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Autore: LittleCatnip    03/03/2014    3 recensioni
Tre prove.
Due ragazzi.
Un serial killer. E un segreto.
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Cosa succederebbe se un killer sfidasse un ragazzo che non vede l'ora di diventare detective? E cosa succederebbe se gli portasse via il suo bene più prezioso? Tra segreti, avventura e amore, Shawn e Aima si affronteranno.
[Dal capitolo 5]
"... e per chi non l'avesse ancora capito, il gioco inizia ORA." Quando le campane scandirono i dodici rintocchi della mezzanotte si levò a pochi metri da me un urlo carico di terrore che mi fece gelare il sangue nelle vene.
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[Dal capitolo 18]
Sentivo il mio cuore scoppiarmi dentro al petto e batter sempre più forte, mentre piccole goccioline di sudore scorrevano lentamente lungo la mia schiena. Il monaco misterioso estrasse qualcosa dalla tunica e lo lanciò verso di noi. L’oggetto misterioso rotolò fino ai nostri piedi e non riuscii a trattenere un’imprecazione.
L’oggetto in questione era un teschio.
Umano.
Cominciammo a correre.
*le recensioni sono ben accette (:*
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Brain Storming
 
 
 




Shawn non vedeva l’ora che arrivasse Dimitri.  Erano le quattro e un quarto del mattino ed era distrutto per non aver chiuso occhio in tutto il giorno. Sì, aveva dormito fino alle quattro del pomeriggio, ma le seguenti dodici ore di emozioni intense lo avevano completamente sfinito. Se ne stava seduto su una panchina del binario dodici a tormentarsi nervosamente le mani, mentre tamburellava impaziente a terra con il piede, e a fissare il cielo. Quella notte era limpido, senza nuvole, e la luna illuminava i binari che sembravano risplendere di luce propria. In un altro momento avrebbe trovato tutto molto interessante, se non pittoresco, ma era troppo giù di morale per trovare qualcosa di bello in quell’ambiente. La sua ragazza era stata rapita dal serial killer più temuto del paese, suo nonno era morto nel tentativo di aiutarli e lui aveva dovuto abbandonare tutti quegli che gli stavano a cuore senza lasciare spiegazioni. Senza i suoi fratelli, i suoi amici e persino senza i conoscenti, Shawn si sentiva più solo che mai.
Udì dei passi poco distanti e si voltò: il suo migliore amico era arrivato in quel momento, interrompendo l’atmosfera tranquilla che aleggiava sulla stazione. Indossava dei jeans stretti, un giubbotto di pelle nero, scarpe da ginnastica e aveva le cuffie dell’Ipod nelle orecchie. Nella mano destra reggeva il suo skateboard e in spalla portava il borsone con il logo della squadra di pallanuoto di cui faceva parte.
Shawn gli corse incontro e in contemporanea Dimitri lasciò cadere il borsone a terra; i due ragazzi si abbracciarono stretti e Shawn sentiva le prime lacrime bagnargli il viso. Dimitri, avvertendo lo stato d’animo dell’altro, gli diede delle pacche rassicuranti sulla schiena, dicendogli che sarebbe andato tutto bene. Shawn continuò per qualche secondo, poi si calmò e si sedette sul marciapiede, lasciando penzolare le lunghe gambe sui binari. Dimitri lo imitò e per qualche minuto rimasero entrambi a fissare il vuoto.
“Non hai paura che qualcuno ci veda? Insomma, i treni viaggiano anche di notte.”
Shawn rispose subito “No, ho scelto questo binario perché questo è l’unico che non è stato dotato di telecamere di sorveglianza. Non so perché. Lo so e basta. Per quanto ne so il capostazione non si impiccia della gente che si aggira da queste parti, come se gli importasse qualcosa. E poi, anche se dovesse passare un treno, io mi ci butterei volentieri sotto. Sono un’idiota, maledizione!”
