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Autore: michaelgosling    01/03/2014    1 recensioni
1935. Una bambina olandese di nome Henny viene mandata a vivere in America perchè in pericolo: sebbene non sia qualcosa a cui Hitler è contrario rischia molto per via di qualcosa di segreto che riguarda il padre.
1947. Henny si ritrova ad essere testimone di una serie di omicidi: è l'inizio di una catena di eventi riconducibili a quel segreto a lei nascosto per anni e che la porteranno ad essere nuovamente in pericolo.
Si svelerà mai questo segreto? E perché qualcuno la vuole morta?
Genere: Mistero, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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111 CAPITOLO 37. AMORE

Il respiro del detective Butler era lento, come se si fosse fermato dopo una lunga corsa e avesse bisogno di respirare e di rimettersi in sesto.
Ma non aveva affatto corso.
Si era messo fin troppo lentamente.
I suoi occhi verdi erano chiari come non lo erano mai stati, e in nessun'altra occasione l'uomo fece così tanta fatica a trattenere le lacrime e a cercare di impedire, con tutte le sue forze, che gli rigassero il volto.
L'aveva fatto.
L'aveva davvero fatto.
Era tornato.. da lei.
Lo sguardo della ragazza non era così diverso da quello del poliziotto, ma nessuno osava parlare.
Erano a qualche metro di distanza e nessuno dei due non sembrava muovere un passo.
Non volevo allontanarsi: erano stati lontani l'uno dall'altra per troppo tempo.
D'altro canto, però, quella cosetta che avevano dentro la testa e che prende il nome di cervello suggeriva loro di non avvicinarsi perchè, sebbene lo desiderassero come un malato desidera la guarigione, la loro unione significherebbe, statisticamente parlando, dolore per entrambi.
Era.. era una follia!
Erano così dannatamente diversi!
Così diversi da non vedere via di scampo.
Fu Henny a muoversi, facendo qualche passo verso il poliziotto, ma senza avvicinarsi troppo.
"Colton." mormorò, quasi in un sussurro.
Butler sentì dei brividi percorrergli la schiena.
Sentirla dire il suo nome era... era...
Non lo sapeva neanche lui.
"Ho lasciato Marianne." si affrettò a dire lui, come se fosse lì solo per comunicarle quello.
"Perchè?"
"Non ci arrivi?"
La ragazza abbassò lo sguardo, non riuscendo più a reggere quegli occhi chiari puntati su di lei.
Colton si morse il labbro e scosse la testa.
Senza dire nulla, si diresse verso la porta con l'intento di uscire e di non farsi più tentare perchè quella storia lo faceva solo stare male, ma non riusciva ad aprire la porta.
La sua mano era sulla maniglia, ma non riusciva a muoverla.
Ci provava, ma non ci riusciva.
Era il suo cuore che stava comandando la sua mano, questa volta.
Appoggiò la testa sulla porta e non si mosse.
Henny, non riuscendo a tollerare la tristezza dell'uomo che aveva davanti gli andò incontro, e lo abbracciò da dietro, in modo dolce ma al tempo stesso forte, posando la sua testa sulla schiena dell'uomo.
Sentirla dietro di sé fu ancora più devastante.
Sentire le sue mani delicate, il suo corpo stretto al suo, non facevano altro che diminuire la sua razionalità.
Non la toccava da così tanto tempo, e ora...
Ora non voleva rinunciare alle sue mani.
La sua forza cedette, e le sue lacrime, che fino a quel momento era riuscito a trattenere, inondarono le sue guance.
"Non mandarmi via! Non lasciarmi andare! Trattienimi! Io non voglio andare via! Io non..." singhiozzò il poliziotto, tra una lacrima e l'altra, e voltandosi verso la ragazza.
"No.. Non ti lascio andare.. Stai tranquillo."
"Lo so che avevamo detto che era solo una cotta... che sarebbe passata presto... ma... ma... a me non passa. Affatto."
Henny lo abbracciò dolcemente, fino a quando non divennero molto molto vicini.
Talmente vicini che i loro nasi e le loro fronti si toccavano.
Talmente vicini che se si fossero avvicinati, anche se di poco, un bacio sarebbe stato inevitabile.
"E' una pazzia. Lo sai, vero?" sussurrò la ragazza.
"Prima di conoscerti... non riuscivo a farmi toccare da nessuno e viceversa. Ora non voglio essere toccato da nessuno che non sia tu."
"Sei sicuro, Colton? Non sono così perfetta come credi."
"Non credo affatto che tu sia perfetta. Penso tu sia la persona più imperfetta che esista. Sei disordinata, goffa, pigra, negata in cucina, e sei anche un po' pazza. Ma vuoi sapere una cosa? Io sono più pazzo di te. Perchè ti amo. Da morire."
"Anch'io ti amo, Colton." mormorò la ragazza tra una lacrima e l'altra, commossa dall'improvvisa dichiarazione dell'uomo.
Il poliziotto fece un mezzo sorriso, quasi accennato, e sfiorò dolcemente le labbra della ragazza.
Si baciarono in un modo talmente delicato che sembrava avessero paura di rovinare l'altro, fino a quando, a poco a poco, i baci si fecero più profondi: passarono da un bacio leggero ad un bacio passionale con un accenno di lingua.
Colton non era mai stato così felice, e mentre si toglieva la giacca, la cravatta e tutto quello che aveva addosso, non riusciva neanche per un istante a staccare le sue labbra da quelle di Henny.
Non ci riusciva e non voleva.
Si spogliarono completamente, finendo nella camera da letto.
Il loro amore era così grande che non potevano più contenersi.
Il tempo che avevano passato a stare lontari era così tanto che non potevano più resistere e trattenere la passione.
Al diavolo Marianne, la lista e il resto del mondo.
Al diavolo tutto.
C'erano solo loro due.
Due anime così diverse che si erano conosciute perchè il Destino aveva deciso di fare loro un regalo meraviglioso.
Due anime che si incastravano perfettamente, e che non sarebbero mai tornate ad essere divise.

ECCCCCCOMI :D MOLTI DI VOI ASPETTAVANO CON TREPIDAZIONE QUESTA SCENA, E SPERO DI NON AVER DELUSO LE ASPETTATIVE! FATEMI SAPEREEEE :D CIAOO :)



  
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