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Autore: Matilde di Shabran    05/03/2014    1 recensioni
Seguito di Tonight - L'incontro.
"Don't want you to feel like
I take you for granted"
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Tonight '
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I lay my love on you

It's all I wanna do
Everytime I breathe I feel brand new

You open up my heart
Show me all your love, and walk right through
As I lay my love on you

 

 

“Benissimo!” esclamò Francesca sventolando un foglio appena uscito dalla stampante davanti alle facce di Alaina, Astrid, Giulia e Stefania, le sue amiche di sempre, che stavano sedute sul suo letto nella piccola camera dalle pareti chiare e le tende a fiori azzurri e rosa, mentre dalle casse del computer si spandevano le note di canzoni dei Westilfe con il media player impostato sulla modalità di riproduzione casuale.

“Ecco il calendario dell’Arena di Verona. E qui” disse aprendo il cassetto della scrivania ed estraendone un piccolo plico di fogli “ci sono i cartelloni della “Fenice” e del “Verdi” di Trieste”.

“Grandissima Fra!” esclamò Alaina togliendole di mano alcuni fogli. “Organizzazione impeccabile! Adesso non ci resta altro che scegliere spettacoli e date e soprattutto sbrigarci a prenotare!”

“Così questa volta, FORSE, avremo dei posti decenti” intervenne sarcastica Giulia. “Vi ricordate l’ultima volta alla “Fenice” ?”

“Cosa avevamo visto?” chiese Astrid.

“Cosa NON abbiamo visto” la corresse Alaina.

“Era il “Tannhäuser”” rispose Francesca ridacchiando.

“Dio mio che incubo!” riprese Giulia “Noi tre eravamo sedute dietro ad una balaustra altissima, solo la Fra non ce l’aveva davanti”.

“Peccato che nel posto sotto al mio ci fosse un muro umano! Sarà stato alto due metri, se basta, e aveva una quantità spaventosa di ricci in testa!… Non ho visto un tubo neanch’io!”

“Quello non era un uomo” affermò Astrid ridendo “era un cespuglio, una siepe!”

“D’altra parte” disse Alaina cercando di tornare seria “con dei posti last minute ti devi tenere quello che capita. Siamo già state abbastanza fortunate a trovarli.”

“Sì, ma eravamo una qua una là, non potevamo neanche commentare!”

“Già… ma almeno costavano poco” concluse Astrid, sempre attenta al “bilancio”.

“Però il palco a sipario alzato l’abbiamo visto solo alla fine, quando ci siamo alzate per gli applausi” mugugnò Giulia.

“Io neanche quella volta” intervenne Francesca “visto che anche il cespuglio davanti a me si era alzato!”

Il quintetto proruppe in una fragorosa risata. Quando stavano assieme era sempre così: battute e risate a non finire.

“E quest’anno Stefania riceverà il suo battesimo lirico” annunciò pimpante Astrid, rivolgendosi all’amica che non aveva mai assistito alla rappresentazione di un’opera a teatro.

“E appunto perché è il mio battesimo” suggerì Stefania “andateci piano. Voi avete le spalle temprate da anni di Callas, Domingo e company, io no! Per iniziare ho bisogno di qualcosa di orecchiabile, non voglio addormentarmi!”

“Tranquilla” la rassicurò Alaina “ ti risparmieremo Debussy. Poi ti faremo la guida all’ascolto prima delle rappresentazioni.”

“Saremo delle madrine di battesimo ineccepibili!”

“Signore, diamoci da fare” intervenne decisa Francesca “Cominciamo a dare un’ occhiata a questi cartelloni e a decidere, almeno per le date più vicine.”

 

 

Now that I've tried to,
talk to you and make you understand,
All you have to do,
is close your eyes,
And just reach out your hands,
and touch me,
Hold me close don't ever let me go

 

“Ma Federica ed Elisa?” chiese Alaina, riferendosi alle altre due amiche che solitamente facevano parte del loro combriccola.

“Federica odia l’opera, quindi non penso le interessi” rispose Giulia.

“Invece Elisa” proseguì Francesca “mi ha detto che le va bene quello che scegliamo noi. Le diamo l’elenco delle nostre preferenze e poi lei ci dice quando è libera.”