Il ragazzo, esasperato, si alzò velocemente e tirò un calcio alla panchina, imprecando. Sapeva che doveva restare calmo, ma in qualche modo, aveva anche bisogno di sfogarsi. In quel momento desiderò di trovarsi in palestra insieme al maestro Chan a provare nuove prese o a fare piegamenti. Tutto, tranne rimanere fermo senza far niente. Lo esasperava.
Si appoggiò alla ringhiera delle scale che portavano al sottopassaggio e fece dei respiri profondi, cercando di far circolare per bene l’ossigeno in corpo.
Sentì Dimitri alzarsi e venirgli incontro. Il ragazzo gli poggiò una mano sulla spalla e Shawn non poté fare a meno di notare che era le unghie di solito curatissime erano mangiucchiate e rovinate. Possibile che fosse così nervoso anche lui?
 “Ascolta, Bro, se mi spieghi tutto, forse riuscirò ad aiutarti. Ma se non mi dici realmente come stanno le cose, non ne usciremo più da questa storia. E non lo dico perché voglio fare la figura dell’amico del cuore dolce e tenero, ma perché lo vedo che stai male, anche se non lo vuoi dare a vedere. Ti capisco.”
Shawn rifletté un attimo e tirò fuori dalla borsa i diari di suo nonno. Glieli porse a Dimitri, che li prese con estrema cura, ammirandone il rivestimento pregiato. Iniziò a sfogliarli, ma Shawn lo interruppe.
“Non troverai nulla che ti possa interessare, là dentro.” Iniziò Shawn. “Devi chiedere a me quello che vuoi sapere.”
Dimitri richiuse il diario e un leggero venticello accarezzarò entrambi. I capelli biondo miele di Shawn si lasciarono cullare, mentre quelli di Dimitri rimanevano fermi, tenuti insieme da un nastro rosso.
“Io credo che tu mi debba raccontare cosa centra tuo nonno in tutta questa storia. Insomma, il perché ti ha lasciato i suoi diari d’adolescente …”
“Non sono dei semplici diari!” Lo rimproverò l’amico. “Sono più di quanto tu possa immaginare.”
Rimasero in silenzio. Poi, senza dire una parola, si risedettero sul marciapiede e aspettarono. In lontananza si udiva il rumore sordo di un’automobile.
“Tutto è cominciato venti anni fa. Mio nonno era il detective più noto del paese ed era sempre in giro a risolvere misteri e a rinchiudere criminali. All’epoca aveva sì e no quarant’anni e viveva felice nella sua casetta in centro, insieme a mia nonna. Un giorno arrivò un telegramma, dove gli comunicarono che un misterioso killer stava terrorizzando le città vicine. Mio nonno, non riuscendo a trattenersi, si lanciò all’inseguimento. Quel killer era Aima.
Non riuscì a scovarlo subito. Era astuto e aveva i giusti contatti, riusciva sempre a fargliela sotto il naso, ma mio nonno non si diede mai per vinto. Anzi, più il tempo passava, e più voleva che Aima continuasse a sfidarlo, a metterlo alla prova. Lui se la cavava egregiamente con gli enigmi proposti da quel pazzo, e riuscì a salvare un paio di persone dalla sua furia omicida. Alla fine però, era come se non l’avesse fatto, perché le vittime erano talmente scioccate, che non riuscivano più a fare niente, né a parlare, né a mangiare, si erano ridotti a dei vegetali. Persino i loro parenti decisero che era meglio lasciarli morire con una sostanza iniettata nel braccio, che con quelle sofferenze atroci.”
“Era così terribile? Li torturava?”
“Nei diari alcune scene che hanno descritto i superstiti sì. Io le ho lette, e mentre leggevo mi si rizzavano i peli sulla nuca. Dio solo sa da dove gli esca tanta ferocia a quel bastardo!” imprecò Shawn. Poi, riprese il racconto.
