano – poco
importava se era o non era loro nonno, avrei semplicemente detto la
verità.
“
Scricciolo, guarda che siamo arrivati, ora puoi scendere “
la voce di Emiliano mi riportò al mondo reale, eravamo
già fermi in un piccolo
parcheggio…chissà da quanto eravamo
già arrivati?
“
Si, scusa, mi ero distratta “ risposi sperando con tutta
me stessa che non mi chiedesse a cosa stavo pensando, decisi di sviare
prima il
discorso.
“ Dove siamo?
“
chiesi mentre mi guardavo in giro per trovare un qualsiasi tipo di
segnale che
potesse aiutarmi a capire meglio dove ci trovassimo.
In
lontananza un insegna illuminata attirò la mia
attenzione.
“
Pizza? “ chiesi sorridendo ricordandomi che quella a cui
eravamo davanti era una delle pizzerie più rinomate della
zona “ ho pensato che
non avevamo mai preso una pizza insieme che non fosse
d’asporto “ Emiliano si
strinse nelle spalle.
Sorrisi
tra me e me nella mia mente, mi piaceva l’idea di me
ed Emiliano davanti a una pizza in un semplice
ristorarantino…
Le
mie amiche mi raccontavano sempre dei sabato sera con i loro
ragazzi e dei loro appuntamenti.
Era
molto carina come pizzeria: Le pareti erano di un color
rosso scuro e il fuoco scoppiettante del forno a legna rendeva quel
piccolo
ambiente ancora più intimo.
“
Vi fermate qua o volete una pizza da portar via? “ una
voce stridula, e alquanto da oca, ci accolse non appena
entrammo…Era una
ragazza giovane, avrà avuto all’incirca
vent’anni, ma il trucco volgare ed
assolutamente eccessivo le conferivano tranquillamente molti
più anni in più di
quelli che avesse in realtà.
Indossava
una mini, la quale era davvero mini, gonna di
jeans a balze color nero, una canotta fin troppo scollata color rosso
accesso e
ai piedi calzava un paio di scarpe con il tacco sempre color rosso
fuoco…Mi
chiesi come avevano potuto assumere una ragazza del genere, di sicuro
non
faceva fare bella figura al locale.
La
guardai finalmente con attenzione in volto e quello che
vidi non fece altro che aumentare ancora di più la
già bassa considerazione che
avevo di lei: dopo aver fulminato me con uno sguardo, infatti, si era
voltata
verso Emiliano e ora era intenta a fargli un sorriso che, a mio parere,
di
professionale non aveva proprio niente.
“
Nono ci fermiamo “ rispose Emiliano prima che potessi
intervenire io, la ragazza per tutta risposta gli rivolse ancora un
volta fin
troppo smagliante e ci disse, o meglio gli disse, di seguirla.
La
sua gonna vista da dietro, se possibile, era ancora più
corta ed a ogni suo passo sembrava lasciare sempre più pelle
scoperta.
Era
volgare, antipatica, eccessiva…e soprattutto ci stava
provando spudoratamente con Emiliano proprio davanti a me:
L’avevo intuito già
dal modo in cui gli aveva languidamente sorriso non appena eravamo
entrati
dalla porta d’ingresso, e poi ne avevo avuto successivamente
conferma vedendo
che molto spesso si voltava in sua direzione facendo sbattere
più e più volte
le sue lunghissime e folte ciglia che gli incorniciavano gli occhi
color nero
intenso.
Ma
non si vergognava? Non si vergognava di guardare in quel
modo un uomo? Non si vergognava di guardare in quel modo un uomo
nonostante
fosse chiaramente in compagnia della sua ragazza? Cominciai a sentire
un modo
di rabbia partire proprio dal centro dello stomaco…La
prossima volta avrei
scelto io il ristorante, poco ma sicuro.
“
Ti piace? “ chiesi leggermente alterata, e soprattutto
molto ironica, quando ormai ci eravamo comodamente seduti al nostro
tavolo e
quell’oca era tornata nella cucine, o forse nel suo caso, nel
pollaio.
“
Come? “ mi chiese Emiliano aggrottando di poco le
sopracciglia “ ti piace? “ ripetei ancora con lo
stesso tono che avevo
utilizzato prima, Emiliano sembrava ancora più confuso.
