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Autore: Matilde di Shabran    26/02/2014    1 recensioni
Seguito di Tonight - L'incontro.
"Don't want you to feel like
I take you for granted"
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Tonight '
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“Forse sarebbe stato meglio se fossi andata a casa a dormire, sarai stanca per il viaggio” asserì Nicky accarezzandole i lunghissimi capelli, mentre giacevano abbracciati sul divano del grande salotto arredato sui toni del panna, con in sottofondo le voci di un film mai realmente seguito, quando il sole era ormai sorto.

Avevano trascorso assieme l’ultima serata di lei in Irlanda restando in tranquillità a casa di lui e, quando ormai erano giunte le due del mattino, lei decise di non tornare a casa per la notte, per poter trascorrere con lui quanto più tempo le era possibile.

“Tanto non avrei chiuso occhio… avrei passato la notte a piagnucolare” ridacchiò.

“Lo stai facendo anche qui” ribatté asciugandole una guancia con il dorso della mano.

“Però almeno sono in buona compagnia. Viky per certe cose non è proprio adatta: ha un'innata capacità di essere assillante...”

“Tu lo sai che puoi ancora cambiare idea, che puoi restare qui…” cambiò repentinamente discorso.

“Sì, lo so. E so anche che più di qualcuno sarebbe estremamente contento se lo facessi” disse ammiccando in sua direzione “Ma devo andare. La mia famiglia mi manca troppo…” si bloccò “E tu mi mancherai quando sarò a casa…” sbuffò stizzita. “Perché non ho il dono dell'ubiquità? Sarebbe così semplice!”

“Ma poi tireresti fuori la storia del dipendere da me” disse, fallendo miseramente nel tentativo di imitare la voce di lei.

“In effetti... Ma tanto è impossibile, quindi è inutile perdere tempo a pensarci” sbuffò. “Il punto è che, qualsiasi cosa decida, oltre che me stessa, deludo qualcuno. E questo non mi va!”

“Non ti preoccupare di quello che penso io. È normale che tu voglia rivedere la tua famiglia e i tuoi amici.”

“Sì, lo so. Però non sei contento.”

“A me basta che tu sia felice. L’importante e che tu scelga quello che veramente vuoi, per non dovertene pentire in futuro.”
“Ma io non sono felice, è questo il punto!” sbottò esasperata “Vorrei poter accontentare tutti: me stessa per prima!”

“Non voler vedere la situazione così negativa a tutti i costi! Adesso iniziamo la promozione del nuovo album, quindi in questo periodo riusciremmo a vederci poco, anche se tu restassi a Dublino. Almeno a casa tua sarai tranquilla con la tua famiglia e i tuoi amici. E poi, puoi raggiungermi quando vuoi, lo sai… E finiscila di piangere!” sorrise, dopo una breve pausa, baciandole il naso.

“È meglio che vada a casa” concluse Francesca abbracciandolo, cercando di cambiare argomento e di non pensare più a ciò di cui avevano appena parlato “fra poche ore ho il volo e devo chiudere le valigie.”

 

 

“Non ci posso credere!” esclamò Victoria mentre Francesca stava sistemando le ultime cose nell’unica valigia non ancora chiusa “Nicholas a-me-non-si-nega-niente Byrne non è riuscito a convincerti!”

“Viky, lo sai che era inutile, ormai avevo deciso. Punto. E poi io non sono seconda a nessuno in testardaggine: neanche al tuo bel cugino! Prima o poi devo tornare a casa... ”

“Sì, ma in vacanza, per un paio di settimane, e poi tornartene qui! Io cosa farò senza di te? Chi terrà pulita la casa? Chi mi dirà di mettere in ordine? Chi mi farà da mangiare?”

“Trovati una colf” la prese in giro.

“Divertente... Ma soprattutto, cosa farà lui???”

“Quello che faceva prima! La sua vita non si può certo definire noiosa… E poi come faccio a restare? La borsa di studio è finita e i miei genitori non riuscirebbero a mantenermi qui. Già frequentare l’università stando a casa è un bello sforzo per loro!”

“E tu vuoi farmi credere che lui non si sia offerto di pagare tutto, e magari di trasferirti a casa sua?”