“L’inseguimento durò tredici anni e si estese in tutto il globo: in Cina, in Messico, in Germania, Aima sembrava sapersi adattare e muovere ovunque. Fino a quando, mio nonno lo mise con le spalle al muro. Era riuscito a incontralo dal vivo e avevano lottato, corpo a corpo, a lungo. Aima aveva con sé un coltello, ma mio nonno riuscì a prenderlo e a puntarglielo alla gola. Così, tra un coltello e il muro, il killer era in trappola. Aima non rivelò mai il perché di ciò che fece, ma disse che non voleva che la polizia lo catturasse, che non si sarebbe mai abbassato a tanto. Mio nonno scrive che gli ricordava la regina Cleopatra quando i Romani la catturarono. Aima estrasse dalla tasca una pasticca, che porse a mio nonno. Era una capsula di cianuro.
Anche se mio nonno desiderasse con tutto sé stesso che lui morisse, aveva degli ideali molto forti: non avrebbe mai lasciato che qualcuno si suicidasse se ci fosse stato lui nei paraggi. Provò a farlo ragionare, ma fu inutile: Aima era testardo e alla fine mio nonno lo lasciò fare, sperando che i rinforzi che aveva chiamato di nascosto si sbrigassero ad arrivare.
Aima si mise la capsula in bocca, e la spezzò. Sui diari c’è scritto che il suo corpo era contorto dagli spasmi e che i sintomi che presentava erano tutti inerenti al cianuro. Quando fu sicuro che fosse morto, gli tolse la maschera.”
“E com’era? Com’era fatto?” la curiosità di Dimitri interruppe bruscamente il racconto di Shawn.
“Lui non scrive molto al riguardo, anzi, non scrive praticamente nulla al riguardo. C’è scritto solo che era il genere di persona che lui si aspettasse di trovare sotto quella maschera.
I guai però, non erano ancora finiti; per strada si era creata una sparatoria tra i seguaci di Aima e la polizia e mio nonno corse subito a dare manforte. In molti gli chiesero che aspetto avesse il famoso killer, ma lui non lo fece mai sapere a nessuno. Lui da solo si occupò della sepoltura e nessuno tranne lui sa dove sia custodito il suo corpo. Girano voci che sia proprio qui, a St. Hylton.”
“Davvero molto toccante e interessante, ma, senza offesa, cosa centrerebbe con quello che sta succedendo adesso?”
Shawn ignorò il sarcasmo di Dimitri e riprese a parlare.
“Ti sei mai chiesto come mai mio nonno abbia il volto sfigurato?”
Quella domanda lasciò spiazzato l’amico, che per poco non cadde sui binari. Ci rifletté un po’ su. “A dire il vero sì, ma non sono mai riuscito a trovare una spiegazione e non avevo il coraggio di chiedertelo.” Concluse, infine.
“È successo poco prima che lui si togliesse la vita. Aima aveva appiccato il fuoco a una villetta in campagna, e il fuoco stava divampando velocemente. All’interno della villa, vivevano quattro persone, due bambini piccoli e i loro genitori. Mio nonno corse sul posto, ma i vigili del fuoco non avevano intenzione di andare a soccorrerli, perché avevano visto un uomo con una maschera bianca entrare da una finestra. Scioccato da tanta vigliaccheria, mio nonno si addentrò tra le fiamme e cercò quelle persone. Mancano alcune pagine, ma quando il racconto riprende, ho scoperto che i genitori erano morti a causa di ferite inferte loro con arma da taglio, non a causa delle fiamme o del fumo. Considerando che ai due non sarebbe importato se il loro corpo si sarebbe carbonizzato o meno, lui si precipitò a cercare i bambini. Trovò il più grande, il maschio, che dormiva ancora nel suo letto, che lentamente prendeva fuoco. Mio nonno lo prese e lo portò fuori, dopo di che si precipitò dentro a cercare l’altro. Trovò una bambina di appena tre anni rannicchiata in un angolo che cercava di scappare da Aima, che la minacciava con un coltello in mano. Mio nonno gli si lanciò contro, ma Aima era forte e riuscì a scappare spaccando il vetro di una finestra. Mio nonno riuscì  portare in salvo anche la bambina, che aveva subito un forte trauma. I medici dissero che non avrebbe ricordato più nulla, ma che avrebbe dovuto vivere in un ambiente più sereno possibile, e che non avrebbe mai dovuto separarsi dal fratello. Quella bambina era Maggie.”
