Ci aveva pensato tutto il giorno, li rinchiuso a Grimmauld Place n°12. Hermione e Ron non avevano accennato alla scuola ma Harry immagginava che anche loro rimpiangevano non essere su quella locomotiva di un rosso sgargiante che si dirigeva al castello dove negli ultimi anni avevano infranto una marea di regole e si erano ficcati in un mucchio di guai. Pensava a quel treno che viaggiava con a bordo decine e decine di maghi e streghe attraversando colline verdi nel tepore dei primi giorni di settembre. Molto probabilmente i suoi amici non avevano detto niente perchè sapevano che se gli avessero rivelato i loro rimpianti, lui non si sarebbe mai perdonato se gli fosse accaduto qualcosa, o almeno si sarebbe sentito più incolpa, quasi un dittatore seguito di malavoglia dai suoi soldati. La giornata trascorse lenta, tutti e tre vicini al lungo tavolo della cucina di casa Black a cercare di tradurre dettagliatamente le fiabe di Beda di Bardo che Silente aveva lasciato ad Hermione. Fuori dalla finestra il cielo era cupo e tutto sembrava più triste e spento, come se volesse indurre i tre ragazzi ad essere malinconici.

Un sonoro pop, e Kreacher si materializzò davanti a loro con della frutta e dei funghi. "Tra poco sarà pronta la cena, padron Harry! Kreacher ha preso questi dall'orto della vicina senza farsi vedere." gli disse lo scarno elfo domestco allungando verso di lui le braccine rinsecchite cercando di mostrargli meglio quello che aveva preso. "Bene, bravo Kreacher" gli rispose Harry spalancando la bocca in un largo sorriso.

"Cosa ci prepari, Kreacher?" gli chiese interessato Ron cercando un buon motivo per distrarsi dalla traduzione di quelle antiche rune, ma subito Hermione gli diede un pizzicotto sul fianco e lui tornò chino sul libro. "Kreacher cucina zuppa di funghi" rispose tutto allegro il piccolo e sudicio esserino affrettandosi a prendere stoviglie e mestoli.

Harry approfittò del momento di distrazione per sgattaiolare via, cosa che non era riuscito a fare tutto il pomeriggio poichè Hermione lo costringeva a tornare indietro a "dare una mano!"

"Lumos" disse e la bacchetta si illuminò permettendogli di camminare su per le scale fino alla stanza di Sirius che miracolosamente Kreacher aveva ripulito e messo in ordine. Avvicinandosi alla porta del padrino inciampò su un mucchio di strofinacci che probabilmente l'elfo domestico aveva lasciato in giro e scasualmente urtò il muro di un color grigiastro, argento e verde scuro che si aprì.

Harry si rialzò, accesse nuovamente la bacchetta e guardando nella conca del muro vide un pensatoio di pietra che emanava una luce argentea. Vi si avvicinò e lesse le lettere incise sul duro marmo che recitavano: Questo pensatoio appartiene a Sirius Black. Regulus stai alla larga!!

Harry si sentì un brivido percorrergli il petto mentre si avvicinava al liquido per immeggerci il viso. Un secondo dopo fu risucchiato all'interno del pensatoio.Vide suo padre Sirius e Remus varcare il corridoio della Sala Grande di Hogwarts fino allo sgabello dove anche lui si era seduto implorando il cappello parlante di smistarlo nella casa dei Grifondoro. Vide ad uno ad uno i quattro ragazzi che si avvicinavano sorridenti al lungo tavolo dove risaltavano i colori rosso e oro dei Grifondoro. L'immagine svanì e ne comparse una nuova: tutti e tre i Malandrini erano in sala comune che ridacchiavano e si prendevano beffa di Severus Piton che avevano assalito e schiantato poche ore prima, a sentire dai loro racconti. Poi un'altra ondata di fumo e l'immagine cambiò!. I Malandrini erano tutti assieme all'uscita dalla sala dove avevano tenuto gli esami dei G.U.F.O. e si recavano sotto la chioma dell'albero dove Harry aveva già visto cosa avevano fatto, come suo padre si era burlato di Mocciosus incitato da Sirius e Remus, e come aveva fatto infuriare sua madre. Non voleva rivederlo. L'immagine svanì ancora una volta e Sirius stava scendendo gli scalini dell'uscita di casa Balck.

" Dove andrai ora? Da dei mezzosangue?TU NON SEI MIO FIGLIO" gli aveva urlato contro sua madre quando era scappato di casa mentre Kreacher saltellava dietro la sua padrona canticchiando "Il padron Sirius se ne va, la sua stanza esploderà, io la farò putrefar...". L' immagine svanì ancora ed Harry vide Sirius ad Atzkaban che osservava le figure trascinate dal vento dei Dissennatori che circondavano la sua cella in cima alla torre. L'immagine sparì ancora una volta e Sirius partì in groppa a Fierobecco dal cortile di Hogwarts. Un secondo dopo vide la più invecchita e malinconica figura del suo padrino aggirarsi in quelle stanze così buie e polverose, vide anche numerosi membri dell'Ordine e se stesso in cucina, a Natale. Una tristezza immensa gli riempì lo stomaco ripensando a quei giorni, gli ultimi trascorsi in compagnia del più piccolo della famiglia Black.

Harry uscì dal pensatoio e il muro si richiuse non lasciandone alcuna traccia.

Un sonoro pop e Kreacher si materializzò dinanzi a lui. "Padron Harry, Kreacher ha cucinato la cena! Venga giù in cucina per favore, la signorina Hermione ti cerca!" gli disse l'elfo "...ehm...subito!" gli rispose Harry seguendolo giù per le scale rivolgendo ogni tanto un'occhiata al muro che poco prima si era aperto al tocco della sua bacchetta.

Spazio dell'autrice:

Ragazzi eccoci alla pubblicazione di un altro capitolo che spero vi sia piaciuto più degli altri! Se vi è piaciuto non limitatevi a leggere, che mi fa molto piacere, ma recensite pure se potete.

Un baci8 e alla prossima ff Sarah Potter!