“Cioè quasi mai” appuntò Astrid, ironica “visto che tra banda, orchestra di qua e solista di là non è mai a casa!”

“Ma lei ama il suo flautino!” la sbeffeggiò Francesca imitando la posizione che assume chi suona il flauto traverso.

“Invece Federica è proprio un'imbecille!” intervenne Stefania “Non ha niente da fare, potrebbe anche solo per stare in compagnia!”

“Tanto più” intervenne Francesca “che suo padre insegna musica e che lei è una vita che sente musica classica in casa… Dovrebbe conoscere queste opere come il Padre Nostro, e invece dobbiamo spiegarle tutto noi!”

“Non sa neanche chi è Von Karajan” esclamò Giulia, esprimendosi come se fosse una persona che è impossibile non conoscere , ma su cui in realtà lei stessa era stata istruita solo pochi giorni fa dalle musicologhe delle banda, Francesca ed Astrid.

“Ma come si fa!” obiettò Astrid “Cosa c’è di meglio dell’opera!?”

“I Westlife” asserì Alaina, facendo l’occhiolino a Francesca.

“Oddio, calma…” ribatté l’interessata, alzando le mani quasi a voler bloccare le parole dell'amica “Meglio è una parola grossa… Non cadiamo nel blasfemo...”

“Guarda Fra” scherzò Alaina “io, se fossi Nicky, ti pianterei in tronco!”

“Ma è un paragone che non sta in piedi” rispose trovandosi in difficoltà “Sono due pianeti musicali diversi, mooolto diversi! E poi non mescoliamo le questioni sentimentali con quelle musicali, che alla fine mi farete dire cose che non voglio dire, o che non penso!”

“E tu vuoi farmi credere” la interrogò malignamente Giulia “che preferiresti venire con noi all’opera piuttosto che andare ad un concerto dove Nicky è sul palco?”

“Ecco, esattamente quello che non volevo dire. Scindiamo il piano musicale da quello personale. Se dovessi decidere cosa ascoltare a prescindere dalle persone che vedrei, sceglierei l’opera!”

“Però andando a vedere i Westlife vedi Nicky” sottolineò Alaina.

“Esatto. Perché Westlife significa Shane, Brian, Kian, Mark e Nicky. E quindi stiamo facendo un ragionamento per assurdo. Se Nicky non fosse un quinto dei Westlife e potessi decidere solo in base alla musica, andrei all’opera. Ma siccome Nicky è un quinto dei Westlife e non posso non tenerne conto nelle mia decisione, probabilmente seguirei i miei affetti e andrei a sentire i Westlife…”

“Ma l’ideale sarebbe andare con lui all’opera” appuntò Alaina.

“Eeeh sì…” sospirò fingendo un’aria sognante “Quelle “Nozze di Figaro” sono state incredibili…”

“Uuuh quanto ti odio!” brontolò stizzita Astrid “Uno dei migliori allestimenti mozartiani degli ultimi vent’anni, e io non l’ho visto! Mentre tu te lo sei gustato addirittura in platea! Io la compagnia non l’avrei neanche calcolata: avrei avuto occhi solo per Mozart!”

 

Well I can't control the universe
Cause I'm only a man
And I've been reading the papers
But they won't tell me who I am

 

“Questa è del disco nuovo?” domandò Giulia, ascoltando le prime note della canzone, che non le suonavano conosciute.

“Sì, è il primo singolo da Tournaround” rispose Francesca.

“E quando esce il prossimo?”
“È già uscito, da poco, però.”.

“Sì, giusto.” Intervenne Alaina “Mandy! È favolosa quella canzone! Mi…”

“Ma è una cover?” la interruppe Stefania.

“Sì” rispose Francesca “ infatti io la conoscevo già, è una delle canzoni preferite di mia mamma.”

“L’originale o la cover?”questionò scettica Astrid.

“L’originale. Ma ha ammesso che la cover è degna”.

“Bon dai” intervenne Alaina “Torniamo al motivo per cui siamo qui.

“Mmmh… hai ragione” annuì Francesca “Allora, a Trieste aprono con Sogno di una notte di mezza estate. A me, sinceramente, non interessa.”

“Di chi è?” chiese Alaina.

“Di Britten, mi pare.”

“Ma è aderente alla storia di Shakespeare?” domandò Astrid.