Dimitri trattenne il fiato. Era troppo.
Shawn si chiese se avesse sbagliato a coinvolgere anche lui in quella storia. E se lo avesse giudicato male? se lo avrebbe odiato fino al resto dei suoi giorni? Shawn non riusciva a immaginare la sua vita senza Dimitri. Per lui era tanto importante quanto Maggie e Kathleen.
“Che cosa?! Mi stai dicendo che Aima ha ucciso i genitori di Maggie?!”
Shawn lo tirò per un braccio e lo costrinse a rimettersi seduto a fianco a lui. “Sh, o vuoi forse che lo sappia tutto il mondo?”
“Per la miseria, mi hai fatto prendere un colpo! Tu lo sapevi e non lo hai mai detto a noi? Non lo hai mai detto a lei.” Continuò Dimitri. “Perché lo hai fatto Shawn?”
  A Shawn era crollato il mondo addosso. Il suo migliore amico stava avendo le reazioni sbagliate. Sul suo volto era comparsa un’espressione furibonda, gli occhi erano accesi di rabbia.
“L’ho fatto per proteggerla.”
Quelle parole gli uscirono dalle labbra e finalmente si sentì un poco più leggero.
“Da cosa?”
“Da cosa, razza di idiota che non capisce un accidente. Da Aima, da chi altro?!”
“Ehi, ehi, non t’incazzare, Bro! Sto solo valutando se reputarti uno stronzo o no.”
Shawn si alzò in piedi, furente. “Non ti azzardare!”
Si guardarono in cagnesco. Poi Dimitri sospirò e lo incitò a continuare.
“Io l’ho scoperto solo stasera,quando ho letto i diari di mio nonno.
Quando in città si è sparsa la voce del ritorno di Aima, sono corso da mio nonno per chiedergli tutto ciò che sapeva sul suo conto. Mi raccontò tutto quello che è scritto nei diari, e fino a qui è filato tutto liscio. È stato quando gli ho chiesto il perché di tutto ciò. Insomma, se era riuscito misteriosamente a sopravvivere al cianuro, con tutto il mondo che gli dava la caccia, avrebbe fatto meglio a starsene in una qualche villa costosissima a Saint Tropez o a Sidney. Non gli conveniva uccidere di nuovo.
Ricordo ancora molto bene cosa mi rispose quando glielo chiesi. Disse solo ‘È qui per voi.’
All’inizio non avevo capito e lui aveva tentato di farmi arrivare alla soluzione dandomi degli indizi. Quando riuscii a mettere insieme i pezzi del puzzle e a ricomporre la notte dell’incendio, avevo capito che cosa fosse successo. Quando però chiesi conferma, lui non rispose. Più io gli parlavo, e più rimaneva in silenzio. Così mi sono arrabbiato. Gli ho detto le peggio cose. E alla fine me ne sono andato sbattendo la porta di casa, e dicendogli che lo odiavo con tutto me stesso e che mi auguravo che morisse.”
Fece una pausa per asciugarsi gli occhi che stavano diventando umidi. Anche Dimitri faticava a tenere a freno le lacrime.
“Quando alla notte di Halloween … l’altro ieri” si corresse Shawn, “ho visto cosa fosse successo, ho temuto il peggio. Credevo che Aima avesse trovato Maggie e l’avesse uccisa, o che avesse ucciso me. Quando però vi ho visti arrivare e vi ho visti al sicuro, le mie preoccupazioni sono svanite. Credevo che mio nonno si sbagliasse su tutto quanto, invece aveva ragione su tutto. Ieri ne ho avuto la conferma. Ha ucciso mio nonno, mi ha messo KO e ha rapito Maggie. La ciliegina sulla torta, sono stati quei diari: lì ho avuto la certezza che quella bambina era veramente Maggie e che avevo sbagliato a non fidarmi di mio nonno. Avevo sbagliato tutto quanto.”