“
Ma chi? “ lo vidi sgranare leggermente gli occhi e
vedendogli fare quell’espressione non potei non
sorridere…era troppo buffo
visto così.
“
La cameriera “ dissi con fare ovvio cercando di apparire
la più seria e impassibile possibile , dal canto suo
Emiliano sorrise
semplicemente “ sei gelosa? “ mi chiese con una
chiara punta di orgoglio nella
voce “ io? Di te? Assolutamente no “ risposi
prontamente, il suo ego certe
volte era già abbastanza grande senza bisogno di
nessun’altro contributo.
“
Ha solo una gonna davvero interessante “ il suo sorriso
era diventato orami malizioso…
Bene,
questa volta se la era cercata…
“
Vuoi vedere che l’ultimo giorno di scuola ci vado
anch’io
con una gonna così interessante? Magari posso andare a
chiederle dove l’ha
comprata… “ risposi con un’espressione
quasi angelica, mentre sul volto di
Emiliano il sorriso si andò sempre di più a
sfumare fino a diventare una
smorfia “ vuoi vedere che non ti faccio mettere piede fuori
dal negozio? “ la
sua faccia in quel momento meritava quasi una foto.
-
Il
mio
gelosone – pensai
sorridendo tra me e me.
“
Vuoi vedere che sei geloso? “ cominciava a piacermi quella
sorta di conversazione che ormai sembrava basarsi tutta sulla frase
– vuoi
vedere che…? –
“
Certo che si “ la risposta di Emiliano mi lasciò
per
qualche secondo del tutto incredula…
Emiliano
non era un tipo che esternava molto facilmente i
suoi sentimenti, e la gelosia era forse una delle emozioni che
più difficilmente
riuscivi a coglierli sul volto, figuriamo farglielo ammettere ad alta
voce,
eppure quella volta….Quella volta non aveva avuto alcuna
esitazione.
Quella
volta fu il mio ego che si gonfiò a dismisura.
La
nostra conversazione fu nuovamente interrotta da quella
sottospecie di gallina.
“
Allora cosa desideri? “ chiese ad Emiliano unicamente
tagliandomi
così chiaramente fuori dalla conversazione, decisi di
provare a stare calma
ancora per un po’.
“
Una pizza prosciutto e funghi “ rispose semplicemente
Emiliano senza metterci nessuna particolare enfasi o doppio senso, la
cosa
probabilmente dispiacque parecchio alla ragazza vista la piccola
smorfia che le
si andò a dipingere sul viso.
“Qualunque
cosa voglia posso fartela avere “ come non detto,
ora non stavo per niente calma...sperai quasi per la sua
incolumità che se ne
andasse via al più presto possibile, perché
cominciavo seriamente a pensare che
per lei la serata non sarebbe andata molto bene.
-
Sei
ben
diventata violenta Anna…che fine ha fatto Annuccia?
“- la
mia
solita vocina interiore provò a distrarmi dai miei pensieri
omicidi, ma molto
probabilmente non ci fu
l’effetto
sperato.
-
La
piccola Annuccia ora si sta facendo una vacanza ed è molto
lontana –
dovevo
seriamente smetterla di parlare da sola, la cosa cominciava a
preoccuparmi.
“
Invece la sua sorellina cosa vuole? “ aveva deciso di
morire.
Basta!
Ora mi aveva seriamente dato fastidio…Sua sorella?
Eravamo arrivati mano nella mano, ed anche in quel momento ci stavamo
tendendo
la mano…A meno che lei non avesse un rapporto di tipo
incestuoso con suo fratello
dubitavo fortemente che lei lo tenesse per mano nel bel mezzo di un
ristorante.
Ma
poi non ci somigliavamo neppure, eravamo praticamente gli
opposti in tutto.
“
Prendo quello che ha preso il mio ragazzo “ decisi di
intervenire, inutile dire che nella seconda parte della frase ci mi
particolare
enfasi.
Vidi
chiaramente Emiliano nascondere un sorriso compiaciuto.
La
ragazza, dopo avermi concesso pochi secondi della sua
attenzione, si voltò nuovamente verso Emiliano “
beh se vuoi cambiare fammi
sapere “ e dicendo quelle parole si allontanò
finalmente dal nostro tavolo.
