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Autore: anotherstoryofme    03/03/2014    1 recensioni
Che grande potere ha la musica.
Riesce a farti sentire bene, ti fa compagnia e non ti delude mai.
Noi ci rifugiamo sempre nella musica e anche Catherine, una ragazza timida ma con un grande cuore.
È alla musica che deve la sua vita, perchè senza di lei non avrebbe conosciuto quelle quattro persone fantastiche, ma soprattutto, lui.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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NICOLAS
Aspettavo Catherine fuori dalla scuola.
Era stata in punizione per colpa di quell'idiota, Oscar. Da quando si conoscevano quei due, Oscar era diventato strano: mi salutava a malapena, non mi calcolava proprio e ora si metteva anche a sfottermi. Quello che mi faceva arrabbiare di più,  però, era che metteva in mezzo anche Cathe.
Qualcosa non andava e speravo proprio che non fosse per la presenza della mia ragazza.
Eccola là, raggiante in tutta la sua bellezza. Ero consapevole che la sua bellezza non superava quella di molte ragazze della scuola, ma lei era bella anche dentro, perciò per me era speciale ed era anche la ragazza a cui tenevo di più, per lei provavo un sentimento che somigliava molto all'amore.
Ed ora stava abbracciando quello stronzo, dopo quello che aveva fatto  quella mattina!? Come cazzo si permetteva Oscar?
Dovevo intervenire subito.
-Ehi cazzone, ti sei divertito in punizione?-
-Dai amico, era solo uno scherzo-
-Bè direi che stai scherzando un pò troppo in questi giorni, ma che ti prende?-
-Lo sai Nick, sono un coglione, è la mia natura non posso farci niente.-
-Meno male che te lo dici-
Lo guardai male quando salutò Cathe con un bacio sulla guancia. 
Solo quando sparì dalla mia vista mi accorsi che avevo le nocche bianche per quanto le avevo strette sul manubrio della mia moto. 
Sì, volevo prendere a pugni quel coglione per il suo menefreghismo e la sua faccia strafottente.
-Hei, tutto bene?-
La vocetta timida di Catherine mi rilassò anche se non del tutto.
-No, perchè vi siete abbracciati prima?-
-Abbiamo passato un pomeriggio abbastanza decente senza arrabbiarci tra noi, quindi l'ho lasciato fare-
-Una punizione è pallosa, non decente-
Lei scrollò le spalle -Il prof dormiva, così siamo usciti-
Cosa? -Che avete fatto?-
-Hei, tranquillo non abbiamo fatto niente di compromettente-
-Sarà meglio, sai che odio che gli altri ti tocchino- volevo aggiungere "soprattutto dopo quello che è successo quella sera", ma non volevo fargli ricordare quel brutto momento.
Giuro che avrei ucciso quell'uomo se non mi avesse fermato Catherine.
Vedendo il mio nervosismo lei mi baciò per calmarmi e così fu.
-Dai, sali-
Ma lei stava esitando -Non mi dire che sei una di quelle terrorizzata dal motorino-
-No, no, li adoro!-
Ecco la mia piccola, quanto potevo amarla? Oddio, avevo detto amare. Quanto potevo adorarla? Ok, ora andava meglio. 
Ero terrorizzato dall'amore, cioè, non che fosse un brutto sentimento, ma se mi fossi innamorato seriamente di lei e poi lei se ne sarebbe andata? Sarei distrutto.
Perciò cercavo comunque in tutti i modi di non farla allontanare da me.
Lei salì sulla moto e partii con le sue braccia strette a me che mi davano un senso di strana calma.
Un momento migliore di quelli non poteva esistere: in moto, con la tua fidanzata vicino e il vento che spazzava via i pensieri.
-Dove mi porti?-
-È una sorpresa, piccola-
Supposi che stava sorridendo.
La stavo portando in un posto vicino, dove c'era un enorme distesa di prato, qualche balla di fieno, un ruscello e pochi alberi a far ombra.
Era uno dei miei posti preferiti, soprattutto perchè non c'era nessuno, si potevano guardare bene le stelle e c'era molta tranquillità.
Arrivati a destinazione mi beai della sua faccia sbalordita.
-È è bellissimo qui-
-Già...- feci pensieroso, avevo passato molti momenti belli in quel posto, anche con mia madre, ma non volevo pensare a lei in quel momento, non volevo essere triste.