Lacrime calde iniziarono a bagnargli il viso. Dimitri però non si mosse, rimase fermo ad aspettare che l’amico si calmasse.
“È colpa mia se mio nonno è morto. È tutta colpa mia.”
Shawn cadde in ginocchio e si prese la testa tra le mani, scosso dai singhiozzi. Dimitri rimase fermò dove si trovava, ma provò a consolarlo. “Shawn non devi dire così …”
“Ti sbagli!” Shawn si asciugò gli occhi con il dorso del braccio, bagnando la giacca. “L’ultimo aggiornamento del diario risale a pochi giorni prima della festa. Diceva che se gli avessi dato ascolto avrebbe spiegato tutto ai miei genitori, e che avrebbe nascosto Maggie e me in un posto sicuro, lontano da qui. Avrebbe chiamato un suo amico esperto di sicurezza nazionale, che ci avrebbe protetti, fino a quando lui non sarebbe riuscito a risolvere il mistero e a riacciuffare quel bastardo. E io non gli ho creduto. Non gli ho voluto credere.”
Dimitri non sapeva come consolarlo. Però c’era ancora qualcosa che non quadrava.
“Come ha fatto quel diario a finire in casa tua? Qualcuno deve pur avercelo portato.”
Il suo ragionamento non faceva una piega. Shawn non aveva mai visto suo nonno aggirarsi in casa sua da molto tempo, e da quando avevano litigato poche settimane prima, non lo aveva più rivisto.
Era una bella domanda.
“Non lo so, Bro. Non so più niente.”
La nota di tristezza amara che Shawn pronunciò con quelle parole, spezzò il cuore a tutti e due. Dimitri doveva essersi reso conto della gravità della situazione.
Sentirono la sirena di un treno,ma non si mossero. Rimasero in piedi sul marciapiede, oltre la linea gialla che segnava il limite di sicurezza, e aspettarono che il treno passasse. Gli sfrecciò accanto con una velocità impressionante, rischiando di portarli via, ma loro rimasero ben fermi sulle gambe. Quando il treno fu lontano, le di Shawn non c’erano più.
“Aima aveva progettato tutto. Probabilmente mi aveva spiato per tutto questo tempo, e ha fatto due più due. Tu cosa avresti fatto al suo posto? Avevi la possibilità di fargliela pagare al nipote dell’uomo che ti aveva costretto al suicidio e alla sua ragazza che non eri riuscito a uccidere anni prima. È stato molto intelligente, non lo nego.”
“Shawn, mi dispiace tanto che sia successo tutto questo.” Shawn credette che l’amico stesse per fare qualche battuta, ma quando lo guardò, nei suoi occhi riuscì a leggere solo sincero dolore. “Non scherzo. Insomma, vivere sapendo una cosa del genere … io non ce l’avrei fatta. Ti ammiro per tutto quello che fai.”
Una parte di Shawn pregustò quel momento: sapeva che il suo migliore amico non avrebbe mai più detto una cosa del genere, e che avrebbe negato di averlo fatto in futuro. Era una scena memorabile.
“Sappi solo che io non ti lascerò da solo. Sei il fratello che avrei sempre voluto, e sì …” Dimitri si morse le labbra e le sue guance si tinsero di rosso. “ti voglio bene.”
Shawn non riusciva a credere alle proprie orecchie. Le volte in cui Dimitri aveva dimostrato l’affetto che provava nei suoi confronti, erano quasi nulle.
In preda alla gioia, Shawn lo abbracciò forte e il suo amico ricambiò l’abbraccio. Quel contatto così intimo e così fraterno, durò poco, perché Dimitri si staccò quasi subito. “Non ti ci abituare, Synets. La mia versione da Orso-Abbraccia-Tutti è in edizione limitata.”