“
Io la sciolgo nel acido “ dissi semplicemente con gli
occhi ancora leggermente sbarrati, per tutta risposta Emiliano
scoppiò in una
fragorosa risata.
“
Scricciolo…” lo interruppi prima “
scricciolo un corno,
non dirmi di stare calma, perché quella mi ha
deliberatamente istigata….Hai
sentito cosa ti diceva? Era un doppio senso unico “ sperai
con tutto il mio
cuore di non vederla mai più “ diciamo che ho
sempre avuto un certo fascino “ mi
rispose semplicemente Emiliano sorridendo.
Il
mio volto probabilmente parlò da solo dal momento che
Emiliano scoppiò in una fragorosa risata.
La mia espressione si
fece ancora più cupa “ stavo scherzando
“ alzò le mani in segno di resa, il mio
volto probabilmente non cambiò neanche di una virgola.
“
Scricciolo, ho un idea “ e mentre diceva quelle parole mi
invitò ad alzarmi dalla sedia offrendomi la mano, mi feci
guidare fino alla
cassa, dove un uomo, più o meno sulla cinquantina, ci
sorrise
amichevolmente…sicuramente era molto più
simpatico della gallina-ruba-ragazzi.
“Io
e la mia ragazza avremmo cambiato idea…è
possibile
portarle via le pizze? “ chiese Emiliano, io dal canto mio,
al suono di quelle
parole, non potei fare altro che sorridere tra me e me.
“ certo, ve le
faccio
portare “ rispose prontamente il signore “ non
siete la prima coppia che cambia
idea dopo aver conosciuto mia nipote…Mio fratello dice che
se non lavora qua
non troverà posto da nessuna altra parte, e come dargli
torto? Davvero
scusatemi “ ecco spiegato come aveva fatto
quell’arpia a trovare il lavoro.
Io
e Emiliano quella sera cenammo su una panchina,
illuminata dalla semplice luce fioca di un lampione lì
vicino, nella zona
storica di Roma.
Le
stelle sopra di noi brillavano alte nel cielo e la luna
piena, che si vedeva in lontananza, rendeva quella sera ancora
più magica.
Io
ero semidistesa sulla panchina, le mie gambe erano
comodamente distese su quelle di Emiliano, mentre lui era semplicemente
seduto
con il volto e lo sguardo rivolti sempre verso di me.
Durante
quella nostra strana cena improvvisata erano passate
tante persone diverse, da delle piccole famiglie a delle coppiette di
anziani,
ma tutti, anche se solo per pochi secondi, si erano soffermati con lo
sguardo
su di noi…
I
giovani speravano di trovare un giorno qualcuno che gli
guardasse come Emiliano guardava me e viceversa, e le coppie ormai
più anziane
non potevano non rivedersi in quella ragazza dai lunghi capelli biondi
e in
quel tatuatore dai capelli color castano.
Sapevamo
di essere fortunati, il nostro era un amore
profondo, quasi viscerale, che per quanto tutti desiderassero trovarlo
pochi
alla fine lo trovavano veramente.
“
Grazie Emi “ dissi
sincera quando ormai avevamo finito le nostre pizze e mi trovavo
distesa con la
mia testa sulle sue gambe…
Sentivo
che giocava con le ciocche dei miei capelli, mi
rilassava quel semplice gesto.
“
Per cosa? “ mi chiese non avendo capito a cosa mi
riferissi di preciso “ per prima…”
inizia a spiegare “ …perché non ti sei
arrabbiato, nonostante la mai quasi scenata, perché hai
deciso di andare via,
per avermi fatto passare questa serata, per pensare sempre prima a me,
anche
quando forse non me lo merito fino in fondo “ dissi sincera
guardandolo negli
occhi.
“
Sai perché ho voluto fare questa serata? “ chiese
Emiliano, io mi limitai a scuotere leggermente la testa “
ieri sera ti ho
sentita parlare al telefono con Giulia…”
improvvisamente la telefonata della
serata precedente mi tornò alla mente, mi sentii quasi in
obbligo di
intervenire ed interromperlo fin da subito “ Emi guarda che
non devi pensare
che io…” come io avevo fatto precedentemente anche
lui mi interruppe prima.