-Ci vieni spesso?-
-Per pensare e...
-E cosa?- mi incitò.
Io le sorrisi malizioso -E per fare questo...-
Avvolsi il suo viso tra le mie mani e la baciai con trasporto.
Quando ci staccammo lei era tutta rossa. Era bellissima quando arrossiva.
Sorrisi spontaneamente e lei fece lo stesso.
-Spero per la tua incolumità che non fai questo- e mi baciò velocemente -anche con le altre-
-E come potrei piccola? Ci sei solo tu nella mia testa-
Ed era vero.
Ci incamminammo lungo le sponde del ruscello parlando del più e del memo.
-Allora piccola, cosa avete fatto durante la punizione?-
-Ancora? Siamo andati in una pista da skate, contento? Ma non voglio parlare di questo- disse seccata.
Già, neanche io voglio parlarne.
-Hai mai fatto il bagno in un fiume?-
-Non farti venire idee strane caro, l'acqua è gelata-
Alzai le mani in segno di resa -Stavo solo chiedendo-
Lei fece una faccia pensierosa, poi gli apparve un sorriso malizioso.
Subito dopo ero bagnato fradicio perchè Cathe mi aveva spinto nel ruscello senza che opponessi resistenza.
Lei scoppiò a ridere, poi rimase a fissare seria non me ma il mio torace. Si, lo so piccola, ho i muscoli.
Se mi continuava a fissare così finiva male.
-Ora ti faccio vedere io!- dissi in finto tono vendicativo
Scossi la testa per far cadere le gocce d'acqua e poi mi misi a rincorrerla per tutto il giardino.
Quando la raggiunsi iniziai a farle il solletico.
-No, il solletico no!-
Iniziò a ridere così forte che mi contagiò e ridemmo come due scemi finchè le sue gambe non cedettero e ci trovammo stesi sul prato, io sopra di lei.
Smettemmo di ridere, i nostri visi quasi si toccavano e lei vista da vicino, con la luce del tramonto tra i capelli era ancora più bella.
Le spostai una ciocca che le era finita sulla faccia, poi la baciai profondamente tanto da lasciarci senza fiato in poco tempo.
Dio, quanto la desideravo in quel momento. Tutto quello che volevo era fare sesso, o meglio, fare l'amore con lei. Volevo che fosse mia, completamente mia.
Scesi a baciarle il collo ma lei si irriggidì.
-Ehi, rilassati piccola.-
-Nicolas...- arrossì a disagio.
Ok, ok avevo capito, non si sentiva pronta. Quasi tutte le donne avevano la cazzata del sesso con l'uomo giusto.
Non le avevo mai capite. Ma per lei penso che era stata la timidezza a bloccarla, aveva paura della sua prima volta.
Non capiva che  era perfetta comunque?
Mi passai una mano tra i capelli e sospirai.
-Non preoccuparti piccola, posso aspettare-
Per lei avrei aspettato fino all'infinito...forse...insomma ero comunque un uomo con un istinto primordiale!
Lei annuì e io la baciai sulla guancia per tranquillizzarla.
Ormai era fatto buio, così ci sdraiammo uno accanto all'altra per guardare le stelle, illuminati solo dalla luce della luna.
-Vedi quelle stelle laggiù?- mi indicò un insieme di stelle a forma di arco con una freccia -quella è la costellazione del saggittario, ma può essere intesa anche come l'arco di cupido, bello vero?-
La mia secchiona romanticona...
-Già, vedi quella stella? Quella sei tu-
-Ma non ci assomiglio per niente!-
-Ti sbagli, sei radiosa e bella come lei-
Catherine mi sorrise e poi mi baciò lievemente sulle labbra.
Restammo sdraiati ancora per un pò, poi però per Cathe si era fatto tardi, così ce ne andammo da quell'angolo di paradiso con un sorriso ebete in faccia.

ANGOLO AUTRICE
Spero che con questo capitolo mi sono fatta perdonare quella mezza cacchetta dello scorso capitolo.
Qui si conoscono un pò i pensieri di Nicolas, spero di essere entrata bene nella parte, è sempre difficile interpretare i pensieri di un maschio..
Aspetto le vostre considerazioni
Vi lascio con Nicolas e Catherine qui sotto :)
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