“Mi fai venire il dubbio… Aspetta. Mamma!” gridò.

“Dimmi” ripose pochi secondi dopo la donna, facendo capolino con la testa dalla porta della camera.

“Mi prendi l’enciclopedia dell’opera? È in salotto, sullo scaffale più alto. Ha la copertina rigida blu.”

“Ecco qua” disse qualche minuto dopo la donna, porgendo alla figlia l’enorme volume con la copertina in soffice velluto con le lettere del titolo stampate in oro.

“Grazie mamma. Allora Sogno di una notte di mezza estate di Benjamin Britten. Il libretto segue fedelmente il testo shakespeariano tralasciandone il primo atto”.

“Mah, quello è uno dei drammi di Shakespeare che mi piacciono di meno…”

“A me non piace proprio Britten musicalmente!”

“Allora lasciamo perdere” sentenziò Giulia.

“Sempre a Trieste” riprese Francesca “la seconda opera in cartellone è il Così fan tutte” disse, concludendo la frase in tono solenne e alzando gli occhi dal foglio in direzione di Astrid, da cui si aspettava una certa reazione.

“Sìììììììììì!!!! Woooolfyyyyyyyyyyy!” strillò eccitata, con un trasporto che solo il genio salisburghese sapeva provocare in lei “È una vita che io e te bramiamo di vederlo dal vivo!”

“Esatto!” concordò Francesca “a questa dobbiamo andare a tutti i costi, c’è un cast stratosferico! E, tra l’altro, sarebbe un’ottima iniziazione per Stefy. Allegra, godibile, Mozart…”

“E la conosco pure di nome!” intervenne Stefania “per me va bene.”

“Allora questa è fatta! Speriamo solo che l’allestimento non sia moderno…” mugugnò la padrona di casa.

“Non è un sistema per saperlo prima!” chiese Stefania.

“Lo dicono sui siti dei teatri” affermò Alaina.

“Sì, ma non sempre” la corresse Francesca “oppure, se hai fortuna, trovi i commenti di chi l’ha già vista sui forum. Ma la maggioranza delle volte si va a scatola chiusa…Ok, allora Così fan tutte confermato”. Andiamo la domenica pomeriggio?”

“Ok” risposero in coro le altre quattro.

 

I need some distraction
oh beautiful release
memory seeps from my veins
let me be empty
and weightless and maybe
I'll find some peace tonight

 

“Guarda qua!” esclamò Astrid indicando uno dei fogli che teneva tra le mani “Alla Fenice danno la Turandot di Puccini”.

“Di che parla?” domandò Giulia, rivolgendosi a Francesca, la quale, pur tenendo ancora tra le mani il pesante volume dell’enciclopedia della lirica, le rispose senza neanche darci uno sguardo, visto che la trama del melodramma le era ben nota.

“Allora, per farla breve c'è questa principessa che non si vuole sposare. Da lei si presentano dei pretendenti che devono rispondere a tre enigmi. Chi li indovinerà sposerò Turandot, che sbaglia viene ucciso. Arriva Calaf che li indovina tutti e tre e...”

“Mmm, mi ispira!” la interruppe Giulia.

“Puccini mi piace da matti!” dichiarò Alaina “Io la voglio vedere!”

“Astrid?” chiese Francesca rivolgendosi all’amica.

“Ma ti pare che mi possa perdere Giacomo???”

“Anche per Stefania dovrebbe andare bene” appuntò Alaina “Non è un mattone…”

“Sicure?” domandò incerta “Non vorrei farvi fare brutte figure addormentandomi dopo mezz’ora….”

“Va' tranquilla” la rassicurò Astrid “Turandot” non è soporifera. C'è troppo casino. Non ti addormenti neanche se vuoi”.

“A sentire voi è tutto leggero” disse Stefania.

“No, dai…” intervenne Francesca “Tutto no. Io reggo quasi di tutto. Ma Britten, ad esempio, lo evito. Poi diciamo che l’opera, tranne quella contemporanea, è abbastanza godibile. Con la sinfonica e la cameristica ci sono più problemi, però questo dipende tanto dai gusti e da quanto è allenato l’orecchio...”

“Allora questa è aggiudicata!” sentenziò Giulia, interrompendo le dissertazioni musicali della sodale.

