Fanfic su artisti musicali > Mika
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Autore: Polveredistelle_    26/02/2014    2 recensioni
Cosa succederebbe in un'ipotetica nuova serie di Xfactor?...
Esattamente un anno dopo, stessi giudici, stesso palco, stesso presentatore, stessi vocal coach, ma concorrenti diversi.
E se poi, un concorrente in particolare conquista un giudice, riccio un po' svitato?
E se poi, aggiungiamo a tutti questi ingredienti anche gelosie, incomprensioni, rivalità? Che pastrocchio ne uscirà fuori?
Beh non vi rimane che leggere e recensire...
Dal capitolo 2:
Il riccio rise, non cercò di trattenerla quella risata e questo mi fece insospettire, vedendo la mia faccia perplessa smise di ridere. –Tu sei gay- sbiancai, e a quella mia reazione rise ancora di più, come aveva fatto a scoprirlo?.
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Oh god, che labbra da urlo che aveva, fine ma abbastanza piene da non sembrare solo una linea sottile, così rosse che sembrano create artificialmente, facevano contrasto con quella pelle diafana che profumava di menta. Cazzo, qualcosa tira, e purtroppo per me, non si tratta del ramo che mi si è appena incastrato tra i capelli.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Mika, Nuovo personaggio
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter 3: Give me a kiss.

Adoro il giorno, adoro la luce, il sole, il caldo…ma per favore, quel giorno avrei solo voluto spegnere quella cazzo di sveglia, e chiudere quella cazzo di finestra che emanava fin troppa luce per i miei gusti.

Mi alzai dal letto e mi stiracchiai, grattandomi gli occhi con un pugno come fanno i bambini piccoli. In boxer scendo in cucina, dove seduto su uno sgabello c’è Davide, che non messo meglio di me stava mangiucchiando un “Pan di Stelle” togliendoci prima tutte le stelline e poi mangiando il frollino al cioccolato. 

-‘Giorno- lo salutai  sedendomi accanto a lui e versandomi un bicchiere di succo alla pera. Davide mi guardò schifato, -Ecco, mi stavo appunto domandando chi sano di mente in questa casa poteva bere suco di pera e poi puff… e arrivi te- io gli feci una smorfia e continuai a bere, intanto era sceso anche Daniele che era intento a bere una tazza di latte e caffè. 

Verso le dieci arrivò Mika, era mercoledì, quindi il giorno dopo ci sarebbe stata la prima puntata del talent e Mika avrebbe dovuto apportare le ultime modifiche alle nostre “performance” e poi saremo stati pronti per la serata. –‘Morning guys, dormito bene?- disse trotterellando per la cucina con la sua solita t-shirt bianca e un semplice paio di jeans scuri. –Mika, mi spieghi l’utilità di averci fatto svegliare alle sette?- dissi lanciandogli un biscotto che prese al volo e mangiò.
–My angel, pensavo che tu non ti saresti lamentato, god italians guys tutti uguali- lo fulminai con gli occhi ricevendo un ghigno da parte del riccio.
–Ok, today, non ci saranno prove- sputai il succo di pera, che andò a finire in sputacchi sul viso di Daniele seduto davanti a me, Davide scoppiò a ridere insieme a Mika, mentre il biondo mi guardava male. –Cosa? E domani.. cioè come faremo domani?-  il cantante gli fece l’occhiolino e lui subito arrossì.
–Don’t worry angel, sei pronto non hai bisogno di provare oggi ci divertiremo-.

Detto questo ci vestimmo tutti e tre, mentre Mika beveva il suo caffè “americano” (brodaglia allungata con l’acqua secondo il mio modesto parere).
Optai per una t-shirt con scollo a V rossa, con un paio di jeans blu e un paio di evans dello stesso colore dei jeans, misi gli occhiali da sole e scesi in salotto, dove i tre dell’ave Maria mi stavano aspettando già tutti pronti. 

