Fanfic su artisti musicali > Super Junior
Segui la storia  |       
Autore: SvnnyDay    24/02/2014    4 recensioni
"Youngwoon, smetti di guardare in alto quando cammini! Un giorno o l'altro cadrai in una buca!"
"Sì Umma. Scusa Umma."
[...] A volte gli era capitato di inciampare e trovarsi a fissare l'asfalto piuttosto che il cielo, così come gli era capitato di urtare qualche passante per strada, che lo offendeva e spariva così velocemente da non dargli il tempo di scusarsi. Ma non aveva mai veramente pensato che la sua abitudine potesse cambiargli la vita.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

×× Okay, quindi questo è l'ultimo. Vorrei ringraziare Wonnie_hugs_sanity e Callmeanchovy per le loro recensioni al quindicesimo capitolo. Inoltre, vorrei riservare un ringraziamento tutto speciale a Tiger_Mommy (Il cui nickname costituisce un grosso indizio sulla sua identità ;)), perchè mi ha aiutato tanto con questa storia, mi ha dato molte idee e molte frasi che sicuramente hanno fatto il loro effetto. Grazie Umma~
Insomma, è finita così. Spero che vi sia piaciuta! ××




Le prime settimane dopo l'operazione erano state complicate, ma decisamente più semplici di quello che Jungsu si era immaginato. Aveva pensato a dolore atroce, mal di testa, qualsiasi tipo di variante. In realtà tutto ciò che sentiva era un bruciore piuttosto intenso quando provava ad aprire gli occhi, cosa che non faceva mai. Sapeva che avrebbe dovuto iniziare a farlo, quell'operazione era stata costosa e complicata, voleva mostrarne i risultati il più in fretta possibile. Aveva fatto svariate visite dopo l'operazione e le ultime non erano andate bene come tutti avevano sperato.

 

"Purtroppo sembra che l'operazione non sia stata un totale successo. Le cornee non hanno aderito come avrebbero dovuto, ma comunque non c'è ancora da preoccuparsi di questo." Aveva detto il suo dottore, Seunghyun, alzandosi. In quel momento Daesung stava preparando un altro paziente e Jungsu sentiva tremendamente la mancanza delle sue parole rassicuranti e della sua voce dolce. La notizia che aveva appena ricevuto era quanto di più lontano ci fosse da una buona notizia, e il cuore sembrava sprofondargli nel petto ogni secondo di più. La sua espressione era abbattuta, tutto il suo piccolo castello di carte era crollato, ed ora non restava altro se non la polvere di un sogno che era stato distrutto da una complicazione. Non importava quanto lontano fosse il momento in cui tutto sarebbe peggiorato di nuovo. Jungsu lo considerava come un fallimento. Youngwoon era spaventosamente silenzioso, cosa che lo rendeva ancora più nervoso, abbattuto.

 

"Puoi considerarla come una parabola. A, B e C. In questo momento ti trovi al primo stadio. Facendo un breve calcolo dei danni e di ciò che non ha funzionato come dovrebbe, nel giro di venticinque anni circa ti troverai quasi al punto C. L'operazione alle retine è stata un successo, quindi non perderai nuovamente la vista, ma entro il punto C, sarai soltanto in grado di distinguere le ombre, i colori se sarai fortunato. Capisco che non sia una buona notizia, ma se non altro il margine di tempo che ti separa dal punto C è piuttosto lungo." Gli disse Seunghyun senza giri di parole, sparando quelle frasi come se fossero proiettili, che affondavano dolorosamente nel petto di Jungsu. Una parabola. Non era di certo quello che si era aspettato, non era quello che voleva. Sospirò, non avendo assolutamente niente da dire. Non poteva dire niente, non poteva fare niente. L'unica cosa che gli restava da fare era accettare il fatto che non tutto poteva andare come lui desiderava. Poteva solo farsi una ragione del fatto che il lieto fine non sempre esiste, e che lui era stato fin troppo fortunato fino a quel momento.

 

"Se può farti sentire meglio, i tuoi occhi sembrano già parzialmente operativi. Entro un mese, forse due, sarai in grado di vedere perfettamente." Jungsu accennò un sorriso.

