Fanfic su artisti musicali > Simple Plan
Segui la storia  |       
Autore: Untitled182    26/06/2008    2 recensioni
Penso che ognuno di voi si sia chiesto almeno una volta qual'è quella cosa o quella persona che vi aiuta a vivere ogni giorno. c'è chi ce l'ha ben chiaro mentre altri ce l'hanno proprio sotto al naso ma non riescono a capirlo. David, 17enne pazzo, spensierato, sigle convinto e con un passato da lasciarsi alle spalle fa parte di loro... Ascoltando la canzone Holding On ho provato a immaginare che fosse stato David a scriverla e allora mi sono messa a pensare che dietro ci fosse tutta una storia....eccola qua!!
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO EXTRA

Il famoso tema di David

Oh cacchio mi sento uno stupido. Insomma, speriamo che non chiami la polizia! Dopotutto non me ne dovrei stupire, cazzo, non è normale che uno di 28 anni vada dal suo ex professore delle superiori a consegnare un tema arretrato di ben 11 anni…. Per lo più a casa sua!!

Esatto, avete capito bene: sono a casa di mr Harris per consegnargli finalmente il mio tema “La ragione per cui mi sveglio la mattina”!! Lo so, è una cosa un po’ da matti ma ci tenevo tanto a fargli vedere che ne ero capace e soprattutto che io ce l’ho qualcosa per cui svegliarmi tutte le mattine. E che, semplicemente, come al solito me ne sono accorto in ritardo. Ma meglio tardi che mai, no?

Lo ho scritto prima, seduto a un tavolino del bar tutto solo. Ed ecco il risultato, non è niente male!! Non ho mai scritto un tema completo così bello! Anzi no, diciamo che non ho mai scritto un tema completo punto e basta.

Quindi eccomi qui davanti alla porta del mio ex professore con un foglio in mano. Si ricorderà di me? Sarà in casa in questo momento? Si sarà forse trasferito? Ma…aspetta un momento….Cosa più importante…Sarà ancora vivo???!!!

Avanti Dave! Che scemenze, suona sto cazzo di campanello!!!

driiiin!!

”Buongiorno, posso esserle utile?”

Ad aprire è stata una donna molto vecchia, ma davvero tanto, che di sicuro non era la moglie di mr Harris. Apparte che non mi sembra che sia mai stato sposato…

”Salve, mi chiamo David, David Desrosiers, sto cercando il professor Harris…Sa dirmi se è in casa....O se abita ancora qui…O se è vivo?”

”Hohoho! Ma certo ragazzo, prego entra. Vieni, seguimi ti porto nella stanza di mio figlio.”

”Cosa? Suo figlio?”

”Si….Lo so, è un po’ strano ma non si è mai trasferito da casa nostra e non ha più avuto una donna da quando….”

”….Da quando?”

”Scusami David per la domanda, ma tu chi sei per Jaret?”

”I-io ero un suo alunno.”

”Ah ecco, allora puoi capire. Vedi parecchi anni fa Jaret venne licenziato dalla scuola dove insegnava perché uno dei suoi studenti aveva raccontato delle cose su dei film di cui non mi ha voluto parlare in giro e così mio figlio venne cacciato. Vedi dopo quell’episodio Jaret non è più uscito di casa, per lui l’insegnamento era tutto e come sai, i posti fissi non si trovano tutti i giorni. I suoi amici venivano spesso all’inizio a cercare di farlo uscire. E trovare un lavoro ma niente. Lui non voleva sentire ragioni e così alla fine anche loro hanno smesso di fargi visita. Eccoci alla sua camera. Mi raccomando, bussa prima di entrare io vado giù a preparare del tè….”

”No, grazie signora, non si disturbi, non mi trattengo, consegno questo a….Jaret e tolgo il disturbo.”

Busso ed entro. La signora è ancora sulla porta. La camera di mr Harris è come quella di un pazzo maniaco: fogli con annunci di posti di lavoro per insegnanti appesi dappertutto, cerchiati e migliaia di scritte in pennarello.

Lui era seduto ad una scrivania ancora più piena di cartacce che costruiva un modellino della torre Eiffel. Era proprio come me lo ricordavo solo con i capelli più bianchi, la barba e gli occhi spenti e senza vita, di chi non ha più un motivo per andare avanti. Non riuscivo a spiccicare parola. Lui si volta di scatto e rimane a fissarmi. Ovviamente doveva ricordarsi di me date le mie foto stappate dalle riviste e attaccate qua e là con scritti sopra mille insulti. Dopotutto gli avevo rovinato la vita.