“E mi raccomando” intervenne Alaina “Quest’anno non ci possiamo perdere L’Aida all’Arena! Non è giusto che voi l’abbiate vista e io no!”

“Non è colpa nostra se quando io e Francesca siamo andate tu eri in vacanza.” Fece notare Astrid.

“Che poi tutta questa smania di sentire il bandaro (1)…” mugugnò Francesca “Io non lo capisco…”

“Ma perché ce l’hai tanto con Verdi?” chiese Giulia.

“Perché è sopravvalutato! Non è raffinato come Bellini o Rossini (che ha smaccatamente copiato da Mozart), però è molto più eseguito e amato dal pubblico ed è considerato il più grande compositore italiano di melodrammi. La sue musiche sono tutte uno “ZUM-PA-PA”, sembrano marcette per banda, non opera lirica! Per non parlare dei libretti! Santa polenta, non ne sceglieva uno con il lieto fine neanche a pagarlo! Vero Astrid?”

“Concordo con te su tutta la linea, fuorché in un punto.”

“Cioè?”

“Cioè ROSSINI. Uomo di poca fantasia: ha copiato tutta l’opera del mio amato Wolfy… E l’ha fatto in modo che tutti se ne potessero accorgere: non ha cambiato una nota! Forse si sentiva sicuro che non lo scoprissero, perché sono tutti stupidi... Solo che non aveva calcolato NOI!”

“Brava!” la sostenne Francesca.

“Noi, che abbiamo Mozart nelle orecchie neanche l’avessimo resuscitato!” declamò con un enfasi degna del migliore dei melodrammi romantici “Noi, che lo conosciamo da ché siamo nate, che ha illuminato il nostro primo sorriso…”

“Adesso non esagerare” tentò, in vano, di contenerla Giulia.

“… e a cui dedicheremo anche l’ultimo!”

“Calma…” si intromise Francesca.

“Comunque” proseguì, dopo aver preso fiato “Mozart sta a Rossini come Shakespeare sta a Moccia! Grazie mio pubblico!” concluse, con la mano sul cuore.

“Però quest’ultima è una bestemmia…” mugugnò Francesca.

“Vabbè” intervenne Giulia a porre fine a questa filippica “All’Arena ci si va d’estate, quindi non perdiamoci tempo adesso, che siamo a novembre, ne parleremo più avanti, ora concentriamoci sulle date più vicine.”

“Hai ragione” concordò Francesca “Dunque, a Trieste c’è La Cambiale di Matrimonio… appunto dell’amico Rossini…”

“Eccolo…” sbuffò Astrid.

“A me piace” disse Giulia “checché ne dica Astrid. Quindi io ci vado”

Francesca annuì, intendendo che anche lei avrebbe partecipato, e poi rivolse lo sguardo ad Astrid per capire le sue intenzioni.

“Va bene, sarò dei vostri. Così almeno potrò constatare in prima persona cosa ha copiato da Wolfy questa volta.” Dichiarò, fingendosi altezzosa.

“Se a Giulia piace, può andare bene anche per me?” chiese Stefania, “leggermente” intimorita da tutti quei nomi altisonanti che, in particolare Astrid e Francesca, pronunciavano come se si stessero riferendo al vicino di casa.

“SìSì.” Disse Alaina.

“Tanto, effettivamente, è uguale a Mozart” rimarcò Francesca, concordando, di fatto, con il discorso che poco prima aveva fatto Astrid.

“Diciamo che Rossini è un surrogato di Mozart!” la corresse Astrid.

“Capito” annuì Stefania “Allora sono dei vostri.”

“Allora si prenota” sentenziò Francesca “Avete abbastanza coraggio per Wagner?” chiese gettando una maliziosa occhiata di sfida alle amiche.

“Pauuuraaaaaa…” ululò Giulia.

“Wagner è pesantino” affermò Alaina.

“Francesca” intervenne Astrid “prima di morire io e te dobbiamo andare a Bayreuth a vederci tutta la Tetralogia (2)!”

“Ci mancherebbe! È nella mia lista delle cose da fare, solo che dovremo prenotare con secoli d’anticipo, le rappresentazioni sono esaurite da qua ad anni… Comunque a Venezia danno Sigfrido. Elisa viene di sicuro perché adora Wagner. Se a voi non interessa andiamo solo noi tre.”