Il programma di Mika era, giretto per Milano, poi avremmo cenato in un ristorantino li in zona, e in fine ci saremo riuniti nel loft a fare giochi stupidi, a mangiare schifezze e a guardare film a sfondo sessuale (non porno, troppo per un tipo “candido “ come lui” con battutine da parte di Davide.)

La prima parte dei piani, cioè giretto e pranzo era già stata svolta, infatti ritornarono nel loft carichi di pacchi e pacchetti di vestiti scarpe e chi più ne ha più ne metta, così dopo aver messo a posto nelle varie stanze i loro acquisti decisero di giocare a dei giochi da tavola.
La scelta era ricaduta tra; Monopoli, Twister, Cluedo e Taboo. Io aveva optato per Taboo, adoravo quel gioco mentre ovviamente gli altri tre optarono per Twister, ho sempre odiato quel gioco, mi ritrovavo sempre in situazioni imbarazzanti
. –Oh no io a quel gioco li non partecipo- dissi alzando le mani e sedendomi sul divano posto davanti al tavolo con sopra sparsi i giochi da tavolo.
–Oh si che ci giochi, oppure hai paura di perdere?- disse quel diavolo di Davide puntando sull’orgoglio, mi girai a guardare Daniele che aveva preso in mano il regolamento del gioco, aveva deciso che lui avrebbe detto le parti del corpo da associare ai colori, quindi rimanevano lui, Mika e Davide. Deglutì e guardò Mika.
Si rese conto che il riccio lo stesse già guardando con sguardo di sfida, e proprio in quel momento accettò.


-Ok.. aspettate che state messi male, allora Davide metti la mano destra sul cerchio giallo vicino al piede di Mika- il moro guardò il cerchio giallo ma quando andò a posare il braccio su di esso, cadde a terra.
–Oh.. mi dispiace amico ma sei eliminato.. ok continuiamo allora Mika metti il piede destro sul cerchio verde- il riccio fece quello che gli aveva ordinato finendo con una gamba sotto il mio braccio e con il busto piegato verso di me, intanto l’altro ero diventato di un colore cianotico per la vergogna, avevo praticamente una mano pericolosamente vicina al bacino del riccio che invece si stava divertendo un mondo a  giudicare dal sorrisetto che aveva stampato sul volto.
–Cristo.. basta non ce la faccio più- dissi io, ma prima che potessi crollare Davide mi fermò con un sorrisetto bastardo sul viso.
–Facciamo una scommessa- io sbiancai, mentre il giudice sorrise in un moto di sfida.
–Chi crolla per primo deve fare una penitenza che sceglierà l’altro- disse trionfante battendo il cinque al riccio biondo che aveva vicino.
–E tu che ci guadagni scusa?- chiesi imbronciato spostando leggermente la gamba di Mika per guardarlo in faccia.
–Nulla, mi divertirò un mondo a vedervi lottare- io sbuffai mentre l’inglesino ridacchiava.
–Ok ci sto- dissi, tanto non poteva andare peggio. –Yes, anche io ci stò, mi piacciono le scommesse.-