 

 

Se n'era fatto una ragione in fretta. Non sprecava più tempo del necessario a rimuginare sul futuro e sulla sua presunta sfortuna. Si godeva semplicemente quello che stava accadendo in quel momento. Si sfilò gli occhiali da sole e socchiuse gli occhi, per la prima volta in settimane. Li aprì e li richiuse di nuovo qualche volta, cercando di abituarsi alla poca luce che invadeva la stanza. Non faceva più male come all'inizio. Non vedeva perfettamente, ma era incredibile quanto essere in grado di vedere di nuovo gli fosse mancato. Riusciva a distinguere le forme, i colori. I colori. Erano in assoluto la cosa che gli era mancata di più. In quel momento non riusciva a distogliere gli occhi dal tessuto rosso acceso del divano su cui sedeva, un rosso intenso, che era sicuro non si sarebbe più scordato. In tutti quegli anni, aveva quasi dimenticato i colori, quanto meravigliosi potessero essere. Sicuramente da giovane non si era goduto abbastanza quel privilegio, vedere i colori, vedere, era una cosa di tutti i giorni, una cosa per niente speciale. Solo adesso, solo dopo aver vissuto nel buio per tanti anni, si rendeva conto di quanto le piccole cose, i piccoli regali di ogni giorno, potessero essere importanti. Si inginocchiò a terra, mettendo le mani sul freddo tavolino in legno che stava giusto di fronte al divano, allungando una mano verso il vaso bianco e azzurro che vedeva poggiato lì al centro. Dentro c'erano i fiori che Youngwoon gli aveva regalato solo qualche giorno prima. Li vedeva ora, per la prima volta. Con mano tremante, sfiorò il gambo di uno dei fiori che attirò la sua attenzione più di tutti gli altri, afferrandolo con due dita e sfilandolo dal vaso, portandoselo vicino al viso. I suoi occhi si riempirono di lacrime, e li strinse subito per lasciarle scivolare lungo le guance e tornare a vedere più chiaramente il fiore di fronte a sè. Passò più di dieci minuti, forse venti, a perdersi nel viola e nel bianco dei petali, nel verde scuro dello stelo, che si schiariva leggermente man mano che si avvicinava ai petali. Non sapeva che fiore fosse, non era esperto di piante, ma ai suoi occhi era la cosa più bella del mondo. Con una sorta di frenesia, lasciò cadere il fiore sul tavolo, per poi allungare di nuovo la mano e prendere anche tutti gli altri, osservandoli uno ad uno. Rosa, rosso, bianco, giallo, arancione. Li stese tutti sul tavolino, uno vicino all'altro, osservando quell'arcobaleno confuso, tutti quei colori diversi, che in tutti quegli anni aveva dimenticato. Era sicuro che Youngwoon avesse scelto di proposito un mazzo di fiori così colorato, così pieno di vita e contrasti. Sapeva che prima o poi avrebbe aperto gli occhi. Sapeva che quei fiori sarebbero stati probabilmente la prima cosa che avrebbe visto. Non sapeva con precisione quanto tempo spese ad osservare quei fiori, ma avrebbe passato tutto il resto della sua vita a guardarli.

 

 

Jungsu si sistemò gli occhiali da sole sul naso, stringendo lievemente gli occhi. La luce forte faceva ancora male, ed il sole estivo era particolarmente forte e luminoso. Sungmin sospirò, voltandosi verso Youngwoon.

 

"Quindi, venticinque anni? È questa la prospettiva del dottore?" Youngwoon annuì a denti stretti. Jungsu si era abituato in fretta all'idea che il trattamento non sarebbe stato permanente, ma Youngwoon no. Youngwoon non riusciva ancora ad accettare quella notizia. Sungmin accennò un sorriso.

 

"Beh, venticinque anni sono tanti. Non è andata poi tanto male." Disse salutando con un cenno della mano Ryeowook che era appena entrato nel bar. Youngwoon non riusciva a capire come potessero essere tutti così tranquilli, come potessero non capire quanto brutta fosse quella notizia. Fino a quel momento si era trattenuto dal sottolinearlo, per non appesantire inutilmente la situazione, ma in quel momento non riuscì a trattenersi.