Scoppiarono a ridere entrambi, e tutta l’angoscia che Shawn aveva provato nelle ultime ora svanì. Non del tutto, ma si sentiva molto meglio e riusciva a pensare più lucidamente.
“Allora … sbaglio o c’era un mistero da risolvere?”
“Giusto!” si ricordò Shawn e prese uno dei diari. Lo sfogliò e, una volta trovata la pagina giusta, lo porse al suo amico.
“E questo sarebbe … aramaico?”
“È russo, ignorante.” Spiegò Shawn. “Per evitare problemi mio nonno ha deciso di scrivere nella sua madrelingua piuttosto che nella  nostra.”
“Ok, va bene. E dove sarebbe il mistero?”
Shawn si sporse verso di lui e indico con un dito la fine della pagina. “Proprio qui.”
Dimitri osservò la pagina per qualche secondo. “Il russo non si traduce da solo, scansafatiche.”
“Ops, colpa mia.” Shawn si mise a fianco a lui e tradusse ad alta voce. ‘Stando agli ultimi avvenimenti successi, non so proprio più come andare avanti. Mi sento stanco e non ho più voglia di lottare. Ma col tempo ho imparato che a volte è sufficiente un cambiamento di prospettiva per vedere la luce. Conosci ciò che sta davanti e ciò che è nascosto ti verrà rivelato: poiché  …’
“Che cazzo vuol dire?” si lasciò sfuggire Dimitri, ma Shawn aveva pensato la stessa identica cosa.
“ Non lo so. La frase finisce così e la pagina è stata strappata in basso, insieme al resto della frase.”
“Secondo te cosa manca?” Chiese l’amico tenendo ancora in mano il diario.
“Non lo so, potrebbe essere qualunque cosa. Un nome. Un indirizzo. Un concetto. Un motivo. Qualsiasi cosa.”
I due iniziarono a riflettere. Nessuno, però, riuscì a dare un significato a quelle parole.
“E ora che si fa?” chiese Dimitri. “Insomma, tuo nonno non ti ha dato i diari così tanto per. Deve esserci per forza sotto qualcosa, qualcosa che vuole che tu e soltanto tu possa scoprire. E solo tu puoi sapere cosa.”
L’amico non aveva tutti i torti. Shawn si sforzò di usare il cervello, e pensò. Qualcosa che voleva che solo lui trovasse. Si chiese se non si fosse dimenticato di un altro diario, a casa. Quello che aveva in mano però era l’ultimo e quindi la soluzione doveva essere per forza tra quelle righe.  Cos’era che suo nonno voleva comunicargli tramite quel diario? Sicuramente qualcosa che solo lui doveva conoscere, o  no? Shawn non sapeva più che cosa pensare.
“Shawn? Io vado sotto il lampione, che qui è buio pesto e non ci vedo un accidente.”
Shawn però lo aveva ascoltato a metà e gli vennero in mente le parole dell’ultima pagina, l’ultima prima di una lunga serie di pagine bianche. Quella frase parlava di luce e di nascosto. Luce e nascosto. Luce e nascosto.
Luce e nascosto.
“Dimitri, sei un genio!”
Shawn lo abbracciò, riuscendo quasi a stritolarlo. Dimitri, confuso, si liberò in fretta dalla sua presa. “Ehi si può sapere che ti prende? E comunque avevo detto prima che l’Orso-Abbraccia-Tutti era in pensione da un pezzo …”
“Smettila di blaterare cavolate a aiutami. Svelto!”
Shawn intanto aspettava impaziente come non mai sotto la luce del lampione.
“Mi spieghi il motivo di tanto entusiasmo? Ah no, aspetta, sei rimasto affascinato dal mio fascino, non sarebbe la prima volta.”
Shawn ignorò l’ultimo commento e proseguì. “Ho scoperto come completare la frase, ma per farlo ho bisogno di una forte luce.”
“Non c’è problema, abbiamo i telefoni.” Dimitri fece per prendere il telefono, ma Shawn lo fermò.
