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Autore: Cap Hecate    04/03/2014    3 recensioni
Due sconosciuti, quattro amici troppo impiccioni e un anno da vivere mese dopo mese. Un anno per conoscersi, viversi e innamorarsi.
"se solo avessi saputo prima che mi sarei ritrovato a dover ospitare il figlio di una sua collega di lavoro, forse mi sarei mostrato meno entusiasta di quell’appartamento ammobiliato poco distante dal centro di Londra"
[Ziam con accenni Larry e Nosh]
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Josh Devine, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Story Of My Life'
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 – quarto trimestre –


[Novembre 2013]

In teoria avrei dovuto studiare, in teoria anche Josh avrebbe dovuto studiare, sfruttando le occasioni in cui il suo iperattivo fidanzato e il suo stomaco senza fondo – “e non solo quello, Zaynie” – erano miracolosamente assenti: eppure Devine pareva molto più interessato a lamentarsi del fatto che lui non avesse ancora conosciuto Liam, al contrario di Louis. E ciò, a suo parere, era un crimine imperdonabile, punibile con la tortura a vita: sinceramente, se avessi anche solo immaginato che Lou avrebbe passato settimane a vantarsi e a parlare di quello (fatto che aveva comportato un numero a dir poco impressionante di sguardi truci da parte del suo ragazzino) mi sarei opposto all’idea di Liam.
-Non so te, ma io sono dell’idea che passare su Blake sia più importante rispetto a una qualsiasi discussione riguardante la mia inesistente vita sessuale, con buona pace delle incredibile performance di Niall a letto.-
William Blake era sempre stato uno dei miei autori preferiti e stranamente “London” era anche una delle sue, mie poesie preferite: quando avevo fatto l’errore di confidarlo a Josh non si era risparmiato battutine e squallidi doppi sensi su “Experience” – era in occasioni simili che non mi stupivo della sua relazione duratura e fedele con Horan, ma mi ponevo tante domande senza risposta sul perché quei quattro disadattati (no, neppure Harry Styles si salvava da quando aveva preso a guardarmi trucemente) fossero miei amici. Stavo divagando, ma cercare di studiare con le chiacchiere senza senso del mio cosiddetto amico a farmi da sottofondo e l’odore ancora forte di canna ad aleggiare per il mio appartamento – “è uno degli esami più importanti dell’anno, Zaynie, non possiamo non inaugurarlo fumando” – era a dir poco impossibile.
-Inesistente solo a causa tua: e no, non una parola sulla gola profonda di Harry Styles. Sappiamo tutti che non è capace di tenere un segreto neanche se ne andasse della vita della Regina e, per quanto riguarda il “significato altro”, dovresti ricordare ancora i commenti entusiastici di Tommo nei primi mesi in cui uscivano insieme.-
La mia domanda era seria: cosa avevo fatto di male per meritarmi amici simili? I racconti di Lou erano stati così dettagliati – come per qualsiasi ragazzo che fino a quel momento gli aveva gravitato attorno – che non uno di noi tre (Josh, Niall ed io) non era morto di vergogna quando un Louis Tomlinson orgogliosissimo, nonché gelosissimo (e che, ormai, non apriva più bocca su ciò che succedeva in camera da letto), ci aveva presentato il suo ragazzino: un Harry Styles tutto ricci e fossette e sfacciata innocenza che cozzava enormemente con l’idea che ci eravamo fatti di lui. Non eravamo del tutto certo che Haz fosse a conoscenza dei racconti di stampo omoerotico di Lou e nel dubbio non ne avevamo mai parlato con lui, dopotutto erano mesi che – fortunatamente – questi potevano dirsi terminati: perché rovinare una relazione a dir poco invidiabile con rivelazioni scomode inutili.
-Ricordo i racconti di Lou e ricordo anche una tua confessione, sbronzo, su qualcosa che riguardava il “prendere appunti” , il tuo essere incredibilmente snodabile e il tuo odio per sedie, divani e qualsiasi altra cosa nella settimana seguente: che poi, non me lo immaginavo un Niall top.-
Il solo accenno a quella sera di solito era un incentivo più che sufficiente a spingere Josh a fare altro, fosse anche a studiare – “non parleremo mai di quella sera, Zaynie, non è mai successa” – eppure quella mattina sembrava ormai consacrata al fancazzismo generale: o non si sarebbe spiegato il perché avesse deciso di utilizzare la mia raccolta di poesie di Blake come oggetto contundente atto ad uccidermi,  per poi mancarmi e mettersi a rollare un’altra canna. Liam mi avrebbe ucciso se, per quando sarebbe tornato a casa, l’odore non fosse completamente sparito.
-Invece di preoccuparti su chi sta sopra e chi sta sotto tra me e Niall (per la cronaca, quello era solo un esperimento), dovresti chiederti se sei pronto a sopportare i “dolori del giorno dopo”: dalla descrizione più che accurata di Louis, il tuo Leeroy non mi sembra molto bottom.-
Dannato Louis William Tomlinson e dannata la sua gola profonda.