 

^"Invece è andata male! Non è per questo che ha sofferto tanto, non è per questo che abbiamo combattuto! Sarebbe dovuto andare tutto perfettamente, lui.. Non è giusto. Non è giusto che vada a finire così. Non mi interessa se sono venticinque anni, cinque, o cento. Lui dovrebbe soltanto avere il meglio, e questo non è il meglio." Sibilò a denti stretti, stringendo le mani sul tavolo. Jungsu rimase in silenzio, sospirando e poggiando entrambe le mani sul tavolo senza dire niente. Sungmin, a sua volta, rimase in silenzio per qualche secondo, avvertendo la tensione. Alla fine, decise di dire qualcosa, qualsiasi cosa, l'importante era rompere quel silenzio.

 

"Sei troppo pessimista Youngwoon. Tante cose brutte accadono alle persone buone, tu per primo lo sai. Ma.. Pensa se l'operazione fosse andata male e basta, senza un margine di recupero. In fondo ha ancora molti anni a disposizione per godersi tutte le cose che un giorno non potrà più vedere. Potrete viaggiare, potrai mostrargli tutte le cose che non ha mai visto.. Potrete guardare la televisione insieme, potrete anche solo.. Guardarvi negli occhi." Disse alla fine con la voce piena di convinzione. Youngwoon rimase in silenzio, mentre Jungsu sentì il cuore battere impercettibilmente più velocemente di prima. Nonostante avesse già iniziato ad allenare i suoi occhi, non aveva ancora mai visto Youngwoon. Non l'aveva ancora mai guardato. Youngwoon era la cosa più importante della sua vita, era la cosa a cui teneva di più, e voleva essere capace di vederlo completamente, senza sfumature, senza sbavature. Voleva poter guardare ogni angolo del suo viso senza che il minimo tratto venisse appannato. Voleva guardarlo negli occhi e vederli sul serio. Strinse i denti, cercando di non lasciarsi andare all'emozione che gli si accumulava nel petto ogni volta che pensava a quando finalmente lo avrebbe visto. Prese velocemente la mano di Youngwoon e la strinse forte, voltandosi verso di lui e sorridendo.

 

 

Quella stessa notte, Youngwoon lo aveva stretto forte a sè e aveva baciato ogni angolo del suo viso, scendendo sul collo, per poi salire di nuovo alle sue labbra.

 

"Mi dispiace." Aveva sussurrato poi, con la voce spezzata. Jungsu, tenendo gli occhi ben chiusi, aveva fatto scivolare il dorso della sua mano sulla guancia di Youngwoon, sorridendogli appena.

 

"Per cosa?" Gli chiese.

 

"Per come sono andate le cose. Io voglio solo il meglio per te, e.. Non sai quanto volevo che tutto andasse bene." Aveva sussurrato Youngwoon, spostandosi finchè non si era trovato sdraiato su di lui, le gambe di Jungsu a stringerlo a livello della vita. Aveva poggiato il viso contro il suo petto e aveva sospirato, aspettando che Jungsu dicesse qualcosa, qualsiasi cosa.

 

"Youngwoon.. Sungmin ha ragione." Quella fu la risposta pura e semplice di Jungsu.

 

"Ma.." Prima che potesse dire altro, Jungsu lo aveva zittito con un bacio. Lo aveva spinto a socchiudere le labbra mordendole dolcemente e aveva fatto scivolare la lingua contro la sua, risucchiando con quel singolo gesto tutta l'aria dai suoi polmoni. Solo dopo qualche minuto lo aveva lasciato andare di nuovo.

 

"Niente ma. Youngwoon.. Vedere non è la cosa più importante per me. Sei tu la cosa più importante per me. Quando sei al mio fianco, tu mi stai già dando tutto ciò di cui ho bisogno. Io ho già il meglio, lo capisci? E quando finalmente sarò in grado di vederti, mi basterà. Anche se dovessi vederti una volta sola." Aveva sussurrato roco sulle sue labbra. Dopo qualche secondo aveva sentito la bocca di Youngwoon incurvarsi in un sorriso e si era sentito spingere di nuovo contro il materasso, venendo poi baciato con più forza.