“
Ieri ti ho sentita parlare con Giulia: Dicevi che non
potevi andare con lei perché
io il giorno
dopo dovevo lavorare, dicevi che io non potevo venire perché
la mattina dopo mi
dovevo svegliare presto, dicevi che non ti sarebbe sembrato giusto nei
miei
confronti.
Stiamo
insieme da quasi due mesi e solo ieri mi sono reso
conto che non avevamo mai avuto un appuntamento, che non avevamo mai
fatto
nulla di normale e tranquillo...Non eravamo mai andati a cenare
insieme, e
visto l’esito di questa prima volta non era stata nemmeno
male come scelta…”
dette quelle parole sui nostri visi si andarono a dipingere dei
sorrisi, molto
probabilmente a causa dei ricordi ancora vividi della serata
“…non avevamo mai
camminato mano nella mano mentre camminavamo, non ci eravamo mai seduti
su una
panchina…” il suo volto si era leggermente
rattristato.
“
Emi a me tutte queste cose non hanno mai dato fastidio “
dissi sincera sperando anche di rallegrarlo un poco “ ma a me
si “ rispose lui
questa volta risoluto alzando la testa.
“
A me invece hanno dato fastidio, perché mi sono accorto di
non averti mai dato un po’ di
normalità…Tu hai sedici anni ed io ne ho ventuno
e, per quante ne possiamo avere già passate, è
giusto che ricordiamo a noi
stessi che non siamo ancora persone adulte: Siamo ancora dei ragazzi,
siamo
ancora dei giovani che devono pensare anche a vivere la loro vita
tranquillamente e serenamente facendo cose normali…Non
è giusto che il mio
lavoro o la mia vita ci limitino.
Quindi
mi sono detto che per questa sera avrei fatto le cose
per bene: Avrei portato la mia ragazza a mangiare una pizza, le avrei
offerto
la cena, poi l’avrei portata al cinema e infine
l’avrei lasciata sull’uscio
della porta di casa sua non prima di averla baciata…Non ho
mai fatto una cosa
simile, per nessuna delle mi ex, non sono molto preparato su queste
cose, ma
più o meno è giusto, vero? “ io annui
semplicemente con il sorriso sulle
labbra.
“
Ora la cena non è andata proprio come speravo, ma
l’ho
fatto con il cuore Anna, questa serata era ed è solo per te,
non volevo che una
semplice ragazza rovinasse tutto questo…e alla fine devo
ammettere che la cena
sulla panchina si è rivelata molto più romantica
di quanto pensassi “ concluse
soddisfatto del suo semi-discorso con il sorriso sulle labbra.
Ora
toccava me dire qualcosa.
“
Non devi pensare neanche per un secondo che tu mi abbia
limitata. Con te sto bene così, come ti avevo già
detto quella sera al tuo
appartamento, io amo tutto di te e non c’è nulla
che cambierei…
Certo,
qualche volta il tuo lavoro ci limita un po’ il tempo
nel quale possiamo vederci, ma a me va bene. Mi rendo conto anche da
sola che
la mai relazione è in qualche modo più adulta
rispetto a quella delle mie
coetanee, ma credo che alla lunga questo sarà anche il
nostro punto di forza.
Ieri non ho non
accettato non perché non mi sembrava giusto nei tuoi
confronti, ma perché non
ci saresti potuto essere e queste cose le voglio condividere solo con
te“ dissi
sincera guardandolo negli occhi, vedevo che quelle poche parole
l’avevano reso
felice e orgoglioso.
“
Però devi promettermi una cosa “ questa volta era
ritornato
serio “ dimmi “ ora ero leggermente preoccupata.
“
Devi promettermi che quando qualcuno dei tuoi amici ti
rinviterà fuori ad uscire prima di pensare a me penserai i a
te stessa…Orami è estate,
il lavoro la maggior parte delle volte mi impedirà di venire
con te a qualche
festa, ma se tu vuoi ci devi andare.
Mi
fido di te e non voglio in alcun modo condizionarti o
cambiarti la vita…Probabilmente morirò dalla
gelosia pensando a tutti quei
ragazzi che avranno la fortuna di vederti, ma non sono mai stato uno di
quei
ragazzi che pretende che la propria ragazza stia solo con lui
“.