***

[Dicembre 2013]

Se c’era una cosa che detestavo particolarmente era essere ammalato durante le mie meritatissime vacanze: ora, con la febbre alta, nudo, se non si volevano contare i boxer neri, stavo trattenendomi dal lamentarmi come se fossi sul punto di morire solo per rispetto a Liam, che si stava premurando di rendermi la degenza il meno seccante possibile. Non mi sentivo così accudito da quando ero un bambino, ma, dalla nascita delle mie sorelle minori, Trisha aveva avuto meno tempo da dedicarmi e avevo avuto la necessità di imparare a sopportare più o meno stoicamente i miei malanni: secondo Niall, quando ero febbricitante, iniziavo a comportarmi come un’anima in pena, egoista nel mio dolore.
-Non è necessario che tu ti prenda un giorno libero dal lavoro, davvero: non sto così male.-
Horan si sbagliava: non ero egoista, anche se speravo che Liam decidesse di non ascoltare le mie inutili parole senza senso – la febbre interferiva anche sulle mie capacità linguistiche di solito – e restasse a casa nostra, abbracciato a me. A tenermi al caldo e al sicuro. Amavo il suo profumo e amavo la ritrovata familiarità dei nostri corpi: le sue labbra sfioravano la mia pelle con tocchi leggeri quasi tutti i giorni e ormai non mi sentivo più a disagio, le sue braccia circondavano il mio corpo tutte le notti con dolorosa abitudine.
-Non dire sciocchezze, Zaynie, non vado da nessuna parte: soprattutto ora che hai bisogno di me.-
Chissà se si rendeva conto di tutte le volte che attentava alla mia vita con frasi simili, tocchi più arditi e sguardi di una dolcezza disarmante: se ne rendeva conto, doveva, o non avrebbe iniziato ad accarezzare le mie braccia nude – per la prima volta era la mia pelle ad essere più calda della sua, sicuramente per merito o per colpa della febbre. Eppure sentì perfettamente la pelle del mio collo bruciare come sotto i carboni ardenti ogni qualvolta la sfiorava con baci umidi: era una situazione così simile e allo stesso tempo così diversa da ciò che era avvenuto ad Agosto – non volevo che tutto finisse allo stesso modo, ero stanco di aver paura e di nascondere i miei sentimenti. Chissà se a lui piacevo allo stesso modo di Agosto, perché il mio affetto per lui era solo cresciuto.
-Ti prego, Zaynie, non rifiutarmi ancora: non potrei sopportarlo, ti prego.-
Nel buio della nostra camera, riuscì a sentire con precisa certezza la disperazione che venava la sua voce dolce come il miele: era doloroso sapere che quell’incertezza e quella paura esisteva solo a causa mia, dovevo rimediare in un qualche modo. Mi liberai gentilmente, ma senza esitazione, dal suo abbraccio, avvertendo il suo respiro mozzarsi, come se lo avessi appena pugnalato a tradimento: prima che potesse andarsene, però, feci in modo di salirgli a cavalcioni, suscitando la sua confusione. Le sue labbra, ancora una volta, erano miele e zucchero sulle mie, il suo cuore batteva allo stesso ritmo forsennato del mio, mentre con mani tremanti lo accarezzavo, privandolo dei vestiti: la sua eccitazione era gemella della mia, mentre ci amavamo con carezze leggere, baci umidi e una dolce e continua frizione – temevo il momento in cui la mia razionalità avrebbe preso il posto del desiderio e della mia voglia di far del bene e di stare bene, ma non riuscivo a pensare che ciò che stessimo facendo in quel momento fosse sbagliato. Entrambi lo volevamo, entrambi sembravamo aver aspettato quel momento dallo stesso momento in cui mia madre ci aveva presentato l’un l’altro: non avevo mai conosciuto una persona che fosse più perfetta per me di Liam, non sentivo neppure il bisogno di cercarne una. Tutto il mio mondo iniziava e finiva in quella camera, in quel letto, tra quelle braccia, tra quel corpo che ora mi sovrastava gentilmente, in un abbraccio pieno di premura, preparandomi affinché non sentissi dolore eccessivo durante l’amplesso: e come ogni volta, il confine tra dolore e piacere si confuse fino a scomparire in una melodia di sospiri affrettati, gemiti mozzati. Diverso invece erano i suoi baci a bocca aperta, il suo timore per il mio dolore e le nostre mani intrecciate insieme come se non dovessero separarsi più – e non riuscivo neppure ipotizzare un futuro in cui io non avrei più avuto occasione di toccare, baciare, venerare Liam Payne, un futuro in cui le nostre mani si sarebbero scoperte due estranee, in cui lui non ci sarebbe più stato.
-Anche tu mi piaci tanto Leeyum.-
E quella frase, che avrei dovuto avere il coraggio di pronunciare ad Agosto, evitando ad entrambi simili dolori, precedette di qualche minuto l’esplosione del mio, nostro piacere – senza rischio che la mia razionalità rovinasse nuovamente tutto: ormai ero irrimediabilmente suo, senza possibilità di scampo.

