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Autore: Piccina91    04/03/2014    1 recensioni
Un cuore è destinato a legarsi con un altro cuore. Un'anima è destinata a legarsi con un'altra anima.
Nella vita tutti sogniamo un amore unico, che ci consuma, che ci fa piangere, che ci fa ridere, che ci fa VIVERE.
La vita di Elena verrà sconvolta dall'entrata in scena di Roberto, un ragazzo che a tutto pensa tranne che all'amore.
Il cuore della nostra protagonista è ferito dagli ultimi avvenimenti, riuscirà lui a guarirlo o lo calpesterà definitivamente?
Dal testo: Due persone che camminano ognuno per la propria strada che, a volte, si fermano insieme ad un punto. Ma la fermata non può durare per sempre, solo per qualche minuto. Poi ripartiamo verso due direzioni diverse senza sapere quale sarà la prossima volta in cui ci fermeremo insieme.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Pov Roberto

<< Oh mio Dio! Elena! >>

Con un scatto fulmineo, la afferrai prima che si accasciasse sul marciapiede. Le accarezzai il viso e la chiamai più volte per farla svegliare. Ma fu tutto inutile, era come se si fosse addormentata profondamente. Presi il cellulare dalla tasca dei jeans e composi il 118. Indicai alla donna la via in cui ci trovavamo e le chiesi di sbrigarsi. Baciai la fronte di Elena e cercai di ricacciare indietro le lacrime che minacciavano di uscire. Perché era svenuta? Oh Dio, solo l’idea di perderla mi faceva impazzire. Dopo pochi minuti sentii in lontananza la sirena dell’ambulanza e feci un sospiro di sollievo. Quando si fermò accanto a noi, i paramedici la sistemarono sulla barella e la caricarono sulla vettura.
<< Posso venire con voi? >> chiesi
<< Lei chi è? >> domandò il medico di rimando
<< Sono il suo fidanzato >> risposi convinto della mia risposta
<< Allora può venire >>  mi concesse
Mi sedetti accanto al corpo inerme di Elena e le presi la mano. Per la prima volta in vita mia, pregai. Lei doveva risvegliarsi, a qualsiasi costo. Quando arrivammo all’ospedale, il medico di turno chiese agli infermieri di portare la paziente nella sua stanza per visitarla. Mi fecero accomodare in sala d’attesa e composi il numero di casa di Elena per avvertire la sua famiglia. Rispose sua madre, la informai di quello che era successo e chiuse bruscamente la chiamata. Appoggiai la testa al muro e chiusi gli occhi. Quando li riaprii, guardai l’orologio fissato alla parete e notai che era passata mezzora. L’attesa mi stava letteralmente uccidendo. Respirai profondamente per l’ennesima volta e appoggiai i gomiti sulle ginocchia. Sentii dei tacchi in lontananza e vidi Sofia e Lily.

<< Che diavolo è successo? >> chiese la madre
<< E’ svenuta mentre discutevamo >> risposi alzandomi in piedi
<< Se scopro che tu c’entri qualcosa, giuro che ti taglio il tuo apparato genitale >>
Impallidii e mi toccai involontariamente nei paesi bassi. La mamma di Elena non le mandava di certo a dire. Lily si limitò a guardarmi male e a scuotere la testa. Passò circa un’altra mezzora e poi finalmente il dottore fece la sua comparsa in corridoio di fronte a noi.
<< Dottore, cosa è successo a mia figlia? >>
<< Sua figlia ha un ematoma sulla testa che le ha causato un leggero trauma cranico ma non c’è nulla di cui preoccuparsi. Potrebbe sentirsi confusa per un po’ di tempo quindi è fondamentale che si riposi  >> sentenziò il medico
<< Possiamo vederla? >> domandò Lily
L’uomo annuì e le due si avviarono alla porta. Le seguii impaziente di rivedere la mia piccola ma sua madre mi fece cenno di no con il dito e ritornai a sedermi aspettando il mio turno, se mai fosse arrivato.

Pov Elena

Aprii gli occhi e sbattei le palpebre più volte. Ma dove mi trovavo? Misi a fuoco la stanza e capii di essere in ospedale. Ma come ci ero arrivata? Ricordavo la lite con Roberto e poi più niente. Mi tastai la testa per scoprire il motivo del dolore che provavo e rimasi stupita nel vedere una fasciatura. Tutto era così confuso. Uno strano ronzio mi fischiava nelle orecchie, gli occhi facevano fatica a rimanere spalancati. Lo scricchiolio della porta attirò la mia attenzione e mi voltai proprio in quella direzione.
<< Tesoro, sei sveglia! >> esclamò mia madre sedendosi sul letto e abbracciandomi
<< Sorella, mi hai fatto prendere un colpo >> disse Lily sorridendomi e prendendomi per mano
<< Che.. che cosa mi è successo? >>
<< Sei svenuta, il medico dice che hai un ematoma sulla testa >> affermò mia madre
Fu allora che ricordai la caduta a scuola a causa del pavimento bagnato. Effettivamente avevo sbattuto violentemente la testa ma non credevo che avrebbe avuto tali conseguenze.
<< Sono caduta a scuola >> spiegai
<< Davvero? E come è successo? Pensavo che la colpa fosse di Roberto >>
<< Il pavimento era bagnato e sono scivolata. Roberto non c’entra niente >>
<< E’ qui fuori che aspetta >> disse Lily indicando la porta