Quelle
parole dette da Emiliano, ad essere del tutto
sincera, non me le sarei mai aspettate…Emiliano era sempre
stato un tipo molto
protettivo nei miei confronti, e vedere quanto si fidasse di me non
poté fare
altro rendermi felice.
Il
mio cuore ebbe un sussulto nel petto, forse era
egoistico, ma era bello sapere che esisteva qualcuno al di fuori della
tua
famiglia che metteva la tua felicità al primo posto.
Finalmente
dopo tutte quelle parole le nostre labbra si era
di nuovo unite.
Nel
mio cuore c’era ancora un terremoto di emozioni.
“
Scricciolo posso chiederti una cosa? “ mi chiese Emiliano
all’improvviso, ormai erano dieci minuti che eravamo in un
silenzio quasi
sacro, gli unici rumori che si sentivano erano quelli della auto che
passavano
a gran velocità sulla strada e dei nostri respiri.
Mi voltai verso di
lui, il suo volto era leggermente imbarazzato “ dimmi
“ chiesi incuriosita dal
suo strano comportamento.
“
Ti da molto fastidio se fumo una sigaretta? “ dovetti riflettere qualche
secondo sul
significato di quelle parole:
Avevo visto Emiliano
fumare solamente due volte, una durante il nostro primo incontro,
quando ormai,
già sul mio motorino diretta verso casa, mi ero voltata per
due secondi ad
osservare di nuovo quello che all’epoca era ancora un semi
conoscente, e una volta
quando l’avevo osservato di nascosto da dietro
l’angolo della via che si
affacciava sul suo negozio…
Insomma
lo sapevo benissimo, l’avevo visto con i miei occhi,
ma prima di allora non ci avevo mai pensato.
“
Ok, per me non ci sono problemi “ dissi cercando di
mostrarmi il più tranquilla possibile “ non ti da
fastidio? “ mi chiese di
nuovo quasi per averne un’ulteriore conferma “ sono
circondata da amici che
fumano, non mi da fastidio…” lasciai la frase in
sospeso, forse era meglio
interrompere lì quel discorso “ ma? “
Emiliano come al solito mi capiva fin
troppo bene ed anche quelle volta aveva capito che c’era
qualcosa in me che non
andava del tutto “ ma credo che dovresti smetterla per te
stesso “ gli dissi
sincera dando finalmente così voce ai miei pensieri.
Emiliano
ormai si era accesso la sigaretta.
“
Ci ho provato un paio di volte, ma alla fine mi piace
quindi non sono durato tanto“ disse tranquillamente.
Il
modo in cui si portava la sigaretta alla bocca, il modo
in cui ispirava dal filtro, il modo in cui il fumo gli andava ad
incorniciare
il volto…se possibile quell’aria da bello e
dannato, che aveva assunto in quel
momento, ai miei occhi lo rese particolarmente sexy.
-
Ed
ecco
la tua vena pervertita, eh Anna?
– quella fastidiosa vocina
non sembrava volermi abbandonare, ma non me ne curai più di
tanto, avevo solo
detto, o meglio pensato, la verità.
Cercai
qualcosa da dire prima che Emiliano si accorgesse
della faccia da ebete che dovevo avere in quel momento e che mi
chiedesse a
cosa stessi pensando…sarebbe stata davvero imbarazzante come
cosa.
“
Anch’io una volta ci ho provato, è stato uno
schifo “
dissi all’improvviso ricordandomi di quella serata in
discoteca di ormai un
anno fa.
Dire
che il volto di Emiliano era sorpreso sarebbe stato un
eufemismo in quel momento “ davvero? “ sembrava
quasi non credere alle mie
parole “ davvero ” risposi sorridendo per poi
continuare “ ti giuro un vero
schifo, il sapore era orribile e poi mi sono ritrovata a tossire come
una
deficiente “ al ricordo di quella serata non potei fare altro
che sorridere,
mentre Emiliano, dal canto suo, scoppiò in una fragorosa
risata.
Lo
guardai storto “ scusa scricciolo, ma da te non me lo
sarei proprio aspettato “ mi spiegò sincero.