 

"Ti amo."

 

 

"Ci vedi?" Gli chiese Daesung muovendo lentamente una mano di fronte al suo viso. Jungsu annuì con un sorriso luminoso sul volto. Quel giorno, era andato allo studio di Seunghyun senza Youngwoon, dal momento che aveva ricominciato a lavorare ed aveva molto meno tempo libero. Aveva preso un taxi e socchiudendo gli occhi era riuscito ad arrivare allo studio del suo dottore senza bisogno di scontrarsi con il muro, o qualsiasi altro ostacolo si trovasse davanti. Personalmente lo trovava un grosso miglioramento. Adesso, mentre nella luce della stanza Daesung teneva una mano di fronte al suo viso, Jungsu si rese conto di quanto effettivamente fosse migliorato. Erano passati diversi mesi dall'operazione, e la sua vista sembrava essersi ristabilita completamente. Daesung abbassò una mano e controllò i suoi occhi, prendendo in mano quella che sembrava una piccola torcia. La accese e la puntò contro l'occhio sinistro di Jungsu.

 

"Segui la luce. E dimmi se ti fa male." Gli disse con un sorriso. Jungsu seguì con attenzione la luce che si spostava da destra a sinistra, dall'alto al basso. Dopo aver fatto lo stesso con l'occhio destro, Daesung lo guardò con un sorriso.

 

"La mobilità dell'occhio è totalmente ristabilita. Dimmi, vedi sfocato?" Jungsu scosse la testa.

 

"Vedo benissimo." Mormorò, trattenendo appena l'eccitazione. Daesung gli sorrise e poi si sedette sulla scrivania di Seunghyun.

 

"Allora ti dichiaro ufficialmente guarito." Disse con aria felice. Jungsu sorrise, un sorriso talmente sentito e sincero che quasi sentì dolore alle guance. Si prese qualche secondo per osservare Daesung con aria quasi affascinata. Era piacevole. La prima cosa che vedeva dopo anni di buio, era un viso sorridente e giulivo, sinceramente felice. Lo considerava un buon inizio, una buona prospettiva.

 

"Jungsu.. Posso farti una domanda?" Gli aveva chiesto Daesung mordicchiandosi poi timidamente l'unghia del pollice. Jungsu lo guardò, in parte confuso, in parte intenerito dal quel comportamento infantile.

 

"Certo." Rispose.

 

"Io.. So che non è molto professionale, e che se Seunghyun mi sentisse mi prenderebbe a calci, ma.. Come ci si sente ad essere ciechi? Voglio dire, so com'è, ma.. Come ci si sente?" Gli aveva chiesto con aria preoccupata, quasi come se temesse di fare una domanda inappropriata. Jungsu rise di cuore vedendolo così preoccupato. Molte persone gli avevano fatto la stessa domanda, ma lui non si era mai offeso. Anzi, in un certo senso aveva spesso sentito un certo senso di superiorità nello spiegare alle persone una cosa che non avrebbero mai potuto capire.

 

"Come mai questa domanda?" Gli aveva chiesto poi, giocherellando con lui in modo del tutto consapevole. Ridacchiò quando vide Daesung arrossire e scuotere le spalle.

 

"Ecco.. So come si cura la cecità.. Ma mi sono sempre chiesto come ci si senta." Jungsu decise di smettere di giocare al gatto e il topo e dargli una risposta, la più sincera che potesse formulare.

 

"È difficile da spiegare. Potrei dirti che è simile al camminare per casa di notte senza accendere le luci, ma non è del tutto esatto. Perfino durante la notte è possibile vedere, se ci si guarda bene attorno. È... L'oscurità più totale. Hai presente tutte le luci che vedi davanti agli occhi anche quando sei ad occhi chiusi?" Daesung annuì.