“No, ci serve una luce più forte. Devi aiutarmi a raggiungere  la lampadina del lampione, e ciò implica che dovrò salire sulle tue spalle.”
“Stai scherzando spero? Oh, andiamo, Bro, non puoi chiedermi questo. Il giacchetto è nuovo!”
Shawn sbuffò, fingendosi esasperato “Levati subito quel giacchetto o giuro che te lo faccio mangiare!”
Dimitri ubbidì sghignazzando. Poi s’ inginocchiò davanti al lampione e attese.
“Pronto?” chiese Shawn.
“Quando vuoi.”
Shawn si tenne all’asta del lampione mentre saliva sulle spalle del compagno. Quando fu ben saldo, Dimitri si alzò molto lentamente e Shawn accompagnava i suoi movimenti tenendosi al lampione. Una volta finito, arrivati a tre metri e ottanta in altezza, Shawn avvicinò la pagina alla luce. Subito gli saltarono all’occhio le numerose cancellature rimaste impresse sulla pagina; suo nonno doveva aver riflettuto a lungo su cosa scrivere e su come fare in modo che potesse arrivarci solo Shawn.
Quando la pagina riuscì a sfiorare la lampadina rovente del lampione, sulla pagina successiva apparve una scritta, molto lentamente, come se una mano invisibile stesse scrivendo in quello stesso istante.
“Allora? Come va lassù?”
Shawn sorrise e lesse cosa aveva trovato. “’ … non vi è nulla di nascosto che non venga un giorno rivelato.’ Dimitri ci siamo ci siamo! Ci siamo, ci siamo riusciti!”
Preso da così tanto entusiasmo, perse l’equilibrio e cadde, e Dimitri insieme a lui. Shawn riuscì ad attutire un po’ l’impatto, che fu comunque abbastanza doloroso, ma non gli importava. Aveva risolto il mistero.
“Ottimo lavoro, Bro.” I due ragazzi si diedero il cinque e si alzarono. Shawn prese il suo borsone, e Dimitri lo seguì fuori dalla stazione. I due, senza farsi notare troppo, sgattaiolarono nell’ombra fino al parcheggio, che era munito di faretti a segnalare i limiti della zona. Shawn ci accostò la pagina del diario e la scritta ricomparve.
“Wow!”esclamò Dimitri entusiasta. In realtà Shawn conosceva bene il trucco dell’inchiostro simpatico, da piccolo comunicava così con suo nonno durante cene o pranzi noiosi con i parenti. Ricacciò indietro la lacrima di malinconia e rivolse la sua attenzione a Dimitri.
“ Senti che altro dice: ‘E gli inferi ti diranno cosa fare.’ Sotto c’è un segno. L’ultima lettera dell’alfabeto greco. L’omega.” Shawn rifletté un attimo e poi, dopo aver dato una pacca affettuosa al suo amico, cominciò a correre. “ So dove dobbiamo andare!”
 








Angolo Autrice:
Ciaooo :) allora, eccomi qua con un capitolo fresco fresco! Che ne pensate? ^^
L'ho scritto tutto questo pomeriggio e mi piace ... finalmente è svelato il mistero delle colpe di shawn, ma cosa succederà ora? E dove staranno andando quei due così di corsa?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che la storia vi stia appassionando. Ho già in mente parecchi colpi di scena come quelli presenti in questo capitolo e non ho paura di scriverli. Hahahah. Comunque vi devo chiedere ancora un piccolissimo favore ;)
Oltre a recensire, si intende XD
Vorrei che aveste in testa un'idea ben precisa dei personaggi, così ho pensato di farli scegliere a voi! Il personaggio che vi propongo è dimitri. Dovrete cercare foto su internet di qualcuno che gli assomigli, o che voi riteniate giusto per lui e dovete spiegarne il motivo. Potete mandarmi il link in un messaggio privato o in recensione, come volete. E nel prossimo capitolo vi darò la mia versione di questo ragazzo che amo *--*
Ci si vede al prossimo capitolo!

L.C.

 
  
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