Decisi
di ricaricare la dose “ e una volta mi sono anche
ubriacata, non da stare male certo, ma abbastanza da andare in giro ad
abbracciare tutti gli sconosciuti che incontravo“ questa
volta il volto di
Emiliano si era fatto più serio “ mi stai
prendendo in giro? “ mi chiese ancora
con voce leggermente incredula “ mai stata più
sincera “ dissi cercando di
nascondere una risata che minacciava di uscire da un momento
all’altro…la
situazione che si stava venendo a creare era quasi comica.
“
Perché ti sembra così strano? “ chiesi
sincera non capendo
davvero il motivo della sua reazione “ è che
sembra impossibile…Voglio dire da
uno come me solamente guardandomi te lo puoi benissimo immaginare, ma
te...” si
vedeva che era in difficoltà a trovare le parole giuste, ma
il concetto in
generale l’avevo compreso “ ho capito quello che
intendi, ma alla fine sono una
ragazza normale che aveva ed ha voglia di fare le cose
normali…poi se non mi
piacciano le lascio semplicemente perdere “ spiegai sincera.
“
Hai capito il mio scricciolo, sembra tanto un angioletto,
ma poi…” e quasi senza che me ne accorgessi mi
ritrovai proprio aggrappata alla
sua schiena.
Ormai
aveva finito la sua sigaretta, e ora mi stava portando
in giro per il parco sulle sue spalle…
Dovevo
ammettere che tutto ciò era molto romantico: Più
e
più volte, nel corso della mia vita, mi ero ritrovata a
sospirare davanti a
delle scene simili nei film, pensando però che a me una cosa
simile, purtroppo,
non sarebbe mai potuta accadere, eppure ora ero lì, in mezzo
a un parco e
soprattutto sulle spalle del ragazzo che amavo con tutta me stessa.
Appoggiai
la mia testa nell’incavo del suo collo, potevo
sentire il fruscio dell’acqua della fontana lì
vicina da quanto c’era silenzio.
Il
profumo dolce di Emiliano mi inebriava le narici.
Chiusi
gli occhi assaporandomi il più possibile quel
momento.
Un
musichetta, proveniente da pochi metri lontana da noi,
attirò la mai attenzione: Una piccola giostra,
più precisamente quella delle
tazzine giranti come la chiamavo io, era messa in evidenza in mezzo al
buio del
parco dalle luci sgargianti che la illuminavano.
Era
del tutto vuota, sembrava essere quasi unna giostra
abbandonata, ma la signora sulla settantina che si trovava proprio
dietro alla
cassa smentiva all’istante quell’idea.
L’immagine
di me e Emiliano in una di quelle piccole tazzine
mi fece immediatamente sorridere, ma sapevo che per convincerlo a
salire
probabilmente avrei dovuto utilizzare tutte le mie carte segrete.
“
Emi? “ lo richiamai con voce flebile, molto simile a
quella di una bambina “ no, Anna “ mi rispose
immediatamente…Non avevo ancora
aperto bocca, come diamine faceva a sapere già cosa volessi
chiedergli?
“
Non ti ho ancora chiesto nulla “ dissi con voce fintamente
capricciosa “ ma ti conosco, e la risposta è no
“ cercava di essere serio, ma
io sentivo benissimo che in verità stava cercando di
nascondere un
sorriso…praticamente avevo già vinto.
“
Solo un giro “per tutta risposta scosse la testa
vigorosamente “ un giretto piccolo piccolo “ gli
sussurrai all’orecchio “ nono
“ rispose voltandosi con la testa verso di me e depositandomi
un piccolo bacio sulla
punta del naso.
“
Ma perché? “ provai a sfoderare gli occhi da
cucciolo “
perché ho ventun’anni e se un mio cliente, o
peggio Luca, mi vedesse
probabilmente mi prenderebbe in giro per il resto della mia
vita…Poi dai non mi
ci vedo molto sulla giostra delle tazzine “ in effetti
l’immagine di Emiliano
dentro a una di quelle tazzine con il codino che gli penzolava sopra la
testa
era abbastanza comica.
“
Ma tu gli dirai che avevi solo accompagnato la tua adorata
ragazza “ provai ad intensificare il mio sguardo da cucciolo
bastonato “ basta
con gli occhioni, oggi non ci riuscirai “ più che
dare una notizia a me sembrava
volere convincere se stesso.