“Non so…” sospirò Giulia “ voglio provare l’ebbrezza di cinquantasette ore di opera in tedesco…”

“L’abbiamo già fatto” la corresse Alaina “il Tannähauser mica era in turco! Ed era sempre di Wagner, se non sbaglio”

“Giusto! Beh, non è stato malaccio… Astrid, in caso mi presti il cd? Così mi faccio un’ idea”

Astrid scosse il capo: “Non ce l’ho.”

“Te lo presto io” intervenne Francesca “Dopo ricordami di prendertelo.”

“Benissimo” esclamò Giulia “allora lo ascolto e vi so dire”.

“Io, sinceramente, non me la sento” ammise Stefania “Wagner mi fa paura solo a sentirlo nominare.”

“Poi a Trieste c’è Iris di Mascagni” riprese Francesca tentando di non farsi sfuggire dalle mani la miriade di fogli che aveva stampato, mentre cercava le date in cui l’opera appena nominata sarebbe stata rappresentata.

 

Tomorrow morning I have to leave
But wherever I may be
Best believe I'm thinking of you
I can't believe how much I love you

 

 

“Che parla di…?” domandò Stefania.

“Allora” iniziò Alaina, che si era impossessata dell’imponente volume dell’enciclopedia della lirica. “La giovane Iris, unico sostegno del padre cieco, riceve la vista di due loschi figuri: uno ricco…

“Francy, che succede” chiese Giulia, interrompendo la lettura, avendo notato che l’amica aveva rivolto lo sguardo al pavimento e un lacrima le aveva rigato il viso.

 

All we have is here tonight
We don't want to waste this time
Give me something to remember
Baby put your lips on mine

 

 

“La canzone...” mugugnò.

“La canzone?” domandò Astrid confusa, essendosi dimenticata del sottofondo musicale a causa del suo basso volume e di quello piuttosto sostenuto della loro conversazione.

Just close your eyes
And you'll be here with me
Just look to your heart
And that's where I'll be
If you just close your eyes
Till your drifting away
You'll never be too far from me
If you close your eyes

 

 

“È Close your eyes” fece notare Alaina “dei Westlife, ovviamente...”

“Che ti succede?” chiese Giulia, abbracciando l’amica.

Lei non rispose, continuando, invece, a fissare il pavimento.

“È per la canzone?” provò a supporre Stefania.

Francesca rispose con un debole cenno affermativo del capo.

“Ho sempre adorato Close your eyes” sospirò Alaina “è dolcissima, anche se triste… Mi commuove sempre…”

“Non è per la canzone in se che mi fa effetto…” la interruppe Francesca “mi è venuto da piangere perché mi ricorda quando sono partita da Dublino… Me l’ha cantata mentre eravamo in aeroporto… e da quel giorno non ci siamo più visti…”

“Ti manca?” chiese Astrid, venendo immediatamente fulminata con lo sguardo da Giulia per l’inutilità della domanda.

“Sì” rispose con un filo di voce “In certi momenti mi sembra di impazzire. Vorrei tanto spegnere il cervello e dimenticarmi che non è vicino a me… È che ho paura. Di nuovo paura...”

“Paura di cosa?” domandò Stefania.

“Che finisca… Ho paura che ci allontaniamo troppo, che lui si dimentichi di me o che trovi qualcun’altra…”

“Fra, non ti preoccupare” la rassicurò Giulia “Sono i primi tempi. Quando troverete un equilibrio e vi abituerete alla situazione si sistemerà tutto.”

 

I know I'm gonna see you again
But promise me that you won't forget
Cause as long as you remember
A part of us will be together
So even when you're fast asleep
Look for me inside your dreams
Keep believing in what we're sharing
And even when I'm not there to tell you

 

“E poi” aggiunse Astrid “se si dimenticasse di te dimostrerebbe una pessima memoria. Non ci si scorda così facilmente della ragazza più testarda e orgogliosa sulla faccia della terra! E mi pare che tu l’abbia fatto penare e sufficienza per renderti indimenticabile!”

Francesca non riuscì a trattenere una risata, nonostante le lacrime: il pungente sarcasmo di Astrid sortiva sempre i suoi effetti.