***

[Gennaio 2014]

Era iniziato tutto con un banale “quando mi farai conoscere i tuoi amici, Zaynie?” e si era risolto con troppe – decisamente troppe, qualsiasi cosa ne dicesse Niall – persone in casa nostra: oltre quei traditori dei miei migliori amici, che avevano accolto Liam a braccia aperte, c’erano anche quegli esibizionisti dei suoi colleghi di lavoro. Luke, Ashton, Michael e Callum non potevano essere definiti in nessun altro modo – e no, non stavo parlando dei capelli technicolor di Michael – dal momento che, sapendo del debole di Lou per le divise, si erano presentati vestiti da pompieri e promettendogli uno spogliarello, per l’infelicità e la gelosia del suo ragazzino, che per la seconda volta in pochi mesi progettava la mia morte. E non avrei dovuto essere così felice della sua gelosia, davvero, ma come avrei potuto non gioire di essere insieme a Liam: era da Dicembre che non riuscivo a non essere felice, per buona pace delle continue battute di Tommo e Devine – due che, per quanto mi riguardava, non avrebbero dovuto neppure lontanamente pensare di lamentarsi considerate tutte le volte che avevo ascoltato le loro disquisizioni sui rispettivi ragazzi. Non avrei neppure dovuto essere felice di vedere Ashton insegnare ad un ormai universitario Harry Styles come rollare una canna, soprattutto perché Louis aveva fatto di tutto per mantenere il suo ragazzino candido e puro – se non si voleva considerare la connotazione sessuale di purezza che lui non aveva propriamente rispettato – ma il suddetto Tomlinson era troppo impegnato a cercare di battere Liam e Josh a Ruzzle su un I – pad di dubbia provenienza e io troppo rilassato per preoccuparmene, steso sulle gambe di Niall.
-Dieci persone praticamente sconosciute, se non a gruppi di cinque (se non contiamo te e Liam, che siete ancora in luna di miele), che vanno d’amore e d’accordo. Assurdo: e pensa, se non fosse per quel santo del tuo ragazzo che è persino più ostinato di te, nulla di tutto questo sarebbe successo.-
“A te non spaventa un po’?”
 Horan non l’avrebbe mai pronunciata quella frase, che tuttavia era una di quelle abitudini cui ero tanto affezionato: i discorsi filosofici li avevo sempre affrontati con lui, lui era quello entusiasta della causalità del destino – io, d’altro canto, stavo già progettando di regalare a mia madre un enorme bouquet come ringraziamento per avermi convinto a dividere l’appartamento con Liam: probabilmente li avrei pagati con i soldi di Callum, che era rimasto affascinato dall’affresco nel nostro salotto e si era già prenotato per la settimana prossima. Quando Liam l’aveva sentito, mi aveva rivolto un’occhiataccia tale che mi ero sentito in dovere di rassicurarlo sul fatto che non provassi a rendere tutti i miei clienti “opere d’arte”, che il “body painting” era un esperimento