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Autore: Triskell Nyx    23/02/2014    2 recensioni
Ci sono delle volte in cui non conta quello che senti. Non conta quello che hai dentro.
lLe persone si aspettano qualcosa da te, e tu devi accontentarle.
"Forza amico; è ora di rimettere l'armatura"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bene, questa è la prima volta che scrivo sugli avengers. è una fic ambientata in un eventuale inizio del secondo film e, che dire... spero vi piaccia.
Buona lettura!!



C’erano molte cose che Tony Stark odiava.
Che gli porgessero le cose, per esempio. O gli scienziati stupidi e boriosi che non la finivano mai di vantarsi; o quelli che lo interrompevano quando stava lavorando a qualcosa.
Ecco perchè quando, a un passo dal completamento di MAC45, dopo tre notti che non dormiva, il suo campanello prese a squillare, non reagì esattamente bene.
-Chi diavolo è che rompe?!- urlò, conscio che non potevano essere ne’ Pepper ne’ Roody, in quanto loro non avrebbero suonato.-Jarvis! Chiunque sia, non mi interessa! Mandalo via!-
-Eseguo signore- rispose la voce meccanica del suo aiutante robotico.
Nonostante ciò, il campanello tornò a squillare pochi secondi dopo, questa volta più insistentemente.
Tony inficcò nel tavolo il cacciavite con cui stava lavorando.
-Jarvis, cosa ti ho appena detto?!-
-Sono spiacente, signore- disse quello –temo sia importante-
-E io temo di essere occupato- borbottò il miliardario –Metti in muto il campanello-
-Come desidera, signore-
Sentendo che nessun rumore molesto tornava a disturbare il suo duro lavoro, Tony lanciò un sospiro di sollievo ed estrasse il cacciavite dal tavolo.
Riuscì a stare in pace ben due minuti e ventisei secondi, poi una voce lo fece sobbalzare.
-Le buone maniere non sono migliorate vedo, vero Stark?-
Tony si girò di scatto, infilandosi in fretta il guanto con il propulsore, salvo rilassarsi non appena vide contro chi lo stava puntando.
-Non si usava bussare ai tuoi tempi, Rogers?- chiese, sarcastico.
-Ho suonato il campanello- ribattè l’altro –per circa mezz’ora. E tu hai fatto apposta a ignorarmi-
-Si, è vero- ammise il primo senza un minimo di pentimento –Allora, che ci fai qui? Ti mancavo e sei passato per un salutino?-
Steve Rogers sospirò, pensando a quanto gli sarebbe piaciuto rispondere affermativamente; ma non poteva.
-Mi ha mandato Fury- disse quindi –C’è bisogno di noi-
Tony impietrì. –Come, scusa?-
Steve lo guardò, serio. –Nat è andata a prendere Bruce. Clint si sta facendo aiutare da Jane Foster per contattare Thor, e io sono venuto a prendere te-
Si fermò come per aspettare che Tony capisse, che dicesse qualcosa, ma questi sembrava impietrito; allora finì il discorso. –Siamo sotto minaccia aliena, di nuovo, e c’è bisogno degli Avengers. C’è bisogno di noi-
E improvvisamente Tony non riuscì più a respirare. I ricordi di New York, quelli che aveva provato a dimenticare con tutte le sue forze, tornarono a galla.
Gli alieni, la battaglia, la morte, la distruzione, il portale. Il portale.
-Stark?- chiese Steve, preoccupato, vedendolo boccheggiare.
Il miliardario si accasciò, e subito il capitano scattò in avanti per afferrarlo. –Tony? Tony, cos’hai?- esclamò, facendolo sedere a terra, appoggiato contro il muro, senza smettere di tenergli stretta la spalla.
Tony afferrò a sua volta il braccio di Steve e lentamente, facendo respiri profondi, riuscì a calmarsi. I due rimasero qualche istante in silenzio.
-Non sono pronto- soffiò poi il miliardario. Non avrebbe voluto dirlo, non a Steve, ma le parole gli erano sfuggite in  un bisbiglio, fuori dal suo controllo.
Steve abbassò gli occhi all’affermazione dell’amico, e ricordò a sua volta.
Il siero, il ghiaccio, Peggy che l’aveva aspettato invano, il risveglio. Il risveglio, in quel mondo che non era il suo e al quale non si sentiva ancora di appartenere, nonostante tutto.
-Neanche io- ammise a sua volta, sottovoce. Tony lo sentì, e rafforzò la presa sul braccio dell’amico.
I due si guardarono negli occhi, e si compresero perfettamente.
Incredibile come due persone così diverse fra loro in quel momento provassero gli stessi sentimenti: lo stesso smarrimento, la stessa paura... la stessa sensazione di ineguatezza.
La sensazione di non essere quelli giusti per difendere il mondo intero, la paura di sbagliare.
Ma questi erano i sentimenti di Tony e Steve, e loro non erano solo Tony e Steve: loro erano anche Iron Man e Captain America, e il mondo contava su di loro.
Tutti li vedevano come eroi, come modelli, come protettori, e non importa cosa provavano loro, perchè loro erano eroi prima che uomini, e “eroe” è probabilmente il pregiudizio peggiore del mondo. Dovevano mostrarsi sicuri di se stessi, dare l'esempio e non dubitare.
Dare sempre il massimo.
E certe volte avrebbero solo voluto tirarsi indietro, e lasciare che fosse qualcun altro ad andare in prima linea.
"Non siamo pronti per tutto questo" pensarono Tony e Steve.
Eppure sapevano di non potersi tirare indietro, perchè la terra aveva bisogno di loro, e quindi avrebbero celato le loro insicurezze dentro se stessi e sarebbero andati avanti, come tutti si aspettavano da loro.
Captain America si alzò e porse la mano a Iron Man, che si tirò su a sua volta.
-Forza amico- disse –è ora di rimettere l’armatura-
  
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