“Povera Fra” sospirò compassionevole Giulia “deve essere snervante”.

Francesca annuì “Mi sono abituata troppo bene nel periodo in cui ero a Dublino, eravamo sempre incollati…”

“Torna in Irlanda!” esclamò Alaina.

“Tu la fai facile. Anche se tornassi là ci vedremmo comunque poco… È appena uscito il nuovo album, sono in giro per la promozione, e tra un paio di mesi iniziano il tour…”

“Meglio vedersi poco che non vedersi per niente” obiettò Alaina.

“Lo so, però adesso ho appena iniziato lo stage come interprete. Sai quanto mi sono data da fare per ottenerlo, sarebbe un peccato lasciarlo… Dobbiamo solo aspettare che passi questo periodo, che è brutto per entrambi, e poi le cose dovrebbero migliorare… E poi non voglio dipendere da lui. Non mi sembrerebbe giusto.”

“Bon, ma non credo gli manchino i mezzi,” puntualizzò Astrid “più che altro è per il crimine (3) della convivenza.”

“Hai ragione” concordò Francesca “i soldi sono l’ultimo dei suoi problemi. E comunque, di convivere proprio non se ne parla, è contro i miei valori”.

“Ma potevi aggirare l’ostacolo restando da Viky” obiettò Alaina.

“Me l’aveva proposto, ma si torna sul discorso che non voglio dipendere da lui: è una questione di principio. Pensa cosa succederebbe se ci lasciassimo.”

“Il discorso non fa una piega…” disse Stefania.

“Però intanto tu stai così e senza una soluzione per il problema” obiettò Giulia.

 

Just close your eyes
And you'll be here with me
Look to your heart
That's where you'll be
Just close your eyes
Till your drifting away
You'll never be too far from me

 

“Non riuscite a venirvi incontro in qualche modo?” chiese Alaina.

“Io sono libera dai corsi solo nel fine settimana, ma spesso il sabato lavoro in libreria e nei week end ho anche impegni musicali vari. E anche lui... Beh, sapete come funziona: una giornata intera senza impegni è un miraggio. E soprattutto non è a Dublino, più che altro sta a Londra, la settimana scorsa era in Svezia, la prossima va in Germania… Non è proprio semplice…”

“E a Natale?” intervenne Alaina.

“Lavora anche sotto Natale e poi c’è il matrimonio di Shane… E ti ricordo che io, te e Federica abbiamo prove, Messe e concerti con il coro in tutti gli angoli, per non parlare della libreria, che è strapiena durante le feste…”

“Lavorare a Natale è una scocciatura” sbuffò Stefania.

“Comunque siamo già d’accordo che verso fine gennaio dovrei riuscire ad andare qualche giorno a Dublino quando lui dovrebbe avere una mini pausa… Se la casa discografica non cambia idea all’ultimo...” concluse asciugandosi le lacrime con un fazzolettino passatole da Giulia e alzandosi per andare a spegnere la musica. “Ecco fatto. Spegniamo questa cosa deprimente. E cambiamo argomento, per favore: sono stufa di questo mio atteggiamento patetico!”

“Non sei patetica!” la riprese Alaina “Sei solo triste. È un tuo diritto esserlo, ogni tanto!”

“Sì, ma mi sono cacciata da sola in questo pasticcio.”

“Sai quante persone pagherebbero per essere nel tuo stesso pasticcio?” commentò Astrid.

“In effetti...” sorrise.

“Ecco, sorridi di nuovo. Brava” disse Giulia.

“Sorridi per il suo bello” la canzonò Stefania.

“Prima ho pianto, adesso rido. Esprimo tuuuuuttooooo quello che mi ispira” si derise da sola.

“Quanto sei melodrammatica!” le resse il gioco Astrid.

“Ci manca solo che ti metta a cantare” fece notare Giulia.

“Sì. Una bella aria di pazzia. Acuti e colorature a raffica. Così vi assordate!” scoppiò a ridere.

“Beh. Sai com'è” intervenne Astrid “Fur tre mesi... Ormai ci siamo!” sentenziò, alludendo ad un verso dell'opera I Puritani, in cui la protagonista impazzisce perché viene lasciata dal promesso sposo il giorno delle nozze. Quando si rivedono lei gli domanda quanto tempo sia trascorso da quando è fuggito e lui risponde, a punto tre mesi.