”M-mamma…..L-lasciaci soli….”

”Ma certo Jaret!”

La signora Harris sparisce nel corridoio. Lui torna a fissarmi.

”Che cosa sei venuto a fare qui? A distruggere il resto della mia vita?”

”………A-a di la verità..io…..vede sono venuto a c-consegnarle il mio tema……lei……si ricorda……”La ragione per cui mi sveglio la mattina”.”

”Oh ma certo che me lo ricordo……..Beh Desrosiers, n on dovrei accettarlo dato che hai infranto la promessa.”

”C-cosa? Io cosa?”

”Hai infranto la promessa. Ricordi quando ci siamo incontrati col tuo amico in videoteca, quel giorno di tanti anni fa…..Mi avete colto a fare qualcosa contro l’etica degli insegnanti. Tutto il tempo che vuoi per scrivere il tema a patto che avessi tenuto la bocca chiusa. Non mi sembra che sia successo questo.”

Io purtroppo non riesco a ricordare che sia mai successo un episodio del genere. Ma è probabile che sia vero dato che non ho proprio una memoria di ferro. Ma neanche mr Harris, se per questo. È solo uno che ha continuato a pensarci, giorno dopo giorno, tenendo vivo il ricordo.

”Mi dispiace….io….non riesco a ricordare….”

”Lo credo bene!! A te dopo quell’episodio non è stata rovinata la vita! Tu l’hai rovinata a me, ti sei trasferito e ti sei fatto una carriera e tanti tanti soldi!!! Il solito ragazzino immaturo che vuole cambiare le regole che ho conosciuto all’inizio delle superiori. Non sei cambiato. Non sei cresciuto perché questa vita non ti ha mai messo alla prova. Mi hai distrutto al carriera, hai traslocato e sei mesi dopo ti vedo su tutti i canali di musica!!!”

”Che cosa? Non sono mai stato messo alla prova?!” Comincio ad alzare la voce. “Veda di non criticare senza sapere come stanno veramente le cose!! Io mi sono fatto il culo per arrivare dove sono!! Centinaia di volte la vita mia ha messo tutto contro ma io ho avuto la forza di rialzarmi e continuare a seguire i miei sogni.” Mi fermo. Prendo un bel respiro e lui è lì che mi fissa. Riprendo a parlare con tono basso ma pur sempre incazzato. “A differenza sua che dopo che le ho rovinato tutto, e per questo le chiedo scusa, si è barricato in casa. La perdita di un posto di lavoro non è la fine del mondo, anzi, fossero quelli i veri problemi. Tutti questi” Dico indicando gli annunci. “Avrebbe dovuto farsene qualcosa invece che rimanere qui a piangersi addosso. Mi creda, glielo dico per esperienza. Ma la vita è sua non la mia.”

Lui non mi risponde. Gli lascio il foglio col tema vicino al modellino ed esco sbattendo la porta e facendo crollare la torre Eiffel.

La vecchia signora Harris deve aver sentito tutto perché appena passo in salotto mi guarda malissimo. Ma chi se ne importa. Io quello che dovevo fare lo ho fatto.

……………

Le parole di Desrosiers continuavano a risuonargli per la testa quella sera, prima di andare a dormire, mentre mr Harris era chiuso nella sua stanza come al solito. Si voltò verso la sua scrivania. Accanto al modellino distrutto c’era il tema del ragazzo. Si avvicinò deciso a dargli un’occhiata.

Quasi gli diventarono gli occhi lucidi: quanto tempo che non gli capitava di correggere un compito. Non sembrava una cosa fatta così alla cazzo, altrimenti non avrebbe avuto senso riportargliela dopo 11 anni. Iniziò a leggere.

”LA RAGIONE PER CUI MI SVEGLIO LA MATTINA” di David Desrosiers

Le persone adulte sono convinte che una vita veramente completa sia mettere da parte i sogni, trovarsi un posto fisso di lavoro serio, sposarsi e avere bambini. A me non è mai successo niente del genere e certe cose non le approvo. Probabilmente dovrei pensarle anche io dato che, almeno secondo la mia carta d’identità sono un adulto. Ma non mi sono mai sentito tale. Sono ancora quel ragazzino delle superiori con gli stessi sogni, uno solo di questi realizzato e altri mille nel cassetto, la stessa mentalità, le stesse idee, gli stessi amici e la stessa ragione per alzarmi la mattina.