che avevo attuato solo con lui. La risata fastidiosa e troppo acuta di Louis si era propagata nella sala per almeno un quarto d’ora, prima che passasse ad accusarmi di essere un “ipocrita bugiardo” – “avrei dovuto essere io il tuo modello: diglielo, Curly, che io sono più bello di quel pompiere da strapazzo!” – ma Louis era decisamente da scartare come possibile modello: soffriva di una forma rara e incurabile di iperattività, parola mia.
-Dieci mesi, non ha mollato per dieci mesi: glielo hai fatto sudare quel tuo culetto sodo un bel po’, Zaynie.-
In un qualsiasi altro momento il commento di Josh mi avrebbe come minimo infastidito, ma la canna e le bottiglie di birra – decisamente troppe, qualsiasi cosa dicesse Niall – avevano contribuito a condurmi in questa sorta di limbo, dove persino i 20cm che mi separavano dal corpo di Devine, sdraiato sul tappeto insieme a Luke, Michael e Callum a giocare a PES, erano un incentivo sufficiente a far sì che io lasciassi correre le sue provocazioni, tra le risate dei suoi compagni di gioco: a quanto avevo potuto capire, gli amici di Liam erano dei deficienti almeno quanto i miei. Non sapevo se ridere o piangere per questo: forse avrei dovuto imitare l’esempio di Nialler e lasciarmi trascinare dalla sua risata incredibilmente coinvolgente.
-Zaynie, l’amore della tua vita digita parole a caso e imbroglia per vincere: diglielo che non è valido e che d’ora in poi andrà in bianco finché non implorerà il mio perdono.-
Fortunatamente la canna non aveva completamente annebbiato i riflessi di Haz, che venne a riprendersi il suo ragazzo – “scusalo, Zaynie, è ubriaco.” – scollandolo dalle mie gambe e trascinandolo lontano per riempirlo di coccole (erano disgustosamente teneri e li invidiavo tantissimo e volevo il mio Leeyum vicino immediatamente): il posto lasciato libero da Louis, venne immediatamente rimpiazzato dall’oggetto del mio desiderio che, per buona pace della gelosia poco celata di Josh, mi allontanò da Niall per portarmi in camera nostra.
-Mi piaci tanto, Zaynie.-
-Anche tu mi piaci tanto, Leeyum.-

***

Fine

Note Finali, ma proprio finalissime: nonostante io sappia che esiste e deve solo essere pubblicato lo spin off Larry, sono terribilmente dispiaciuta di dover salutare questa storia - spero che vi sia piaciuta almeno un po' (io ho amato scrivere la parte con Josh). Un grazie speciale ai 5sos che non mi appartengono, come non mi appartengono gli One Direction: peccato, perchè avrei voluto regalarli a chiunque abbia perso il proprio tempo a recensire o a leggere silenziosamente, magari inserendo questa storia in una delle varie categorie. E soprattutto un grazie speciale alla mia Gnà, che mi ha aperto un nuovo mondo.
Alla prossima settimana con lo Spin Off se vorrete^^ 

 

   
 
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