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Autore: Pedio Uichi    03/03/2014    0 recensioni
L'arte del sapere mentire.
[se volete che la storia continui, fatemelo sapere]
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno.
Buona sera.
Buona notte.



Questa è una storia che si può leggere in qualsiasi momento della giornata. Ecco perché questo inizio scoppiettante.
Io sarò il vostro narratore.
Chi sono io?
Io sono Pedio Uichi. Per gli amici Uichi Pedio.
Scommetto che in questo momento state pensando a Wikipedia. Beh a quei tempi non c’era internet quindi, mi dispiace per voi ma, non è mia sorella.
Non credo di essere mai stato un bravo narratore,anche perché ho sempre odiato la scuola e di mio non ci sono mai voluto andare, perciò, mi limiterò a raccontarvi come meglio posso questa incredibile storia piena di colpi di scena e di italianismi andati a male.
Però io so tutto, passato presente e futuro, quindi non abbiate timore se alcune volte vi sorprenderò. Sono un po’ il guru della Firenze dei tempi.



Allora:
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi… eh?




Oh no. Ho sbagliato, chiedo venia.
Ho preso per sbaglio il quadernetto degli appunti di Alessandro Francesco Tommaso Antonio. E’ una persona sola, fidatevi di me, ma si fa chiamare Alessandro Manzoni Senior ed è il mio compagno di stanza. In effetti non capisco cosa ci faccia questo quaderno tra le mie cose, ma comunque, sorvoliamo. Però no dai, ha copiato la mia idea non è giusto.
Iniziamo: eh ehm!



Quel nano del lago di Londa, che volge alle dodici, tra due monti incatenati a formare due tette e golfi, é qui che nacque Lorenzo.
Lore o Renzo, che dir si voglia.
Prima di addentrarci nei meandri della storia, è meglio che ripercorriamo la nascita del piccolo Lorenzo, Lore o Renzo ,così , per fare un po’ di chiarezza.



Aprile 1448 ore: 1 meridiana e mezzo.

Ermenegilda Tornabuoni, se ne stava lì tra le strade della popolata Firenze intenta a fare compere in uno dei tanti mercatini di quartiere.
Ermenegilda non era una duchessa, tanto meno una principessa. Era solo una ragazza comune che aveva bisogno di svagarsi. Una di quelle ragazze che non doveva nemmeno uscire di casa, se non accompagnata dal capostipite della famiglia perché di rara bellezza.
Insomma nel 1448 non c’era tutta questa libertà, le donne ,soprattutto, non potevano concerdersi il lusso di fare quel che volevano. In effetti, le libertine c’erano ed erano le putte.
Le putte? Si! Le prostitute dei quartieri luridi di Firenze.
Quelle donne trasandate in cerca di sesso sfrenato e disinibito. Qualcuna me la ricordo, non che io abbia avuto esperienza in prima persona, però per sentito dire..eh.Non fatevi strani pensieri su di me, povero Pedio Uichi che sono.
Se non ricordo male , le più conosciute erano:
- Lorella, il cui motto era : “quanto ce l’ho sta mammella” .
- Lucrezia, che amava il suo slogan: “ciuccio tutto anche la schifezia”.
- Ed in fine Maddalena, la ragazza del “ c’ho un ulo quanto una balena”. La  c è muta.



Nude. Sempre nude.
Alcune facevano ribrezzo. Maddalena ne è un esempio.
Potevano mettersi un copri petto, o qualcosa per coprirsi. Però per loro sfortuna o fortuna che sia, il primo reggiseno, è nato ufficialmente nel 1889 dalle mani di Hermine Cadolle, bustaia di Parigi. Il primo esemplare era formato da due triangoli di seta rosa, insomma, un perizoma per capezzoli per dirla breve. Come faccio a saperlo io che sono del 15° secolo? Boh. Ho tirato ad indovinare.



Ma continuiamo con la storia.
Ermenegilda se ne stava lì a fare compere, ed era molto accaldata. Non che avesse la febbre, però stava diventando rossa in viso.
Voleva comprare delle Petonciane (melanzane, per quelli del resto dell’Italia) e le veniva da ridere sul come potesse essere stato dato questo nome ad un ortaggio così delicato.
Mastro Ubaldo, il re delle Petonciane le si avvicinò con fare incuriosito e le chiese:
- Madama, (c)he tu voi la peton(c)iana pe tu (c)asa?
Ermenegilda conoscendo poco l’accento fiorentino perché di origini Romane, accontentò mastro Ubaldo e ne comprò un paio e si dirisse verso casa.
Lungo la strada del ritorno, si fermò perché era stanca di portare con se tutta la roba che aveva comprato. Tutto ad un tratto iniziò a sentire una strana voce che sembrava provenire da molto lontanto.
La voce diceva:
- Aiutoooooo.
A li mortacci tua, se te piglio t’affonno.
Aiutooo, tirateme fuori da sto bucio. (buco)


-”Il pozzo!!”.
Esclamò Ermenegilda. Da lì proveniva la voce del povero disgraziato finitogli dentro.
Era Ubaldo il piccolo, figlio di Mastro Ubaldo, il famoso re delle Pentociane, ad essere finito dentro il pozzo spinto involontariamente da un carro passeggero che trasportava merce.


Ermenegilda cercava aiuto nelle vicinanze, ma il pozzo era molto distante dal centro abitato e nessuno poteva aiutarla a soccorrere il povero Ubaldo.
Uscito fuori dal pozzo, dopo tante peripezie, Ubaldo il piccolo ringraziò Ermenegilda ,la quale, preoccupata della salute del povero ragazzo, lo portò con se a casa sua.
Arrivati a destinazione, li accolse Ortenzia, la badante di casa Tornabuoni. Ubaldo venne aiutato a ripulirsi e invitato a prendere una tazza di the caldo.


I due cominciarono a piacersi sin da subito tanto che nell’arco di pochi mesi dopo una folgorante storia d’amore nacque il piccolo Lorenzo. Vi spiegherò a breve perché : “folgorante”.


Sin dai tempi dei tempi, l’atto sessuale è sempre stato lo stesso. Uno sopra, uno sotto bibidibobidibù e nasce il bambino dopo un po’ di tempo. In quegli anni, un mio amico di nome Mallanaga Vatsyayana (vatsiaiana) stava scrivendo un libro che poi prese il nome di Kamasutra.
Ubaldo il piccolo era uno studente di Mallanga e imparò a modo suo le tecniche di approccio impartitegli dal maestro.
Un quasi fallimento.
Mentre i due , Ubaldo ed Ermenegilda, stavano facendo il loro dovere, Ortenzia li spiò e si accorse delle piccole doti, quasi piccolissime doti, di Ubaldo.
La voce girò per tutta Firenze tanto che Ubaldo scappò e lungo la sua fuga, venne folgorato da un fulmine a ciel sereno.
Una storia alquanto triste per Ubaldo il piccolo.
Appena Mastro Ubaldo venne a sapere della morte di suo figlio, chiuse bottega e si ritirò in preghiera ignaro di avere un nipote.



9 mesi dopo, o quasi, nacque Lorenzo.
  
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