“Sì, certo… però lo sai che non sono una sostenitrice della convivenza… Inoltre mi sentirei di approfittare dei suoi soldi… della situazione, insomma…”

“Nessuno ti avrebbe guardata male se lo avessi fatto. Non c’è nulla da vergognarsi a farsi aiutare da una persona che ci vuole bene, tanto più che si è offerto lui di farlo, non sei stata tu a chiederglielo.”

“Non mi interessa cosa pensa la gente. A me interessa come mi sentirei io ed è una situazione che preferirei evitare… E poi stiamo assieme da due mesi, sarebbe prematuro in ogni caso. Non voglio essere un peso per lui…”

“Un peso???” la interruppe bruscamente, scoppiando a ridere “Ma stai scherzando? Darebbe anche il sangue per farti restare qui! Ti chiuderebbe in casa pur di non separarsi da te!”

“Ci sarebbe anche qualche implicazione penale in quel caso, credo...” commentò sotto voce, riflettendo su quanto Viky stesse esagerando nell'esporre la sua opinione.

“Non riesco a capire perché ti comporti in maniera così autolesionistica!”

“Perché mi manca la mia famiglia! Mi mancano i miei amici, il mio paese, la mia casa! Anche se qui mi sono trovata benissimo, questi mesi lontana sono stati duri per me! Siamo razionali! Non posso sfuggire alla realtà, devo affrontare la situazione e per farlo devo per forza andarmene.”

“Ma quando tornerai a casa ti mancherà quello che hai lasciato qui!”

“Non posso stare da due parti contemporaneamente, sono costretta a scegliere.”

“Ma sei sicura di fare la scelta giusta?”

“No, è questo il punto… Non so cosa fare. Da qualsiasi parte vada qualcuno ne soffrirà, e io in primis…per un po’ di tempo starò a casa, poi vedremo. È un buon esame per il nostro rapporto. Può darsi che non vedendoci più con la stessa frequenza finisca tutto…”

Viky per qualche istante la fissò contrariata, senza proferire parola. Poi la sua espressione si addolcì e riprese: “Quanto credi a quello che hai detto? Dai! Questa non è una cotta, Francesca! Io non l’ho mai visto così preso da nessuna! E tu... beh, non ti conoscevo prima, ma il tuo non mi pare l'atteggiamento di una che sta vivendo una storiella come un'altra. Semplicemente soffrirete da impazzire tutti e due finché non deciderai che sei stufa di starci male tu, e di far stare male lui, e tornerai dove è bene che tu stia, cioè assieme a lui!”

“Va bene signor oracolo. Se lo dice lei, sarà così.”

“È così, Francesca. Ci metterei la mano sul fuoco!”

“Non lo so… forse hai ragione. Ma se finisse davvero tutto?”

“Vedrai che tornerai presto. Prima di quanto tu lo possa immaginare. Te lo assicuro.”

 

 

“Ultima opportunità per cambiare idea” cantilenò Viky di fronte al gate.

“Non rendermi tutto più difficile di quanto già non sia…” mugugnò Francesca, alzando gli occhi al cielo.

“Io devo scappare adesso” disse abbracciando l’amica “Così voi piccioncini potete salutarvi in pace… Mi mancherai secchiona! Torna presto!” concluse allontanandosi e salutandola con la mano.

“Stai bene?” domandò Nicky prendendola tra le sue braccia.

“Moderatamente…” cercò di essere ironica.

“Non ho intenzione di chiederti di nuovo di restare qui” le sussurrò “però sappi che, se avessi cambiato idea, non ti dovresti fare il minimo problema a dirmelo.”

“Io…” cercò di intervenire provando a buttare giù le lacrime che stavano minacciando di iniziare a scendere, ma fu zittita da un delicato tocco della dita di lui sulle sue labbra.