No! Fur tre secoli di sospiri e di tormenti, fur tre secoli d'orror!” canticchiò “E poi non sono tre mesi. È poco più di uno!”

“E già tiri i numeri” ridacchiò Alaina.

“In realtà nell'opera inizia a dare di matto non appena lui sparisce...”

“Beh. Tu sei talmente nel personaggio che hai iniziato addirittura prima!” fece notare Stefania.

“Sono avanti! In alternativa potrei iniziare a vedere spiriti di morti vicino ad uno stagno. Ma non è il caso. Quella finisce piuttosto male” concluse, riferendosi alla trama di Lucia di Lammermoor.

“Comunque” riprese “Sono davvero suonata. Suonata e patetica.”

“Oh, finiscila!” la redarguì Alaina.

“No, sono seria. Rifletteteci. Quando mai io sono stata così irrazionale, così soggetta a sbalzi d'umore, così melensa, così dipendente dalle azioni di un'altra persona... Non mi sono mai persa così tanto per qualcuno! Insomma. Ogni tanto rifletto su quello che dico, penso, o su come mi comporto, e mi faccio ridere da sola! Non ho tredici anni. E non è il mio primo ragazzo!”

“Certo” convenne Stefania “Ma potrebbe essere l'ultimo. Forse per questo è tutto diverso.”

Francesca restò bloccata, in silenzio, a soppesare le parole dell'amica.

L'ultimo.

Il ragionamento filava. Ma davvero lui poteva essere l'ultimo? Fino a pochi mesi prima il percorso di vita che aveva davanti a sé le appariva piuttosto sfuocato. Qualche tappa era abbastanza visibile, ma la gran parte era avvolta nella nebbia. Sapeva che voleva terminare i suoi studi, ma non aveva ancora chiaro quale sarebbe stato il lavoro dei suoi sogni. Forse l'interprete, forse la traduttrice, magari la giornalista. Di certo non l'insegnate, non faceva per lei.

Se le prospettive lavorative erano nella nebbia, quelle sentimentali erano celate dal buio più totale. Era partita per l'Irlanda senza legami. Le sue storie precedenti, più o meno lunghe, erano state pochissime e di relativa importanza. Nessuna aveva lasciato in lei particolari tracce, nel bene o nel male. Poi era arrivata a Dublino ed era cambiato tutto. Nel giro di poche settimane aveva iniziato a vedere della luce anche sulla strada della sua vita sentimentale. Dal nulla più assoluto aveva cominciato a pensare, fantasticare, progettare, avere dei dubbi, dover prendere decisioni dolorose, sentire che stava andando in una precisa direzione. Faticava ad ammetterlo con se stessa, ma per la prima volta nella sua vita iniziava a pensare al futuro costruendolo non solo attorno a se stessa, ma anche ad un altra persona. Da una parte era euforica, dall'altra spaventata: non dipendeva più tutto solo ed esclusivamente da lei. Adesso le sue scelte erano strettamente legate a quelle di qualcun'altro. E ai suoi sentimenti. E questo la spaventava più di tutto.

Sarebbe durata? Sarebbero andati nella stessa direzione o dopo l'ebbrezza iniziale tutto si sarebbe dissolto e lei si sarebbe trovata di nuovo a decidere solo per se stessa, ma, stavolta, ne era certa, non più a cuor leggero come prima, ma con un vuoto provocato da quello che aveva provato e in cui aveva sperato, che però, a quel punto, sarebbe stato solo un ricordo?

Non le piaceva sentirsi in bilico. Era sempre stata una che amava avere delle certezze su cui basarsi. Amava riflettere a lungo prima di prendere le sue decisioni ed era piuttosto orgogliosa del fatto di essersi rarissimamente pentita delle sue scelte. Questa volta però aveva dei dubbi. Le pareva di essere stata troppo impulsiva. Doveva tenere conto di troppi fattori, gestire le reazioni di troppe persone, non solo di se stessa. Aveva fatto la cosa giusta? Aveva fatto bene a tornare a casa? Doveva restare in Irlanda? E soprattutto, questa storia aveva un futuro? Quanto sarebbe durata? Aveva fatto bene a cedere alla sua corte? Credeva di sì. Lei ormai si era convinta dei suoi sentimenti: lo amava. Ma lui? Le sembrava sincero, ma chi poteva dirlo? Poteva tranquillamente cambiare idea. Poteva farlo anche lei. Ma anche no...

