Adesso è noi Guardai i capelli di Jamie muoversi sotto il soffio leggero del vento. I suoi tratti decisi, la pelle chiara, gli zigomi alti e sporgenti. Mi guardò e mi sentii invadere dall'azzurro dei suoi occhi. Scostò con naturalezza una ciocca di capelli mossi e rossicci che mi era andata davanti a un occhio e sentii le mie guance andare a fuoco. Se ne accorse e sorrise. -Che c'è, ti faccio arrossire?- tutto il sangue che avevo in corpo si concentrò sulle mie guance. Lui rise, una risata sincera. Feci finta di niente e continuai a guardare giù, mentre arrivavamo sempre più in basso. -Ok, ok. Scusa. Eri troppo divertente!- mi disse quando ebbe smesso di ridere. Ormai il giro sulla ruota panoramica era finito e scendemmo. Feci l'offesa, non guardandolo in faccia. Ma poi non mi trattenni più e gli diedi una spinta affettuosa, me la restituì e cercò la mia mano. Intrecciai le dita alle sue, sentendo i nostri palmi attaccati e una strana sicurezza invadermi ogni fibra. Mi sentivo al sicuro, per la prima volta dopo tanto. Ed ero felice. Aveva quell'insolita capacità di farmi stare bene. -Pranziamo insieme?- chiesi, la mia voce aveva quasi un tono supplichevole. -Certo che si!- rispose. Mi lasciò la mano e iniziò a giocherellare con una ciocca dei miei capelli rossicci. Di solito era una cosa che odiavo, farmi toccare i capelli, ma con lui era diverso. Con Jamie era tutto diverso, inutile negarlo. Si fermò e mi incatenò a se con i suoi occhi, che penetravano nel marrone dei miei con la forza di un mare in tempesta. Si avvicinò sempre di più, mi prese il viso tra le mani. In un attimo le sue labbra furono sulle mie e si schiusero in un bacio. Chiusi gli occhi. -Scusa.- disse quando si staccò da me. -se non volevi mi dispiace. Fa finta che non sia successo.- ma il mio sorriso si allargò. -Cosa ti fa pensare che non volessi?-Non...non so. Ci siamo conosciuti ieri, non pensavo che, sai...- -Shh.- gli poggiai in dito sulle labbra che poco prima avevano sfiorato le mie. -Se ti sei pentito, non fa niente, posso capirti...- -Pentito?- mi bloccò -Dovrei essermi pentito di averti baciata? Sei fuori strada.- mi disse sorridendo. I suoi occhi brillavano. Mi prese il viso tra le mani e mi baciò con più decisione. Ricambiai il bacio sentendomi avvolta da una strana elettricità. Jamie mi scostò una ciocca di capelli mossi che era ricaduta sul viso mettendomela dietro le orecchie. In quel semplice gesto c'era una dolcezza che nessuno aveva mai avuto con me. -Non ho più paura- sussurrai senza volerlo. Quel pensiero era uscito dalle mie labbra, come se non aspettasse altro. -Paura di cosa?- chiese Jamie prendendomi la mano e iniziando a camminare. -Paura di amare.- risposi con un velo di malinconia. -Perché avevi paura?- la mia stretta sulla sua mano si fece più salda a quella domanda. -Se non hai voglia di parlarne, non preoccuparti, ok? Quando sarai pronta mi racconterai.- mi sorrise. Sapevo che avrebbe voluto sentire la mia storia, ma no, non ce la facevo, non ero ancora pronta. Annuii. - Grazie.- gli dissi ricambiando il suo sorriso e guardandolo negli occhi. -Grazie per tutto quello che hai fatto per me in questi due giorni. È più di tutto ciò che qualcuno ha mai fatto per me.- ero sincera e la sincerità delle mie parole sembrò spiazzarlo. -Allora chiunque abbia mai avuto a che fare con te era uno stupido. Non ha mai capito con che ragazza speciale avesse a che fare. Fidati.- Mi fermai con le lacrime agli occhi e abbracciai Jamie. Un abbraccio forte, quasi a volermi fondermi con lui. Mi allontanai di poco per guardarlo, poi chiusi gli occhi e premetti le mie labbra sulle sue, che stavano diventando sempre più familiari. Mi persi in quel bacio. Era come quelli descritti nei tanti libri che avevo letto. Lì i ragazzi come Jamie baciavano le ragazze come me: quelle sempre per fatti loro, senza chissà quanti amici, sempre prese in giro per un motivo o per un altro. Ma quella volta era vero, ci stavamo baciando davvero. Assaporai quel momento fino all'ultimo istante, sperando non fosse solo un sogno.