 

"Non ci sono nemmeno quelle. È una sensazione spaventosa all'inizio, ma ci si abitua. Anche se.. Per quanto tu possa abituarti, ti sembra sempre e comunque di essere immerso nel petrolio, di essere finito in un buco nero. Per quanto tu possa smettere di sentirti disorientato, resta sempre e comunque una cosa che fa paura." Dopo qualche attimo, Daesung si era alzato e lo aveva abbracciato. Un abbraccio breve, ma che trasmetteva molto.


"Sono felice che tu non ti debba più sentire così." Jungsu sorrise e gli diede qualche pacca affettuosa sulla schiena.

 

"Devo ringraziarti. È stato anche merito tuo."

 

Appena tornato a casa, Jungsu si lasciò cadere seduto sul divano, buttando sul tavolo i suoi occhiali da sole di cui ormai non aveva più bisogno. Si guardò intorno, osservando per la prima volta, l'appartamento di Youngwoon. Era minimale, chiaro e di buon gusto. I mobili erano per la gran parte scuri, il divano era di quel meraviglioso rosso che Jungsu personalmente amava, mentre le pareti erano bianche, immacolate. Era tutto molto pulito e ordinato. Osservò per qualche attimo la grande televisione ancora spenta, sentendo l'impulso di accenderla. Decise di resistere, di aspettare. Youngwoon sarebbe tornato a momenti. Sentiva il cuore battere forte nel petto, una forte emozione spandersi in tutto il suo corpo, facendolo sentire caldo ed impaziente. Quella sera, lo avrebbe visto per la prima volta. Lo avrebbe visto sul serio, avrebbe visto i suoi occhi, avrebbe visto di che colore erano, avrebbe visto il colore dei suoi capelli, il colore della sua pelle. Era felice di aver aspettato fino a quel momento, sapeva di aver fatto la scelta giusta. Sapeva che Youngwoon si era sentito frustrato quando si era reso conto che Jungsu non lo aveva ancora mai guardato, ma sapeva con la stessa certezza che sarebbe stato felice quanto lui di sapere il motivo della sua scelta. Accennò un sorriso, abbassando lo sguardo sulle sue mani, strette a pugno per l'emozione. Si impose di rilassarsi, prendendo un respiro profondo e stendendo le mani.

 

Non appena sentì la porta di casa aprirsi, circa venti minuti dopo, tutti i suoi tentativi di rilassarsi si annullarono immediatamente. Sentì i passi di Youngwoon avvicinarsi al salotto, ed il suo cuore batteva così forte da fare male, tutto il suo corpo vibrava per l'adrenalina, era talmente teso che sentiva le orecchie fischiare. Pochi secondi dopo, Youngwoon era lì.


"Sono tornato." Disse Youngwoon con un sorriso, senza guardarlo, frugandosi nelle tasche. Jungsu sentì la sua gola stringersi in un nodo mentre lo guardava. Cacciò indietro le lacrime pur di continuare a vederlo. Era cento, mille volte più bello di quello che le punte delle sue dita avessero mai trasmesso. I suoi capelli erano neri e brillanti, i suoi occhi erano altrettanto scuri e profondi, ed il suo sorriso era.. Indescrivibile. Jungsu si perse nel modo in cui i suoi occhi si assottigliavano quando sorrideva, si perse nei suoi zigomi alti, nella forma ed il colore delle sue labbra. Lo fissò in silenzio dal suo posto sul divano, mentre Youngwoon toglieva il cellulare dalla tasca, lo poggiava sul comodino e poi si sfilava la giacca, per poi appenderla sull'attaccapanni. In quel momento, Jungsu si alzò, restando immobile, rivolto verso di lui. Non avendo ricevuto risposta, Youngwoon si voltò verso di lui, e Jungsu sorrise appena vide la sua espressione quando si accorse che Jungsu lo stava guardando. Le sue guance presero colore e si avvicinò di qualche passo, per poi fermarsi. Jungsu lo guardò, da testa a piedi, guardandolo come se stesse guardando un'opera d'arte.

 

"Youngwoon.. Sei davvero bellissimo."


Fin
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Super Junior / Vai alla pagina dell'autore: SvnnyDay