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Autore: aturiel    07/03/2014    0 recensioni
"Le persone sono pigre: è dannatamente difficile trovare qualcuno abbastanza ambizioso da interessarsi davvero a me perché tutta da scoprire, perché si sente messo alla prova o per qualche strana attrazione verso i casi persi di ragazze troppo schive.
Io infatti, fino ad oggi, non ho mai incontrato nessuno così e penso che mai lo incontrerò.
Comunque sia non ne ho bisogno: ho conosciuto lui e mi basta."
Undicesima al "Contest dei libri non letti"
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Anime malinconiche


Io ho una teoria sulle anime gemelle, ovvero che non debbano stare insieme per forza come coppia, ma che si incontrino e creino un reciproco accordo di tacita solidarietà, senza pretese e nobili sentimenti. Quando si scopre un proprio simile non sempre si ha voglia di baciarlo, abbracciarlo o passarci insieme la notte, a volte basta la sola presenza a farci sentire che, nel mondo, almeno un posto per noi c’è e ci sarà sempre.
 
La seconda notte non fu terribile come la prima, anzi, fu particolarmente piacevole. Ero andata a dormire con tutti i buoni propositi di questo mondo, quando sentii bussare.
Forse è qualcuno che mi vuole invitare in camera da loro!
Che illusa ero. Ma in fondo andò meglio così perché, fuori dalla porta, c’era un assonnatissimo Federico in pigiama con un pacco di caramelle gommose in mano.
«Mi fai entrare?»
Io mi spostai e non pronunciai mezza parola, tanto basita ero dal suo arrivo. Chiusi la porta dietro di me e lo guardai mentre si accoccolava tra le mie coperte e le mie lenzuola, sopra il mio letto. Se già ero abbastanza sotto shock così, figuriamoci quando mi fece segno di entrare nel letto con lui!
Però quel gesto mi fece scattare qualcosa in testa che mi permise di recuperare il dono della parola:
«Brutto pervertito del cazzo, per chi mi hai presa? Per una di quelle puttanelle con cui immagino tu ti veda di solito? Per prima cosa porta le tue sudicie chiappe fuori dalla mia stanza e poi vedi di mozzarti una per una le dita di quella mano che tanto si agita ad invitarmi nel letto con te!»
Immagino fosse il discorso più lungo e articolato che avevo formulato in quei giorni e, forse proprio per quello, prima di scoppiare a ridere rimase qualche secondo bloccato a fissarmi con quegli occhi stupefacenti.
«Ma stai scherzando, spero! Non voglio farti assolutamente niente, solo mangiare due caramelle in santa pace con qualcuno di più divertente del mio compagno di stanza quattr’occhi».
«Ah, ok…»
Dire che ero imbarazzatissima sarebbe riduttivo.
Salii nel letto con lui e iniziammo a mangiare caramelle e, tra un boccone e l’altro, a chiacchierare a bassa voce. Non parlammo di cose importanti, della nostra vita o di chissà che, semplicemente parlammo. E, per noi, parlare così liberamente, era già un traguardo.
La quiete durò però al massimo una mezz’oretta, al termine della quale iniziò a dire di avere sonno e io, ovviamente, colsi l’attimo per fare la mia solita uscita:
«Allora puoi anche andartene.»
«Non mi vuoi già più?»
«Non ti ho mai voluto tra i piedi.»
Sbuffò, ma non si mosse.
«Allora, te ne vai?»
Non mi rispondeva, quindi mi sdraiai e gli dissi:
«Senti, io vado a dormire che sono distrutta, tu fai come ti pare.»
Adesso se ne va, evviva.
Ero lì, facendo finta di dormire, in attesa dello schiocco della porta che si sarebbe dovuta chiudere alle mie spalle e le mani intrecciate sotto il cuscino ma non sentii mai quel rumore, bensì ne udii un altro, quello di lenzuola che si scostavano e di un corpo pesante che si posava accanto al mio.
Federico poi posò con cautela un braccio attorno al mio fianco e mi avvolse in un abbraccio stretto.
«Certo che sei proprio un bel peperino, cara ragazza…»
«Non credo di esserlo abbastanza».
«Oh sì invece, lo sei».
Dopo un attimo di silenzio gli dissi piano:
«Non mi lasci sola, vero?»
Se la risatina soffocata mi fece arrossire, le parole che vennero dopo mi fecero diventare bordeaux:
«Credo di essere troppo pigro per cercare qualcun altro con cui stare così bene».
   
 
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