L'ultimo.

Un articolo e un aggettivo. Eppure queste sette lettere avevano un significato enorme. Si era soffermata a riflettere su questa prospettiva. L'ultimo. Questa eventualità le piaceva, eccome. Fantasticava sul futuro e quest'idea la faceva sentire felice, protetta, appagata. Decisamente desiderava che lui fosse l'ultimo...

“Hai ragione...”

“Quindi?” la incalzò Giulia.

“Quindi niente. Visto che avete giustificato il mio atteggiamento, adesso mi dovrete sopportare così!” sorrise.

“Finché non succede qualcosa” appuntò Astrid.

“Eh no, eh!” si agitò Alaina.

“Qualcosa di bello, intendevo” si difese “Così torna normale!”

“Sono mai stata normale?” domandò Francesca, fingendosi offesa.

“Come prima, intendevo!”

“Oggi non ne indovini una, Astrid!” scherzò Stefania.

“Comunque” intervenne Francesca “Potrei tornare come prima, o potrei peggiorare!”

“In quel caso saremmo tutte lietissime del tuo ritorno in Irlanda, e noi saremo così impegnate da poterti venire a trovare molto di rado” sentenziò Stefania.

“Chi ti ha detto che dovrei tornare in Irlanda?”

“Se ti sposi, dove pensi di andare?” fece notare Astrid.

“A metà strada, no?” scherzò Alaina “In Germania!”

“Bello!” esclamò Giulia.

“Calme!” si intromise Francesca “Perché adesso vi siete messe a parlare di matrimoni?” chiese, arrossendo all'idea.

“Beh. È una delle cose che potrebbero succedere” fece notare Alaina.

“Sì, forse....” bofonchiò imbarazzata “Ma fra secoli. Hai voglia!”

“Chi lo sa!” sentenziò divertita Stefania. “E poi appena ne abbiamo parlato, sei diventata rossa come un peperone!”

“Sì, ma...”

“Oh, dai” la riprese Giulia “Non nasconderti dietro ad un dito. Di' che la prospettiva ti piace!”

“Ma sì. Ma non nell'immediato. Dai è assurdo... chissà quando...”

“Tu dici sempre che bisogna portarsi avanti col lavoro, no?” fece Giulia “E allora bisogna pensarci. Potrebbe succedere anche tra un mese o due!”

“O fra dieci anni!” ribatté Francesca, esasperata dall'insistenza e delle fantasie delle sue amiche.

“Dammi retta” tagliò corto Astrid. “Io lo dico davanti a voi che mi siete testimoni: mangeremo confetti molto presto!”

Francesca strabuzzò gli occhi. Poi scattò in piedi e si diresse verso la cucina a prendere dei biscotti, lasciandosi alle sue spalle una stanza da cui proveniva un chiacchiericcio molto simile al rumore che si sente quando una volpe entra in un pollaio.  


NOTE
(1) termine da me coniato per definire Giuseppe Verdi che significa colui che suona o scrive brani per banda.
(2) Bayreuth è una piccola città in Baviera in cui ogni anno si svolge un festival interamente dedicato alla messa in scena delle opere composte da Richard Wagner in un teatro alla cui progettazione ha contribuito Wagner stesso in modo che l'edificio si prestasse al meglio per la emssa in scena delle sue opere, che richiedono un organico orchestrale imponente  delle scenografie grandiose. Il festival di Bayreuth è considereto il tempo della musica wagneriana perché, in teoria, in questo festival vengono riuniti i migliori interpreti di questa musica e le rppresentazioni si svolgono nel luogo per cui Wagner le ha pensate (la sala ha un'acustica molto particolare, divesra dagli altri teatri d'opera nel mondo). La particolarità di questo festival è che trovare i biglietti è DIFFICILISSIMO. Le liste d'attesa sono lunghe molti anni. in alternativa si possono trovare i biglietti al "mercato nero" a cifre esorbitanti. 
(3) citazione da “Don Camillo, monsignore… ma non troppo”, anche se nel film il crimine è il matrimonio civile.

 
   
 
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