Se
non funzionavano gli occhio ci sarei andata giù
più
pesante…
Gli
depositai un bacio sul collo, sentii chiaramente Emi
irrigidirsi momentaneamente per la sorpresa, probabilmente non si
aspettava
nulla di tutto ciò.
“
Amore mi porti sulla giostra, vero? “ gli avevo sussurrato
con voce leggera e flebile proprio vicino al lobo
dell’orecchio, in quel
preciso momento avrei tanto voluto vedere l’espressione sul
suo volto, ma era
voltato.
“
Questo è giocare sporco “ mi sussurrò
con voce di chi sa
già di aver perso“ allora andiamo? “
chiesi tutta felice allontanandomi di
scatto dal suo orecchio e alzando di nuovo la voce “ un giro
solo Anna “ ormai
ero già scesa dalle sue spalle “ certo, lo giuro
“ esclamai.
“
Ti amo “ gli dissi mentre gli scoccavo un sonoro bacio
sulla guancia per poi dirigermi a passo svelto verso la cassa
“ solo per questo
mi ami? “ sentii chiedermi da dietro “ certamente
“ risposi prontamente…Non
ebbi alcuna risposta, ma solo una chiara, sonora, e ormai tanto amata
risata.
“
Ho preso cinque giri “ esclamai felice facendo vedere ad
Emi i gettoni che avevo appena comprato, il volto di Emiliano si
andò a
contrarre in una finta smorfia di dissenso…Il suo incubo
stava per iniziare.
Quella
sera non ci fermammo a solamente cinque giri, ma
andammo avanti quasi per tutta la serata.
Quella
sera continuammo a girare, vagare e a perderci nel
nostro amore.
La
mia vita non era mai stata più bella di così.
Quella
sera fummo normalmente e semplicemente noi.
Un
uomo, che osservava la scena da lontano, non poteva fare
a meno di sorridere guardando quella piccola scena…era
felice, aveva trovato
l’amore
Buonasera
scriccioli!!!!!
Eccomi
qua con un nuovissimo capitolo, confronto ai miei precedenti sono
migliorata,
vero? (:
Voi
come state? Tutto bene? Vi state preparando a rivedere Anna e Emi? Io
non
resisto più sinceramente.
Allora
cosa ne pensate di questo capitolo? Vi è piaciuto? Cosa ne
pensate? Fatemi
sapere che sono troppo curiosa <3
Dopo
questo capitolo è ufficiale: IO AMO LUCA!!! Voi invece cosa
ne pensate di
questo nuovo personaggio?
Chi
stava osservando alla fine del capitolo i nostri scriccioli? Si aprono
le
scommesse!!
Come
molte di voi avranno notato in questo capitolo ho cercato di
approfondire
sempre di più il passato di Emiliano, e sono felice di
annunciare che nel
prossimo finalmente scopriremo tutto.
AVVISO
IMPORTANTE: Questa fan fiction è nata in contemporanea a un
medico 8 e perciò,
anche per rimanere in linea con la mia idea originale, non
terrà conto degli
sviluppi della nona stagione. Spero che questa mia scelta
sarà capita e ben
accolta.
Per
chi interessasse, invece, magari anche per voi lettori non iscritti al
sito,
volevo avvisare che ho aperto una pagina Facebook:
Il
nome è “ Alaska Shine EFP “ e
l’immagine del profilo sono i nostri due
scriccioli che si baciano ( amo quella foto, che posso dire? ) .
Con
questa pagina potrete contattarmi ventiquattro ore su ventiquattro e
sarà
sempre aggiornata con curiosità (per esempio la foto di come
m’immagino Sofia e
Luca), informazioni relative agli aggiornamenti e piccole anticipazioni
qualche
settimana prima della pubblicazione del capitolo originale
concluso…Insomma
qualcosa per rimanere sempre in contatto con “ il tatuaggio
sul mio cuore
recitava ti amo “…
ALASKA
SHINE
PS:
Ancora mille e mille grazie per il sostegno che mi dimostrate sempre,
senza di
voi questa fiction probabilmente nemmeno esisterebbe….SIETE
FANTASTICI!!!!!