“Ascoltami, ti prego. È difficile anche per me parlare in questo momento” disse traendo un profondo respiro “Io so che ti amo. Più di ogni altra cosa. Prima di incontrare te non avevo la più pallida idea che si potesse provare un sentimento del genere per una persona. Tu hai il diritto di essere libera di fare le tue scelte… anche se spero che tu scelga me… Lo so, soprattutto in questo momento sono profondamente meschino a ripeterti questo, ma davvero non vorrei lasciarti andare, per nessuna ragione al mondo e sarei anche tentato di pregarti in ginocchio per convincerti! Mentirei se ti dicessi qualcosa di diverso: è quello che sento. Mi vergogno di essere così egoista, ma negarlo sarebbe una bugia.” Si fermò un attimo per riprendere il filo del discorso, che l'emozione del momento gli aveva fatto perdere. “Sappi che resterai nel mio cuore sempre e comunque, che ti penserò ogni minuto e che conterò le ore che mi separeranno dalla prossima volta che ti rivedrò... Ma più di tutto voglio che la tua decisione sia presa serenamente e che tu non faccia niente che non ti senta di fare. La cosa più importante, per me, è che tu non ti senta obbligata a fare qualcosa per poi pentirtene in futuro. Qualsiasi cosa tu decida, se per te va bene, andrà bene anche a me. Quello che mi importa più di tutto è la tua felicità. E poi il tempo passerà alla svelta. Vedrai, saremo di nuovo assieme in men che non si dica. Va bene?” le sorrise.

“Grazie” si sforzò di rispondere, anche se non aveva affatto voglia di parlare, stringendosi a lui con tutta la forza che aveva in corpo.

“Francesca, finiscila” pensò “Hai sentito cosa ti ha detto, no? Sta tranquilla! Lui non ce l'ha con te. Vuole solo il tuo bene. Abbi un po' di pazienza. Torna casa, vedi come si evolvono le cose e poi inizia a pensare a cosa vuoi veramente fare del tuo futuro. Su! ... Ma io non voglio avere pazienza! Sono già stufa adesso! Voglio stare con lui. Voglio lui! E voglio tornare a casa... Perché non posso portarmelo dietro?! Io non lo voglio lasciare. Non voglio tornare ad essere sola... Ok. Non proprio sola. Ho un mucchio di amici, ma è diverso! Loro non sono lui! E lui non è loro... E io voglio bene anche a loro! Ho capito che chi troppo vuole nulla stringe, ma è così ingiusto! Lui dice di essere egoista, ma io lo sono di più! Voglio stare in Irlanda, ma anche in Italia. Voglio stare con lui, ma anche con i miei amici e la mia famiglia. Chiedo troppo? Evidentemente sì... Ooooh, Francesca! Finiscila! Smettila di comportarti come una bambina dell'asilo che fa i capricci! Hai preso la tua decisione e adesso ne paghi le conseguenze! Che poi non cade mica il mondo! Non sei la prima a vivere una relazione a distanza. Sei più svenevole di Dorabella o Fiordiligi quando salutano i fidanzati che partono per la guerra nel Così fan tutte. E quella scena è ridicola! Sì, decisamente ridicola... Una parodia, in effetti... (1)”

Dopo qualche istante, ai singhiozzi si sostituì una risatina che sapeva di isterico.

“La sai una cosa? Siamo patetici! Stiamo facendo un scena madre da melodramma per niente. Cioè. Sto andando via, ma non vado in guerra. Nessuno ci sta separando e niente ci impedisce di rivederci, giusto? Solo adesso mi accorgo di quanto sono stata stupida ad ingigantire la questione. Ok. Mi mancherai, ma l'hai detto tu stesso: adesso partite in promozione e anche se fossi rimasta a Dublino ci saremmo visti ben poco, non è vero? Ci basterà prendere le misure. Abituarci a questa nuova situazione e imparare a gestirla. Complicato, ma non impossibile. Se lo vogliamo, ci possiamo riuscire. In fondo esistono sempre gli aerei...”

“Brava!” le sorrise “è così che ti voglio!”

“Stai zitto, che questa scena da melodramma con tanto di saluto finale col fazzoletto sventolato ti piaceva da matti!”

“Sai che a me piace essere teatrale” le fece l'occhiolino.

“Oh sì, ti conosco...” alzò gli occhi al cielo.

“Però quello che ho detto, lo penso veramente.”

Lei annuì. Si abbracciarono. In silenzio. Per lunghi istanti. Poi lui le avvicinò le labbra all'orecchio e intonò:

 

Just close your eyes
And you'll be here with me
Just look to your heart
And that's where I'll be
If you just close your eyes
Till your drifting away
You'll never be too far from me
If you close your eyes

 

Sarò sempre con te” le sussurrò all’orecchio “sempre…”


Nota:
(1) per chi volesse vedere di quale scena dal Così fan tutte di Wolfgang Amadeus Mozart, consiglio questo video http://www.youtube.com/watch?v=_t3fpS3dvhY

   
 
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