Eh sì, anche se sono passati anni ed anni e sono successe così tante cose la mia ragione è ancora quella: il mio migliore amico Pierre. Potrebbe sembrare una cosa stupida detta così ma non lo è. Ci siamo conosciuti quando eravamo ancora bambini e siamo subito diventati grandi amici come se avessimo saputo di non essere una di quelle conoscenze che dopo la fine della scuola non vedi più.

Ed ora, guardando a distanza di molti anni da quando ci siamo conosciuti, mi accorgo che il mio amico c’è sempre stato in tutto quello che ci è successo. La vita, da brava bastarda che è, non ha esitato a farci allontanare così tante di quelle volte. Eppure il nostro legame non si è spezzato perché se una cosa vale per noi veramente tanto, per qualche strana alchimia nell’Universo, non si riesce mai a perderla del tutto.

Ora come ora io e Pierre siamo così lontani. Lui si è dovuto trasferire per la sua ragazza. L’amore a volte ti porta a fare delle cose da pazzi. Anche a me è successo: mi ha fatto dimenticare il mio amico. Ma lui mi è sempre stato vicino. E quando una sera tutto è finito e io mi sono ritrovato triste e depresso davanti a un barattolo di gelato lui era ancora lì accanto a me. Non so se per il gelato gratis o per me. No dai scherzavo!! Lui mi vuole davvero bene. Infatti è proprio nei momenti brutti che ci si accorge della cosa che ti aiuta ad andare avanti. E non era certo l’amore. Ma l’amicizia. Un sentimento che le persone vivono fin dall’inizio dei tempi ma che il più delle volte lasciano passare in secondo piano. Io non farò più questo errore, non mi fotte della persona di qui finirò per innamorarmi, fosse pure la più strafiga del pianeta, per me Pierre verrà sempre al primo posto. Perché l’amore prima o poi passa, l’amicizia no.

Qualunque cosa succeda e anche se si è lontani. Infatti, come stavo dicendo, in questo periodo Pierre vive a Los Angeles. Così lontano da me. “Teniamoci in contatto!!” Gli avevo detto mentre saliva sull’aereo. Ma come mi aspettavo i messaggi che ci scrivevamo erano all’inizio 10, poi 9, 8, 7…. E le telefonate sempre più rare anche se tutti e due sentivamo la mancanza dell’altro. Non sono mai stato troppo bravo a socializzare e lui è il mio unico vero amico. Quindi mi sono ritrovato ad aggrapparmi ad una lettera che mia aveva scritto anni ed anni fa e grazie e questa non sono mai trovato a terra. Era come avercelo sempre accanto. Ma non era la lettera in sé a darmi la forza. Lei serviva solo a ricordarmi che lì, da qualche parte nel mondo, c’era una persona davvero speciale che continuava a fare il tifo per me, qualunque cosa sarebbe successa.

Questo è tutto quello che mi basta sapere per farmi venire la forza di alzarmi la mattina.

E penso che sia lo stesso per ogni persona, solo che non tutti hanno la mia fortuna di avere un semplice foglio che glielo ricorda. Quindi si lascia cadere questa persona speciale chiamata Amico nel dimenticatoio e un giorno ci si ritrova infelici e vuoti.

Magari un giorno mi piacerebbe pubblicarlo, questo tema, così che la gente in quella situazione si ricordi di chi è contato per davvero in questa strana corsa di nome vita.

Fine.

Mr Harris sorrise. Quelle parole erano così vere.

Appoggiò il tema sula scrivania davanti a lui, spostò tutte le cartacce e trovò una vecchia foto che gli diede la possibilità di ritrovarsi alla perfezione nelle parole scritte dal suo ex alunno.

Prese il cellulare e compose un numero che si era sempre ricordato a memoria anche a distanza di anni, e mentre attendeva la sicura risposta raccolse un annuncio di lavoro deciso a rimettere in piedi la sua vita.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Simple Plan / Vai alla pagina dell'autore: Untitled182