Avete presente quando in un cartone animato oppure in uno dei quei telefilm simpatici, il protagonista dice la frase “Cosa potrebbe accadermi di peggio” e poi gli succedono le cose peggiori inimmaginabili? Ecco, questo è quello che mi era successo a me dieci minuti fa, mi ero ritrovato praticamente spalmato contro il petto di Mika, con una sua gamba sopra la mia coscia e il mio braccio molto vicino al suo viso, anzi i nostri visi erano molto vicini, e per l’imbarazzo e un momento di mancamento  per quel corpo caldo e muscoloso che aveva addosso, mi ero lasciato cadere finendo per terra, e con il riccio steso sopra.
–Yeah! I win, adesso deci fare la penitenza my angel- pronunciate quelle parole, sbiancai.
–Dai, ma non vorrai veramente dargli ascolto vero?- chiesi leggermente preoccupato.
–OH, yes, ma non adesso più tardi ok?- io annuì, intanto gli altri due erano andati in cucina a sgranocchiare qualche cosa, io ancora rosso come un peperone li raggiunsi, e iniziai  a mangiare qualche patatina, quando il riccio mi tolse il pacchetto dalle mani.
–Le patatine are badly per te- io lo guardai allucinato poi sbuffai.
–E chi sei mio padre?- dissi scocciato bevendo un bicchiere di succo di pera.
–Yes, so vai a letto che è tardi- spalancai gli occhi mentre quegli altri due celebrolesi se la ridevano allegramente.
–Ma sono le dieci, nemmeno le galline vanno a letto così presto.- Mika sorrise, per poi tornare serio.
–Si ma te sei piccolo- disse alzandosi dalla sedia.
–Ma se ho diciott’anni- mi lamentai seriamente preoccupato per lo stato di salute del giudice.
–Yes but loro ne hanno di più, quindi go to bed  now-.
Feci finta di non sentirlo mentre iniziai ad ascoltare un discorso che stavano facendo gli altri due sul talent, poi sentì Mika sbuffare e il rumore di una sedia che veniva spostata, in un battito di ciglia si era ritrovato sollevato come un sacco di patate in collo al Riccio che lo stava portando di peso in camera sua, sotto le risa sguainate degli altri due ritardati. –METTIMI GIU, MIKA- strillai al riccio iniziando a dare pugni, poi smisi.
Qualcos’altro aveva  attirato la mia attenzione, proprio a pochi centimetri dalla mia faccia, c’era il sedere sodo del cantante anglo-libanese. Il riccio accortosi dell’improvviso del mio cedimento si fermò, cercando di guardare quello che stessi facendo, ma avendo sentito che si era fermato, distolsi lo sguardo per non essere “sgamato”. 

Entrò in camera e mi buttò sul letto, io imbronciato mi sedetti con la schiena appoggiata allo schienale del letto e a gambe e  braccia incrociate, mentre Mika si era seduto sulla piccola poltrona accanto alla finestra.
Io cercai di non guardarlo, ma infondo anche l’occhio voleva la sua parte, quindi voltò il viso verso il riccio e si accorse che questo già lo stava guardando.
–Perché mi hai fatto venire qui così presto? Io non ho sonno- dissi con una voce simile a quella dei bambini. Il moro sorrise, poi si alzò dalla poltrona.
–Because tu devi scontare la tua penitenza- li sbiancai, e arrossì allo stesso tempo, cosa voleva fare? Si avvicinò al letto e si sedette davanti a me.
–C-cosa intendi dire esattamente?- chiesi balbettando leggermente. Mika sorrise, credo perché si aspettasse quella mia domanda.
–Un bacio, only a kiss- continuò poi in inglese, io arrossì furiosamente e abbassai lo sguardo, il riccio sorrise poi avvicinò sempre di più il suo viso al mio.
Accarezzò la mia guancia poi fece una lieve pressione sotto il mento per farmi alzare lo sguardo, quando incontrai i suoi occhi rimasi incantato, mentre osservavo il moro guardare insistentemente le me labbra, si avvicinò sempre di più, chiusi gli occhi e mi inumidì le labbra. Poi senti un’altra lieve carezza su una guancia arrossata e una leggera pressione all’angolo della bocca, poi basta, nient’altro. Riaprì gli occhi e mi ritrovai davanti il riccio che sorrideva.
–No, not now- e sfiorandomi ancora una volta un angolo delle labbra con le proprie si alzò dal letto e se ne andò.

Ero basito, ero rimasto li in quella posizione con gli occhi spalancati per moltissimo tempo, per poi alzarmi e dirigermi in bagno,  mi guardai allo specchio, ed ero letteralmente sconvolto, quel ragazzo mi sconvolgeva.
Una carezza, un lieve sfioramento di labbra quasi impercettibile, ed infine un bacio all’angolo della bocca, Mika voleva farmi impazzire, e ci stava riuscendo. Ma gli avrei dato filo da torcere può starne certo.


 

  
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