Evidentemente era stato lui a soccorrermi. Sorrisi involontariamente e mia madre mi guardò perplessa. Sapevo che non sarebbe stata d’accordo ma io volevo vederlo. Almeno dovevo ringraziarlo per quello che aveva fatto per me. Roberto mi amava davvero ed era pentito, questo lo avevano capito anche i sassi. Ero io a non essere pronta a tornare con lui. Come avrei potuto dargli fiducia di nuovo? Magari con il tempo le cose sarebbero cambiate, speravo che fosse così.
<< Fai entrare Roberto >> dissi abbassando lo sguardo e aspettando la reazione di mia madre
<< Che cosa? Tu devi riposare! >>
<< Solo un attimo >> insistetti
Mia madre sbuffò e si affacciò alla porta per chiamarlo. Roberto non se lo fece ripetere due volte ed entrò velocemente nella stanza. Mi sorrise dolcemente quando incrociò i miei occhi e si avvicinò. Lily si trascinò fuori mia madre per lasciarci soli. Ogni tanto faceva qualcosa di buono.
<< Piccola, per fortuna stai bene >> disse baciandomi la mano
<< Grazie a te >> risposi arrossendo per il suo gesto
<< Non sai quanto mi sono spaventato, se ti avessi perso io.. >>
<< Roberto, sto bene >> lo interruppi
Alzò la testa e notai i suoi occhi lucidi. Forse lo avevo punito abbastanza per quello che aveva fatto. Gli accarezzai dolcemente il volto e lui sgranò gli occhi stupito.
Poi mi sorrise e avvicinò lentamente il suo viso al mio. Le nostre labbra si sfiorarono delicatamente e chiusi gli occhi per assaporarmi quel momento.

La porta si spalancò e ci staccammo all’istante per vedere chi fosse entrato. Il medico tossì leggermente imbarazzo e avanzò verso di noi.
<< Elena, devi riposare >> mi consigliò
<< Quando posso tornare a casa? >> domandai
<< Se tutto va bene, tra un paio di giorni >>
<< Allora ci vediamo domani >> mi salutò Roberto sorridendo
Anche il medico lasciò la stanza e, ormai esausta, mi addormentai. Durante la notte, mi svegliai ripetutamente a causa dei conati di vomito. Mi avevano avvisato che poteva succedere ma di certo non era piacevole. Alle tre crollai definitivamente e mi risvegliai la mattina dopo. La stanza era la stessa della sera prima, solo che al mio fianco adesso c’era Roberto che mi sorrideva. Era bellissimo come sempre, meno preoccupato rispetto al giorno prima e decisamente felice del fatto che mi fossi svegliata.
<< Buongiorno >> biasciai sbadigliando
<< Buongiorno piccola. Come ti senti oggi? >> mi chiese
<< Meglio rispetto a ieri. Che ci fai già qui? E la scuola? >>
<< Niente è più importante di te >> affermò
Queste sue uscite mi mettevano in imbarazzo ma mi facevano sicuramente piacere. Non eravamo di nuovo una coppia ma ci stavamo lavorando. Non poteva tornare tutto come prima nel giro di un giorno, avevo bisogno di più tempo ed ero sicura che lui me lo avrebbe concesso.

<< Anche altre persone la pensano come me >> continuò poi
Aprì la porta e fece entrare tutti i miei amici. Federica, Alessio, Emanuele, Davide e Stefano erano venuti a farmi visita. Commossa, gli sorrisi e li salutai ad uno ad uno. Ero davvero contenta di vederli ma non avevo nessun dubbio sul fatto che sarebbero venuti. Noi eravamo come una grande famiglia che non ti lascia mai da sola e ti sostiene sempre. Emanuele e Roberto si guardarono e poi abbassarono lo sguardo. Prima o poi sarebbero tornati amici, ne ero sicura.
<< Quando ti dimettono, organizziamo una bella festa >> propose Federica
<< E che cosa festeggiamo? >> domandò Alessio
<< Il fatto che Elena e Roberto sono tornati assieme >> si intromise Stefano
<< Che cosa?? >> dissero tutti all’unisono
<< In realtà, non è del tutto vero.. >> affermò Roberto grattandosi la nuca
<< Siamo sulla buona strada >> lo interruppi sorridendogli << Ma tu da cosa l’hai capito? Non ci siamo né baciati né sfiorati >> chiesi a Stefano
<< I vostri occhi parlano per voi. Tu che dici Emanuele? >>
<< Se sono felici, io sono felice per loro >> rispose guardando per la prima volta Roberto negli occhi
<< Direi che finalmente possiamo tornare ad essere un gruppo unito, sicuramente con un elemento in meno. Sette! Da oggi sarà il nostro numero fortunato >> disse Davide
<< Vi voglio bene ragazzi! >> esclamai sorridendo

Un abbraccio di gruppo suggellò quel momento speciale. Quel momento che avrei ricordato per tutta la vita. Quelle amicizie che avrei preservato per tutta la vita. Quell’amore che avrei ricostruito piano piano.


Angolo autrice
Ciao a tutti ragazzi! Ecco la seconda parte! Ci ho messo un pò a scriverlo perchè i festeggiamenti di Carnevale hanno assorbito tutte le mie energie! Oggi mi sono messa d'impegno e ho finito il capitolo! Abbiamo visto cosa è successo ad Elena e abbiamo visto anche come ha reagito Roberto che non l'ha lasciata un attimo da sola. Bellissima la scena finale con tutti gli amici. Ringrazio infinitamente chi segue la mia storia, chi l'ha messa tra le preferite o ricordate, chi recensisce sempre ( Chiaretta bella :* ma spero anche altri) e chi semplicemente legge. Vi do l'appuntamento al prossimo capitolo.
Un bacio, Piccina :***
 
  
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